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Aeroporto di Rimini, il fascino ambiguo del co-marketing

Lunedì, 20 Aprile 2015

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Aeroporto di Rimini, il fascino ambiguo del co-marketing

 

Prima si è parlato di una partecipazione di Apt dell’Emilia Romagna (società della Regione e di Unioncamere) ad azioni di co-marketing, insieme ad Airiminum, nei confronti dei tour operator russi. Azioni finalizzate a riportare a Rimini i voli dirottati ad Ancona a causa della chiusura dell’aeroporto e a consolidare la presenza su quel mercato che fino ad ora è stato fondamentale per lo scalo riminese. L’azione di co-marketing non è stata smentita dall’assessore regionale al turismo Andrea Corsini, il quale però non è voluto entrare nel merito dell’entità del contributo concesso ad Airiminum e delle modalità di impiego del finanziamento (pubblicità? Contributi alle compagnie?).

 

Questo è stato vero fino all’altro ieri, quando un consigliere regionale della Lega Nord, il forlivese Massimo Pompignoli, ha presentato un’interrogazione con cui afferma che “APT Servizi, società partecipata dalla Regione, avrebbe dirottato, o starebbe per farlo, nelle casse di AiRiminum un contributo pari a circa 800 mila euro senza che ne siano noti motivi e finalità”. Il consigliere della Lega Nord vuole sapere “se corrisponda al vero l’esistenza del finanziamento e, in caso affermativo, attraverso quale canale di gestione lo stanziamento confluisca dalle casse pubbliche della Regione a quelle della società di gestione, a che titolo venga erogato e per quale fine”. Pompignoli domanda “se siano previsti ulteriori contributi economici, o di altra natura, a sostegno dell’avvio gestionale della società AiRiminum, con quali modalità e per quanto tempo”.

 

Interpellato da qualche giornale, questa volta l’assessore al turismo Andrea Corsini ha dichiarato che quelle del consigliere della Lega Nord sono solo fantasie. A sua volta la presidente di Airiminum Laura Fincato ha invece replicato con una frase sibillina: «Sarà la Regione a chiarire. Airiminum è una società privata e fa i suoi accordi commerciali».

La rilevanza del tema è evidente per chiunque abbia seguito le ultime e penultime vicende dell’aeroporto. Lo scalo di Miramare ha riaperto i battenti con una martellante polemica di Airiminum contro la Regione Marche accusata di spendere denaro pubblico per sostenere i voli dei vettori russi sull’aeroporto di Ancora (l’accusa parla di un contributo di 21 euro a passeggero).

 

Interpellata da Inter-Vista sui nuovi possibili rapporti fra enti pubblici e gestione privata dell’aeroporto, la presidente Fincato ha risposto che gli enti pubblici “non devono fare quello che fa la Regione Marche, né quello che facevano quando i soci erano pubblici. Devono invece fare tutto ciò che è utile per lo sviluppo sia dell'infrastruttura che del turismo nel territorio”. Si poteva pensare che quindi la stagione dei contributi finanziari pubblici all’aeroporto di Rimini fosse definitivamente tramontata e che d’ora in poi il sostegno a una così importante infrastruttura passasse attraverso altri canali (Fincato cita ad esempio la valorizzazione delle aree intorno allo scalo).

 

Immediatamente dopo queste dichiarazioni si è però aperta la polemica sul co-marketing che – va detto – è parola quanto mai ambigua quando si parla di aeroporti. È l’espressione con cui – a Rimini e in molti altri aeroporti italiani (non solo Ancona) - si sono fatti passare i contributi diretti alle compagnie (altrimenti vietati) o, nel caso nostro, si è inventata la formula dell’acquisto dei biglietti vuoto per pieno attraverso la società Riviera di Rimini Promotion (e sappiamo come è andata a finire). Al contrario, non ci sarebbe nulla da eccepire, dal punto di vista della legittimità, se l’Apt (o gli enti locali) partecipassero a campagne pubblicitarie (reali) in Russia o da altre parti. Diverso se dietro la parola co-marketing si ritorna invece a praticare strade che, se battute dai concorrenti (vedi Ancona) sono da deplorare, se invece promosse in casa nostra vanno bene. Non è che se i contributi pubblici diretti alle compagnie da 21 euro per passeggero scendono a 8 (come è stato detto per Rimini), allora la pratica diventa virtuosa.

 

Il 9 maggio il consiglio d’amministrazione di Airiminum presenterà ufficialmente alla città il proprio programma di sviluppo e sarebbe bene che in quella sede si facesse chiarezza su questo punto, soprattutto per troncare polemiche che in questa fase sono solo nocive.

 

Intanto suggeriamo alla Regione e all’Apt un modo semplice e a costo zero di promuovere l’aeroporto di Rimini. Potrebbero togliere dal sito turistico ufficiale emiliaromagnaturismo.it la dicitura “temporaneamente chiuso” dal link al sito dell’aeroporto di Rimini. Non è bello vedere che la Regione considera l’aeroporto ancora chiuso. Il sito web dell’aeroporto Federico Fellini (ma si chiama ancora così?) presenta ora una versione alquanto dimessa. È sparito ogni riferimento al logo ormai consolidato di Fellini, più che il sito dell’aeroporto sembra il sito di Airiminum, il campo arrivi e partenze è desolatamente vuoto, l’unica notizia è che in data 17 aprile c’è stato il decimo volo dalla riapertura. Sarà un work in progress, sarà la politica dei piccoli passi più volte enunciata, ma quel sito è davvero desolante, l’immagine che se ne ricava è quella di una aviosuperficie di provincia, non certo di un aeroporto internazionale.


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