08 02 2016 | Rimini | Andare a lavoro in bici, Gnassi pensa a incentivi economici
Rimini | Andare a lavoro in bici, Gnassi pensa a incentivi economici
Rimini concorrerà al bando nazionale per incentivare economicamente l’uso della bicicletta. Il governo Renzi, infatti, ha deciso di stanziare 35 milioni di euro per promuovere e potenziare la mobilità sostenibile, uno degli strumenti fondamentali per contrastare l’inquinamento e la concentrazione di polveri sottili nelle città italiane. Lo dichiara il sindaco Andrea Gnassi, oggi, dopo la notizia che, sulla falsariga di quanto accade già in Francia dove chi va a lavoro in bici si ritorva in busta paga 25 centesimi per chilometro percoro, il Comune di Milano ha già deciso di partecipare al bando, con bell’e pronto un progetto ad hoc.
A Rimini, per ora c’è solo l’idea, “che stiamo traducendo in realtà - sottolinea il sindaco - e su cui abbiamo già investito risorse ed energie, attraverso interventi strutturali che hanno portato ad incrementare la pista ciclabile del nostro territorio da 71 km del 2011 a 93 di fine 2015 e che saranno oltre 103 entro il 2016, grazie ad altri dodici interventi che andranno ulteriormente a definire la rete ciclopedondale cittadina, che collegherà l’intero territorio, senza più frazioni”.
Ad esempio, “in queste settimane si concluderà la nuova pista ciclabile, che da piazzale Boscovich, lungo le banchine del porto, arriverà fino a via Matteotti, primo stralcio dell’anello verde. Nelle prossime settimane inoltre partiranno i lavori per altre due nuove piste, sulla via Marecchiese lunga 1.200 metri e quella su via Beltramini di 300 metri”.
Per Gnassi, “è evidente che avere una rete ciclopedonale di questo tipo (in grado di collegare il centro con il mare e con la zona a monte della statale) rappresenta il primo, indispensabile, ‘stimolo’ per chi sta pensando di ‘abbandonare’ le automobili a favore della bici”.
Per cui, “insieme al potenziamento della rete delle ciclabili, Rimini ha in definitiva intenzione di concorrere al bando nazionale, presentando anche una proposta di ‘incentivo economico’ sulla falsariga di quella francese per chi decide di percorrere il percorso casa-lavoro su una bicicletta. Tenendo conto che il vero beneficio per la comunità è senza dubbio il ‘risparmio’ di agenti inquinanti, a tutto vantaggio della vivibilità complessiva”.
08 02 2016 | Rimini | Canale Ausa coperto prima dell’estate
Rimini | Canale Ausa coperto prima dell’estate
Prima dell’inizio dell’estate 2016 il canale Ausa sarà interamente coperto. L’intervento è collegato alla realizzazione delle vasche di laminazione Ausa attualmente in corso in piazzale Kennedy, che ha come “l’obiettivo primario quello di risolvere in maniera definitiva il problema delle emissioni odorigene che si generano occasionalmente in concomitanza degli eventi di sfioro nonché la riqualificazione generale dell’ultimo tratto dell’Ausa nel pieno rispetto dei requisiti igienico-sanitari”, spiegano dal Comune.
“Ma non sarà solo un intervento idraulico e ambientale quello in corso di realizzazione, ma si caratterizzerà anche per la qualità delle soluzioni architettoniche adottate. L’intervento prevede infatti che la copertura dei manufatti avvenga mediante la realizzazione di un percorso che si configurerà come collante con il lungomare e Piazzale Kennedy, garantendo un accesso pubblico alla spiaggia che, oltre a permettere un percorso pubblico di pregio al mare, risulterà una connessione qualificante anche per i bagni limitrofi”.
08 02 2016 | Rimini | A14, autotreno si ribalta al casello nord
Rimini | A14, autotreno si ribalta al casello nord
L’incidente è avvenuto intorno all’una subito prima del casello di Rimini Nord della A14 in direzione di Bologna.
Sono stati trasportati a Cesena l’autista 54enne, di San Benedetto del Tronto, e il passeggero 56enne, di Castignano, con ferite di media gravità.
La carreggiata è rimasta completamente ostruita per un’ora circa dall’autotreno, poi i mezzi di soccorso sono riusciti a spostarlo. Altre due ora sono servite rimuovere il mezzo del tutto.
08 02 2016 | Rimini | Parcheggi in centro storico, i commercianti chiedono posti riservati
Rimini | Parcheggi in centro storico, i commercianti chiedono posti riservati
I commercianti del centro storico di Rimini chiedono abbonamenti per parcheggi auto nel centro storico e nei borghi, perlomeno quelli del borgo San Giuliano, associati a Zeinta di borg.
“Per i commercianti sarebbe un’importante agevolazione – afferma Antonio Cuccolo, coordinatore di Zeinta di Borg – che arriva in un momento di crisi in cui il commercio si sposta dal centro e dai borghi e quello dell’amministrazione comunale sarebbe un segnale chiaro di quanto sia attenta alle esigenze della categoria”.
Da Zeinta di borg segnalano che un’ipotesi simile è stata già percorsa in altre città, dove i comuni per agevolare i commercianti del centro storico hanno riservato loro la possibilità di parcheggiare la loro auto in spazi riservati ai titolari di attività dietro pagamento di un abbonamento speciale a costo ridotto rispetto alle normali tariffe.
“Si potrebbero contrassegnare gli spazi con una C, come al momento sono solo contraddistinti quelli con la R per i residenti, o con appositi colori, la modalità la lasciamo definire al Comune di Rimini”, conclude Cuccolo.
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05 02 2016 | Riccione | Edilizia, ampliamenti in vista per hotel e appartamenti turistici
Riccione | Edilizia, ampliamenti in vista per hotel e appartamenti turistici
Nuovi incentivi agli interventi sull’esistente per ridurre il consumo del suolo, spinta alla riqualificazione energetica e alla rigenerazione urbana, cambi di destinazione sui principali assi commerciali, inserimento di nuove norme per le strutture alberghiere relative alla residenza temporanea turistica, introduzione di un mix di attività con varie combinazioni di usi nelle zone artigianali. Sono queste le linee principali della variante al Regolamento urbano edilizio del Comune di Riccione, illustrate ieri sera alle associazioni di categoria e ai comitati cittadini dall’amministrazione e i progettisti del settore urbanistica nella sala del consiglio comunale.
I rappresentanti delle associazioni e dei comitati hanno soffermato l’attenzione su due punti: la riqualificazione degli hotel e la possibilità di cambio destinazione d’uso per i capannoni artigianali.
Per quanto riguarda il primo punto la variante al Rue prevede un aumento di superficie del 20% nei casi di profonda riqualificazione come la possibilità di realizzare appartamenti turistici di superficie compresa tra i 15 e i 45 metri quadri. “Si tratta di dare benzina al mercato - hanno sottolineato gli amministratori – nell’ottica di una normativa nazionale nella quale lo Stato ha inserito i condohotel tra le nuove tipologie alberghiere. Questa vuole essere un’opportunità per ampliare la possibilità di fare impresa rivolta a tutti coloro che hanno idee imprenditoriali e investimenti da mettere in campo”.
Opportunità valida anche per i 170 hotel a una o due stelle presenti sul territorio comunale. “Alcuni di questi hanno chiuso definitivamente i battenti, altri sono in procinto di uscire dal mercato”, ammettono dal Comune, da qui l’impulso alla riqualificazione con il bonus del 20% nonché alla traslazione della loro capacità in zone maggiormente attraenti dal punto di vista turistico.
A proposito del cambio di destinazione d’uso pari al 50% della superficie utile previsto nei capannoni artigianali, alcune delle associazioni presenti all’incontro, “hanno chiesto maggiori chiarimenti sulla possibilità, inserita nella variante al Rue, di introdurre nuove attività commerciali nella zona artigianale dove oggi insistono locali vuoti e inutilizzati. Fugato ogni dubbio dall’amministrazione circa l’intenzione di agevolare insediamenti di centri commerciali di quartiere, l’introduzione di usi non artigianali e produttivi va nella direzione di rispondere a due esigenze precise. La persistente difficoltà nel collocare sul mercato immobiliare capannoni da tempo in attesa di essere utilizzati, e quindi da immettere sul mercato, e le crescenti richieste e proposte, avanzate soprattutto dai giovani, di usufruire in maniera creativa dei locali collocati nella zona artigianale”.
05 02 2016 | Rimini | Scuola d’infanzia: il 5% dei bimbi in provincia non frequenta
Rimini | Scuola d’infanzia: il 5% dei bimbi in provincia non frequenta
In provincia di Rimini sono funzionanti 131 scuole, alle quali risultano iscritti 8.862 bambini. Il dato è tra quelli forniti oggi a Rimini in occasione della presentazione a palazzo Garampi della Riforma dei servizi educativi per l’infanzia da parte dell’assessore regionale al welfare Elisabetta Gualmini.
Nell’anno scolastico 2009/10 il numero dei bambini iscritti nelle scuole dell’infanzia era pari al numero dei bambini residenti in età 3-5 anni. Negli ultimi tre anni scolastici circa il 5% dei bambini residenti in età 3-5 anni non frequenta invece una scuola dell’infanzia.
Sempre in questi cinque anni sono diminuiti in modo significativo gli iscritti nelle scuole gestite da enti privati (-278) mentre sono cresciuti sensibilmente quelli nelle scuole statali (+332), più stabili invece gli iscritti in quelle gestite dagli enti locali (-151).
Nei servizi per la prima infanzia (0 a 3 anni) sono 2.089 gli iscritti in 64 servizi così suddivisi: 54 nidi, 7 servizi integrativi così suddivisi (4 spazi bambini, ovvero servizi con tempi di apertura ridotti e sprovvisti del servizio di mensa, 3 centri bambini e genitori, ovvero servizi che prevedono l’accoglienza dei bambini insieme ad adulti accompagnatori), 3 servizi domiciliari o piccoli gruppi educativi.
Per quanto riguarda le modalità di gestione, i servizi a gestione diretta da parte del comune sono la maggioranza (21 per 1.039 posti pari al 49,7%), i servizi comunali la cui gestione viene appaltata sono 17 per 540 posti, pari al 25,8%) e da quelli privati, mentre quelli privati sono 26 ma ospitano 510 posti, pari al 24,4%. I servizi sono presenti in 17 dei 26 comuni della provincia di Rimini.
05 02 2016 | Rimini | Fallimento Voce, sit in giornalisti-creditori davanti al tribunale
Rimini | Fallimento Voce, sit in giornalisti-creditori davanti al tribunale
Mentre in aula si svolgeva l’udienza di verifica dello stato passivo della società “Editrice La Voce s.r.l.” dichiarata fallita lo scorso 30 luglio, davanti al tribunale di Rimini si è svolto il sit-in dei giornalisti creditori sostenuti dal sindacato Aser, 300 i volantini distribuiti.
“A quanto pare - sottolinea Paolo Facciotto in qualità di fiduciario sindacale - i 112 creditori non troveranno nulla nel fallimento, a parte i soldi per pagare le spese in prededuzione. Quindi i 6,8 milioni di euro di crediti privilegiati e i 5,8 milioni di chirografari, totale 12,7 milioni, ammessi dal curatore sarebbero semplicemente carta straccia”.
Ricorda il sindacato che “questo accade dopo che in 12 anni di attività, l’editore del quotidiano ‘La Voce di Romagna’ Gianni Celli ha incassato oltre 20 milioni di euro di contributi statali”.
Fatto che genera perplessità nei giornalisti-creditori che si domandano “dove sono finiti i 13 milioni di euro di attivo certificati da Celli nel bilancio 2013, con cui si presentò in Tribunale un anno fa chiedendo il concordato? Perché la «Editrice La Voce» dichiara di essere creditice di 6 milioni di euro dalla cooperativa edilizia controllante («La Mia Terra», ancora oggi amministrata dallo stesso Celli), ma «La Mia Terra» nell’ultimo bilancio reso pubblico (2012) dichiara un debito verso le partecipate di soli 2.550 euro? Perché Celli non ha aperto lo stato di crisi e ha negato gli ammortizzatori sociali mentre non pagava gli stipendi ai giornalisti, dall’autunno 2013 al 2015, ed ha così gonfiato la società di debiti fino ad arrivare a una richiesta di 14,5 milioni di euro?”.
E ancora, “come è possibile che Gianni Celli tenga l’attività in famiglia, avendo affittato formalmente il ramo d’azienda a una s.r.l. dei suoi due figli? Come è possibile che questa società pubblichi un giornale pure risultando inattiva al Registro delle Imprese? Come è possibile che Celli sia ancora oggi l’editore del portale internet di notizie legato al giornale, come amministratore unico di una società inattiva al Registro delle Imprese, che ha reso pubblico il suo ultimo bilancio nel 2008?”.
In definitiva, “sono stati - sottolinea il fiduciario sindacale - anni orribili: i dipendenti, collaboratori e fotografi messi alla fame; due di loro licenziati e immediatamente reintegrati dal giudice, l’editore condannato per comportamento antisindacale; l’istituto di previdenza dei giornalisti ha totalizzato un credito di 1,6 milioni, la cassa mutua sanitaria integrativa 177mila euro, il fondo pensione complementare 55mila, l’Erario statale 3 milioni; per non parlare di Comuni, Camere di Commercio, banche, tipografie, fornitori di carta, agenzie di stampa, telefonia, consulenti vari”.
Per il sindacato, “il crollo non è da addebitarsi alla crisi economica e dell’editoria: stando ai bilanci presentati da Celli, i costi di produzione dichiarati erano in equilibrio con le entrate, ad esempio il personale costava in media 1,5 milioni all’anno quando il contributo pubblico era di 2,5 milioni”.
L’Aser, dunque, “è vicino ai colleghi, quasi tutti creditori di 15 mensilità arretrate non pagate: non ci arrendiamo, chiediamo di essere rappresentati nel comitato dei creditori e auspichiamo che la giustizia faccia di tutto per alleviare i danni delle vittime di questo massacro sociale. I soldi volatilizzati da qualche parte si devono trovare”.