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Qualivita, Sole e IO in disaccordo. Gnassi: “I dati utilizzati sono gli stessi”

Lunedì, 27 Novembre 2017

(Rimini) E’ passato solo un giorno di tempo tra la pubblicazione di due classifiche sulla qualità della vita nelle città italiane, ieri quella di Italia oggi, oggi quella del sole24ore. Strano ma vero, per il giornale del gruppo Class Rimini cala di quattordici posizioni, per quello di Confindustria sale di sei. “Tutto in un giorno - commenta il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi - senza quest’anno neanche dovere aspettare le canoniche due settimane di distanza per procedere a commenti senz’altro motivati ma diametralmente opposti. La coincidente pubblicazione delle tradizionali due classifiche sulla qualità della vita delle province italiane mette bene in evidenza la componente ‘effimera’ del’iniziativa. Basata sì su analisi, ricerche, riflessioni e soprattutto una gran quantità di numeri ma poi, nella sostanza, sintetizzata in graduatorie agli antipodi. A dimostrazione che la ricerca del fattore ‘qualità della vita’ di un territorio non è così facile né afferrabile attraverso un mero logaritmo”.
Sorge un dobbio. “Visto che, in discreta parte, i dati utilizzati sono gli stessi dove posiamo lo sguardo? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ogni anno il dibattito oscilla, con l’oscillare di queste ricerche, vere e proprie montagne russe della statistica sociale; ma andrebbe definitivamente inteso che il senso di questi lavori non è la classifica in sé (davvero un aspetto troppo facile ma alla prova dei fatti poco più che ‘ludico’) ma semmai la focalizzazione su alcuni elementi che forse indicano una fotografia più reale dello ‘stato dell’arte’ di un territorio provinciale peraltro anomalo come il nostro”.

Gnassi ne cita “rapidamente tre, per comodità: il dato sulle start up, quello sul consumo del suolo e la migrazione ospedaliera. I primi due andrebbero messi a specchio: da una parte abbiamo la provincia di Rimini tra gli ultimi posti per utilizzo edificatorio del territorio a causa di una situazione storica e cronica; dall’altro l’entrata nella top ten italiana di imprenditori- soprattutto giovani- che puntano su nuove tecnologie, recupero di artigianato, reti e connessioni imprenditoriali moderne e al passo con la concorrenza mondiale. Se incrociamo quest’ultimo indicatore con il calo della disoccupazione giovanile, avremo ben chiaro il quadro di prospettiva: la provincia di Rimini può e deve uscire da un modello invasivo, in buona parte orientato sul consumo di nuovo territorio e la rendita, e lo può fare perché l’alternativa è già qui, concreta e non aleatoria, fatta di imprese sostenibili, che investono in cultura, ambiente, tecnologia, servizi avanzati. Ripeto, l’alternativa c’è e quindi nessuno ha l’alibi per dire: se non tiriamo su nuovi mattoni, l’economia precipita. Questo sostiene l’orientamento di mandato dell’amministrazione comunale di Rimini che se da una parte ha dato un deciso stop al cemento, consentendo comunque con i nuovi strumenti urbanistici la riqualificazione e l’adeguamento del già costruito, dall’altro ha investito risorse consistenti sul recupero di contenitori culturali e la rigenerazione ambientale che saranno volano di un deciso innalzamento della qualità e di un conseguente incremento di attrattività nel settore turistico. Sull’emigrazione ospedaliera, si conferma quel trend positivo che, in dieci anni, ha visto la sanità riminese progressivamente recuperare sul problema dell’esodo dei pazienti altrove, e questo è avvenuto grazie a molti investimenti, alla professionalità del personale medico e sanitario e anche alle politiche di area vasta che proseguiranno nei prossimi anni in questa direzione. E’ un aspetto questo che troppo spesso passa in secondo piano ma che senz’altro ha contribuito a migliorare in un decennio la qualità della vita dei riminesi”.

Sul resto “è già stato detto tutto, anche di recente, vedi ad esempio il tema della sicurezza in relazione alla correzione statistica derivata dal turismo e all’attrattività di territori più ricchi e con grande afflusso di persone. Non è il caso di aggiungere altro a una discussione che si fa ogni anno su classifiche che, quest’anno e per la prima volta, mostrandosi assieme, mettono bene in evidenza le loro potenzialità e i loro limiti.”


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