17_04_2012 | FILIPPI (PDL): “COOP ROSSE IN CRISI, RISCHIO EFFETTO DOMINO, CRAK DALLE DIMENSIONI IMPREVEDIBILI”

Martedì, 17 Aprile 2012

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FILIPPI (PDL): “COOP ROSSE IN CRISI, RISCHIO EFFETTO DOMINO, CRAK DALLE DIMENSIONI IMPREVEDIBILI”


Emilia Romagna, Coop rosse in crisi. Si apprende dalla nota inviata dal consigliere regionale Fabio Filippi che, per esempio, “la Coopsette, nel tentativo di ridurre l’indebitamento, sarà, inevitabilmente, costretta a ridurre il personale nei comparti in crisi. L’esposizione della cooperativa verso le banche ammonterebbe, infatti, a circa 65 milioni di euro. Alla Coopsette sono in corso esodi incentivati attraverso un programma di prepensionamenti concordati con i sindacati. Sullo sfondo vi è l’obiettivo dell’aggregazione delle cooperative di costruzione, a cominciare dalla Cmr di Reggiolo”, e non è questa l’unica situazione di difficoltà (aggravata dal fatto che, probabilmente, “nessuna cooperativa intende “annegare” nei debiti delle consorelle”).


“L’Orion di Cavriago, per superare la crisi, chiederà un sacrificio volontario ai propri dipendenti: l’adozione dei cosiddetti contratti di solidarietà, che prevedono una riduzione della retribuzione che va dal 5 al 20 per cento. La Cmr di Reggiolo, dopo avere chiesto il concordato, dichiarando debiti per 150 milioni di euro, ha dato vita ad una nuova società cooperativa, la Cmr Edile, che avrà il compito di gestire tutte le componenti passive della CMR estinta”, continua il consigliere del Pdl.


In definitiva, secondo Filippi, “nonostante i massicci finanziamenti regionali e i privilegi fiscali di cui hanno finora goduto le cooperative, esse saranno obbligate a scendere dal piedistallo, smettendola di considerarsi delle aziende virtuose ed eticamente superiori rispetto a quelle private”.


La situazione è difficile, si tenta di salvare il salvabile. Una cordata di cooperative “Unieco, Tecton, Coopsette e la finanziaria Parco” sembra “rileverà i cantieri della CMR, evitando, a quanto pare, il pagamento di penali. Nella crisi di Cmr sono coinvolti centinaia di soci che avevano, attraverso il prestito sociale, investito i loro risparmi nella cooperazione. A rischio però non vi sono solo i risparmi dei soci ed il posto di lavoro dei dipendenti, ma anche i crediti vantati da numerose piccole aziende, soprattutto artigiane”, quelle che per intendersi hanno realizzato lavori in subappalto.


“A questo proposito sembra che la cooperativa Icea di Castelfranco Emilia sia fra le aziende che più hanno risentito della crisi collegata alla Cmr”. Il rischio allora potrebbe essere quello di un effetto domino e “la crisi di CMR potrebbe trasmettersi ad altre aziende, non solo locali, fino a causare un crack dalle dimensioni imprevedibili”.