Rimini 2021, Maggioli (Fi): necessario creare un progetto di crescita per la città
(Rimini) “Forza Italia è pronta a prendere le proprie posizioni politiche sul territorio collocandosi seriamente in quella parte politica moderato e centrista rappresentativo di elettori che cercano risposte serie e concrete non solo da chi amministra ma anche da parte di chi è all’opposizione”. Così Roberto Maggioli, vice coordinatore vicario forza Italia provinciale Rimini. “Non abbiamo bisogno di auto accreditarci come moderati perché lo siamo da sempre senza trasformismi o captatio benevolentie pubbliche. Vogliamo che il centro si ripopoli e sia fondamentale con il proprio insieme di valori e capacità”.
Oggi “competere con un candidato come Emma Petitti, che conta 8mila preferenze pochi mesi fa, e ha maturato esperienza politica e amministrativa a vari livelli, oppure un altro di derivazione pd riminese, non può essere considerata una passeggiata”, sottolinea Maggioli. “Per questo il centrodestra deve lavorare, oltre che alla definizione del nome evitando auto proclamazioni di parte, alla creazione di un progetto forte di crescita e sviluppo di Rimini oggi diversa da quella di 10 anni fa e fare i conti con le difficoltà del periodo per dare un respiro ed una unicità alla propria offerta turistica, produttiva e alla crescita sociale”.
Ribadisce Maggioli, “siamo pronti e disponibili a giocare una partita importante e difficoltosa su Rimini ed anche in altri comuni come Cattolica, Riccione e Novafeltria. Esperienze di rappresentatività e comunione di intenti tra noi moderati insieme ad altre forze del centrodestra come a Bellaria Igea Marina, hanno dato e continuano a dare buoni risultati all’insegna della coerenza e della capacità amministrativa. Con senso di responsabilità e maturità da parte di tutti, gli obiettivi si possono centrare, in primis a Rimini con la collaborazione del tessuto sociale ed economico che è linfa del territorio. Noi ci siamo con idee, uomini e responsabilità, la stessa che dimostriamo, con proposte e richieste precise, anche a livello nazionale; vediamo chi vuole seriamente e consapevolmente giocare di squadra per vincere”.
Parco eolico, Italia nostra: è inaccettabile
(Rimini) Italia Nostra si mette a fianco delle istituzioni locali contro la realizzazione del progetto di parco eolico offshore davanti alla costa di Rimini. “Noi ci saremo. Italia Nostra condivide il netto no espresso a nome del Comune di Rimini dal suo sindaco e ribadisce che sarà a fianco della comunità riminese, delle sue istituzioni e dei suoi rappresentanti contro il tentativo di realizzazione di un impianto industriale offshore davanti alla costa della Riviera Adriatica, da Bellaria a Cattolica, per le ricadute negative che avrebbe su tutto il territorio oggi e sul suo futuro”, ribadiscono dall’associazione.
“E’ inaccettabile che due società, una di Brescia, una di Foggia, si costituiscano in una società di scopo con un capitale irrisorio per un investimento il cui obiettivo è solo il profitto. Non vi è niente di etico tra le ragioni che le spingono a realizzare questo ecomostro di 50 - 60 aerogeneratori alti 235 metri a soli 10 km dalla riva, ma solo la volontà di massimizzare il profitto. Questo è chiaro, e lo è ancor di più alla luce delle ridicole modifiche fatte al progetto iniziale - da 59 a 51 gli aerogeneratori, di meno di 600 metri (da 5,4 miglia marine a 6) la maggior distanza dalla costa - che in sostanza non lo modificano di una virgola”.
Per Italia nostra, inoltre, “è inaccettabile che vengano a dire - a mettere i puntini sulle “i” è stato scritto - come la comunità riminese non abbia nessun ruolo nel decidere il proprio destino ‘nel mare territoriale e in particolare per ciò che concerne la produzione di energia, in quanto tali attività ricadono nelle esclusive competenze dello Stato’. E’ inaccettabile che, come Energy Wind 2020 scrive, si consideri ‘il Paesaggio - il nostro paesaggio, quello che ci ha visto crescere, biglietto da visita della nostra comunità nel mondo - solo come uno dei potenziali effetti del progetto da valutare’”. Una “superficialità arrogante” e “superficiale oltreché sconcertante che ci fa essere più che mai convinti di affrontare questo pericolo in maniera ancor più determinata contro un pericolo che, come ha ribadito il Presidente della Provincia Riziero Santi in occasione della Commissione Politiche economiche della Regione Emilia Romagna, chiedendosi: cosa ci guadagniamo da questo impianto? Nulla”.
Paroco eolico, lettera aperta del sindaco Gnassi
Gentile Direttore,
non più tardi di 3 giorni fa è giunta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla Capitaneria di Porto di Rimini e, per conoscenza al Comune di Rimini, il riscontro alle osservazioni del Comune di Rimini sul progetto di parco eolico al largo della costa riminese da parte della Energia Wind 2020.
Comunicazione tecnica, cortese, molto formale che provo qui a riassumere:
- Regioni, Province e Comuni possono dire la loro, possono essere critici o contrari, possono magari consultare le comunità 'ma non nel mare territoriale e in particolare per ciò che concerne la produzione di energia, in quanto tali attività ricadono nelle esclusive competenze dello Stato';
- La riconfigurazione del posizionamento degli aerogeneratori 'consente di liberare più spazio per altri usi del mare e le distanze tra gli stessi 'sono tali da garantire ampi spazi liberi per altri usi e da consentire il transito, la navigazione e la pesca senza particolari limitazioni, al netto delle disposizioni che verranno impartite dalle Autorità marittime competenti';
- C'è preoccupazione per l'impatto dell'impianto sul turismo? 'Non vi è alcun dato oggettivo che possa dimostrare che la realizzazione di impianti eolici offshore abbia creato indirettamente danni al settore turistico'. E a sostegno di questa tesi si porta l'esempio dell'HornsRev in Danimarca nel Mare del Nord;
- Quindi sull'impatto ambientale, Wind Energy 2020 scrive che 'il Paesaggio è solo uno dei potenziali effetti del progetto da valutare; la discussione sulla compatibilità ambientale del progetto non può essere dunque ridotta esclusivamente all'interno di questo tema, ancorché rilevante'.
Il documento è naturalmente molto più articolato e accenna anche il tema dei benefici indiretti che ricadrebbero sul territorio riminese, dicendosi la società disponibile a valutare interventi di efficientamento energetico degli edifici di proprietà e/o pertinenza del Comune, nonché altri interventi di efficientamento della pubblica illuminazione. Conclude invitando il Comune di Rimini a rendere il proprio contributo istruttorio, 'pur nell'ambito del ruolo assegnato dal procedimento di competenza ministeriale in oggetto'.
La sintesi che faccio io è questa: potete opporvi ma non avete potere per farlo; difficoltà alla pesca limitate ma una volta ubicato l'impianto eolico potrebbero arrivare nuove aree interdette all'attività, cioè sono possibili/probabili nuovi divieti; è un vantaggio per il turismo perché così è avvenuto nel Mare del Nord; il paesaggio non è un valore assoluto.
Ho già dato mandato agli uffici di ribadire per ogni via il nostro 'no' al progetto.
Noi abbiamo una partita davanti, siamo ad un bivio. Abbiamo bisogno di terra e di sogno, di coste e di mare, abbiamo bisogno che la green economy non sia la vocazione in cui rifugiarsi dietro i dibattiti, ma sia applicato sul campo. Prendiamo la discussione sul parco eolico davanti alla costa riminese. Non ci vuole la scienza per dimostrare come la vocazione produttiva della Danimarca, affacciata sul Mare del Nord dalle peculiarità industriali, siano tutt'altro cosa rispetto alla costa riminese. Il nostro mare, e ci scusino i 'padroni del mare' se ci si permette di dirlo, le sue spiagge, la bellezza, la riqualificazione in essere dei lungomari e gli investimenti sulla tutela della balneazione, i 27 milioni di presenze turistiche, sono cose ben differenti da caratteristiche territoriali legate all'off shore, all'estrattivo, all'industriale. È questione di economia, di lavoro, di relazioni. Si parla di 'Green new deal'. Allora diciamo chiaramente che il Green new deal trova il suo vero senso e significato se mette assieme sviluppo, lavoro, vita, pianeta, natura, salute.
Non si può rinunciare scappare dalla transizione energetica che ha bisogno più che di una scorciatoia mostruosa e ammazza turismo in un territorio vocato, di un Piano Energetico anche romagnolo dove si individuano più azioni più forti, più siti per produrre i megawatt necessari per l'intera Romagna. O vogliamo trovare anche qui scorciatoie? Mettiamo impianti eolici nelle terre malatestiane di Piero della Francesca o nelle meravigliose foreste Casentinesi perché anche lì c'è vento?
Stupisce infine la considerazione sul valore del paesaggio. Oggi, in Italia. Abbiamo già sacrificato tanto, troppo, nel nostro Paese alla 'necessità' o alla 'urgenza' delle cose da fare, quasi sempre estemporanee e fuori da qualsiasi pianificazione. I sacrifici si chiamano consumo del suolo, utilizzo improprio della natura, deforestazione, fogne a mare, che hanno portato con sé una crescita squilibrata e una enorme fragilità dei nostri territori, purtroppo drammaticamente evidente ogni giorno.
Il paesaggio, per la comunità riminese, è un valore non negoziabile. E questa comunità vuole avere e avrà sicuramente ruolo per dire la propria su un progetto così sfregiante. Ci dite 'dite la vostra' e poi decidono gli altri? Non andrà così. Questo è certo.
Garantito
Andrea Gnassi
Sindaco di Rimini
Niente mercato a Riccione? Fiva e Anva: "colpa dell'amministrazione"
(Rimini) “Se il mercato settimanale di Riccione non si è svolto non è per colpa dei commercianti, ma di un’amministrazione locale che ha preferito lasciare a casa 280 operatori con i loro dipendenti anziché provvedere alla sicurezza degli accessi alla zona mercatale". Lo sostengono in totale accordo Fiva e Anva, leassocizioni di categoria di Confcommercio e Confesercenti. "Una cosa che riteniamo gravissima soprattutto perché frutto di un vero e proprio ultimatum del giorno prima: o pagate la sicurezza, o il mercato non si fa".
Con i provvedimenti di novembre per contrastare il contagio da Covid-19, "sono state imposte regole più stringenti per i mercati ambulanti, anche con l’obbligo di steward per monitorare gli ingressi, che comportano maggiori spese. A differenza di altri Comuni che si sono fatti carico direttamente di questi oneri aggiuntivi, il Comune di Riccione ha tenuto un comportamento negativo e inspiegabile, pretendendo di scaricare i maggiori costi sugli ambulanti. Ricordando che il Comune istituisce e gestisce i mercati, che hanno anche una valenza sociale perché permettono a tutti i cittadini di avere luoghi all’aperto fruibili, sicuri e vicini per fare acquisti, riteniamo che non possa esimersi dai costi per la sicurezza degli accessi all’area".
Martedì "l’amministrazione di Riccione ci ha fatto sapere di non essere riuscita a reperire volontari per vigilare sugli accessi e ci ha chiesto di richiedere preventivi ad alcune agenzie per questo servizio. Preventivi arrivati mercoledì pomeriggio e valutati troppo gravosi da pagare per operatori che già per ogni giornata di lavoro corrispondono le imposte sul suolo pubblico e rifiuti, che già si occupano della sanificazione e della sicurezza delle loro postazioni e che sono già fortemente provati da un netto calo degli incassi dovuto alla scarsità di affluenza e alla risicata capacità di spesa dei clienti in questo periodo di pandemia".
Nella riunione indetta per giovedì alle 13, "abbiamo spiegato le nostre difficoltà e le perplessità per la proposta avanzata dall’amministrazione di inserire questa “quota sicurezza” nei prossimi bollettini Cosap. Anche perché nessuno può sapere se la Zona Arancione finirà davvero il 3 dicembre o verrà prorogata e dunque nessuno può sapere quanti mercati andranno fatti in questa condizione, con il rischio che la spesa si sommi per tante settimane lievitando a dismisura. Nessun accordo era stato sottoscritto al termine della riunione, nella quale era stato chiesto un po’ di tempo per un confronto con i soci su una questione così delicata. Arrivati subito alcuni dinieghi a questo aumento dei costi e data l'impossibilità di contattare il resto degli associati a causa dei tempi strettissimi, nel pomeriggio abbiamo avvertito l’amministrazione, che anziché farsi carico della sicurezza ha preferito chiudere il mercato prendendosi la responsabilità di lasciare a casa i lavoratori e avvantaggiando di fatto gli altri canali commerciali".
La "forzatura" che "ci ha imposto l’amministrazione riccionese non è accettabile, anche tenendo conto di come la situazione è gestita su altri territori, in cui le amministrazione pensano a loro spese al servizio di sicurezza. Riteniamo l’atteggiamento del Comune di Riccone scorretto e sorprendente, dopo che alla riapertura dal lockdown di primavera avevamo fatto di tutto per venire incontro alle problematiche, reclutando volontari tra i commercianti, restringendo le aree e cambiando la collocazione dei banchi con una forte penalizzazione di molti operatori. Non possiamo credere che Riccione, non certo parca nelle iniziative e negli eventi, non riesca a far fronte ad una cifra così esigua per la sicurezza. Per questo mercato cancellato, chiederemo il rimborso delle imposte Tari e Cosap. In vista di venerdì prossimo torneremo ad incontrarci per trovare un accordo che possa soddisfare tutti, ma che non può arrivare sotto forma di ultimatum”.
Vaccini anticovid, individuati luoghi top secret per lo stoccaggio
(Rimini) Definiti in Emilia-Romagna, d’intesa tra assessorato alle Politiche per la salute e Aziende sanitarie e ospedaliere, i centri di stoccaggio regionale del vaccino e anche le strutture sanitarie che somministreranno le prime dosi, destinate nella fase iniziale agli operatori sanitari e ai presidi residenziali per anziani. Come richiesto dal ministero della Salute, la Regione si è immediatamente attivata per contribuire alla predisposizione del piano nazionale, individuando i luoghi idonei alla conservazione - in particolare congelatori che permettono temperature fino a -85 gradi - e allo stoccaggio dei vaccini anti-Covid (di Pfizer-Biontech).
Luoghi che, per ragioni di sicurezza come peraltro richiesto a livello nazionale, non vengono resi noti. Ad effettuare la ricognizione dei centri di stoccaggio e delle strutture sanitarie scelte per la somministrazione delle prime dosi, sono stati oggi, con i vertici dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute, i direttori generali di tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere, in un incontro in videoconferenza da viale Aldo Moro. Per quanto riguarda i criteri di scelta, le strutture sanitarie sono state individuate, da Piacenza a Rimini, in base ai bacini di utenza, al personale sanitario impiegato, oltre a quello operante sul territorio e in grado di raggiungere il presidio entro 30-60 minuti.
Aggiornamento coronavirus: + 109 positivi, dodici decessi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 100.344 casi di positività, 2.533 in più rispetto a ieri, su un totale di 22.307 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi dell’11,3%, stabile rispetto a ieri (1,4%). E, secondo la rilevazione settimanale della Cabina di Regia nazionale, l’indice di trasmissione del contagio (Rt), in Emilia-Romagna scende a 1,14. E’ il quarto calo consecutivo, dopo quelli delle tre settimane precedenti (rispettivamente: 1,63, 1,57, 1,4).
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.036 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 259 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 431 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,8 anni.
Su 1.036 asintomatici, 391 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 161 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 10 con gli screening sierologici, 16 tramite i test pre-ricovero. Per 458 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province dell’Emilia-Romagna vede Modena con 625 nuovi casi, Bologna con 534, Reggio Emilia con 363, Piacenza (309), Ravenna (158), Parma (125), Rimini (109) e Ferrara (101). Poi l’area di Imola (80), Cesena (68) e Forlì (61).
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 22.307 tamponi, per un totale di 1.957.785. A questi si aggiungono anche 3.776 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 62.934 (1.928 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 60.156 (+1.883 rispetto a ieri), il 95,5% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 47 nuovi decessi: 13 in provincia di Reggio Emilia (7 uomini di 72 anni, 73 anni e gli altri rispettivamente di 75, 80, 85, 88 e 92 anni e 6 donne di 74, due di 82, 88, 92, 95 anni), 10 a Modena (8 uomini di 68 anni, 74, 77, 78, due di 79, 92, 95 anni e 2 donne di 74 e 79 anni), 2 a Ravenna (1 donna di 83 anni e un uomo di 95), 2 a Piacenza (2 uomini di 100 e 70 anni), un decesso in provincia di Forlì Cesena (una donna di 89), 12 a Rimini (6 donne di 77, 84, 93, due di 94 anni, 99 anni e 6 uomini di 58, 79, 84, 85 anni e due di 89 anni), 3 a Parma (3 uomini di 73, 85, 86), 3 a Ferrara (3 donne di 77, 86, 96 anni), nessuno a Bologna. Un uomo di 85 anni deceduto a Modena era residente fuori Regione. Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 5.265.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 244 (stabili rispetto a ieri), 2.534 quelli in altri reparti Covid (+45). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 13 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 14 a Parma (invariato rispetto a ieri), 29 a Reggio Emilia (+1), 61 a Modena (+1), 63 a Bologna (invariato), 5 a Imola (invariato), 17 a Ferrara (-3),12 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (invariato) e 23 a Rimini (-1). Le persone complessivamente guarite salgono a 32.145 (+558 rispetto a ieri).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 10.763 a Piacenza (+309 rispetto a ieri, di cui 74 sintomatici), 8.719 a Parma (+125, di cui 77 sintomatici), 14.706 a Reggio Emilia (+363, di cui 270 sintomatici),18.109 a Modena (+625 di cui 452 sintomatici), 20.001 a Bologna (+534, di cui 337 sintomatici), 2.477 casi a Imola (+80, di cui 40 sintomatici), 4.858 a Ferrara (+101, di cui 17 sintomatici), 6.073 a Ravenna (+158, di cui 97 sintomatici), 3.729 a Forlì (+61, di cui 40 sintomatici), 3.112 a Cesena (+68, di cui 47 sintomatici) e 7.797 a Rimini (+109, di cui 46 sintomatici).
Lotteria Ior: i biglietti perdenti diventano buono spesa
(Rimini) Mai come quest’anno i cittadini della provincia di Rimini, a Natale, sono chiamati a “vincere per aiutare”: un po’ perché in questo periodo di difficoltà a causa della pandemia da Covid-19 occorre sostenere la ricerca scientifica, affinché la speranza di un futuro senza cancro non si allontani per i tanti che lottano contro questa malattia ogni giorno; un po’ perché, con la nuova edizione della Lotteria Solidale dello IOR, si vince sempre. È questa forse la novità più incredibile dell’iniziativa: per ogni 15 euro di spesa i biglietti acquistati al prezzo di 2.50 euro cadauno si tramuteranno dall’11 gennaio al 28 febbraio in un buono-sconto di pari valore presso tutti i supermercati della catena Conad. Questo significa che, pochi giorni dopo l’estrazione che eccezionalmente avverrà online il 6 gennaio a partire dalle 17 sulla pagina Facebook dell’Istituto Oncologico Romagnolo, ogni partecipante alla Lotteria potrà recuperare quanto elargito per darsi una possibilità di vincere uno degli ambitissimi premi in palio.
Questo, ovviamente, non significa che alla causa della ricerca scientifica non verrà versato nulla: al contrario l’intero ricavato dell’iniziativa sarà proprio utilizzato per sostenere la battaglia che ogni giorno viene combattuta all’interno dei laboratori dell’IRST di Meldola, grazie proprio alla sensibilità e al sostegno di Conad e di tanti altri partner, tra cui BPER Banca, Orto Mio, Unicredit, Centro Commerciale Le Befane Shopping Center, Società Gas Rimini e Banca Malatestiana e BCC Ravennate, Forlivese e Imolese e degli sponsor Società Italiana Servizi e Bagno Bologna e Bolognino di Punta Marina e Madel spa. In particolare l’incasso finale andrà a contribuire agli studi legati all’immunoterapia, che nella letteratura scientifica ha recentemente guadagnato sempre più spazio per i risultati senza precedenti che ha dimostrato di avere nel trattamento di diversi tipi di neoplasie.
Altra novità è che l’edizione 2020 della Lotteria Solidale IOR si fa in tre: per fare in modo che tutti i romagnoli prendano parte a questa grande manifestazione di solidarietà e di lotta contro il cancro non solo la provincia di Rimini, come accadeva per gli anni passati, ma anche quelle di Ravenna e di Forlì-Cesena sono chiamate a “giocare”. Per Rimini i premi in palio saranno 22, tra cui i più prestigiosi sono: un’automobile Renault New Twingo; un ombrellone e due lettini per la stagione 2021 al Bagno Le Spiagge di Rimini, con ingresso illimitato al parco acquatico Boabay e kit da spiaggia Ipanema; e un monopattino ES4-Professional by Segway.
«Visto che dovremo rinunciare a quasi tutti gli eventi di raccolta fondi che eravamo soliti organizzare sul territorio per ottemperare alle normative volte al contenimento della diffusione del contagio da Covid-19 – spiega Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale IOR – ci è sembrato giusto studiare un nuovo vestito per quelle iniziative che, al contrario, possiamo continuare a portare avanti perché non mettono in pericolo la salute né di chi partecipa né dei nostri volontari. Chiunque in Romagna avrà la possibilità di sostenere la lotta contro il cancro, cosa quanto mai importante in un periodo come questo per non far sentire isolati ed abbandonati i pazienti che tanto ci stanno a cuore, non solo regalandosi la possibilità di portarsi a casa uno dei prestigiosi premi in palio, ma senza spendere nulla: tutti i biglietti non vincenti verranno “rimborsati” sotto forma di buono-spesa. Ringraziamo per questo Conad, la cui sensibilità stavolta ha stupito anche noi: sapevamo di avere un amico importante che da sempre lotta al nostro fianco per ogni iniziativa portata avanti a beneficio dei pazienti, ma non credevamo nemmeno noi la loro generosità si spingesse a tanto. Questa è solo una delle tante iniziative che metteremo in campo per rendere questo Natale ricco di solidarietà, nonostante il periodo complicato: nel prossimo periodo andremo più nel dettaglio delle altre attività, che andranno sempre e comunque a sostegno degli studi riguardanti l’immunoterapia, per trattamenti personalizzati sul singolo paziente e sulla malattia di cui soffre. Siamo convinti che questa sia il percorso da seguire per togliere futuro ai tumori: la letteratura scientifica, in questo senso, ha dato numerosi riscontri a riguardo».
I biglietti sono acquistabili presso la sede di Rimini, in via Matteotti 43/A, e di Riccione, in corso Fratelli Cervi 172: ma per chiunque abiti lontano o preferisca non spostarsi da casa esiste la pos
Karis, l'open day è digitale
(Rimini) Appuntamento importante per ragazzi, ragazze e le loro famiglie. Come da tradizione, in autunno si sceglie la nuova scuola da frequentare il prossimo anno: nido d'infanzia, asilo, elementare, media o liceo (classico, scientifico, linguistico). E al tempo della pandemia e del distanziamento sociale, l'incontro con il percorso educativo corrispondente ai propri bisogni, migra sul web. È quanto accade nelle scuole pubbliche paritarie Karis. Domani mattina primo Open Day (21 novembre, dalle ore 15) in diretta web (www.opendaykaris.it) dalle aule dei tre licei (classico, scientifico, linguistico). Prima tappa di un percorso, aperto a chiunque voglia conoscere proposta e realtà della comunità educante Karis in tutte le sue scuole di ogni ordine grado.
Per questo è nato il sito www.opendaykaris.it, attraverso il quale approfondire in ogni dettaglio l'offerta educativa, formativa, culturale di ognuno degli istituti. Basta una semplice registrazione con nome, cognome, e-mail e si entra nel mondo Karis e si sceglie il ciclo di studi, nido d'infanzia o asilo, a cui, anche per collocazione territoriale (Rimini, Riccione), si è interessati. Si naviga tra tour virtuali, video, esempi di didattica a distanza e si prenota un incontro "face to face" con presidi, docenti o operatori della prima infanzia.
E a utilizzare a pieno le potenzialità della nuova piattaforma web ci penseranno le dirette settimanali di Karis Live. "Da ognuna delle nostre scuole una volta la settimana trasmetteremo in streaming un racconto in presa diretta dell'istituto, presentato da un unico conduttore, con clip registrate stile servizio giornalistico, di cui saranno protagonisti studenti, famiglie, docenti – spiega Paolo Valentini, coordinatore didattico dei licei - in Live Karis parleremo della nostra vita scolastica, delle iniziative didattiche e formative. Un modo per coprire il vuoto lasciato dall'impossibilità di organizzare eventi e incontri all'interno degli istituti, creata dalla situazione sanitaria".
E a rendere possibile la piena connessione, annullare il digital divide tra studenti, ci ha pensato la distribuzione gratuita di oltre 350 pc portatili a tutti i ragazzi che ne erano sprovvisti. "Abbiamo assegnato in comodato d'uso lap top a ragazzi delle medie e dei licei, che li utilizzeranno fino alla fine del loro ciclo di studi. Dobbiamo ringraziare tutti gli studenti e le famiglie che ci hanno comunicato di non averne bisogno e ci hanno consentito di investire la cifra risparmiata, in altre attività di sostegno per altre famiglie di studenti che stanno, invece, vivendo le difficoltà economiche causate dalla pandemia – conclude Stefano Casalboni, direttore generale Fondazione Karis e consigliere consorzio opere educative Educo – il pc non è solo risposta emergenziale alla necessità della didattica a distanza, pienamente operativa nei nostri istituti superiori, ma uno supporto didattico essenziale anche nella didattica in presenza e per i prossimi anni scolastici. Per questo, rimarrà con loro per tutta la durata del loro ciclo di studio alle medie o ai licei".
20 novembre
L'affare del coronavirus | Quattrocento sanitari da sostituire | Guai per il comitato
Regione, test rapidi dai medici di base
(Rimini) Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta dell’Emilia-Romagna. Il provvedimento, operativo tra pochi giorni e che durerà – salvo ulteriori proroghe – fino al 31 dicembre 2020, è frutto di un duplice accordo siglato oggi della Regione: con Fimmg (per i medici di medicina generale) e con Fimp e Federazione Cipe-Sispe-Sinspe (per i pediatri di libera scelta). La “materia prima” c’è già: i quasi 45mila tamponi antigenici rapidi, forniti all’Emilia-Romagna dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai Dispositivi di protezione individuale, sono già stati distribuiti nei magazzini delle singole Aziende Usl e a brevissimo verranno consegnati a medici e pediatri.
“Un passo molto importante per rafforzare l’attività di indagine epidemiologica- commentano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Ringraziamo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per la disponibilità dimostrata, perché il loro impegno è prezioso e di grande rilevanza: i tamponi rapidi antigenici sono un utile strumento per contenere l’epidemia, fornire alla popolazione una risposta tempestiva e una conseguente presa in carico rispetto alla diagnosi nel caso ci sia il sospetto di Covid-19”. “In questa situazione così critica- concludono Bonaccini e Donini- è fondamentale unire le forze e fare squadra”.
Le intese siglate dalla Regione danno attuazione agli accordi collettivi nazionali del 30 ottobre 2020, che contengono disposizioni per il potenziamento dei servizi erogati dalla medicina e dalla pediatria generale nell’attività di indagine epidemiologica attraverso l’accertamento diagnostico. Con un obiettivo preciso: contribuire a identificare rapidamente i focolai e a isolare i casi.
I tamponi rapidi dai medici di medicina generale: come funziona. In base all’accordo siglato i pazienti, per effettuare i tamponi antigenici rapidi, dovranno prenotare dopo aver fatto un triage telefonico. Potranno fare il test dal proprio medico di medicina generale - qualora operi nel proprio studio - i contatti stretti asintomatici individuati dal medico stesso oppure segnalati dal Dipartimento di Sanità pubblica in attesa di tampone rapido; e i casi sospetti di contatto che il medico di medicina generale si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido.
Qualora il medico operi in strutture rese disponibili dall’Azienda sanitaria (per esempio, in una Casa della salute), gli si potrà chiedere di ampliare il proprio target anche agli assistiti di altri medici di medicina generale, nello specifico a contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione al medico individuato.
I medici titolari di incarichi temporanei, provvisori, di sostituzione a breve o lungo temine (compresi i medici che frequentano il corso di formazione specifica), eseguono e rendicontano le attività relative ai test con le stesse modalità dei titolari. Nelle strutture rese disponibili dall’Azienda Usl fanno test diagnostici, in caso di necessità, anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), i medici di emergenza sanitaria territoriale (ad esempio, nel 118), i medici della medicina dei servizi (come quelli che operano negli istituti penitenziari) e i medici impegnati nelle attività territoriali programmate.
Sedi e locali. Le Aziende Usl forniscono il proprio supporto attraverso l’individuazione e l’organizzazione delle sedi idonee dove effettuare i test rapidi qualora i medici di assistenza primaria non possano eseguirli nel proprio studio. Potrà anche essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza, con modalità definite a livello aziendale tramite specifici accordi.
Fornitura dei test e dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi). La fornitura dei tamponi antigenici rapidi, o di altro test previsto nell’accordo collettivo nazionale del 30/10/2020, è assicurata ai medici dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai Dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, visiere e camici). Tutto il materiale (test e dispositivi) è già stato fornito ai centri logistici indicati dalla Regione, e di qui ai magazzini delle Aziende Usl. Le modalità di consegna ai medici viene stabilita a livello aziendale. Ai medici che non effettuano i tamponi in studio, saranno in ogni caso assicurati Dispositivi di protezione individuale necessari.
Gestione dell’esito del tampone rapido. In caso di esito positivo, il medico lo comunica al paziente e lo informa sul percorso da seguire. Il medico si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE, in modo da registrare l’esito positivo; ciò anche al fine di segnalare il caso al Dipartimento di Salute pubblica. Il medico valuta, quindi, le condizioni cliniche del paziente, e lo informa sull’obbligo di rispettare l’isolamento al domicilio, ovvero di continuare il proprio stato di quarantena in attesa dell’esito del tampone di conferma (molecolare). Il medico prende dunque in carico il paziente e gli fornisce le indicazioni opportune da seguire. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.
Presa in carico dei pazienti. I medici di medicina generale prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena - con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) - fornendo ai soggetti interessati le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico, i soggetti che necessitano di un maggior supporto, nello specifico i pazienti a rischio di complicazioni.
I tamponi rapidi dai pediatri di libera scelta. I pediatri di libera scelta utilizzano i tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti. Sia che operi nel proprio studio (anche per gli assistiti di altri pediatri) o che si trovi ad operare in strutture rese disponibili dall’Azienda Usl, il pediatra esegue i test antigenici su prenotazione e dopo aver fatto un triage telefonico prioritariamente per i contatti stretti asintomatici - alla prima data utile dopo la scadenza dell’isolamento - identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica al medico individuato (è il target privilegiato); per i contatti stretti asintomatici individuati dal pediatra; per i casi sospetti di contatto che il pediatra visita e decide di sottoporre a test rapido.
Anche in questo caso, come per i medici di medicina generale, le Aziende Usl forniscono il proprio supporto preferibilmente attraverso l’individuazione delle sedi idonee ove effettuare i test rapidi qualora i pediatri di libera scelta siano impossibilitati a eseguirli nel proprio studio. Potrà essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza. In considerazione delle possibili difficoltà di esecuzione dei tamponi nella fascia di età pediatrica, le Aziende Usl forniranno personale di supporto in base alle necessità. Fornitura dei test e dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi), come per i medici di medicina generale, sono a carico del Commissario per l’emergenza Covid-19.
Gestione dell’esito del tampone rapido. In caso di esito positivo, il pediatra comunica l’esito ai genitori o familiari del paziente, informandoli sul percorso da seguire. Il pediatra si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE per registrare l’esito, valuta le condizioni cliniche e raccomanda fortemente l’isolamento al domicilio in attesa dell’esito del tampone di conferma, quando previsto. Il pediatra prende in carico il paziente e fornisce le opportune indicazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire nel periodo in oggetto. Nel caso in cui il pediatra effettui un tampone su un paziente che non risulti tra le scelte in carico, comunicherà al pediatra del bambino l’esito e quest'ultimo prenderà in carico il suo paziente. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.
Presa in carico dei pazienti. I pediatri di libera scelta prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena, con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca), fornendo alle famiglie interessate le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico quotidiano, i bambini/ragazzi che necessitano di un maggior supporto, nello specifico quelli a maggior rischio di complicazioni