Essere umani nell’epoca dell’intelligenza artificiale

Martedì, 20 Maggio 2025

Ne sentiamo parlare un po’ ovunque, ma in realtà sappiamo di che si tratta? Molti la temono senza sapere quali siano i veri pericoli che comporta. Altri, al contrario, ne sono entusiasti perché già stanno risparmiando ore di lavoro grazie a lei.

Si tratta dell’Intelligenza artificiale, protagonista assoluto del dibattito di questi ultimi anni, così come lo sarà del nostro immediato futuro.

Il Portico del Vasaio e le scuole Karis, che festeggiano i loro primi cinquant’anni di vita, propongono un ciclo di incontri per comprendere meglio cosa si intenda con intelligenza artificiale e soprattutto le sue implicazioni con noi, in quanto uomini. È evidente che parlando di “intelligenza” artificiale, e dunque di una competenza che sempre abbiamo attribuito ai soli essere umani, gli scenari possano sembrare inquietanti. Ma come stanno le cose in realtà? Saremo più uomini o meno uomini lavorando a stretto contatto con macchine intelligenti?

Il primo appuntamento è con uno dei massimi esperti sul tema. Docente di intelligenza artificiale all’università di Bath, in Inghilterra, il prof. Nello Cristianini, autore della Trilogia Scorciatoia, Machina sapiens, Sovrumano,  il prossimo mercoledì 21 maggio alle ore 21,15 presso la Sala Manzoni in via IV Novembre 37 a Rimini, ci permetterà di capire a che punto siamo in questa straordinaria ricerca. Una ricerca che sta interessando governi, aziende, singole persone e la Chiesa stessa. Papa Leone XIV, come il suo predecessore Francesco, ne hanno fatto un punto essenziale per la lettura del presente e vedono in essa una sfida decisiva per l’uomo.

In attesa di incontrarlo, lo abbiamo raggiunto per una breve intervista.

Prof. Cristianini, il 21 maggio sarà a Rimini in Sala Manzoni per incontrare la città e raccontare gli sviluppi del mondo delle intelligenze artificiali. Cosa le preme di più comunicare alle persone che la ascolteranno?

Possiamo aspettarci anni di rapido cambiamento, con la creazione di macchine sempre più intelligenti. Ci saranno alcuni problemi da risolvere e penso che sia bene pensarci adesso, quando è ancora prematuro, invece che pensarci quando è tardi.

L’incontro è stato preparato da un gruppo di persone che provengono dal Centro Culturale Il Portico del Vasaio, dalle scuole Karis e dal Meeting di Rimini, dove lei tornerà peraltro tra pochi mesi. In questo lavoro di preparazione è stata forte la curiosità rispetto alle novità dell’AI ma ancor più il desiderio di capire come si relazionerà l’uomo di fronte a queste novità. A suo parere cosa ci deve preoccupare e cosa invece possiamo guardare con fiducia?

Ci saranno presto delle macchine in grado di risolvere problemi complessi, come una diagnosi, allo stesso modo in cui oggi traducono i documenti. Alcune programmeranno i computer, altre faranno le telefonate per prenotare un hotel o un ristorante. Dobbiamo pensare a quelli di noi che avranno meno occasioni di lavoro e, secondo me, è quello che ha in mente il Papa quando mette questi temi così in evidenza. Ricordiamo anche che si tratta sempre di abilità intellettuali, non certo di umanità, empatia, coscienza: queste macchine non saranno esseri umani, anche se potranno competere per alcuni lavori.

Tra le cose che ci renderanno unici? Proprio la nostra compassione per quelli meno fortunati.

Nei suoi testi lei descrive da una parte i grandi progressi (presenti e di prossima realizzazione) dell’AI e, al contempo, pone attenzione al valore del “fattore umano”. Un’attenzione comprovata dalla sua intensa attività e disponibilità alla divulgazione. Cosa la muove in questa febbrile attività? Quale ragione la spinge in questo sforzo per fare conoscere l’AI a tutti e in termini corretti, al di fuori delle semplificazioni che spesso si leggono?

Far capire le cose, in termini facili, significa includere tutti nella conversazione: è anche un fatto di buone maniere. Se comprendiamo a fondo quello che stiamo costruendo, avremo il modo di regolamentarlo e usarlo a nostro beneficio. Ricordiamo: questa è solo tecnologia, non magia, si può capire e controllare. Il punto di partenza è la conoscenza, così cerco di spiegare le cose meglio che posso.

Una domanda più personale. Come è giunto a questi studi, qual è lo spunto che l’ha affascinato e che oggi la affascina di più?

Non sarei qui se non avessi avuto un piccolo computer a 13 anni, e penso spesso all’importanza di una cosa così banale: far scendere il prezzo di uno strumento, fino al punto che anche un bambino di Gorizia negli anni ‘80 possa permetterselo. Oggi ci sono molti nuovi strumenti su internet e molti sono addirittura gratis: quante vite stanno cambiando in questo momento grazie all’Open Access e Open Source. Il mondo cambierà aprendo a tutti le porte dello studio e della scienza, e la scuola può aiutare in questo. Spero di vedere degli insegnanti e degli studenti mercoledì.

Dunque, ci lanci il suo invito per mercoledì! Perché venire mercoledì ad ascoltarla?

La conoscenza fa passare l’ansia e i sospetti, e ci aiuta a prepararci ai cambiamenti. Se il mondo cambia, serve a poco lamentarsi, mentre serve di più partecipare: in questo modo lo si può anche influenzare. C’è bisogno di tutti e il primo passo è conoscere. Vi aspetto !