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Prove di Governo, la lezione di Letta e Lupi a Rimini

Venerdì, 26 Aprile 2013

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Prove di Governo, la lezione di Letta e Lupi a Rimini


Ore frenetiche di consultazioni per Enrico Letta, impegnato nel difficile compito di formare il governo. L'inedito dialogo avviato su sollecitazione del Capo dello Stato tra le forze politiche che il presidente incaricato sta cercando di attuare in vista dell'esecutivo chiama in causa Rimini. Infatti un'anticipazione singolare di questo lavoro fu messo in atto dal gruppo di cattolici in un teatro Novelli molto affollato, precisamente il 23 febbraio 2012: sul palco Enrico Letta (Pd) e Maurizio Lupi (Pdl), entrambi appartenenti all'intergruppo parlamentare nato nella scorsa legislatura sulla 'sussidiarietà'. Intergruppo sollecitato da alcuni esponenti politici locali bipartisan: Francesco Angelini, Filippo Giorgetti, Giuseppe Malerba, Elisa Marchioni, Fabrizio Miserocchi, Sandro Valentini, Stefano Vitali. Moderava Stefano Giannini già segretario della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali.


Spiega Stefano Giannini (ex presidente, per due mandati, dell'Azione cattolica diocesana): «Sollecitati anche dal vescovo Francesco Lambiasi, abbiamo creato questo gruppo di lavoro non con fini politici ma per dialogare sulla vita politica e sul bene comune e per esporsi fuori dai nostri ambienti (al di la dei diversi modi di intendere la presenza cristiana nella società e nella vita pubblica). Il presidente Napolitano, accettando il reincarico, ha richiamato tutti a questo senso di responsabilità e oggi questo appello è più che mai attuale». Quanto al giudizio sulla persona e sul politico Enrico Letta, Giannini sottolinea che il suo è un parere personale: «Ho molta fiducia nella possibilità di riuscita del suo tentativo che mi sembra possa garantire un percorso di dialogo e la risoluzione di problemi che stanno a cuore a tutti».


Si sbilancia decisamente invece col 'pollice verso' Stefano Vitali, Pd presidente della Provincia che pure ha firmato l'invito all'incontro con Letta e Lupi dell'anno scorso a Rimini: «Le identità politiche devono restare distinte. Il governo da fare è quello che dura solo qualche mese per arrivare a nuove elezioni con un'altra legge elettorale».
E' questa la vera priorità del paese, non quella economica?
«Il governo Monti è stato un disastro. E' stato preso un commissario europeo e se n'è fatto un 'Maradona' col risultato che la nostra politica economica è stata dettata dalla Bce e ora siamo al punto di partenza. Non credo che il governo che si sta allestendo possa essere molto diverso. Intendiamoci Letta è un'ottima persona ma finirà per diventare come suo zio Gianni, il 'democristianone' di turno che dovrà mediare tra le varie anime e posizioni. Non ce li vedo proprio Letta e Lupi insieme».
Eppure a Rimini invece li avete invitati entrambi…
«Certo, ma i diversi movimenti cattolici possono lavorare insieme e lo abbiamo fatto per una condivisione di valori ma resto convinto che in politica più le identità restano distinte, meglio è».


Dal canto suo Fabrizio Miserocchi (Pdl) che aveva già notato un post del presidente della Provincia Vitali sulla rete web, spiega che «si tratta di una posizione molto conservativa e che guarda soprattutto all'interno del Pd, che in questo momento si trova alla corda. Invece è una follia - dice Miserocchi - continuare nel muro contro muro, anche perché finora non ha portato a nulla. La sfida (o se si vuole chiamarlo 'ultimatum' come mi è sembrato essere l'appello di Napolitano) è decisiva. La riforma elettorale è una priorità, certo, ma insieme a quella fiscale, all'abolizione dell'Imu e ai provvedimenti per il lavoro. E' una sfida che bisogna avere il coraggio di accettare mettendo la vita stessa dei partiti, del Pd ma anche del Pdl, in secondo piano. Come richiesto dalla situazione del paese, non bisogna sbagliare. E del resto il presidente incaricato Letta (anche a Rimini) ha fatto un'ottima impressione e la scelta non avrebbe potuto essere migliore. Letta è preparato e conosce bene quello di cui parla, è un giovane ed è moderato. Quell'incontro del febbraio scorso ha anche affossato (spero definitivamente) il metodo della contrapposizione a prescindere. E' un metodo che nasce quasi naturalmente dai cattolici, ma che è valido in ogni ambito della vita sociale e politica».
Serafino Drudi

Ultima modifica il Venerdì, 26 Aprile 2013 17:34

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