Riccione, Santi si autocandida. Lui: "No, do solo voce al popolo"

Domenica, 13 Febbraio 2022

Tutti l'hanno interpretato come una sorta di auto candidatura, anche se lui, Riziero Santi, presidente della Provincia di Rimini, si straccia le vesti e replica: "Sono intervenuto, anche in ritardo, per rappresentare lo stato d'animo e la preoccupazione di tanti elettori di centrosinistra". Anche questa, volendo, è una risposta da copione: "Io? No, è il popolo che lo vuole".

Comunque sia, la domenica politica è stata scossa da un post su Facebook di Riziero Santi (titolo: Se il centrosoniostra vuole vincere a Riccione) che oggettivamente è difficile non leggere come un'autocandidatura. Santi interviene di fronte a un centrosinistra incartato e indica quale è a suo giudizio la strada per uscirne.

Ecco il testo completo:

A Riccione si sta perdendo tempo. Con queste modalità, queste trattative estenuanti al chiuso e questo linguaggio politichese, usato spesso per professare il nuovo, non si va da nessuna parte. Si è lontani dalla realtà e dalla meta. Ho visto partire ancora una volta dal "chi di noi fa cosa", ragionando con schemi vecchi e superati, incomprensibili alla gente comune.
Per vincere bisogna dare una sferzata, parlare il liguaggio della concretezza, offrire una visione, un sogno, stimolando il risveglio dal torpore e dalla rassegnazione dei riccionesi, oppressi da anni di litigiosità, di difficoltà e di ritardi. Bisogna parlare di lavoro, di qualità della città, di sicurezza sociale e di futuro.
Bisogna presentarsi in campagna elettorale con un progetto forte di cambiamento e con una squadra di persone competenti e motivate, lasciando stare gli equilibri politici fra entità, politiche e civiche, con scarsa rappresentatività e consenso e spesso lontane da una città che negli anni è cambiata e che nessuno conosce ed è capace di rappresentare realmente nella sua complessità.
Per quanto riguarda il/la candidato/a Sindaco, chiunque esso/a sia, anche del Pd perche non è questo il problema, gli va affiancata una squadra di persone che sanno, che sanno fare e che fanno, e che sappiano separare l'indirizzo dalla gestione, svolta da una buona struttura manageriale.
Insomma, se il centrosinistra vuole vincere deve giocare su radicalita' e qualità della proposta e sulle competenze, non sulla spartizione dei posti di comando, fatta col manuale Cencelli, e sulle ambizioni personali.
Il civismo e il campo largo sono garantiti dalla qualità, dalla radicalità della proposta e dalla credibilità di chi la interpreta non dal grado di indipendenza dai partiti, che sono comunque un baluardo della democrazia. A me i cittadini a Gemmano, comune di destra, non hanno mai chiesto e non chiedono che tessera ho in tasca (lo sanno) ma cosa posso fare per loro e per Gemmano. Il civismo si concretizza attraverso il coinvolgimento, la partecipazione e le persone, non le élite. Se si vuole vincere. Altrimenti si perderà clamorosamente anche questa volta.