IL GIORNALAIO 27.03.2012

Domenica, 25 Marzo 2012

Rubriche

MAGGIOLI. CARIM. RASSEGNA STAMPA IN VERSIONE RIDOTTA


Maggioli: “Non sono uno schiacciasassi”


Maggioli “pompiere” titola il Corriere Romagna a pagina 11. Domenica mattina in occasione dell’iniziativa di Confartigianato si sono incontrati in pubblico Maggioli, Gardenghi e Vitali, per la prima volta dopo l’affaire che coinvolge il presidente della Camera di commercio.


«Non ho agito come uno “schiaccia - sassi” - spiega - ho invece cercato di ascoltare tutte le voci per valutare con maggior attenzione i passi necessari». E Maggioli, i passi, dice di averli fatti: «Non per riconfermare contro tutto e contro tutti la mia presidenza - chiarisce - ma per ristabilire rapporti cordiali, sereni, propositivi della Camera di commercio con tutte le realtà istituzionali, associative, imprenditoriali del territorio e le parti sociali».


Per gli ‘oppositori’ parla Mauro Gardenghi di Confartigianato. «Se rispetto alla cosiddetta “vicenda Maggioli” ci sono punti di vista diversi, è comunque doveroso che ci si comporti con correttezza istituzionale e rispetto personale. Ciò che hanno fatto, e li ringrazio, Manlio Maggioli e Stefano Vitali partecipando all’incontro di domenica mattina all’assemblea dei panificatori. E che farò io rappresentando la Confartigianato mercoledì alla presentazione del Rapporto Economico».


Su il Resto del Carlino a pagina 9: “Vitali e Gardenghi si sono fatti fare pure la foto con lui. La fotografia scattata domenica mattina all’assemblea dei panificatori con Manlio Maggioli in mezzo al segretario di Confartigianato, Mauro Gardenghi, e al presidente della Provincia Stefano Vitali, due tra i maggiori accusatori del presidente della Camera di commercio, era parsa un segnale di disgelo. Ma in realtà il loro incontro è stato casuale, e le posizioni non sono cambiate tanto. C’è ancora aria di boicottaggio contro il presidente di Camera di commercio”.


Ricapitalizzazione Carim parlano i grandi industriali


“Non ci siamo tirati indietro”, Linda Gemmani (Scm) sul Corriere Romagna, pagina 8.


Stiamo discutendo di come noi imprenditori potremo ottenere dei benefici in un futuro a lungo termine, fra cinque - sei anni. E’ rimasto poco tempo: abbiamo già in programma nuovi incontri, decideremo entro breve. Siamo comunque felici che alla ricapitalizzazione partecipi il maggior numero di persone possibile, un aiuto per la Fondazione anche a prescindere dal nostro impegno”.


Nei giorni scorsi la stampa ha parlato di passo indietro degli industriali rispetto all’interesse iniziale per la ricapitalizzazione (loro potrebbero portare in cassa un tesoretto pari a 20 milioni di euro circa). Secondo il CorriereTra i punti fermi posti dagli industriali c’è la richiesta di potere decisionale nelle scelte che contano, a partire dalla nomina del nuovo direttore della banca e degli altri incarichi importanti. Si era vociferato pure di una richiesta alla Fondazione Carim di scendere sotto il 50 per cento delle quote «ipotesi che - spiegano gli industriali - non corrisponde al vero». Quanto al numero di rappresentanti nel nuovo cda dell’istituto di credito - che sulla carta potrebbero essere due o tre - bisognerà eventualmente bilanciarli con quelli dei piccoli azionisti che, con 35 milioni di euro (ipotizzando il bottino pieno), si accontenterebbero di un solo esponente”.


Su il Resto del Carlino a pagina 4: “Il vero problema per palazzo Buonadrata, semmai, è la trattativa con gli industriali riminesi. Che non daranno un euro, se la Fondazione non darà garanzie sulla nuova governance della banca. Gli industriali, guidati da Giovanni Gemmani (Scm), Simone Badioli (Aeffe), Luigi Valentini e dal gruppo Sgr, chiedono di nominare anche un amministratore delegato, oltre al nuovo direttore generale (Mocchi), e reclamano almeno 2 consiglieri, sui 9 del nuovo cda della banca. Non si tratta di una questione di poltrone, ma «di trasparenza»: l’obiettivo è evitare di ripetere gli errori fatti in passato nella gestione Carim".