GIORNALAIO 17.05.2013

Venerdì, 17 Maggio 2013

giornalaioUrbanistica, i commissari ad acta congelano i piani. Consiglio Rimini, è bufera sulla ciclabile. Nuova inchiesta su Carim dopo l’esposto di Cecchi. Turismo, cresce congressuale

 

Piani particolareggiati, è “lotta sul cemento: scaduto il termine, i commissari ad acta hanno emanato ieri la “sentenza” per decidere chi tra Comune e privati riuscirà a spuntarla. In ballo ci sono gli interventi edilizi legati al terreno dell’Ex Corial e a via Secchiano ai Padulli: circa 40mila metri quadrati tra residenziale e commerciale. Sul responso dei due organi super partes, nominati dalla Provincia dietro istanza dei titolari dei progetti, resta il massimo riserbo ma dalle prime indiscrezioni risulterebbe una brusca frenata per chi ha deciso di costruire, in attesa che finisca il suo iter la variante retroattiva al Prg taglia indici edificatori, prodotta dal Comune: fino ad allora i privati potrebbero restare bloccati”, CorriereRomagna (p.6).
“LE CASE non si vendono più. Sono state ben mille le compravendite in meno nel 2012. Ed anche per i primi mesi del 2013 il trend non è mutato. Secondo l’osservatorio immobiliare Rimini è una tra le città italiane, con una popolazione compresa tra 100mila e 500mila abitanti con i prezzi degli appartamenti più alti in assoluto: circa 3.100 euro al metro, ovvero circa il 19% in meno rispetto ai prezzi medi a Firenze e circa il 145% in più rispetto ai prezzi medi a Reggio Calabria, che hanno, rispettivamente, i prezzi più alti e più bassi in Italia. «QUESTA — dichiara Pierpaolo Indino della Remax — è anche una delle ragioni per cui il mercato è fermo. Nella nostra provincia nei primi tre mesi dell’anno registriamo un calo del 25-30 per cento di compravendite. La richiesta di case nell’entroterra è completamente sparita. Così come spariti i russi che volevano avere una base in Italia. Sono tutti volati in Versilia. Noi seguiamo anche le vendite all’asta per il tribunale: gli appartamenti vengono venduti alla terza, quarta se non addirittura alla quinta udienza, quando il prezzo si è ribassato del 40 o del 50 per cento»”, ilRestodelCarlino (p.3).


Ciclabile, Pdl va giù duro. “Pista ciclabile, corsia a senso unico, limiti di velocità e parcheggi a monte. La rivoluzione sul lungomare finisce nel mirino del Popolo della Libertà, che punta contro il sindaco: «Gnassi, il tuo sogno si sta trasformando in un incubo per la città». Un attacco frontale in cui sono “demoliti” i lavori da 450 mila euro che entro giugno permetteranno di cambiare il volto ai 7 chilometri e mezzo tra piazzale Boscovich e Riccione. Lavori che il Coordinamento provinciale e i consiglieri comunali del Pdl giudicano «inutili dal punto di vista a mbientale, dannosi per gli operatori economici, pericolosi per i cittadini». E il motivo è spiegato: «La pista ciclabile “a senso unico” e senza un percorso protetto è il prezzo che i riminesi devono pagare alla visione bucolica che Gnassi ha sulla nostra città, rendendola simile alla triste Friburgo e lontana dall’immagine turistica che Rimini deve avere»”, Corriere (p.5).
“La replica dell’Amministrazione comunale non si è fatta attendere, arrivata quasi in tempo reale con tanto di planimetria della pista ciclabile che per ragioni di spazio non riusciamo a pubblicare. Di seguito, l’intervento di Palazzo Garampi. “Non stupisce che un partito d’opposizione critichi un’opera dell’Amministrazione, stupisce piuttosto il livello delle motivazioni addotte e il respiro strategico con cui una forza politica dovrebbe guardare al futuro della propria città, magari veramente senza quei preconcetti che dichiara, ma non pratica, nelle premesse. Non esiste un luogo di mare da nord a sud d’Italia che non abbia la pista ciclabile. A Rimini mancava. Ed era il momento di farla proprio perché una degli impegni del mandato votato dai cittadini era lo sviluppo della mobilità lenta e delle piste ciclabili. Il traffico sul lungomare nelle giornate di punta è ricordo talmente fresco che è difficile non ricordarlo… Pista ciclabile a senso unico? E’ “a senso unico” perché lo impone il codice della strada. Il D.M. n. 557 del 1999 definisce le caratteristiche tecniche delle piste ciclabili e stabilisce che “sulle strade locali urbane, le piste ciclabili, ove occorrano, devono sempre essere realizzate su corsie riservate”, ovvero, “ricavate dalla carreggiata stradale, ad unico senso di marcia, concorde a quello della contigua corsia destinata ai veicoli a motore ed ubicata di norma in destra rispetto a quest’ultima corsia, oppure su corsia riservata, ricavata dal marciapiede, ad unico o doppio senso di marcia, qualora l’ampiezza ne consenta la realizzazione senza pregiudizio per la circolazione dei pedoni e sia ubicata sul lato adiacente alla carreggiata stradale”. Ecco perché la pista ciclabile è a senso unico sulla carreggiata verso il porto ma bidirezionale, perché è su una parte del marciapiede rialzato che corre la pista verso Riccione. La sicurezza? Il problema della sicurezza è prioritario. Per delimitare meglio la pista ciclabile saranno posizionati i cosiddetti “occhi di gatto” e le “borchie” tra la linea bianca più esterna e la riga gialla che delimita la pista vera e propria. Verranno installati segnalatori spartitraffico in gomma per delineare le corsie. E’ stato verificato che il cordolo continuo in plastica ha causato incidenti a moto e bici. Ci chiediamo come questa nuova riorganizzazione possa essere più pericolosa per i ciclisti, che prima erano costretti a zigzagare tra le auto parcheggiate e quelle in movimento, tra gli scooter sulla strada o tra i pedoni sul marciapiede. Ricordiamo poi che i parcheggi a ‘spina di pesce’ c’erano anche prima, ma oggi sono semplicemente lato monte, dando la possibilità di vedere e sentire quella “piccola” risorsa che si chiama mare e spiaggia, anziché auto e lamiere. Il limite dei 30 orari servirà anche a questo. I parcheggi per il carico e scarico delle merci? Aumentano, non diminuiscono: prima erano circa 45 e posizionati lato monte; ora sono 65, posizionati dopo ogni attraversamento pedonale”, LaVocediRomagna (p.16).


Turismo, il congressuale è fuori dalla crisi. “Numeri alla mano, il settore dei congressi è già uscito dall’incubo della crisi, segnando nel 2012 un aumento di congressi e il record di partecipanti. Tra i convegni al Palas di Rimini, nei palacongressi di Riccione e Bellaria, e tutti gli altri organizzati nel territorio riminese (negli hotel, ma anche nelle dimore storiche), l’anno scorso i partecipanti sono stati 1 milione e 345.883, per un totale di 2.636.455 presenze turistiche: un incremento del 4,69%, più alto della media nazionale (intorno al 2%). Aumentano i congressi, passati a 6.652, così come il numero medio dei partecipanti (+10,35%) e anche la durata (+12,64%), ma diminuisce il fatturato, calato quasi del 3%. Possibile? Sì, possibile, perché «a Rimini — spiega il professor Attilio Gardini, presentando l’osservatorio annuale sul turismo congressuale — a differenza che in altre realtà, i prezzi applicati nel congressuale sono diminuiti nel 2012 del 5,13%». Da notare la flessione dell’attività congressuale negli hotel, che registrano un calo di congressi (-8,3%) così come di partecipanti (-4,3%) e oggi rappresentano il 20% del mercato congressuale riminese. Un mercato fatto sempre di più di eventi organizzati da imprese (67,9% del totale) e convegni medico-scientifici (7,9%), frenano invece i congressi di partiti, sindacati, enti (nel 2012 soltanto il 17,3%)”, ilCarlino (p.4).
Alla presentazione sui dati del palas c’era anche Cagnoni. “Gli albergatori non ci mettono i soldi: pochi investimenti nelle strutture recettive e anche nelle royalties non brillano. All'appello mancano oltre mezzo milione di euro che la società del palazzo dei congressi aveva preventivato di incassare dagli albergatori, per un importo totale di circa un milione di euro. Una cifra, che viene da una percentuale sul guadagno delle presenze congressuali, che avrebbe contribuito a coprire i debiti, 101 milioni di euro totali, per la costruzione del Palazzo dei congressi, contratti con i mutui accesi con due banche, la Monte dei paschi (per 28 milioni) e Unicredit (46 milioni), alienazioni di due aree della vecchia fiera (20 milioni) e 7 di finanziamento regionale. Un problema, quello dei mancati introiti delle royalty, sottolineato nuovamente da Lorenzo Cagnoni”, Corriere (p.7).


Carim sotto la lente della procura. “Due inchieste giudiziarie, probabilmente destinate a essere riunite in futuro in un unico fascicolo, investono la Cassa di risparmio di Rimini riguardo a fatti relativi al periodo precedente al commissariamento. A quella scaturita a partire dal rapporto ispettivo della Banca d’Italia aperta dal pm Luca Bertuzzi per la violazione delle norme contro il riciclaggio e altre sei ipotesi di reato, se ne aggiunta una più recente coordinata dal pm Gemma Gualdi, ma sempre affidata al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. L’ipotesi di reato stavolta è infedeltà patrimoniale: ci sono da comprendere le ragioni di troppi finanziamenti erogati senza sufficienti garanzie. C’è da verificare il sospetto che qualcuno, in posizione chiave, abbia agito in conflitto di interesse con la banca, provocando ingenti danni patrimoniali. L’indagine scaturisce dai malumori degli azionisti. Tra i nomi delle persone informate sui fatti convocate dagli investigatori e ascoltate in caserma con attenzione c’è anche il generale della finanza in pensione Enrico Cecchi”, socio di Carim che qualche settimana fa ha depositato un esposto su presunte responsabilità del vecchio cda nelle vicissitudini che hanno portato al commissariamento, Corriere (p.3).


Aeradria. “Sul caso Aeradria il Pdl va alla caccia grossa, tirando in ballo il sindaco Andrea Gnassi rimasto finora dietro le quinte mentre sotto i riflettori finiva il presidente Masini e, sotto l’aspetto politico, il presidente della Provincia Vitali. Ieri in consiglio comunale Gennaro Mauro ha lanciato una ispida interrogazione all’indirizzo del primo cittadino: “se risulta al vero - questa la domanda chiave - che nella prima decade del mese di luglio 2011, (Gnassi, ndr) abbia formalmente comunicato alla società Aeradria di essere a conoscenza dell’impegno precedentemente assunto dal sindaco Ravaioli - erogare un contributo di 730.000 euro in quote annuali di 146.000 euro - e abbia evidenziato, in tale nota, che tale contributo sarebbe stato oggetto di un apposito iter amministrativo da parte dei competenti organi”. Il consigliere comunale del Pdl si riferisce al contributo pro-quota di palazzo Garampi al “piano di co-marketing” dei voli varato dall’assemblea dei soci nel 2009 e trascinatosi negli anni, fino ai giorni nostri, senza che gli enti locali deliberassero le erogazioni, mai effettuate e ritenute per questo da Aeradria in bilancio fra i crediti esigibili”, LaVoce (p.15).


I redditi dei riminesi. Secondo i dati Ancot (Associazione nazionale dei consulenti tributari)“complessivamente i contribuenti riminesi sono stati 82.478 per un ammontare complessivo di 1.837.224.400 euro”. “C’E’ la crisi, ma i ricchi aumentano. La conferma giunge dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentati proprio dai contribuenti di Rimini nel 2011 e relativi ai redditi del 2010. I ricchi, ovvero coloro che hanno dichiarato redditi, conseguiti nel 2010 superiori ai centomila euro, sono stati 1.056 (contro i 987 del 2009) per un ammontare complessivo di 169.708.665 euro. Ogni contribuente, quindi, ha avuto un reddito medio di 160.709 euro. Una cifra inferiore rispetto al precedente anno. Nei redditi del 2009, infatti, i riminesi che hanno dichiarato un redddito superiore ai 100 mila euro sono stati 987 per un ammontare complessivo pari a 162.452.553 euro e quindi con una media pro capite pari a 164.592 euro”, ilCarlino (p.9).

 
In città, “il ponte di via Coletti, sul deviatore Marecchia, è in uno stato di sempre maggior precarietà. Colpa certamente dei tanti decenni sulle spalle (la struttura risale agli anni ’40 del secolo scorso) ma anche del ruolo strategico che ha assunto negli anni che lo hanno reso un’arteria trafficatissima, specie da parte dei mezzi pesanti. Ecco perché il Comune sta pensando di intervenire con alcune misure tampone che migliorino la situazione o che per lo meno evitino un ulteriore peggioramento della situazione nei prossimi mesi. Tutto naturalmente in attesa di quella oramai non più rinviabile ricostruzione (l’attuale struttura sarà dunque demolita) che, risorse economiche premettendo, potrebbe avere la luce tra l’anno prossimo e il 2015. «Limiteremo la circolazione dei mezzi pesanti»”, NQ (5).