Lotta alla spaccio, hotel al setaccio: la prefettura chiude un albergo

Mercoledì, 03 Novembre 2021

(Rimini) Il questore di Rimini Francesco De Cicco ha chiuso per giorni 15 un hotel a Rimini, zona via Parma. Le indagini della squadra amministrativa della polizia di Stato e della polizia municipale hanno fatto emergere "un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti da parte di cittadini alloggiati nell’hotel, utilizzato sia come luogo d’incontro per lo spaccio che come luogo di confezionamento e deposito della sostanza stupefacente".

In due distinti controlli sono stati sequestrati quasi "300 grammi di cocaina, oltre ad hashish ed a sostanza da taglio". Arrestati in flagranza di reato e denunciati in stato di libertà  "cittadini stranieri non in regola con le norme sul soggiorno nel territorio dello Stato. Inoltre, all’interno dell’hotel erano presenti numerosi pregiudicati, non registrati nell’apposito portale alloggiati".

Gli accertamenti "hanno evidenziato lo stato di abiezione della struttura ricettiva in questione, riconducibile alla gestione del locale stesso e tollerante di fatto verso episodi e situazioni che costituiscono motivi di grave pregiudizio al mantenimento dell’ordine e sicurezza pubblica. Il provvedimento di sospensione della licenza è stato adottato dopo un’attenta valutazione dell’urgenza ed assoluta esigenza di contrastare il consolidamento delle situazioni createsi in quanto le circostanze constatate configurano una fonte di pericolo attuale e concreto per la collettività".

Il provvedimento del questore "è strettamente ricollegabile al fatto che alcune zone della città sono frequentate da pregiudicati che risiedono in hotel utilizzati come base per l’attività di spaccio, dando puntuale riferimento ai consumatori di sostanze stupefacenti che lì si recano quotidianamente. L’effetto dissuasivo sui soggetti ritenuti pericolosi è evidente: privarli di un luogo di abituale aggregazione e, dall'altro, “avvisarli” che la loro presenza in detto luogo è oggetto di attenzione da parte delle autorità preposte".