(Rimini) Si è suicidato il pomeriggio della vigilia di Natale, con una pugnalata al cuore, Massimo Perini, il bagnino cattolichino che il 17 dicembre del 1999 uccise la madre, malata terminale di cancro, e la sosrella, disabile psichica di cui la madre si prendeva cura. Dopo aver scontato la sua pena in carcere, rientrato nell’abitazione popolare di via Longo, ha messo fine anche alla sua vita, dopo aver ucciso il suo gatto per non lasciarlo solo. 
Nella casa popolare, vivevano Flavia Favarolo Fiorani, 78 anni, ex maestra elementare malata terminale di tumore, e la figlia Marisa, 38, con gravi problemi psichiatrici. La madre non voleva assolutamente fosse ricoverata in ospedale. Di loro, nel periodo di malattia della madre si era occupato il figlio maggiore, Massimo, 49 anni, bagnino di salvataggio, definito “un tipo strano, dicono di lui, fermo nei suoi ideali anarchici e fissato con la forma fisica, ma che non dà fastidio a nessuno” (ilCarlino). L’uomo viene condannato a 30 anni in primo grado, 20 in secondo. La buona condotta gli era valsa la liberta vigilata, e da tempo viveva in un appartamento di via Torconca. A trovarlo, la mattina della vigilia, è stato l’amico che gli portava la spesa.
Cattolica, morto suicida Massimo Perini
Mercoledì, 27 Dicembre 2017
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