26_03_2012 | CORIANO. IL PD FA IL PUNTO SULLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE: RICOSTRUIRE CERASOLO E IMPIANTARE A RAIBANO LA ‘GREEN ECONOMY’. NEL 2011 77 AZIENDE CHIUSE

Lunedì, 26 Marzo 2012

3

AMMINISTRATIVE CORIANO. IL PD FA IL PUNTO SULLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE: RICOSTRUIRE CERASOLO E IMPIANTARE A RAIBANO LA ‘GREEN ECONOMY’. NEL 2011 77 AZIENDE CHIUSE


A Cerasolo la situazione è critica e i capannoni sono sfitti, lo denuncia il Pd che proprio a Coriano sta preparando la lista civica da sostenere alle prossime amministrative del 6 e 7 maggio. Qui “il beneficio per le imprese di essere su una grande via di traffico (la superstrada di San Marino), è purtroppo ormai azzerato dal degrado urbanistico della zona produttiva, priva di una viabilità di connessione propria all’altezza delle imprese presenti. Proprio per questo, Cerasolo è l'area in cui si conta il maggior numero di capannoni sfitti”.


Migliaia di imprese e migliaia di addetti costellano l’universo produttivo di Coriano, con “dimensioni rilevanti non solo a livello locale, ma per l'intera provincia di Rimini. Sono infatti attive 1158 imprese, tra cui 395 attività artigianali, 167 piccole e medie industrie, 222 agricoltori, 284 commercianti, 33 pubblici esercizi, 32 studi professionali e 25 altre attività”.


Nel 2011 hanno chiuso 77 aziende e altrettante hanno aperto. “Un dato apparentemente positivo che segnala in realtà un impoverimento del patrimonio produttivo: le nuove imprese sono piccole o piccolissime, mentre tra quelle chiuse ve ne erano di medie dimensioni”. A rischio non è solo l’insediamento produttivo di Cerasolo, ma anche quelli di via Piane, che avrebbe bisogno di una riordinata alla viabilità, e Colombarina, interessata dai lavori in corso per la costruzione della terza corsia.


Oltre a una profonda ristrutturazione della zona produttiva di Cerasolo, il Pd corianese avanza anche l’ipotesi di una nuova zona produttiva a Raibano, “dove la nuova amministrazione dovrà avviare approfondite ricerche di mercato prima di realizzare un nuovo insediamento veramente al passo con i tempi e con le reali esigenze delle aziende. L’idea che appare più interessante è – dopo ovviamente aver sistemato prima le altre aree – di creare un ‘distretto della green economy’ che troverebbe l’interesse di investitori nazionali ed esteri”.