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Rimini holding a bilancio. Palacongressi: sprofondo rosso

Venerdì, 10 Maggio 2013

2bRimini holding a bilancio. Palacongressi: sprofondo rosso

 

In consiglio comunale, a proposito del dibattito sul bilancio preventivo di Rimini Holding (la società che detiene tutte le partecipazioni di palazzo Garampi) le attenzioni si sono concentrate soprattutto sul nuovo bando di gara di cessione di Rimini Servizi, la società proprietaria delle reti del gas cittadino. Ma anche su Rimini Congressi, la società capofila del Palacongressi, il documento presentato contiene informazioni che destano non poche preoccupazioni.

 
Detta in modo spicciolo, si conferma che il Palacongressi è un pozzo senza fondo di debiti. Rimini Congressi ha tre soci paritari: il Comune (attraverso la Holding), la Provincia e la Camera di Commercio. La società detiene la maggioranza assoluta di Rimini Fiera e della Società del Palazzo dei Congressi. L’andamento di Rimini Congressi, che ha sul groppone un mutuo di 46,5 milioni di euro contratto per la costruzione dell’astronave di via della Fiera, dipende quindi da quanto Fiera e Palacongressi riescono a produrre.


Il piano finanziario prevedeva che le rate del mutuo fossero pagate fino al 31 dicembre 2012 dai soci e dal 2013 in poi dai dividendi e dalle riserve di Rimini Fiera. Ora si scopre che questo non sarà possibile perché Rimini Fiera, che ha chiuso con un attivo di appena 909 mila euro mentre il Gruppo ha chiuso in passivo per 569 mila euro, non è in grado di distribuire dividendi che possano coprire le rate del mutuo.


Si è inoltre venuti a sapere che la Provincia di Rimini, per sostenere i problemi finanziari di Aeradria, non ha pagato alcune quote del mutuo relative agli anni 2011 e 2012, per un totale di 3 milioni di euro. Rimini Congressi ha dovuto chiedere agli altri due soci (la Holding del Comune e la Camera di Commercio) di anticipare di sei mesi il pagamento delle rispettive quote, ma il buco rimane e dovrà essere sanato.


Per far fronte all’emergenza si è lavorato di ingegneria finanziaria. Per il 2013, e solo per questo anno, Rimini Congressi può pagare alla banca (il Monte dei Paschi di Siena) esclusivamente gli interessi rimandando il pagamento delle quote capitale. Inoltre i tre soci dovranno negli anni 2014 e 2015 compiere un versamento (in conto futuro aumento di capitale) di 750 mila e 1 milione 220 euro ciascuno.


La relazione presentata in consiglio comunale osserva che le cose potranno andare meglio se in futuro Rimini Fiera tornerà a produrre sostanziosi dividendi e se saranno finalmente venduti i terreni all’angolo di via della Fiera e via Simonini. «E’ superfluo sottolineare – si legge nella relazione – che quale atto propedeutico sarà comunque necessaria una variazione della destinazione urbanistica». Si dovrà cioè, sindaco Gnassi permettendo, dar via libera al mattone.

 
Fin qui ci siamo occupati della società che ha realizzato l’intervento di costruzione del Palacongressi. Le cose non vanno meglio per la società di gestione. Già il bilancio del 2011 aveva chiuso con una perdita di 4,2 milioni: sappiamo tutti dei ritardi dell’inaugurazione e dei danni subiti. Ma il 2012 non ha migliorato granché la situazione: il progetto di bilancio prevede una perdita di 2,8 milioni. Nel corso dell’anno i debiti verso le banche sono cresciuti di 1,8 milioni di euro; la società ha dovuto far ricorso all’accordo ABI che prevede per un anno il pagamento dei soli interessi, con conseguente aumento di un anno della durata del finanziamento.


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