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Aeroporti italiani, entrano i privati. E a Rimini?

Mercoledì, 05 Marzo 2014

4bAeroporti italiani, entrano i privati. E a Rimini?

 

 I più volte invocati fondi di investimento stranieri (per l’aeroporto, ma anche per Fiera e Palacongressi) non sono un’illusione o un fantasma. A volte si materializzano. E’ notizia di questi giorni che il gruppo che fa capo al finanziere armeno-argentino Eugenio Eurnekian ha comprato il 33,4 per cento delle azioni dell’aeroporto di Firenze, cui seguirà una Opa sull’intero capitale con un esborso di oltre 80 milioni. Il gruppo Corporacion America ha annunciato una Opa anche sull’aeroporto di Pisa ed il suo nome circola anche fra i probabili acquirenti di una quota consistente dell’aeroporto di Ancona. Il nuovo presidente dello scalo marchigiano, Giovanni Belluzzi (già consigliere d’amministrazione di Unicredit), ha annunciato per la settimana il piano industriale e in quell’occasione dovrebbe fare il nome dell’investitore. Belluzzi ha detto di aver contattato almeno cinque tra fondi di investimento specializzati e immobiliari. Fra questi ci sono certamente l’argentino Hope Funds e probabilmente anche il magnate Eurnekian che già in un recente passato aveva manifestato interesse per l’aeroporto di Ancona.
La riflessione che viene spontanea è che quando c’è un management all’altezza della situazione l’ingresso dei privati con il portafoglio ben fornito non è una chimera.
Rimini in questo momento è dolorosamente ferma al palo. Da una parte, c’è un tenue filo di speranza legato al pronunciamento della Corte d’appello di Bologna: dovesse revocare la sentenza di fallimento per Rimini si aprirebbero i giochi per un rilancio e per l’ingresso di un importante investitore. Dall’altra, si è ancora in attesa del bando di Enac per la ricerca di una nuova società di gestione che subentri alla fallita Aeradria. Dopo l’emissione del bando, ci vorranno mesi prima di arrivare ad una definizione. Intanto l’aeroporto di Rimini cerca di sopravvivere fino a ottobre con la “colletta” fra gli imprenditori commerciali interessati al mantenimento dei voli su Miramare.
Non sono tempi felici per gli aeroporti. Lo stesso aeroporto di Ancona, che lo studio di Eurafrica (la società incaricata dalla Provincia di studiare gli scenari futuri) indicava come virtuoso rispetto ai difetti di gestione di Aeradria, non se la passa proprio bene. Nei mesi scorsi la proprietà (l’80 per cento delle azioni è in mano alla Regione) ha insediato un nuovo consiglio d’amministrazione, dopo aver cacciato il direttore generale accusato di peculato per l’uso personale della carta di credito aziendale. Con la nuova gestione è emerso che Aerdorica ha un indebitamento di 37 milioni (quello di Aeradria era stato valutato di 52 milioni) ed un debito corrente di 6/7 milioni. Fra i debiti, anche il mancato pagamento di imposte, Ici, Tarsu e contributi Inps. Anche a traffico passeggeri le cose non vanno molto bene, visto che nel 2013 è sceso dell’11 per cento, assestandosi a 503.400 unità. Rimini, da parte sua aveva chiuso il 2013 con 562.000 passeggeri. Ancona va invece forte nel traffico cargo: è il decimo aeroporto italiano per volume di traffico, e su questo segmento punterà ancora di più il nuovo piano industriale.
Resta da capire come mai i consulenti della Provincia, pagati profumatamente, abbiano preso come modello di confronto lo scalo di Ancona la cui precedente gestione – quella a cui faceva riferimento lo studio di Eurafrica - era tutt’altro che virtuosa.


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