Sanità: da metà giugno ospedali aprono alle visite

Mercoledì, 26 Maggio 2021

(Rimini) Da metà giugno si allenteranno le restrizioni per le visite negli ospedali della regione, imposte dalla diffusione del contagio. Ne dà notizia la consigliera regionale Valentina Castaldini. Dopo una sua interrogazione all'assessore alla sanità Raffaele Donini, è arrivata oggi la risposta. "Ho voluto far luce su un punto fondamentale, arrivati a questo punto della pandemia, dove a fatica cerchiamo di tirare il fiato e tutto sta ripartendo, ed era per me doveroso sollecitare la Giunta 'Emilia-Romagna per allentate le misure per l’accesso in ospedale da parte di visitatori, parenti e caregiver", spiega Castaldini. "Ed è un giorno di festa per me oggi sapere che a metà giugno, come mi è stato risposto oggi dall’assessore alla Salute, Raffaele Donini, nei reparti accanto ai malati e a sostegno del personale sanitario ci potranno essere i parenti, che magari si danno un cambio nell’accudimento, e non dovremo più assistere a scene di donne incinte, che partoriscono in solitudine, se non certamente con il buon sostegno dei medici", commenta Castaldini.

"Credo che il livello buona politica si misuri su pochi semplici aspetti e tra questi c’è sicuramente il “come” trattiamo bambini, anziani e persone malate. Chi siamo e cosa immaginiamo per il futuro, sia nostro che della nostra comunità, passa inevitabilmente anche da questo. E se oggi è possibile andare a visitare i parenti all’interno delle cra, non è lo stesso all’interno degli ospedali: madri che partoriscono da sole, donne che accudiscono i bambini senza una rete familiare che possa dare un cambio", ricoda Castaldini. "Oggi è il tempo delle decisioni. Alcuni ospedali sono virtuosi per assistenza familiare, e anche del personale sanitario stesso, ma ci sono molti, troppi, ospedali che non brillano per generosità nelle misure di accesso per i parenti. Al di là di questo, farò in modo che la promessa strappata oggi all’assessorato alla Salute prenda forma realmente entro metà giugno. Lo dobbiamo a tutta la nostra comunità, perché ognuno di noi non debba avere minimamente l’impressione di essere rimasto solo".