Palacongressi di Riccione, il sindaco assicura: non sarà venduto

Venerdì, 14 Giugno 2019

“Belli i consigli comunali aperti, si discute, c'è partecipazione. Avessi potuto avrli io quando ero all'opposizione! Anche se in verità non capisco molto perché siamo qui. La New Palariccione non è in vendita, per noi si tratta di una società strategica che non abbiamo alcuna intenzione di dismettere. L'abbiamo anche inserita nel Dup, che è il documento strategico dell'ente”.

Il sindaco di Riccione Renata Tosi conclude così il consiglio comunale aperto, fortemente voluto dai gruppi di minoranza, sul presente e futuro della New Palariccione, la società di gestione del Palazzo dei Congressi. Il sindaco spiega anche che la vendita sarebbe impossibile, perchè c'è un unico contatore per le utenze, ed è la New Palariccione che le rifattura a cinema e negozi. Quale privato si inoltrerebbe in tale ginepraio?

Tanto rumore per nulla, dunque? Sabrina Vescovi, capogruppo del Pd, ovviamente offre un'altra narrazione. “Nell'ottobre del 2018 l'amministrazione era pronta a vendere, anzi a svendere, per 695 mila euro. Il 14 novembre in consiglio smentiscono tutto, a marzo di quest'anno in un confronto televisivo con il capogruppo 5 Stelle Del Bianco l'assessore Santi dice che si sta valutando la vendita. Di fronte a tutti i rappresentanti delle categorie economiche che hanno ribadito il ruolo strategico del Palacongressi, il sindaco non poteva non concludere in quel modo”. Vescovi, inoltre, punta il dito sul fatto che la maggioranza non abbia voluto mettere in votazione l'ordine del giorno presentato da Del Bianco, che semplicemente impegnava la giunta a non vendere la partecipazione nella New Palariccione. “Avremmo avuto così un documento scritto, e invece solo parole...”.

Il sindaco Tosi replica che “La minoranza ha interpretato e cavalcato un suo film, noi andiamo avanti a lavorare per il bene della città”. E aggiunge: “Mi pare che il tentativo del Pd sia quello di insinuare pretestuosamente che noi saremmo contro lo sviluppo economico della città. Ma quando mai? Sono loro che devono far pace con il proprio cervello! Hanno votato contro tutti i progetti di riqualificazione della città, dal Corallo all'Aquila d'Oro. Sono fuggiti davanti alla partita delle manifestazioni di interesse. E vogliono darci lezione sul Palacongressi? In ogni caso, noi continueremo ad investirci perché funzioni al meglio per il bene di Riccione”.

Il dibattito in consiglio è stato aperto da una relazione della presidente di New Palariccione, Eleonora Bergamaschi, che ha riferito i principali dati della gestione (BuongiornoRimini li aveva già anticipati qui). Ha aggiunto che è stato calcolato che ogni presenza congressuale ha una ricaduta sul territorio di 150 euro a persona (hotel, ristoranti, shopping, ecc.). Considerando quindi le 86 mila presenze del 2019, l'indotto del Palacongressi ammonterebbe a circa 13 milioni. La presidente Bergamaschi ha infine evidenziato che la struttura ha bisogno di alcuni interventi di manutenzione, specificando che essi “non sono dovuti al trascorrere degli anni, ma a carenze progettuali che ad oggi richiedono di intervenire all’impianto di movimentazione delle poltrone, malgestito e con problematiche evidenti fin da subito, alla riqualificazione dei servizi igienici mai stati in linea in simile struttura, oltre ad adeguamenti strutturali indispensabili per rispondere alle esigenze logistiche della clientela”. Alcuni interventi in programma saranno mirati all'obiettivo di rendere il Palacongressi vendibile per singole parti, mentre adesso non è possibile. L'importo di tali investimenti, da distribuire nel triennio 2019-2021, ammonta a 407 mila euro.

“ Abbiamo disincagliato la società della Palariccione dalle sabbie mobili e messo in moto una nuova macchina – ha aggiunto a sua volta l’assessore Stefano Caldari e precedente presidente della Palariccione srl a partire dal 2014 -. Oggi i numeri confermano il buon lavoro dell’amministrazione Tosi che ha accompagnato il palas a questi risultati virtuosi. Una struttura che, per come è stata progettata dal Pd  e che successivamente ha condotto alla scissione tra Palariccione spa e New Palariccione srl, ha prodotto il risultato della cifra esorbitante di 32 milioni di debiti oggi a gravare sulle spalle dei cittadini”.

Sul tasto del passato l'assessore Caldari ha molto insistito, quando l'amministrazione poteva avere tutti gli argomenti per mettere in evidenza il proprio contributo positivo al rilancio del Palacongressi. È vero che i cittadini di Riccione si sono trovati 30 milioni di debiti sul groppone, ma – come dimostrano i dati della relazione Bergamaschi - sono stati un investimento produttivo per la città.