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Duello Cattolica. Gambini: sono nuovo e competente

Lunedì, 13 Giugno 2016

A Cattolica, dove domenica prossima si vota per il ballottaggio fra Sergio Gambini, Pd, e Mariano Gennari, Movimento 5 Stelle, si sta creando una sorta di tenaglia per stringere nell’angolo il candidato della sinistra. Prima la Lega, poi anche il candidato sindaco del centrodestra, Massimiliano Gessaroli, si sono espressi per il voto a Gennari. Solo Pierangelo Del Corso, storico esponente del centrismo cattolico, alleato di Gessaroli, ha dichiarato di preferire Gambini. Accade a Cattolica quel che sta caratterizzando i ballottaggi nelle grandi città: nessun apparentamento (che per principio i grillini escludono) ma tante dichiarazioni dei leader finalizzate a orientare l’elettorato verso una punizione del Pd e dei suoi candidati. Si tratta di vedere alla prova dei fatti cosa faranno gli elettori, che si dimostrano sempre più indipendenti rispetto alle logiche di appartenenza. Inoltre è bene ricordare che il ballottaggio è una elezione nuova, che quasi non ha niente a che fare con il primo turno dove, oltre ai candidati, dominano i simboli dei partiti. È un’elezione nuova dove ha più chance di vittoria chi meglio riesce a motivare i propri elettori perché ritornino alle urne.

“In campagna elettorale – afferma Sergio Gambini – ho parlato della necessità per Cattolica di riscoprire uno spirito di comunità e questo può avvenire solo proponendo un progetto in positivo. Non mi spaventa la somma dei no, perché solo trovando le ragioni di una convergenza di popolo per il cambiamento si può ripartire. Non è un uomo solo al comando che cambia la situazione. La mia proposta di programma e di selezione della classe dirigente è più inclusiva. Basta osservare la diversità di toni delle dichiarazioni di Gessaroli (votare contro Gambini e quindi contro il Pd) e di Del Corso (attenzione alle cose da fare) per capire che in gioco è la credibilità di un progetto”.

Cattolica è il teatro di una sfida che è mancata a Rimini per l’assenza del M5S. Lei in questi giorni che argomenti usa per convincere gli elettori a votarla?

“L’argomento principale è proprio la credibilità del progetto di cambiamento da noi proposto. È un progetto che abbiamo costruito in mesi di lavoro, accettando la sfida del civismo e costruendo assieme ai cittadini un programma che ha ottenuto successo, visto che il 38 per cento degli elettori lo ha promosso. Attraverso l’apertura al civismo abbiamo costruito un ponte verso i ceti produttivi, verso le professioni, verso i giovani, tutte categorie di persone che sono state così integrate nella nostra proposta di governo. Il voto al ballottaggio non è una somma di no ma un progetto nuovo per far ripartire Cattolica. Questo progetto può contare su esperienze, competenze e capacità di governo ampiamente sperimentate:”

Sta dicendo che rispetto a chi vuole cambiare tutto è meglio l’usato sicuro?

“Non l’usato sicuro, ma il nuovo competente”.

A proposito di civismo, lei da tempo ci insiste parecchio ma il 5,5 per cento raccolto da Energia Civica 40 sfigura non poco rispetto al 14 per cento della lista Pizzolante a Rimini. Non è stato un risultato deludente?

“Saranno stati più bravi, non so…Il nostro è un progetto politico giovane che ha bisogno di radicarsi. Tuttavia il consenso raccolto da Energia Civica 40 è molto importante come segnale di apertura e disponibilità al civismo, anche a Cattolica. È un primo passo che continuerà durante la legislatura, se io sarò eletto sindaco”.

Le cose sono andate meglio per l’ex assessore Giovanna Ubalducci che ha portato a casa quasi il 10 per cento. Ha votato per lei quella parte del Pd sconfitta alle primarie?

“Bisogna non trascurare i 273 voti della lista della Guadenzi, più di centrodestra che di sinistra. Penso che la polemica che ha portato la Ubalduci e altri esponenti del Pd a uscire dal partito abbia scoraggiato una fetta di elettori che, viste queste divisioni, ha preferito restare a casa. Ne abbiamo avuto riscontro in alcuni seggi. Il nostro sforzo è di portarli a votare al ballottaggio”.

La Ubalducci non si è sbilanciata, ha semplicemente invitato i propri elettori a tornare alle urne. Lei che messaggio manda a quegli elettori?

“Posso capire la delusione per il forte tratto di discontinuità che ha segnato la mia campagna elettorale. Non è stato facile neppure per me dire tanti no a persone che conosco e stimo. Tuttavia la lunga campagna elettorale mi ha sempre di più convinto della necessità per Cattolica di cambiare pagina. Abbiamo pagato un prezzo necessario per consentire, come successo altre volte nella storia della sinistra, di rappresentare un’alternativa a noi stessi, radicandola in nuovi programmi e in una nuova classe dirigente”.

Solo se vince Gambini, la Ubalducci potrà entrare in consiglio…

“Si, è così. C’è anche un altro risvolto curioso e interessante. Se vinco io, dei dieci consiglieri Pd, quattro hanno meno di trentacinque anni. Se vince Gennari, nella sua maggiorana non c’è nessuno con meno di quarant’anni”.


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