Covid: "aumento casi non corrisponde ad aumento ricoveri"

Mercoledì, 16 Marzo 2022

(Rimini) Nella settimana dal 7 al 13 marzo (precisando che si tratta dei casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo), si sono registrate 4.600 positività (20.2%) su un totale di 22.732 tamponi (molecolari e antigenici). Dopo sei settimane di calo si registra per la prima settimana un lieve aumento dei nuovi casi sia in termini assoluti (+573) che percentuali. Si registra un tasso di occupazione dei posti letto di pazienti affetti da Covid stazionario rispetto alla settimana precedente. In totale sono ricoverati 134 pazienti, di cui 6 in terapia intensiva. Nel riminese sono stati 1.222 i nuovi positivi, 13 le classi in quarantena, nessu  nuovo focolaio registrato in ospedali o case di cura.

“La settimana presa in considerazione, commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagna, conferma il lieve aumento dei casi, in linea con i dati regionali e nazionali, a cui però non corrisponde un aumento di ricoveri. Ciò conferma che il virus continua a circolare, complici anche il clima non favorevole, e l’atteggiamento più rilassato che abbiamo adottato, convinti che la diminuzione dei casi, registrata nelle settimane precedenti, ne avesse quasi decretato la sparizione. Se volevamo una riprova di quanto questo virus sia infido e imprevedibile, ora ne abbiamo la certezza. Per queste ragioni, occorre ancora di più non abbassare la guardia e continuare ad adottare le classiche misure di sicurezza che ben conosciamo. Così come è altrettanto importante continuare nell’azione di sensibilizzazione all’importanza del vaccino. Ciò riguarda chi ancora non ha effettuato la terza dose, ma anche e, soprattutto chi non si è ancora vaccinato. E penso in larga misura ai ragazzi in età pediatrica. Non si è mai fuori tempo massimo per vaccinarsi e questo altalenante atteggiamento del virus, ci offre l’ennesima riprova che potremo essere solamente noi, attraverso un atteggiamento responsabile, a decretarne o meno la sua scomparsa, o quanto meno l’impossibilità di farci del male in modo serio”.