14_04_2012 | RIMINI, SEMPRE PIU’ POVERI: NEL 2011 IN 7MILA AIUTATI DALLA CARITAS ANCHE PER PAGARE L’AFFITTO

Sabato, 14 Aprile 2012

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RIMINI, SEMPRE PIU’ POVERI: NEL 2011 IN 7MILA AIUTATI DALLA CARITAS ANCHE PER PAGARE L’AFFITTO


«I numeri mettono in luce una situazione drammatica», è il commento del vescovo di Rimini Francesco Lambiasi ai dati dell’Osservatorio sulla povertà della Caritas Diocesana. «Come anche dicono le sacre scritture, noi abbiamo bisogno di colui che “sveglia la città”, è per questo che ringraziamo la Caritas per la sua presenza».


Senza lavoro, senza casa, senza diritti, aumentano infatti i poveri sul territorio riminese. Nel corso del 2011, sono state quasi 7 mila le persone che hanno chiesto aiuto alle Caritas diocesana e parrocchiali. Di queste, oltre 2 mila per problemi legati alla casa. I prestiti alle famiglie in difficoltà erogati dall’associazione ‘Famiglie insieme’ sono passati dai 430 mila euro distribuiti nel 2010 ai 540 mila euro del 2011, i tre quarti sono serviti per far fronte ad affitti, bollette, mensilità necessarie per firmare un contratto di locazione.


Nessuno ha mancato all’appuntamento annuale con la presentazione del Rapporto sulla povertà nella sede della Madonna della Scala al porto canale. Alla fila sulla gradinata degli indigenti accolti dal punto di ascolto della Caritas ha fatto da contraltare la parata istituzionale dalla porticina lì accanto. Dagli assessori regionale Teresa Marzocchi e provinciale Mario Galasso al delegato Caritas per l’Emilia Romagna Gian Marco Marzocchini, dal presidente della Provincia Stefano Vitali al sindaco Andrea Gnassi. Del resto, i dati elaborati da Elisabetta Mancino, responsabile dell’Osservatorio della Caritas, interrogano tutti.


A crescere, secondo Vitali, è sempre più lo squilibrio sociale con «una decina di persone, a Rimini, ha un patrimonio che cresce sempre di più, a fronte di una maggioranza sempre più difficoltà». L’inghippo è nel sistema economico, un esempio sono i 16 mila appartamenti sfitti «una situazione che non può andare avanti». Ed è per questo che più tardi Galasso annuncerà per ottobre il lancio di una nuova iniziativa che coinvolgerà anche «l’impresa locale, per promuovere equità e sviluppo, anche perché il taglio ai fondi dal 2008 è del 92 per cento».


Fa appello alle «ingenti quantità di denaro scudate a San Marino», il sindaco Gnassi che, da parte sua, ricorda «ha introdotto la necessità dell’isee anche per l’iscrizione degli asili. La risposta è stata il calo delle domande».


La sintesi del rapporto


I dati 2011 raccolti dai 33 Centri di Ascolto presenti in tutta la diocesi mostrano una situazione di disagio in forte crescita:


- sono aumentate le persone che si sono rivolte alle Caritas: da 6.130 nel 2010 a 6.947 nel 2011;


- la povertà colpisce con maggiore frequenza le famiglie: nel 2010 il 33% degli individui che si erano rivolti alle Caritas viveva con la propria famiglia, nel 2011 questa percentuale è salita al 40%, se facessimo una media di 3 componenti per famiglia, il numero delle persone in stato di disagio nel 2011 raggiungerebbe le 15.250 unità. Tra questi molti sono minori: solo la Caritas diocesana ne ha contati 420, appartenenti alle famiglie in stato di disagio;


- la classe di età maggiormente rappresentata è quella tra i 35 e i 44 anni con 1.893 individui, ma aumenta la presenza dei pensionati in difficoltà che, seppur abbiano spesso casa in proprietà, non riescono comunque a sopperire alle spese ordinarie. Siamo passati da 210 over 65 nel 2010, a 281 nel 2011;


- cresce del 3% la presenza degli italiani passati da 1.237 nel 2010 a 1.622 nel 2011. Il 53% ha residenza a Rimini. Il 57% sono uomini, prevalentemente soli: celibi, separati o divorziati. Le donne italiane sono invece in gran parte coniugate. Il 61% degli italiani è disoccupato, il 12% è pensionato e il 9% ha un’occupazione che non gli permette di sostenere le spese ordinarie;


- la presenza maggiore di persone in difficoltà è comunque caratterizzata dagli immigrati: nel 2010 erano 4.603, mentre nel 2011 sono 5.295, provenienti da ben 86 nazioni differenti.


Prevalgono:
- romeni (1.122): spesso sono giovani che tornano almeno una volta l’anno in patria, single oppure giovani coppie venute alla ricerca del lavoro;
- marocchini (853): per la maggior parte si tratta di nuclei familiari, residenti in Italia già da molti anni.
- ucraini (853): si tratta prevalentemente di donne in Italia da almeno 5 anni, nel 2011 è cresciuta però la presenza maschile raggiungendo le ottanta unità, spesso figli o mariti, venuti in Italia per cercare un lavoro e ricongiungersi ai familiari;
- albanesi (358): prevalentemente sono famiglie allargate, in Italia da circa vent’anni, in forte difficoltà causa la crisi occupazionale, infatti la presenza degli albanesi presso le Caritas è iniziata ad aumentare dal 2009 (251 persone) ed è andata sempre più in crescendo;
- tunisini (306): in gran parte sono giovani immigrati in Italia in concomitanza all’Emergenza Nord Africa scoppiata nel marzo 2011, privi di casa, lavoro e spesso in difficoltà per la lingua.


Cresce il numero delle persone che si sono rivolte alle Caritas pur essendo in possesso di un’abitazione: nel 2010 erano 2.858, nel 2011 sono 3.912 (192 in proprietà, 3.477 in affitto da privato e 243 in affitto da ente pubblico), ma aumenta il numero degli sfratti passati da 32 nel 2010 a 74 nel 2011.


Resta comunque elevato il numero di coloro vivono per strada: 811 nel 2010 e 1.018 nel 2011 di cui 80 con residenza nella provincia di Rimini.


Tra le problematiche emerse dalle persone in ascolto prevalgono bisogni occupazionali e abitativi, crescono anche tutte le altre tipologie di bisogni: il 20% ha segnalato disagi a livello familiare (separazioni, divorzi, conflitti tra parenti, necessità di assistenza di un familiare malato…), l’8% ha problematiche a livello d’istruzione (da segnalare la presenza di 67 persone analfabete), il 7% soffre di solitudine, depressione, esaurimento…, il 6% ha problematiche di tipo sanitario (in aumento problemi cardiaci e tumori), il 3% è in condizione di handicap, il 3% soffre o ha sofferto di dipendenze (alcol, droghe e gioco) e il 2% ha problemi con la giustizia (ex detenuti o persone agli arresti domiciliari).


La Caritas diocesana nel 2011 ha incontrato 2.503 persone, di cui 1.350 si sono rivolte alla Caritas per la prima volta nel 2011, mentre 1.153 erano già state assistite anche gli anni precedenti (“ritorni”). La percentuale dei “ritorni” è cresciuta del 2,5%, segno che chi si trova in una situazione di povertà, difficilmente riesce a uscirne.


Anche in Caritas diocesana è aumentata la presenza degli italiani: passati da 543 nel 2008 a 659 nel 2011. Gli italiani con residenza a Rimini sono 221, di questi 24 sono privi di abitazione, 29 hanno un domicilio di fortuna, 28 vivono in appartamenti residenziali pubblici, 105 sono in affitto da privato e 17 hanno casa in proprietà. 127 sono disoccupati, 37 pensionati e 24 occupati.


La presenza più elevata è rappresentata dai cittadini stranieri (1.839 persone), così come nelle Caritas presenti in tutta la diocesi, anche la Caritas diocesana ha incontrato in prevalenza romeni, ucraini, marocchini e tunisini.


Rispetto al problema abitativo la Caritas diocesana ha realizzato un’indagine su un campione di 83 persone che hanno dichiarato di avere un domicilio. Il 64% ha un regolare contratto d’affitto anche se, non sempre, il canone 2011 corrisponde a quanto scritto nel contratto perché una parte viene versata, ma non dichiarata. Il 15% è completamente in nero, il 10% vive in residence solo nel periodo invernale, mentre il 6% vive in appartamenti pubblici. La maggior parte paga un canone d’affitto tra i 500 e i 690 euro, ma c’è chi arriva a pagare tra i 700 e gli 850 euro. Solo il 58% ha dichiarato di riuscire ad essere regolare nel pagamento dell’affitto, tutti gli altri sono in forte difficoltà, alcuni sono morosi da mesi, altri sono rimasti indietro di una sola mensilità. Particolare la situazione dei lavoratori stagionali che, al termine della stagione estiva pagano spesso gli arretrati e gli anticipi degli affitti, ma, nell’attesa di un nuovo contratto di lavoro, non sanno come retribuire i propri proprietari.


Oltre alla casa resta gravissimo il problema del lavoro, sempre più difficile da trovare, ma anche da mantenere, perché i contratti sono brevi e non offrono garanzie di lunga durata, quindi vanno anche ad incidere sulla progettualità della persona, nel poter gestire la propria quotidianità ed il futuro.


Le difficoltà abitative sono state registrate anche dall’Associazione Famiglie Insieme che nel 2011 ha aiutato 413 famiglie, per un totale di prestiti pari a 540 mila euro di cui: 325 mila euro per affitti e utenze, 70 mila per spese sanitarie, 71 mila per il pagamento di automezzi (assicurazioni, bolli…),18 mila per le spese scolastiche e i rimanenti per gli arredi e i ricongiungimenti familiari.


La Mensa dei Frati Cappuccini dell’Opera Sant’Antonio nel 2011 ha incontrato 1.883 persone, mentre nel 2010 erano 1.692. In prevalenza sono romeni, italiani e ucraini.
Nel 2011 ha riscontrato un aumento di famiglie in difficoltà che hanno richiesto il pacco viveri: 1.753 persone contro le 1.054 nel 2010. Il servizio dei pacchi viveri nel 2008 contava appena 125 persone, era una distribuzione che veniva svolta solo in casi “straordinari”, negli ultimi anni questa richiesta è invece diventata sempre più costante. Anche in questo caso si tratta quindi di povertà presente all’interno delle mura domestiche. In forte aumento anche la richiesta di medicinali, passata da 1.190 nel 2009 a 1.379 nel 2011. Segno che tra le persone in difficoltà economica diverse presentano problemi di salute. In aumento anche il servizio doccia: 882 nel 2009, 1.277 nel 2011, mentre diminuisce il numero dei pasti serviti in mensa, passati da 48.011 nel 2010 a 45.986 nel 2011.


La Capanna di Betlemme dell’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, nel 2011 ha dato ospitalità a 960 persone, di cui 818 uomini e 142 donne, per un totale di 15.605 notti. Un aumento notevole rispetto al 2010 anno in cui le persone ospitate erano state 896 al pari dello stesso numero di notti.
La Capanna svolge un servizio specifico per le persone in povertà estrema, per coloro che sono senza fissa dimora, l’aumento di persone accolte è quindi un segnale della crescita di persone in grave difficoltà presenti sul nostro territorio. Tra gli uomini 164 sono italiani, 112 romeni, 69 marocchini e 43 tunisini, seguono altre nazionalità. Diminuisce l’età media dei senza dimora, passando dai 39 anni nel 2010 ai 36 nel 2011.


L’Ass. Banco di Solidarietà Onlus opera attraverso la consegna a domicilio di pacchi alimentari a famiglie in difficoltà. Si tratta quindi di persone che hanno tutte un domicilio. Molte abitano in case popolari ma, anche se la sistemazione abitativa è agevolata, questa non risolve il problema economico causa la mancanza del lavoro. Diverse sono le situazioni di nuclei familiari con un componente affetto da problemi fisici o psichici che necessita di assistenza continua che, nella maggior parte dei casi, viene svolta da un familiare che rinuncia al lavoro. Complesse anche quelle situazioni dove il genitore vive da solo con i figli.


I Centri di Aiuto alla Vita presenti a Rimini, Riccione, Cattolica, Bellaria e come servizio delle Caritas parrocchiali di San Mauro Pascoli, Coriano e Morciano, nel 2011 hanno aiutato complessivamente 569 mamme in difficoltà. Altissima la percentuale di mamme che hanno dichiarato di non essere in grado di sostenere le spese degli affitti e delle utenze, diversi anche i casi di sfratto, nonostante in famiglia siano presenti bimbi al di sotto dei due anni.


Lo Sportello Sociale del Comune di Rimini nel 2011 ha incontrato 1.312 persone, tra queste 272 hanno fatto richiesta di contributo economico, 118 hanno segnalato di avere problemi con la casa, 105 con il lavoro e 20 hanno ricevuto lo sfratto. Lo Sportello sociale, in quanto tale, ha fornito informazioni e inviato agli uffici comunali di competenza.


Gli Sportelli Sociali di Riccione e Misano hanno incontrato 352 persone. La maggior parte dei colloqui, circa il 90%, verte all’unisono sulle problematiche del: lavoro (spesso perso da entrambi i coniugi), sfratto (minacciato, imminente o agli atti); richiesta di contributo economico.
Il contributo economico che, fino a qualche anno fa era una risorsa per famiglie in difficoltà transitoria, oggi diventa tampone per “vivere” in tranquillità almeno un paio di mesi e poi ricadere nella situazione di criticità precedente. Il rischio più alto è quello che, questi “nuovi poveri”, non avendo prospettive di lavoro concrete, arrivino all’assenza di dimora, andando ad incrementare il numero dei senzatetto.


Lo Sportello Sociale di Cattolica nel 2011 ha incontrato 250 persone. Molto spesso gli utenti interessati sono persone che non riescono più ad avere regolarità nel pagamento del canone di locazione e nelle spese connesse, arrivando in molti casi ad accumulare debiti tali da comportare l’attivazione della procedura di sfratto. Di frequente le persone coinvolte cercano ospitalità presso parenti o, in alternativa, una soluzione temporanea nei residence della zona. La caratteristica che contraddistingue i nuclei coinvolti è la scarsità ed instabilità del reddito, che molto spesso riguarda nuclei monogenitoriali con minori a carico.


Lo Sportello Sociale di Verucchio nel 2011 ha incontrato 222 persone. Le maggiori richieste sono state: contributi economici, ausilio/compilazione di documenti, sostegno nella ricerca del lavoro, aiuto per la domanda di invalidità, permessi per disagio lavorativo, pagamenti di affitto.


Nel 2011 lo Sportello Sociale di Bellaria Igea Marina ha incontrato 526 persone di cui 87 sono nuovi casi. 17 persone si sono rivolte per problematiche inerenti a sfratti già in fase esecutiva o in fase di notifica. Le richieste di maggior rilevanza sono quelle di natura prevalentemente economica e riguardano il pagamento di bollette anche se non mancano le richieste di aiuto per il reperimento di un lavoro.