Acquarena e Tecnopolo, Biagini infiamma la commissione

Lunedì, 18 Marzo 2019

Ci sono solo responsabilità penali che è compito della magistratura accertare o le vicende di Tecnopolo e Acquarena mettono in risalto anche precise responsabilità politiche? È l’interrogativo che ha accompagnato i lavori della seconda commissione consigliare controllo e garanzia, presieduta dal leghista Cristiano Mauri, chiamata a dibattere delle due opere, una conclusa, l’altra nemmeno cominciata, sulle quali ci sono due inchieste della Procura.

L’invitato speciale in commissione era l’ex assessore Roberto Biagini che nell’estate del 2015 (quando era ancora membro della prima giunta Gnassi) ha presentato l’esposto che ha dato il via alle indagini. La presenza di Biagini, soprattutto ciò che ha detto, subito rilanciato dai consiglieri di opposizione, ha provocato molto nervosismo nell’assessore Gian Luca Brasini e nei consiglieri di maggioranza.

Per la prima volta, in un contesto istituzionale, sono stati raccontati alcuni fatti che erano circolati e rimbalzati sui giornali (anche noi ne avevamo parlato un anno fa), senza però i nomi espliciti dei protagonisti. In commissione Biagini ha indicato nomi e cognomi, fornendo tutti i particolari.

La storia comincia quando il presidente del Car (Consorzio artigiani romagnoli) Marco Bellocchi (già assessore) contatta Biagini per segnalargli dei problemi con Mirco Ragazzi, un consulente ereditato dalla precedente gestione. Problemi che si riferiscono anche ai comportamenti tenuti da Ragazzi con alcuni funzionari e dirigenti comunali.

Biagini decide di vederci chiaro e comincia a fare domande ai dipendenti. Scopre così che Ragazzi va e viene dagli uffici comunali perché presentato a funzionari e dirigenti da Sergio Funelli, capo di gabinetto del sindaco, come persona che poteva dare una mano nel disbrigo di alcune opere in corso (Tecnopolo, Acquarena, Scuola 1 Maggio, Teatro Galli). Lui stesso si presentava come referente delle imprese coinvolte negli appalti. Altri aggiungono che è stato loro detto che è un uomo di fiducia del partito a Modena. Biagini riferisce che funzionari e dirigenti mostravano imbarazzo e paura, qualcuno addirittura si è messo a piangere. I dipendenti mal sopportavano la sua presenza ma la accettavano perché era stato introdotto dal capo di gabinetto. Era semplicemente un facilitatore di rapporti fra pubblica amministrazione e imprese, o andava oltre questo legittimo ruolo?

I fatti raccolti sono comunque sufficienti perché Biagini scriva il suo esposto alla Procura e venga successivamente sentito per due volte dalla Guardia di Finanza in interrogatori di almeno tre ore.

Biagini, sollecitato dalle domande dei consiglieri di opposizione, ha poi precisato di averne parlato con il sindaco solo quando è uscita sui giornali la notizia dell’esposto. Ha aggiunto di essere stato contattato dall’allora segretario del Pd, Juri Magrini, anche lui preoccupato perché aveva conosciuto Ragazzi e le sue interferenze durante la campagna elettorale per le regionali del 2014. Biagini lo rassicurò che in quanto assessore aveva compiuto il suo dovere segnalando alla Procura i fatti anomali di cui era venuto a conoscenza.

Nel corso del dibattito i consiglieri di opposizione (Pecci, Mauro, Spina, Renzi) sono intervenuti per sottolineare la gravità della presenza di un personaggio che girava per gli uffici mettendo paura e imbarazzo fra funzionari e dirigenti. Hanno quindi chiesto che in una prossima seduta della commissione vengano ascoltati Marco Bellocchi e Sergio Funelli. Il caso quindi è tutt’altro che chiuso.

In commissione, dall’assessore e dal segretario comunale Luca Uguccioni, sono state fornite informazioni sui procedimenti in corso. Per il 28 maggio prossimo è fissata l’udienza preliminare che dovrà decidere il rinvio a giudizio sul caso Tecnopolo. Fra i diciotto indagati, oltre a Mirco Ragazzi, anche tre dipendenti comunali e i tecnici di alcune aziende private. Le accuse sono di falso materiale, falso ideologico, truffa e truffa aggravata. Sarebbe stato dichiarato il falso nel verbale sull’ultimazione dei lavori.

È invece ancora aperta l’indagine sul caso Acquarena dove l’accusa è di falso ideologico e turbativa d’asta. Sarebbe stata cambiata la data nel documento di asseveramento del piano economico-finanziario presentato per la gara d’appalto. Anche in questo caso fra gli indagati risulterebbe Mirco Ragazzi. Non risulta invece indagato, tantomeno rinviato a giudizio, Sergio Funelli.

L’assessore Brasini ha voluto precisare che le due vicende non sono collegabili, perché per Acquarena l’amministrazione comunale è parte lesa. In realtà un punto di unione c’è, è la presenza di Mirco Ragazzi.

Su Acquarena i consiglieri si aspettavano da Brasini una esplicita conferma delle voci che danno per deciso uno spostamento dall’area di fronte al Palacongressi in altro sito. Brasini ha risposto che l’unica cosa certa è che la nuova piscina comunale si farà. Del resto, dopo il fallimento della società Axia, la risoluzione del contratto, il ricorso presentato dalla società, è l'unica via praticabile per non rimandare l’apertura del cantiere alle calende greche. La società rivendica il diritto di superficie che gli era stato concesso, è stato risolto il contratto, non questo diritto derivante da atto pubblico.