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Lami, CDO: vivere il quotidiano come un'esperienza positiva

Lunedì, 04 Febbraio 2013

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Lami, CDO: vivere il quotidiano come un'esperienza positiva


Un bene per l’Italia e un bene per l’Europa è il titolo del volantino che la Compagnia delle Opere ha pubblicato in vista della scadenza elettorale e del quale si sono ritrovati a discutere a Rimini, associati e non, insieme al presidente della Cdo Bernard Scholz mercoledì scorso. E il primo invito è a guardare al dopo elezioni, perché come ha detto Scholz, una volta votato il giorno dopo ci sveglieremo tutti con gli stessi problemi da affrontare.
La scadenza elettorale è importante ed è la condizione che ci troviamo a vivere adesso - commenta Cristian Lami, riminese di 42 anni, sposato con tre figli, imprenditore del settore alberghiero e da aprile scorso presidente della Cdo di Rimini - ma per costruire il bene come qualcosa di stabile e duraturo, non è sufficiente la politica. Questa ci può aiutare ad avere buone condizioni, a migliorarle, ma quello che occorre è vivere il quotidiano: lavoro, famiglia, scuola, rapporti come un’esperienza positiva. Questo incide nella società molto più di quanto pensiamo. Tutto questo genera un popolo molto più di quanto possa fare la politica dall’alto. La Cdo ha come scopo quello di aiutare ogni persona ad essere protagonista, cioè in grado di vivere ed esprimersi secondo la sua originalità e unicità. Il futuro parte di qui”.
Non per niente Scholz ha concluso l’incontro in maniera molto provocatoria, domandando ai presenti ‘Vi ricordate di più San Benedetto o l’imperatore del suo tempo”. come dire i governanti passano, ma quelli che lasciano traccia nella storia sono altri?
Questa è una delle cose emerse nell’incontro che più mi hanno commosso. La sfida per ciascuno di noi, per ogni uomo è che possa diventare un soggetto consapevole del proprio valore e quindi del valore del pezzo della realtà che è chiamato a vivere. Se è vero che ogni istante che viviamo ha un valore infinito, noi costruiamo la nostra persona affermando il significato di tutto nel particolare. Il successo o l’insuccesso non sono l’ultima parola.
Questa posizione nella realtà costruisce lentamente ma inesorabilmente una socialità nuova. Per esempio: se un albergatore tiene a sé, al proprio valore, è molto probabile che rispetterà e valorizzerà le persone con cui lavora e questo prima o poi si potrà vedere, sarà documentabile; altri si sorprenderanno e vorranno capire perché è così e si coinvolgeranno con quell’albergatore. Pian piano quel piccolo bene quasi impercettibile può costruire un bene per tutti.
Scholz ha detto che non siamo appena di fronte a una crisi, ma a una svolta che toccherà ogni aspetto della vita umana e che è necessario lavorare insieme per creare condizioni reali per il cambiamento. Quali sono queste condizioni?
Scholz ha rilanciato ad un lavoro da fare insieme che è appena iniziato. Il volantino dellla Cdo è uno strumento veramente utile a questo fine. Per me la condizione più importante è che cambia il mondo se prima cambio io. Così può iniziare a cambiare l’ambiente dove sono. La provocazione delle cose che ci accadono tutti i giorni è l’ambito del nostro cambiamento. Ciascuno può fare le sua parte. La cdo non è solo un criterio ideale ma anche un’amicizia operativa. Un aiuto a sostenersi, a riprendere, a conoscere meglio le cose, ad andare a fondo nei particolari, ad entrare nel merito. Tutti gli strumenti che in questi anni sono nati sono il frutto di questa concezione dell’io e dell’impresa lo sarà anche l’incontro pubblico che faremo il prossimo 22 febbraio presso Sala Manzoni con il prof. Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà con la presentazione della mostra “L’imprevedibile istante. Giovani per la crescita” già presentata allo scorso Meeting.
Infine a Rimini è nato il tavolo per il lavoro per aiutare chi non lo trova, perché non possiamo stare tranquilli finché c’è qualcuno che non potendosi esprimere in un lavoro non può essere se stesso.
Scholz ha anche accusato un certo individualismo che ha delegato alla politica il bene comune e richiamato la società civile e quindi ogni persona a ritrovare il proprio ruolo, una società che abbia una sua consistenza perché in questo modo può essere d’aiuto alla politica, perché ritrovi un suo interlocutore. Ma tutto questo è veramente possibile?
E’ possibile perché è quello per cui siamo fatti. Ci hanno costretti e ci costringono a non fare i conti con questo. Il quartino della Cdo dice che il bene comune ha che fare con il bene e il bello che vive in ciascuna persona, questa è una novità perché la sorgente del bene parte dal tuo gusto per le cose, dalle passioni che hai e queste per natura sono un’apertura alla realtà, non una chiusura. L’individualismo è una chiusura e una difesa. La Cdo ha il compito di fare proposte che valgono per tutti partendo dall’esperienza della propria identità.

Ultima modifica il Lunedì, 04 Febbraio 2013 11:59

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