(Rimini) Mentre il pubblico aspetta di tornare in teatro, gli artisti continuano a lavorare e produrre, con lo sguardo proiettato al domani. Ed è così che anche i palcoscenici riminesi riscoprono la loro vocazione di residenze creative, ospitando il processo di modellamento dei propri lavori. Mentre il Teatro Novelli è diventata 'officina d’arte' e di musica grazie anche alla web radio Ora, anche il Teatro degli Atti, scrigno della città dedicato al contemporaneo e alla sperimentazione, continua a vivere ospitando in queste settimane alcune compagnie impegnate nella produzione dei nuovi lavori.

Come Il verde è un colore difficile titolo dello spettacolo di danza a cura della Compagnia il Tempo favorevole e con la regia scenica da Barbara Martinini. Alla base della pièce si pone la ricerca di Stefano Mancuso, autore di numerosi testi sul mondo vegetale al quale si guarda come fonte d'ispirazione, restituendole attenzione e rispetto. Un messaggio che si traduce in azione: per ciò che riguarda le luci si è scelto di lavorare in modo indipendente rispetto all'utilizzo di energia elettrica, mentre la sperimentazione musicale è supportata dall’uso di 'Bamboo', un apparecchio che permette di tradurre i suoni originati dalle piante in frequenze udibili dall'orecchio umano. “L'idea di essere indipendenti dal punto di vista energetico e sonoro – spiega la compagnia - è una scelta poetica che si traduce nel simbolo di una resistenza possibile, per una pratica di sostenibilità e portabilità dello spettacolo dal vivo”. Un lavoro pensato per tre danzatrici in scena, Barbara Martinini, Veronika Aguglia e Marinella Freschi, ciascuna portatrice di una propria cifra interpretativa e stilistica. Lo spettacolo è una coproduzione Mulino di Amleto Teatro e Giardini Pensili in collaborazione con A passo d'uomo e con il sostegno del Comune di Rimini.

È previsto per il 2021 il debutto spettacolo Tell Tale di Teatro Patalò. Approfittando del prolungato stop forzato, la compagnia ha deciso di lavorare su una versione filmica del lavoro: non una ripresa dello spettacolo, ma un’opera autonoma, una sorta di film-documentario. Grazie ai molteplici e differenti spazi a disposizione nel Complesso degli Agostiniani, la Compagnia ha potuto portare avanti entrambi i progetti in parallelo, lavorando sia sulla pièce teatrale sia sua sulle riprese del film.

Lo spettacolo Tell Tale parte da alcune suggestioni di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare: dopo notti di studio incessante, uno scienziato ossessionato dalla ricerca di una possibile soluzione al cambiamento climatico si ritrova in una sorta di trance, nel quale sogni, ricordi e nozioni dialogano con lui fino ad abitare il suo corpo. Il film invece è intitolato Inventare la vita ed è girato in teatro, in spazi naturali e in luoghi abbandonati, a voler documentare il teatro che lavora in assenza di pubblico dal vivo.

Un dialogo con la natura e con un teatro affollato di assenti. Il film-documentario sarà presentato in anteprima nel corso del Festival Marche Palcoscenico Aperto a cura di AMAT e sarà presentato da Teatro de Las Americas e Main Stage West in California oltre a prendere parte all’Oregon Fringe Festival di Ashland, Oregon, in attesa dii poter riprendere la tournée interrotta.

Hanno invece lavorato nella loro ‘casa’ gli attori di Mulino di Amleto, impegnati nelle prove de L’istruttoria, spettacolo con la regia e adattamento di Dirk Plönissen realizzato con il contributo del Comune di Rimini, che avrebbe dovuto debuttare al Teatro degli Atti in occasione del Giorno della Memoria, rimandato per le restrizioni Covid a data da definirsi. L’Istruttoria è uno spettacolo tratto dall’omonimo testo teatrale di Peter Weiss, traduzione di Giorgio Zampa, diritti opera di Suhrkamp Verlag, che racconta del processo svoltosi a Francoforte sul Meno dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del Lager di Auschwitz. Dalle note prese durante le sedute, Weiss ricavò materiali per Die Ermittlung, L’istruttoria: nel testo non è passata una parola che non sia stata pronunciata nell’aula del tribunale. (trailer: https://bit.ly/3d04zHA ). I tre spettacoli andranno in scena nella tarda primavera e autunno 2021 al Teatro degli Atti.

(Rimini) È scomparso martedì 9 febbraio mattina, stroncato dal Covid, Franco Marini, segretario generale della Cisl, difensore dei diritti dei lavoratori, dal 2006 al 2008 presidente del Senato. Proprio in questa veste aprì l’edizione 2006 del Meeting di Rimini, domenica 20 agosto, assieme a Fiorenzo Stolfi, allora segretario di Stato agli Affari Esteri della Repubblica di San Marino, e a Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà.

 Fu un incontro che molti ricordano, perché per lunghi tratti Marini parlò a braccio, quasi confessandosi davanti ai giovani accorsi a migliaia nell’auditorium della nuova fiera. Confessione di fede, anzitutto: «Chi crede ha un sentimento della presenza di Dio e ha, soprattutto, una speranza di incontrarlo. La speranza di incontrare Dio si traduce, poi, nella nostra vita concreta, io penso, in un impegno di ricerca continua. La ricerca è, allora, secondo me, la chiave di relazione tra infinito e ragione. È la ricerca, la chiave». Con queste parole Marini riprendeva il tema del Meeting di quell’anno, “La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti”. «La ricerca di infinito entra nella vita di tutti i giorni, nel concreto delle cose che abbiamo di fronte», aggiungeva, ancorando il suo ragionamento alla concretezza del quotidiano. «Il cristiano ricerca Dio nella vita quotidiana, nella dimensione umana, anche in quella civile e politica. Infinito ed eternità si alimentano dentro di noi, ogni giorno. Non in una astratta proiezione futura, lontana dalla realtà».

 «Mi avete un po’ costretto a darvi conto di quello che sento», aggiunse poi, parlando a braccio, «avete dato a questi vostri incontri, nel corso degli anni, un bisogno di sincerità, che non è usuale nei rapporti sociali e politici. La bellezza del Meeting è proprio in questa sfida di stare con voi, di incontrarvi, con semplicità e concretezza. Trovandoci così, insieme, rafforziamo la nostra comunità. Una comunità che, anche se non si manifesta nella quotidianità della vita, tocca certamente molti dei comuni ideali nostri più profondi».

 Marini ricordò poi il clima sociale degli anni Settanta, in cui i giovani cattolici avevano subito aggressioni in varie università, paragonandoli alle nuove sfide dell’Italia del 2006. «I tempi che viviamo, se ci pensiamo bene», aggiunse, «sono nuovamente difficili, anche se il tema oggi è diverso, molto diverso: siamo, infatti, di fronte ad una spinta, per alcuni versi a volte incontenibile, verso la frammentazione soggettiva, verso l’esasperazione individualistica. Oggi, gli stessi interessi economici e sociali si sono disgregati e parcellizzati. La politica fa molta fatica a ricostruire nuove sintesi, perfino la Chiesa talvolta appare in affanno di fronte alle imprevedibili sfide della contemporaneità. Abbiamo tutti visto le enormi difficoltà, trasversali ad entrambi gli schieramenti politici, di delineare i primi interventi di liberalizzazione e riordino delle attività e delle prestazioni di alcune non ampie, ma significative, categorie produttive. La ricerca dell’interesse generale talvolta sembra cedere il passo alla tutela di quelli particolari, settoriali e corporativi. Una frammentazione, che è, ormai, anche individuale e individualistica». Uno scenario nuovo in cui «noi cattolici rischiamo la dispersione e l’irrilevanza culturale. Questa difficoltà, questa dispersione anche della nostra azione, per me viene prima ed è più rilevante delle stesse difficoltà dell’agire in politica».

 L’allora presidente del Senato passò poi a suggerire “tre punti di lavoro”, i temi bioetici, l’integrazione degli immigrati («il cui apporto, lo voglio dire con chiarezza, è essenziale per la vita organizzata e per la nostra economia»), il mondo della formazione e della scuola, invitando ad affrontarli con la chiave di lettura della Dottrina sociale cattolica. «Penso che se saremmo capaci di forme intelligenti di collaborazione su questi temi fondamentali, potremo avere risultati che più si avvicinano alle nostre idee e alla nostra storia. Lo straordinario patrimonio della Dottrina Sociale della Chiesa è, infatti, il contributo più vivo e vitale che la storia del Novecento consegna ai cristiani e a tutta l’umanità. Un contributo che il grande Papa polacco ha rafforzato ed aggiornato raccogliendo attenzioni straordinarie in ogni parte del mondo».

 Parlò infine di federalismo, di confronto tra schieramenti politici («competizione sì, ma guerra, contrapposizione frontale fra i due schieramenti, no»), aggiungendo che «la delegittimazione reciproca e lo scontro fine a se stesso fra gli schieramenti possono paralizzare le nostre istituzioni e mortificare la nostra vitalità sociale».

 Conclusione, in piena sintonia con il Meeting, sul tema del dialogo. «I cristiani», disse citando Enzo Bianchi, «non dialogano perché afflitti e contagiati dal relativismo trionfante, ma perché il dialogo fa parte del loro statuto costitutivo». «Il dialogo è il rispetto dell’altro», fu la conclusione. «Dialogare non vuol dire abbassare la soglie delle nostre aspettative etiche e civili. Vuol dire, piuttosto, accettare le sfide concrete, a volte anche aspre, e l’impegno di realizzarle».

 

Martedì, 09 Febbraio 2021 09:47

9 febbraio

“Non è colpa dei bar” | Università, nuovi corsi | “Petitti deve dimettersi”

Martedì, 09 Febbraio 2021 07:58

Università, in arrivo nuovi corsi di laurea

(Rimini) Presente e futuro dell'Università a Rimini sono stati al centro dell'incontro odierno tra il sindaco Andrea Gnassi e il magnifico rettore dell'Alma Mater Studiorum Francesco Ubertini. Un'occasione per fare il punto sul percorso di integrazione del polo universitario nella città, su progetti in corso e su quelli in partenza, nella consapevolezza del ruolo decisivo che il radicamento dell'Ateneo può svolgere per la crescita e lo sviluppo del territorio.  

"Il Campus riminese è polo di attrazione per tantissimi studenti e che oggi, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, si consolida grazie ad un numero di matricole in crescita e una vocazione sempre più internazionale, risultando il Campus romagnolo con il più alto tasso di studenti stranieri", spiegano dal comune. "A questa traiettoria di apertura al mondo corrisponde un'offerta formativa sempre più internazionale e legata ai settori in grandissimo sviluppo della qualità della vita, del benessere, della cura, dell'alimentazione, grazie a corsi come  Pharmacy (che nell'anno accademico in corso ha triplicato le immatricolazioni), Advanced cosmetic sciences dal quale nel 2020 sono usciti i primi laureati, Fashion studies, Sustainable development and One Health. Altri corsi sono in procinto di partire nel prossimo anno accademico, come la Laurea Magistrale in lingua inglese di Wellness, sport and health, corso che andrà a irrobustire il campo di studi delle Scienze motorie".   

 "In questi anni si sono consolidati quali asset strategici quali il turismo, la moda, la qualità della vita e si è scelto di rafforzare un percorso che ha portato a fare di Rimini un polo di innovazione e legato al territorio e alla vocazione internazionale – commentano il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi e Eugenia Rossi di Schio, assessore alla ricerca, innovazione e sviluppo - Risultati non scontati, soprattutto a fronte del fatto che nell'ultimo decennio il Comune di Rimini è stato tra i pochi a scegliere convintamente di investire su università e Unirimini e quindi sul radicamento dell'Università sul territorio. Grazie anche alla collaborazione che si è instaurata con la nuova governance di Simone Badioli alla guida di Unirimini, si è presidiato un capitale di ricerca e di sviluppo, puntando sulla vocazione internazionale dell'Ateneo e sulla preparazione di figure altamente professionalizzate. Inoltre Rimini diventa protagonista anche con l'arrivo di Medicina in Romagna, che da un iniziale ipotesi di coinvolgimento di alcune sedi romagnole (Cesena-Forlì) si è poi sviluppato nell'ambizioso progetto di Romagna Salute. Il contributo di Rimini in questo senso è stato decisivo".     

In questo disegno si inserisce Romagna Salute, il grande hub sanitario che unisce Università, l'Azienda sanitaria e territori con azioni diversificate su tutto il territorio romagnolo. Per quanto riguarda Medicina in Romagna, a Rimini (come in altre sedi romagnole), si terranno nell'ambito del cosiddetto "Policlinico della Romagna" tirocini e scuole di specializzazione del corso di laurea di Medicina e chirurgia legate alle vocazioni specifiche riminesi. Sempre nell'ambito di medicina e del progetto Romagna Salute sviluppato tra enti locali, Università di Bologna, Regione e Ctss, Rimini sarà sede di master professionalizzanti in area medica. Inoltre Rimini sarà sede di ricerca e didattica con l'insediamento di un innovativo Institute for Health, esperienza unica in Italia e punto di riferimento del Mediterraneo. One Health si occuperà dello straordinario e attuale tema delle connessioni tra salute umana, salute animale e salute ambientale, attraverso l'azione di settori e discipline diverse in grado di identificare i rischi potenziali per la salute, allineare e coordinare le azioni di prevenzione, di controllo e sviluppare interventi e piani efficaci, applicando il nuovo principio della salute unica. L'Institute for Health e la laurea magistrale One Health sono sviluppati all'interno dell'alleanza UNA Europa, che vede coinvolta l'Università di Bologna insieme alle università di Berlino, Edimburgo, Helsinkji, Cracovia, Leuven, Madrid e Parigi. 

"L'offerta formativa del Campus di Rimini continua ad ampliarsi – commenta il Magnifico Rettore  Francesco Ubertini - Dal prossimo anno partirà anche una nuova laurea magistrale in Nutrizione, benessere e salute che si inserisce nel quadro più vasto del progetto, che ormai più di un anno fa abbiamo denominato Romagna Salute. Oltre agli aspetti legati alla didattica, sul versante clinico, stiamo lavorando con l'ASL Romagna per definire i prossimi passi di una sempre crescente integrazione e questo significherà potenziare la docenza universitaria di area medica, ma anche le scuole di specializzazione e i tirocini. A Rimini come negli altri Campus romagnoli, ognuno con la sua vocazione e con le sue eccellenze. Infine stiamo lavorando a un percorso di dottorato di ricerca sul temi One Health (salute unica) che partirà il prossimo anno e costituirà un vero e proprio vivaio di giovani ricercatori del nuovo centro Institute for Health. Un centro che abbraccerà tematiche ampie quali la prevenzione e la sorveglianza sanitaria, quanto mai importanti come l'attuale situazione pandemica ha dimostrato a tutti noi". 

Coerentemente con lo sviluppo di corsi di laurea dei centri di ricerca e di percorsi formativi, si apre la fase del definitivo consolidamento di strutture e sedi riminese dell'Alma Mater, voluta dall'Università sia per esigenze didattiche sia di efficienza e realizzata attraverso la collaborazione tra Comune, Asl e Università. Dopo il completamento in questi ultimi anni della cittadella universitaria, con l'apertura dell'intera area si via Cattaneo, con i laboratori, la realizzazione della piazza e di tutti gli spazi esterni e la realizzazione del Tecnopolo, sono in arrivo ulteriori spazi come quello che consacra e stabilisce a Rimini la sede definitiva del dipartimento di Scienze per la qualità per la vita. E' infatti in avvio il progetto che porterà al trasferimento del dipartimento Quvi attualmente in locazione a palazzo Ruffi all'edificio ex Cup in via Circonvallazione occidentale. Un trasferimento già inserito nel protocollo operativo tra Comune, Università e Ausl che prevede una rifunzionalizzazione di tutti gli spazi. Tale protocollo prevede inoltre la realizzazione, anche alla luce dell'esperienza pandemica ancora in corso, di presidi sanitari diffusi sul territorio, sia nei quartieri Celle – Rivabella sia nella parte sud della città. Inoltre sempre nell'ambito del progetto Romagna Salute è prevista la realizzazione di una vera e propria casa della salute, con servizi sanitari specifici. 

"UniRimini è coinvolta attivamente in questo processo di potenziamento e riorganizzazione delle attività nell'ambito di un dialogo sempre più stretto con il territorio – sottolinea il presidente di UniRimini Simone Badioli – Un impegno che per quanto riguarda UniRimini coinvolge anche la riqualificazione della palazzina ex Arpa di piazza Malatesta destinato ad accogliere servizi per gli studenti".  "Un progetto complessivo e organico che incrocia Università, Regione e Asl – concludono il sindaco Gnassi e l'assessore Rossi Di Schio – darà sicurezza al radicamento dell'università a Rimini per i prossimi trent'anni. Rimini crede nell'Ateneo e nel suo ruolo di motore di innovazione, benessere e occupazione".  

(Rimini) “Seguiamo con apprensione le notizie sul futuro dello stabile dell’ormai ex nuova questura", rende noto il presidente di Federmoda-Confcommercio della provincia di Rimini, Giammaria Zanzini. "Non certo perché vogliamo entrare nel merito delle carte bollate, degli atti e delle sentenze dei tribunali che nel corso di lunghi anni hanno portato all’attuale situazione, ma perché monitoriamo attentamente quello che potrebbe accadere in quell’area. Apprendere della manifestazione di interesse della grande distribuzione, sentire parlare dell’intenzione di costruire una nuova area commerciale in un’area strategica che sorge a due passi dal centro storico e dal mare, per altro già servita nelle vicinanze da supermercati e negozi di prossimità, ci fa preoccupare. Quell’area va riqualificata, non c’è dubbio: per troppo tempo abbiamo assistito all’avanzare del degrado di quel complesso immobiliare, ma l’uso commerciale non può e non deve essere la panacea di tutti i mali, la soluzione di tutti gli inghippi. Se un investimento vantaggioso deve poi avere derive drastiche, per non dire letali, su un settore come il commercio credo sia meglio ripensare a questo tipo di riqualificazione. La nostra città e quel tessuto commerciale del centro storico che con tutte le forze cerchiamo di tenere vivo, può avere un contraccolpo ferale". 

A supporto basta "dare un’occhiata al report delle imprese iscritte/cessate del commercio al dettaglio nell’anno 2020 grazie ai dati elaborati dalla Camera di Commercio della Romagna su fonte Infocamere StockView. Per quanto riguarda il Comune di Rimini nell’anno appena andato in archivio si contano 86 imprese del commercio in meno, frutto di 41 iscrizioni e 127 cessazioni. Numeri da brivido, se si pensa anche che l’anno era iniziato normalmente, senza nemmeno immaginare che da fine febbraio saremmo entrati in una pandemia mondiale. Per l’occupazione, ovviamente, non va meglio, anche perché gli studi già da anni indicano che per ogni occupato nella Gdo ne vengono a meno 6 nei piccoli negozi. La desertificazione dei negozi di vicinato nei centri storici si attesta al 15%, in periferia al 13%: vogliamo continuare ad andare verso città dormitorio, verso il buio e l’insicurezza nelle vie del centro? Come abbiamo già fatto più volte in altri ambiti, ricordiamo alle amministrazioni che allettanti oneri di urbanizzazione rischiano invece di ripercuotersi sulla collettività in modo negativo. Per questo chiederemo all’amministrazione regionale di bloccare i permessi per nuovi centri commerciali in tutta la Regione, così come ha fatto le provincie autonome di Trento e Bolzano, per salvaguardare la vita del tessuto socioeconomico locale". 

Nella partita dell’area ex nuova questura, "il faro da seguire dovrà essere l’utilità per la comunità. I candidati sindaci, a cui probabilmente passerà questa palla che scotta, avranno modo di intercettare e valutare il nostro appello. Abbiamo davvero bisogno di nuovi centri commerciali, a maggior ragione in questo momento di crisi del commercio? È arrivato il momento di superare questi anacronistici progetti. Il futuro delle nostre città e anche il nostro appeal turistico passano per negozi ed esercizi di prossimità, per luoghi attrattivi e rigenerazione urbana sostenibile, per servizi diffusi e capaci di riportare al centro cittadini, sicurezza, qualità. Sono sfide per il nostro futuro, urbanistiche ma prima di tutto culturali”.

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 228.198 casi di positività, 1.273 in più rispetto a ieri, su un totale di 10.990 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’11,6%, dato che come ieri risente del minor numero di tamponi fatti nei fine settimana, e in gran parte su casi per i quali la positività è attesa.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, oltre che gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni. Da domani, oltre alle nuove forniture di dosi di Moderna e Pfizer-Biontech, si aggiungeranno anche quelle di AstraZeneca. Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid. Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 261.802 dosi, di cui 3.080 oggi; sul totale, 118.972 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 613 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 355 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 494 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 40 anni. Sui 613 asintomatici382 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing28 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 21 con gli screening sierologici10 tramite i test pre-ricovero. Per 172 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna, con 290 nuovi casi, e Modena (265); poi Rimini (129), Reggio Emilia (105), Ferrara (101); quindi Cesena (85), Parma (82), Imola (78). Seguono le province di Ravenna (55), Forlì (54), e Piacenza (29). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.036 tamponi molecolari, per un totale di 3.088.607. A questi si aggiungono anche 29 test sierologici e 2.954 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guaritesono 1.728 in più rispetto a ieri di cui 88 a Rimini e raggiungono quota175.556. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 42.773 (-487 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 40.588 (-541), il 94,9% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 32 nuovi decessi: 2 a Piacenza (un uomo di 58 e uno di 63 anni); 1 a Reggio Emilia (una donna di 86 anni); 5 nella provincia di Modena (tre donne - due di 88 e una di 92 anni - e due uomini, di 77 e 92 anni); 15 in provincia di Bologna (7 donne - di 77, 79, 81, 83, 90, 93 e 101 anni, e 8 uomini - di 64, 70, 71, 76, 77, 87, 91 e 92 anni); 2 nel ferrarese (una donna di 94 e un uomo di 64 anni); 2 in provincia di Ravenna (una donna di 92 e un uomo di 84 anni); 5 nel riminese (una donna di 90 anni e 4 uomini di 56, 72, 84 e 96 anni). Nessun decesso nelle province di Parma e Forlì-Cesena. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.869.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 183 (+2 rispetto a ieri), 2.002 quelli negli altri reparti Covid (+52). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:13 a Piacenza (-1), 10 a Parma (numero stabile rispetto a ieri), 18 a Reggio Emilia (+1), 34 a Modena (-1), 44 a Bologna (+2), 13 a Imola (invariato), 24 a Ferrara (invariato), 4 a Ravenna (+1), 2 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (invariato) e 17 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.876 a Piacenza (+29 rispetto a ieri, di cui 18 sintomatici), 15.884 a Parma (+82, di cui 59 sintomatici), 30.072 a Reggio Emilia (+105, di cui 56 sintomatici), 40.103 a Modena (+265, di cui 166 sintomatici), 45.191 a Bologna (+290, di cui 151 sintomatici), 7.447 casi a Imola (+78, di cui 33 sintomatici), 13.370 a Ferrara (+101, di cui 24 sintomatici), 17.133 a Ravenna (+55, di cui 27 sintomatici), 8.670 a Forlì (+54, di cui 35 sintomatici), 9.982 a Cesena (+85, di cui 54 sintomatici) e 21.470 a Rimini (+129, di cui 37 sintomatici).

(Rimini) A fronte della decisione delle Industrie Valentini di cessare definitivamente l’attività, le sospensioni in cassa integrazione "riguarderanno 149 lavoratori, in forza presso il sito di Rimini, che verranno sospesi a zero ore per 12 mesi. I lavoratori verranno collocati in cassa gradualmente al fine di consentire lo smaltimento delle scorte di magazzino e lo svolgimento delle procedure liquidatorie. Per il tempo strettamente necessario all’esaurimento di dette attività potrà essere eseguita la rotazione nel rispetto della fungibilità dei profili professionali", riferisce Renzo Crociati della Cgil.
"Anche in sede ministeriale l’Azienda ha precisato che sono tuttora in corso trattative con altri imprenditori interessati all’acquisizione. Le Parti hanno sottoscritto l’accordo di ricollocazione in base al quale l’Agenzia regionale per il Lavoro Emilia-Romagna, in collaborazione con le parti firmatarie, attiverà alcune specifiche azioni di politiche attive del lavoro. Si tratta principalmente dell’assegno di ricollocazione per il cui utilizzo i lavoratori verranno supportati dal Centro per l’impiego. Nel caso in cui lavoratori non scelgano l’Assegno, potranno usufruire dei servizi offerti dai Centri per l’Impiego, sempre finalizzati a favorire la ricerca di un lavoro".
L'andamento "del programma di CIGS verrà monitorato con incontri di verifica su richiesta di una delle parti. Lunedì 8 febbraio in videoconferenza si è tenuta una riunione finalizzata alla richiesta della CIG Straordinaria per cessazione di attività, richiesta dalla società Valentini Industrie". 

(Rimini) È stato uno dei 'compagni di viaggio' di Federico Fellini, dalla fine degli anni fino agli spot tv del 1992. Un quarto di secolo di luci e suggestioni che ha unito il regista riminese a Giuseppe Rotunno, uno dei più grandi maestri della fotografia internazionale, morto ieri all'età di 97 anni. La sua visione ha contribuito a rendere Amarcord uno dei capolavori del cinema mondiale, consegnando all'immaginario collettivo scene indimenticabili, quali il passaggio del Rex o l'apparizione del pavone sotto la neve in piazza.  

Quello tra Fellini e Rotunno fu un sodalizio duraturo e proficuo. Iniziarono a collaborare nel 1968 sul set di Toby Dammit, anche se i due avevano lavorato per quasi un anno alla preparazione del Viaggio di G. Mastorna. Dopo Toby Dammit arriva il SatyriconI ClownsRomaAmarcordIl CasanovaProva d'OrchestraLa città delle donneE la nave va e dopo dieci anni gli spot pubblicitari per la Banca di Roma. 

Di Rotunno si ricorda un passaggio a Rimini nel 2002, tra gli ospiti del convegno "L'eredità di Federico Fellini. Un patrimonio da conservare valorizzare trasmettere", organizzato a Rimini, al teatro degli Atti, dalla Fondazione Fellini. Mentre all'interno della grande mostra "Fellini100. Genio Immortale", allestita a Castel Sismondo per celebrare il Centenario felliniano, è stato esposto uno dei suoi esposimetri utilizzato sui set, compreso quello di Amarcord. Un 'ferro del mestiere' esposto in una sezione della mostra appositamente dedicata ai maestri della luce come Rotunno o Tonino Delli Colli, a cui sarà riservato uno spazio anche all'interno del Museo Internazionale Federico Fellini.   

Oltre a Fellini, tra le collaborazioni più importanti di Rotunno non si può non citare quella con Luchino Visconti (sul set di Senso come direttore della prima unità, Le notti bianche, Rocco e i suoi fratelli, il Gattopardo, Lo straniero) e ancora con Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini, Mario Monicelli, Valerio Zurlini, Mario Soldati, Antonio Pietrangeli e Lina Wermuller mentre tra i registi stranieri spiccano Henry King, Samuel A. Taylor, Henry Koster, Stanley Kramer, Martin Ritt, John Houston, Mike Nichols, Monte Hellmann, Bobb Fosse, Robert Altman, Alan J. Pakula, Fred Zinnemann, Terry Gilliam e Sydney Pollack. 

Nella sua lunga carriera ha vinto Sette Nastri d'argento, tre David di Donatello e una nomination all'Oscar per la migliore fotografia nel 1980 per All That Jazz - Lo spettacolo continua di Bob Fosse, film per cui vinse anche un Bafta. Un'altra candidatura agli Oscar inglesi l'aveva ricevuta nel 1976 per Il Casanova di Federico Fellini.  

Attivo, nonostante l'età avanzata, Rotunno è stato responsabile del corso di Fotografia presso il Centro Sperimentale fino al 2013 e ha supervisionato in prima persona moltissimi lavori di restauro dei suoi film tra cui quello di Rocco e i suoi fratelli di Visconti e appunto di Amarcord di Fellini, restauro realizzato in collaborazione con il Comune di Rimini. 

Lunedì, 08 Febbraio 2021 09:53

8 febbraio

“Chiuderemo i locali” | Venti morti nella rsa | Rimini 2021, Pd lontano dalla scelta

(Rimini) Venerdì scorso si è riunita la segreteria comunale del Pd Città di Rimini. Il segretario Vanni Lazzari Alberto ha aggiornato i componenti sul percorso di mandato ricevuto dalla direzione comunale, "di avviare i lavori per la realizzazione di una base programmatica quale contributo essenziale per la realizzazione di alleanze larghe, sul cosiddetto "modello Bonaccini", basate proprio sulla valutazione di proposte condivisibili e poi sulla individuazione dei candidati a sindaco".

 Ai lavori hanno partecipato 150 persone, i tavoli "si sono caratterizzati per l'alto numero di persone non iscritte ma provenienti dalla società civile. I lavori sono durati oltre 2 mesi, sino a ridosso del Natale, ed hanno consolidato i tavoli che diventeranno degli spazi di confronto tematici permanenti". Il programma pronto nella sua forma di "bozza", "verrà nei prossimi giorni condiviso tra i segretari per socializzarne i contenuti. Dopodiché il segretario, nel rispetto del mandato, si confronterà con tutte la forze interessate alla costruzione di alleanze programmatiche". Questa la motivazione per cui il segretario "non ha ancora partecipato a tavoli di lavoro".
 
Sul tema candidature, ribadisce il segretario comunale Vanni Lazzari, "lo statuto del Pd per la scelta del candidato prevede due opzioni, o una soluzione unitaria da portare all'attenzione della Direzione Comunale o la possibilità di ricorrere alle primarie quale strumento di selezione. Tale metodo prevede sia la dimensione di partito ed eventualmente di coalizione. A Rimini abbiamo il precedente del 2010, quando per la scelta di Andrea Gnassi, si svolsero le primarie di coalizione. Dal giorno dopo tutto il partito si mise al lavoro per sostenere il candidato di coalizione". Queste indicazioni statutarie non escludono le cosiddette "autocandidature", ovvero la messa a disposizione di esponenti del partito per la scelta del candidato. A Rimini abbiamo già due autorevoli esponenti del partito che hanno manifestato questa volontà e che dovranno, in ogni caso, rientrare all'interno del lavoro che il partito ha stabilito nella Direzione.
 
La discussione in segreteria "è stata molto stimolante e ha espresso molte posizioni, anche discordanti. Sul tema del programma si concorda sull'importanza che esso riveste per qualificare politicamente il ruolo che il Partito Democratico dovrà assumere nella costruzione delle alleanze. Sul tema primarie non è emersa una visione comune, tra chi le richiede esplicitamente, e chi auspica una soluzione unitaria che possa evitarle. Le motivazioni per evitarle riguardano essenzialmente preoccupazioni sull'organizzazione, difficile da pensare e attuare allo stato attuale e il timore che possano accentuare le differenze presenti all'interno del partito. Chi le richiede le considera nel loro aspetto positivo, di prevedere un confronto vero su diverse sensibilità e punti di vista presenti nel partito e nella segreteria stessa, senza inutili ipocrisie, e si appella al senso di responsabilità di tutto il gruppo dirigente affinché esse rappresentino un passaggio di trasparenza e di condivisione delle scelte che ne scaturiranno".
 
"Forte" è da parte di tutti i segretari, "la volontà di rendere gli organismi del partito sempre più parte in causa in questo particolare momento di discussione e confronto. In questo senso la segreteria rappresenta il massimo momento di sintesi politica. Si rammenta che la segreteria comunale di Rimini, unico caso conosciuto, è basata sulla partecipazione strutturale dei segretari di circolo quale elemento qualificante e di massa critica per sintetizzare le opinioni della base degli iscritti e dei simpatizzanti. Insomma non è una segreteria basata su scelte dettate dalle varie "sensibilità" in campo. Diventa essenziale quindi, per i segretari di circolo, riportare la sintesi di tutti i direttivi territoriali, come già fatto dal circolo Euterpe, per allargare la base di confronto".
 
Il segretario comunale "diventa la voce politica del partito nella sua accezione più ampia. Ricordiamo l'autonomia che aspetta al Partito Comunale per la definizione e attuazione del percorso politico. Per questo saranno previsti passaggi di confronto con il gruppo dirigente e i candidati già in campo per valutare, nel rispetto dei ruoli, come procedere per la condivisione del programma e per la scelta del candidato e favorire possibili soluzioni unitarie". In riferimento a quanto apparso nella giornata di domenica  sulla stampa locale,  "non sono emerse  posizioni condivise in riferimento a critiche sui singoli candidati. Tali affermazioni non sono quindi ascrivibili alla segreteria comunale".
Pagina 442 di 1907