Sui nostri amici ‘speciali’ di Riccione morti nell’incidente

Venerdì, 14 Ottobre 2022

Perché siano speciali è la domanda che chiunque ne abbia incontrato i genitori o sia stato al funerale non può non continuare a farsi. Nello stadio gremito infatti siamo stati tutti testimoni del dolore e, insieme, di una strana sorpresa che ognuno poteva leggere e riconoscere sul volto delle persone accanto; la sorpresa di una corrispondenza imprevista tra noi stessi e quei ragazzi e i loro accompagnatori, ritrovata nel ricordo personale o anche solo scoperta per la prima volta nei racconti o nelle parole ascoltate durante la cerimonia.

E questa sorpresa è esattamente uno dei motivi per cui i morti che oggi piangiamo sono davvero speciali, perché nella loro umanità, emersa in modo così evidente, riscopriamo – sorpresi – la nostra, quasi costretti a ridirci cosa valga la pena, cosa ci faccia umani; quasi uno specchio davanti al quale ci si trova all’improvviso. Una ‘identità’ che traspare negli aneddoti di una ricerca testarda di soddisfazione e di compimento; di un desiderio che non si accontenta mai, che prima interrogava i loro genitori e oggi interroga ognuno di noi.

Noi, tiepidi nel nostro desiderio ormai addormentato o addirittura solo cinico. Un desiderio, il loro, invece, che noi tranquilli e pacificati borghesi (in questo ‘normali’) potremmo chiamare addirittura ossessione. Ma nella ricerca di ciò in cui la vita può trovare la propria soddisfazione non vale mettere meno di se stessi. Che siano l’amore e l’amicizia o invece la danza, l’apparire belli, piacere agli altri, ogni passo di questa ricerca ha valore eterno, perché vale per la domanda che contiene, che porta, che aspetta qualcosa nella quale infine si riveli chi siamo.

Erano trasparenti, questi nostri nuovi amici, addirittura indifesi di fronte al rischio cui ci si espone in questa ricerca. Ma come chi ancora continua il Centro 21 non erano soli, confidavano nell’amicizia che li guidava, perché qualcuno camminava con loro, più ‘grande’, ma sicuramente compagno nella stessa ricerca.

Sapevano osare, e chiunque abbia conosciuto un ragazzo down sa che è difficile metterli in riga, all’altezza sempre del desiderio che ogni uomo porta dentro di sé: veri sovversivi, amanti della vera trasgressione. Un altro motivo per cui sono speciali.

(rg)