Valconca, l'augurio che rimanga una banca del territorio

Venerdì, 20 Maggio 2022

Tirato per la giacchetta da vari amici, specifico alcune cose che, volutamente, avevo omesso, nella riflessione di qualche giorno fa. Riflessione che ho cercato di incentrare sul tema della progressiva scomparsa delle banche locali, coinvolte in logiche e regole più grandi della dimensione che fino a qualche anno fa aveva loro consentito una sopravvivenza più che buona.
Nella gestione bancaria il tema della dimensione aziendale è inestricabilmente coinvolto all'operatività di qualunque istituto e alla "scala" che esso vuole adottare per il proprio modello di business: e come qualunque studente del terzo anno di economia sa bene, la dimensione significa capitale di rischio, per tutelare i risparmiatori. In un mondo dove la dimensione conta e il processo di concentrazione avanza, anche se sei stato "bravo" a fare il tuo mestiere, devi ragionare prospetticamente di alleanze, fusioni, acquisizioni.
I dati di bilancio di una popolare come la Valconca, cooperativa per sua natura (anche se poi trasformata in spa in ossequio a quanto richiesto dalla Vigilanza), dicono peraltro che il tema non è stato affrontato in maniera adeguata dal nuovo consiglio insediatosi nel 2019: ove si tenga conto che il capitale, in banche come queste, aumenta di fatto solo con gli utili, l'attuale governance dell'istituto, bilanci alla mano, ha totalizzato perdite per complessivi 6,5 mln di €, erodendo il capitale in pari misura.
Che tale esito non sia solo il frutto avvelenato del passato, peraltro, è testimoniato dalle numerose ispezioni della Vigilanza che, certamente prima del 2019, hanno evidenziato il progressivo scadimento della qualità del credito: evidentemente la nuova gestione, espressione di un azionariato che si voleva discontinuo con il passato, non ha saputo delineare un modello di business adeguato per territori come quelli della provincia di Rimini, dove prevale la clientela retail ma il radicamento territoriale non è più sufficiente a garantire un'operatività profittevole. 
Infine, solo una considerazione sul rapporto di concambio: occorrono ben 282 vecchie azioni BPV per una azione del veicolo della Popolare Lazio. Più che di una fusione, si dovrebbe parlare di un'assorbimento nummo uno, o quasi. L'augurio è che la Valconca, rinvigorita dall'acquisizione, fortunatamente rimasta nell'ambito delle popolari, possa continuare a meglio adempiere il proprio ruolo e rispettare la propria vocazione di banca del territorio.
A.B.