Aeroporti: la guerra fra Rimini e Forlì è preventiva. Manca l'oggetto del contendere

Lunedì, 15 Giugno 2020

Se è davvero guerra dei cieli fra Rimini e Forlì, si tratta di guerriglia preventiva. Perché al momento il presunto oggetto del contendere non c’è. Sembra però che a Rimini si siano improvvisamente accorti che a Forlì sta per riaprire lo scalo e allora tutto ciò è fonte di agitazione.

L’assessore alla mobilità Roberta Frisoni ha rilasciato dichiarazioni ai quotidiani locali per stigmatizzare il fatto che l’aeroporto di Forlì sia stato inserito nel novero degli aeroporti di interesse nazionale. Tre aeroporti nel giro di 110 chilometri? Uno a cinquanta chilometri da Rimini? Non sia mai, ha tuonato l’assessore.

In realtà la notizia che nei giorni scorsi è rimbalzata da Forlì, a esaminarla nel dettaglio tecnico, non dice che Forlì è diventato di interesse nazionale. Dice semplicemente che il Ridolfi è stato inserito nell’elenco degli aeroporti nei quali il servizio antincendio e soccorso è garantito dai Vigili del Fuoco a spese dello Stato. Gli aeroporti che non sono in questo elenco, la famosa tabella A, il servizio se lo devono pagare di tasca propria.  La notizia era attesa da tempo a Forlì perché senza l’inserimento nella tabella A, e senza l’arrivo dei Vigili del Fuoco, l’aeroporto non è nelle condizioni di poter riaprire. 

Gli esponenti politici di Forlì, che a vario titolo si erano spesi per ottenere il risultato, hanno ‘venduto’ la notizia come se il loro scalo fosse diventato di interesse nazionale.  Hanno giocato sul fatto che nei 38 aeroporti della tabella A ci sono larga parte degli scali di interesse nazionale, ma ci sono anche aeroporti che non hanno quella qualifica. 

La promozione di Forlì è una decisione che semmai dovrà prendere il Ministero nel nuovo piano nazionale degli aeroporti, la cui istruttoria è appena cominciata. Dal punto di vista legislativo non è possibile che un aeroporto venga dichiarato di interesse nazionale, stante la vigenza dell’attuale piano, approvato a fine 2015 ed entrato in vigore il 1° gennaio 2016. Il relativo decreto specifica che altri aeroporti  avrebbero potuto entrare nell’elenco solo se entro e non oltre un anno avessero prodotto la necessaria documentazione. Dalle cronache dell’epoca si evince che sia stata una norma ad personam, anzi “ad aeroportum”, inserita all’ultimo momento proprio per favorire Forlì. Era da poco stato aggiudicato lo scalo a Air Romagna, la società dell’americano Robert Halcombe che poi si è dileguato, tanto che Enac ha dovuto emettere un nuovo bando vinto da FA, l’attuale società di gestione. Perso quel treno, bisogna aspettare il nuovo piano nazionale. 

“Ma il problema è politico”, obietta l’assessore Frisoni. Il problema politico sarebbe il doppione di due aeroporti di interesse nazionale, uno a cinquanta chilometri dall’altro, che fatalmente si faranno una concorrenza che nuocerà al territorio. Il problema però non nasce oggi, nasce nel momento in cui Enac ha pubblicato un nuovo bando che è stato vinto da una agguerrita cordata di imprenditori romagnoli decisi a realizzare l’investimento. Già due anni fa l’assessore regionale ai trasporti, Raffaele Donini, intervistato da BuongiornoRimini, sottolineava che la Regione avrebbe investito in opere infrastrutturali sia a Rimini che a Forlì. 

“Per Forlì – precisò – siamo pronti ad un impegno in più. Chiederemo che nel prossimo piano degli aeroporti torni ad essere inserito fra gli aeroporti di interesse nazionale”.  

Nessun esponente politico e istituzionale due anni fa si fece vivo per contestare l’impegno della Regione in favore dei forlivesi.

Ma l’allarme è originato anche dal fatto che l’aeroporto di Forlì sta contattando alcune compagnie aeree che nella precedente stagione facevano voli su Rimini. “Concorrenza sleale”, si sottolinea. “Inopportunità di due scali uno vicino all’altro”, si aggiunge. All’assessore Donini avevamo pure chiesto se ci fosse spazio in Romagna per due aeroporti. Risposta: “Questo lo dirà il mercato, non possiamo essere noi a stabilirlo a tavolino”. Nella nuova giunta regionale Donini si occupa di sanità, mentre i trasporti sono passati al collega Andrea Corsini. Vedremo quindi se da parte della Regione ci sarà ancora il sostegno a Forlì perché nel prossimo piano degli aeroporti diventi di interesse nazionale. 

La polemica di questi giorni ha comunque il merito di aver evidenziato come si stia entrando in una situazione di concorrenza fra due scali che, è bene ricordarlo, sono ora entrambi a gestione privata. Spetta ad ogni società di gestione muoversi per servire al meglio il territorio di riferimento e tenere i conti in ordine. Anche perché nel vigente piano nazionale (è presumibile che sarà così anche nel prossimo) l’aeroporto di interesse nazionale deve “dimostrare, tramite un  piano industriale, corredato da un  piano  economico-finanziario,  il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e di adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio”.