Lucio Paesani è già in campagna elettorale. Come candidato sindaco

Sabato, 12 Giugno 2021

Il faccione in giacca e cravatta, la scritta gigante Rinascimento Rimini, il logo Lucio Paesani sindaco, il logo della lista civica Noi amiamo Rimini. Il tutto confezionato in un manifesto 6x3 che comincia ad apparire sui tabelloni pubblicitari. Paesani ha iniziato la campagna elettorale come candidato sindaco?

La visione del manifesto provoca sorpresa in chi fino ad oggi ha seguito il dibattito politico nell’ambito del centrodestra. Le ultime notizie riferivano di un Lucio Paesani che aveva preso contatti con i dirigenti nazionali (ad esempio Maurizio Gasparri, di Forza Italia), che ancora stava discutendo con i partiti locali per verificare se è possibile un accordo. Un accordo che potrebbe avere diverse declinazioni: Paesani diventa il candidato di tutto il centrodestra, Paesani sostiene un altro candidato (“purché sia evidentemente migliore di me” ha posto come condizione). Oppure nessun accordo e Paesani si lancia in una corsa solitaria.

L’affissione dei manifesti fa pensare che la decisione sia presa, in barba a tutte le regole codificate della politica. La spiegazione formale che il candidato fornisce è diversa: “In un momento in cui ero assolutamente pessimista sull’esito del confronto con il centrodestra – spiega – avevo fatto stampare i manifesti e prenotato gli spazi. Senonché le affissioni hanno anticipato i tempi”. In che senso? “Nel senso che prima volevo fare la conferenza stampa di presentazione del mio progetto e della mia lista”. Ma se uno legge le notizie e poi vede il manifesto non capisce, magari pensa ad una presa in giro: si sta ancora trattando o Paesani ha già deciso che farà comunque il candidato sindaco? “Adesso c’è qualche apertura sul mio nome, anche se non da parte di tutti. In ogni caso è certo che io sarò in corsa alle elezioni. In quale ruolo, lo vedremo presto”.

Chiediamo a Paesani se qualcuno dei partiti del centrodestra ha visto i suoi manifesti e gli ha chiesto spiegazioni. “No, del resto fino ad oggi non ho seguito nessuna regola e i fatti mi stanno dando ragione”. L’imprenditore cerca anche di sfuggire alla narrazione di un suo veto su Gianni Indino, presidente della Confcommercio.

Negli ultimi giorni, vuoi per l’impossibilità di trovare il candidati civico “autorevole e irresistibile”, vuoi per l’iniziativa dei partiti alleati-concorrenti della Lega, il nome di Paesani ha ripreso quota. È stato accreditato di un 6-8 percento di consensi, “senza i quali il centrodestra non riuscirà a vincere”, hanno sottolineato.

Paesani, ma chi l’ha stabilito questo 6-8 per cento? “Lo dicono i sondaggi, uno dei quali commissionato da me a un istituto nazionale. Sono quotato al 6/8 per cento, con la possibilità di crescere fino al 10 per cento. Come indice di notorietà io sono al 31, la Petitti al 49. Significa che devo ancora farmi conoscere da una fetta di elettorato”.

Per poter dire che senza di lei non si vince, bisogna che i voti li strappi alla sinistra. Se va a pescare nell’area del centrodestra, cambia l’ordine dei fattori ma non il risultato. “Dal sondaggio emerge che è disponibile a votare per me quel mondo produttivo che per sfiducia non andava più alle urne. Inoltre emerge che su 10 elettori, 4 vengono dalla sinistra e 6 dalla destra”.

È evidente che, tempi delle affissioni a parte, Paesani ragioni come un candidato in corsa.

Certo è un personaggio che sfugge a scontate e facili catalogazioni. Lo dimostra, fra le altre, l’iniziativa di rendere omaggio alla tomba di Alcide De Gasperi, con la promessa di andare a far visita a Enrico Berlinguer al cimitero Flaminio, e poi a tutti i grandi del Novecento. “Al di là delle vecchie ideologie - ha scritto su Facebook - Sopra la nuova ma già stantia, squallida e dannosa antipolitica”.

Oppure, da un imprenditore del mondo della notte non ti aspetteresti riflessioni culturali di questo tipo: “Cito spesso Pasolini. Lui, vide "il totalitarismo" della società dei consumi, e sostenne nel 1974 ciò che da altra angolazione argomentò Oriana nel 2005, ed oggi Sgarbi. Pasolini disse che non c'era più spazio per le religioni in quel totalitarismo, e noi, anziché cercare risposta nell'immateriale (fede, pensiero), l'abbiamo ricercata nel marketing”.

Si può prevedere che Paesani, in qualunque collocazione si presenti, sarà un protagonista della prossima campagna elettorale.