UNA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO

Mercoledì, 14 Marzo 2012

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UNA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO


Dopo diversi giorni di silenzio e dopo il Consiglio Camerale dello scorso 12 marzo, credo sarebbe opportuno per tutti valutare con più moderazione quello che è successo. Credo che sia utile sia per l’interesse del territorio, delle imprese, dei lavoratori, che per la salvaguardia dell’autonomia delle istituzioni e per il rispetto delle persone che le rappresentano.


Sulla mia vicenda si è espresso chiaramente il Consiglio Generale della Camera di Commercio, organo rappresentativo dell’economia del territorio: in primo luogo di tutte le associazioni di categoria e delle imprese, del mondo del credito, dei sindacati e dei consumatori. Questo è l’organo che mi ha eletto e al quale rendo conto della mia funzione di rappresentanza dell’Ente. Non tenerne conto e affermare, come qualcuno ha fatto, che il Consiglio non è sufficientemente rappresentativo, corrisponde ad un vulnus inaccettabile che mi costringe ad intervenire, mio malgrado.


Ci sono infatti regole nel nostro ordinamento che presiedono alla rappresentanza delle imprese e noi le rispettiamo tutte. Sarebbe bene quindi che si mantenesse il senso delle proporzioni, senza dare adito ad ulteriori strumentalizzazione.
Entrando nel merito della questione, ribadisco che ci troviamo in una fase di cambiamento decisivo sul tema della legalità: di fronte a questo c’è chi assume un atteggiamento conseguente e chi, incapace di autocritica, si limita a dare giudizi a prescindere.


È grave e sbagliato pensare di escludere dalla partecipazione alla cosa pubblica chi, rispettando la Legge dello Stato, ha emendato un comportamento. Procedere in questo modo significa avere una visione manichea della realtà e muovere una distinzione inaccettabile tra buoni e cattivi, alla quale non aderisco: un pensiero che sono sicuro possa essere condiviso con buonsenso dall’opinione pubblica.


Rispetto all’Ente che presiedo, affermo che in questi anni la Camera di Commercio ha interloquito con le Istituzioni solo per rappresentare gli interessi e i bisogni delle imprese e non è mai intervenuta per metterne in discussione la legittimità di rappresentanza.


Proprio perché il rispetto dei ruoli è fonte continua di legittimazione e base fondamentale per una fattiva collaborazione nell’interesse della nostra comunità. E di questo oggi più che mai si avverte la necessità.


Non ha quindi ragion d’essere il continuare ad assistere ad una rappresentazione un poco malinconica dove tanti possono dire tutto e commentare qualsiasi cosa, mentre per senso di responsabilità sarebbe opportuno guardare tutti all’interesse comune.


In questa vicenda perde infatti proprio chi interviene a ruota libera e non nei luoghi e nei modi opportuni, e chi, pur esprimendo legittime opinioni, pensa di ricorrere a manifestazioni plateali contro una ponderata e tempestiva assunzione di responsabilità da parte del Consiglio della Camera di Commercio.