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Gnassi in commissione turismo e il Nuovo Rinascimento di Rimini

Lunedì, 24 Febbraio 2014

10bGnassi in commissione turismo e il Nuovo Rinascimento di Rimini

Ci sono due fantasmi, o forse è meglio chiamarli “tormentoni”, nel dibattito pubblico sul turismo a Rimini e sulla Riviera. E puntualmente sono tornati lunedì pomeriggio nella commissione comunale chiamata ad ascoltare il sindaco Andrea Gnassi sul turismo. Li abbiamo chiamati “fantasmi” perché sono interrogativi perennemente senza risposta. Li hanno sollevati due consiglieri di opposizione, il primo Cingolani, il secondo Giudici.
Il primo fantasma o interrogativo senza risposta è sulla consistenza dei fatturati delle imprese alberghiere. Al di là del segno più o meno sulle statistiche delle presenze (argomento che sappiamo quanto sia discutibile e discusso), le imprese hanno incassato di più o di meno, quanto hanno guadagnato? Domanda destinata a rimanere senza risposta: nel turismo non c’è nessuno che si faccia carico, nemmeno con rilevazioni a campione, di soddisfare questa curiosità fondamentale per capire l’andamento di un settore economico.
Il secondo fantasma è l’esistenza o meno di strumenti per rilevare la redemption di azioni promozionali condotte in questo o quel paese. In sostanza: abbiamo avuto più russi e più tedeschi grazie alle nostre iniziative promozionali coronate da successo, oppure l’incremento è dovuto a fattori di macro-economia generale? Anche a questa domanda il sindaco non ha potuto rispondere, tanto è vero che si è limitato a dire che l’ente pubblico va dove suggeriscono gli operatori.
Andrea Gnassi era in commissione nella veste che più gli è congeniale, quella di assessore al turismo. Ha rovesciato sui consiglieri un diluvio di informazioni e dati statistici, con la verve che tutti gli riconoscono. In verità, spesso è anche più brillante, ma la performance è stata sufficiente a far dire al consigliere Mauro che sarebbe “un ottimo assessore al turismo di una giunta di centrodestra”. Ha detto il sindaco qualcosa che potesse giustificare l’apprezzamento? No, ma così va il mondo.
Probabilmente a fare colpo è stata la citazione del Country Brand Index  che vede quest’anno l’Italia scendere dal decimo al quindicesimo posto, mentre, sottolineava il sindaco, è al primo posto quanto ad aspettative.  Paragone non molto chiaro o calzante, visto che anche il Country Brand Index  misura la percezione che all’esterno si ha del Paese.
Il paragone serviva a Gnassi per far capire che Rimini si gioca la sua partita in un contesto internazionale difficile, dove da una parte c’è un Obama che interviene per far abbreviare i tempi di concessioni dei visti da Brasile e Cina, e noi abbiamo un governo (vedremo quel che farà il nuovo) che non si è mai distinto per puntare sul turismo come volano dell’economia.
Rimini si trova anche in un contesto nazionale che vede il 20 per cento in meno di pernottamenti fuori casa, che ha ridotto il budget per le vacanze balneari fino al 15 per cento, che scopre quasi dimezzate le presenze del travel business.
Le cose quindi vanno male? No, perché – ecco le famose e confortanti statistiche – la quota del turismo estero è salita nella città al 33 per cento, mentre nel resto della provincia è al 26; i turisti tedeschi e russi sono cresciuti con percentuali a due cifre; la Bild ha parlato di Nuovo Rinascimento di Rimini.
Non sono mancati i “luoghi” tipici del pensiero gnassiano, ovvero gli interventi sull’hardware della città (8 milioni) e sul software (3 milioni e 400 mila). Cioè gli investimenti per riqualificare la città. Il sindaco è arrivato in commissione con un calepino con il calendario degli eventi 2014, da adesso fino al prossimo Capodanno, presentandolo come un “unico” in Italia. Sfogliandolo si nota che gli eventi principali hanno un fondino violetto per sottolinearne l’importanza, trattamento grafico che non viene riservato al Meeting per l’amicizia fra i popoli.  E dire che il sindaco, nel suo intervento, aveva evocato un altro “tormentone”, quello sulla necessità di valutare gli eventi quanto a presenze che portano e impatto mediatico. Il Meeting non supera questo esame?

 


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