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Il sì della fede di Papa Benedetto secondo le Clarisse di Rimini

Sabato, 16 Febbraio 2013

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Il sì della fede di Papa Benedetto secondo le clarisse di Rimini


Il 28 agosto 1990 il cardinale Joseph Ratzinger, che è a Rimini per partecipare al Meeting, bussa alla porta del monastero delle clarisse che in quel momento era ancora a Covignano. Nel libro della Cronaca lascia un suo messaggio. Suor Cristiana cerca di decifrare la minuta calligrafia del futuro papa: «Seguimi dice il Signore nel Vangelo di oggi a san Pietro. Sono grato per questo luogo di sequela silenziosa e gioiosa di Gesù e mi raccomando alla vostra preghiera».


Negli anni in cui il cardinale Ratzinger è stato papa nel monastero ogni giorno le suore hanno pregato per lui e per tutta la Chiesa. In questi giorni si è aggiunta un’intenzione in più. «Preghiamo per lui in particolare - spiega la madre, suor Nella Letizia - perché percepiamo la grande fatica che questo gesto gli è costato. Chiediamo che il Signore gli dia consolazione e gli faccia sentire l’affetto della Chiesa. E inoltre preghiamo perché lo Spirito illumini chi deve scegliere il successore».


Suor Nella Letizia ha saputo la notizia quasi in tempo reale. «Stavo consultando un quotidiano on line, vedo che cambia la pagina e leggo che il papa lascia il 28 febbraio. Ho fatto un salto sulla sedia, non riuscivo a crederci. Ho avvertito anche le altre sorelle, aspettavamo una smentita, pensavamo ad uno scherzo di carnevale. Invece sono arrivate le conferme».


Come avete reagito? «Certamente con stupore ma anche comprensione perché vedevamo il papa affaticato. Noi ogni domenica seguiamo l’Angelus e fra di noi spesso commentavano “come è stanco il papa!”. Abbiamo capito che aveva preso atto di questo suo stato fisico e con grande fede e umiltà aveva consegnato il ministero al Signore perché lo affidasse a una persona più giovane ed energica».


Fra le mura del monastero di san Bernardino non trovano ospitalità le dietrologie che tanto impegnano taluni osservatori. Neppure un senso di smarrimento? «Sì, in realtà per un attimo mi sono chiesta: il Papa che abdica al ruolo di padre? In realtà il Padre è Dio, è Lui che affida il ministero alla persona scelta nel Conclave. Il gesto del Papa ha una sua grandiosità perché ha svolto il suo servizio finché ha avuto le forze; adesso ha rimesso il mandato perché è Dio che guida la Chiesa attraverso l’azione dello Spirito. Non ci ha abbandonati il Papa, ci ha lasciato Joseph Ratzinger che va a ricoprire un ruolo che è anche il nostro, quello della preghiera».


Suor Laura è una giovane novizia che ancora non ha indossato il velo. Racconta: «Non ho provato sgomento, solo un po’ di incredulità. Il papa è un uomo che abbiamo imparato a conoscere. Un uomo talmente luminoso, così semplice e intenso, capace di comunicarti la sua fede. Un uomo pieno di Dio. Sentirlo prendere una decisione del genere, ha provocato in me una reazione del tipo “ beh, se l’ha detto lui…”. Di questo uomo ho sperimentato una bellezza e una grandezza tale che non c’è sgomento se ha preso una decisone del genere. Emerge la grande levatura di un uomo di Dio che in molti possono riconoscere come padre».
La madre superiora Nella Letizia aggiunge: «Ha avuto l’umiltà di fare un passo indietro quando ancora aveva la piena coscienza di farlo. È un uomo di spessore intellettuale e con una sapienza del cuore molto grande».


Azzardiamo una domanda: lei madre è giovane, ma dovesse trovarsi in una situazione di questo tipo, che farebbe? «I nostri incarichi sono ministeri, che viene dalla parola latina minister cioè servo, siamo chiamati a rendere un servizio nella Chiesa, non ad esercitare un potere. Se considero il mio essere madre come un potere, allora è difficile cederlo. Se invece lo vivo come servizio… Il papa si è definito umile servitore nella vigna del Signore, ecco lui è rimasto su questa linea. Il servitore ha terminato il suo servizio perché non ha più le forze e lo affida a un altro».


In questi anni al monastero il papa è stato seguito, c’è stata attenzione ai suoi messaggi, ai suoi scritti. «Ogni domenica ascoltavamo l’Angelus con il commento al Vangelo, la sua parola ci accompagnava per tutta la settimana».
Non trovate che il suo sia stato anche un gesto di grande libertà? Risponde suor Laura: «Di libertà e di ascolto di Dio, perché non è stato semplicemente un gesto di volontà sua, il Signore ha parlato al suo cuore».
«Dio è presente – conclude la madre – altrimenti noi non saremmo qui. Alcuni fatti lo dimostrano ancor più chiaramente. Ricordo che in un’udienza Benedetto XVI definì una mannaia la sua elezione. Eppure ha detto il sì della fede. Tutto il suo ministero è stato un’opera di Dio».
Valerio Lessi

Ultima modifica il Sabato, 16 Febbraio 2013 17:08

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