Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

Lungomare di Rimini e Consorzio del porto. Dalle archistar alla pista ciclabile

Giovedì, 30 Gennaio 2014

6bLungomare di Rimini e Consorzio del porto. Dalle archistar alla pista ciclabile

 

Si parla spesso dell’effetto annuncio, una pratica a cui i politici ricorrono quando devono placare la sete di novità dell’opinione pubblica. Terminato l’annuncio, finiti i fuochi d’artificio che seguono, l’argomento scompare dall’agenda pubblica. Si potrebbe parlare di notizie carsiche che si inabissano sotto il terreno e non si sa dove e quando riemergeranno.
Si prenda il caso del progetto presentato nel dicembre 2012 dal Consorzio del Porto con la calda “benedizione” del sindaco Andrea Gnassi. Conferenza stampa, interviste a Tv e giornali, un diluvio di dichiarazioni: finalmente un progetto di riqualificazione dell’area del porto e del primo tratto di lungomare fino al Grand Hotel; finalmente gli operatori si mettono in gioco e decidono di investire; finalmente è rotto il malefico incantesimo che tiene prigioniera da decenni la zona mare di Rimini. Più verde, parcheggi interrati, niente auto in superficie. Ed ancora: una piastra sopraelevata, di appena due metri rispetto all’attuale piano stradale, dove saranno sistemate le funzioni ricreative legate al divertimento (discoteche e loisir), al ristoro (ristoranti e bar), al passeggio (attività commerciali e percorsi di transito) e al riposo (piazze e luoghi riparati).
I costi? Si paventava un investimento di circa 30 milioni di euro.
Dopo più di un anno cosa è successo di nuovo? Nulla. Ma quando si dice nulla vuole proprio dire nulla. Nessun passo in avanti, in Comune non è arrivata nessuna richiesta, non è stato fatto alcun passo.
Già all’indomani della conferenza avevamo provato a saperne qualcosa di più dal presidente del Consorzio, Lucio Paesani. Le nostre domande, spedite via e-mail, dopo tredici mesi sono ancora in attesa di una risposta.
A dire il vero c’è poco da meravigliarsi. Con i tempi che corrono che un imprenditore investa due milioni di euro (tale era la quota ipotizzata per ogni azienda del Consorzio) non è certo un’operazione che si può compiere a cuor leggero. Se poi molte imprese utilizzano per la loro attività anche aree del demanio marittimo sopra le quali pende la spada di Damocle della direttiva Bolkestein, si capisce che la prudenza non è mai troppa.
E dire che quello era stato presentato come un progetto pronto a partire, una sorta di prototipo del destino complessivo di tutto il lungomare.
Già, il lungomare. C’è chi sostiene che, volendo, il Comune poteva intervenire anche senza il passaggio di proprietà dal demanio statale a quello comunale. Non è l’aspetto che conta. Adesso ogni alibi è stato tolto, ora il demanio statale ha regalato il lungomare al Comune di Rimini, adesso non c’è più alcun ostacolo perché la fantasia progettuale si scateni e le ruspe entrino in azione. Il sindaco Gnassi amava dichiarare di avere i progetti pronti, di avere (!?) 150 milioni di euro da investire. Bene, è il momento di dimostrarlo. Archiviati i progetti delle archistar, si spera che l’unico intervento non rimanga la pista ciclabile dell’estate scorsa.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram