10_04_2012 | SCREENING ONCOLOGICI, NEGLI ULTIMI ANNI PREVENUTI A RIMINI 850 TUMORI. MIGLIAIA LE VITE SALVATE

Martedì, 10 Aprile 2012

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SCREENING ONCOLOGICI, NEGLI ULTIMI ANNI PREVENUTI A RIMINI 850 TUMORI. MIGLIAIA LE VITE SALVATE


Salvate migliaia di vite grazie agli screening oncologici. Nel corso degli ultimi anni sono 850 i tumori alla mammella, al collo dell’utero e al colon retto prevenuti grazie all’azione dell’Azienda sanitaria di Rimini e dalla collaborazione dei pazienti. I dati sono stati presentati da Debora Canuti, responsabile organizzativo degli screening oncologici per l’Ausl.


“Centinaia - aggiunge la dottoressa Canuti – anche le lesioni diagnosticate in una fase iniziale, e quindi trattabili con ottime possibilità di guarigione”.


Sono 64mila, di cui 3.420 residenti nei 7 Comuni dell’Alta Valmarecchia, le donne sottoposte allo screening per il tumore della mammella. Da due anni a questa parte la Regione Emilia Romagna ha ampliato le fasce d’età di riferimento: vengono chiamate ogni anno tutte le donne in età tra i 45 e i 49 anni, e ogni due anni tutte le donne tra i 50 e i 74 anni. L’adesione media supera il 70 per cento.


“Ogni mille donne - spiega Debora Canuti - che effettuano la mammografia 957 hanno esito negativo. Per le restanti vengono chiesti approfondimenti clinici, in seguito ai quali 5,3 donne presentano tumore al seno, ma di queste i tre quarti sono in fase precocissima, tanto che il relativo trattamento chirurgico di solito non richiede la mastectomia completa. Vengono poi riscontrate 1,2 lesioni benigne. Per le restanti donne anche l’approfondimento clinico dà esito negativo. In 14 anni d’attività dello screening della mammella si sono potuti individuare 1.056 tumori, di cui l’80 per cento di dimensioni assai ridotte”.


Più alto il campione per lo screening al collo dell’utero, tramite paptest. Vengono chiamate ogni tre anni 95mila donne circa, di cui 5mila circa residenti in Alta Valmarecchia, di età compresa tra i 25 e i 69 anni. L’adesione supera il 62 per cento. Ogni mille donne che effettuano l’esame 968 hanno esito negativo. Nei restanti casi vengono effettuati approfondimenti clinici, in seguito ai quali su 5,7 donne vengono trovate lesioni precancerose lievi che regrediscono da sole; su 3,5 lesioni precancerose più gravi che, venendo rimosse prevengono l’insorgenza del tumore; solo su 0,2 donne su mille (cioè in un caso ogni diecimila) viene riscontrato un tumore al collo dell’utero, nel 40 per cento dei casi però ancora in uno stadio iniziale.


“Dall’inizio degli screening del collo dell’utero sono stati individuati 80 tumori (una trentina dei quali di dimensioni minime) e 750 lesioni precancerose. Siccome un terzo di queste ultime evolvono in tumore, si può affermare che lo screening ha permesso di evitare la “nascita” di tumore al collo dell’utero in 250 donne”.


Lo screening per il tumore del colon retto riguarda sia uomini che donne e ogni tre anni vengono chiamate circa 80mila persone di età compresa tra i 50 e i 69 anni. L’adesione è attorno al 50 per cento. “In sei anni (questo screening è stato attivato nel 2005) sono stati diagnosticati 241 tumori, molti dei quali però in fase iniziale, e circa 1.800 lesioni precancerose. Siccome un terzo di queste ultime evolvono in tumore, si può affermare che lo screening ha permesso di evitare la “nascita” di tumore al colon retto in 600 persone”.