Vaccini, in campo i medici di medicina generale
(Rimini) "E’ con grande senso di responsabilità che la medicina di famiglia risponde convinta alla possibilità di scendere in campo per assumere un ruolo importante nella campagna vaccinale che si sta approntando in tutto il paese contro il nemico comune". Cosi la federazione regionale dei medici di medicina generale. "L’essere riferimento costante per i nostri assistiti, essere i principali attori nelle vaccinazioni stagionali e in tutte le azioni di prevenzione ha portato la cittadinanza ad esplicitare quotidianamente la richiesta di un nostro coinvolgimento".
"Prendiamo atto dei problemi tecnici che hanno ritardato l’azione e suggerito procedure alternative, ma abbiamo la certezza che con i dovuti sostegni tutti gli ostacoli potranno essere superati, tutto il Sistema Sanitario Regionale deve muoversi come un’unica macchina con un medesimo fine: la massima copertura immunitaria possibile nel minore tempo possibile. Ed è a questo risultato che la Medicina generale può certamente contribuire". Non è il momento "di rivendicazioni di ruolo o di atteggiamenti risentiti. E’ il momento dei fatti ed a questo ci dobbiamo attenere. Siamo pronti ad adattare i modi, i tempi e i luoghi della professione per soddisfare i criteri di funzionalità e tempestività nella erogazione dei vaccini, abbiamo, quindi, in questi giorni chiesto all’Assessore alla sanità della Regione Emilia Romagna, che questo impegno venga valutato, riconosciuto ed utilizzato".
Proprio per questo "abbiamo manifestato all’Assessore la necessità di completare rapidamente le vaccinazioni rivolte a tutti i soggetti impegnati come collaboratori amministrativi dei medici di medicina generale, molti dei quali sono rimasti ancora ed incomprensibilmente non protetti dalla vaccinazione COVID 19, pur essendo in quotidiano contatto coi pazienti. La capillarità sul territorio degli studi dei medici di medicina generale e le strutture associative esistenti rende superflua la realizzazione e l’utilizzo di costose strutture in policarbonato, le così dette “Primule”, delle quali non abbiamo ancora visto neppure le fondamenta. Non possiamo non ricordare che nella recente campagna anti influenzale la medicina generale dell’Emilia Romagna è stata in grado di erogare circa venticinquemila vaccini al giorno".
Queste "dimostrate" potenzialità "non possono essere trascurate, proprio quando diventa necessario un cambio di passo per salvare l’Italia. Se, come auspichiamo, vi saranno le dosi sufficienti per raggiungere rapidamente l’agognata immunità di gregge, non possiamo pensare di poter trascurare l’opportunità di concludere la campagna in tempi brevissimi, già entro l’estate. Se sarà coinvolta la medicina generale, se vi saranno i supporti organizzativi di cui abbiamo bisogno, potremo rapidamente raggiungere tutti i soggetti più fragili, anche quelli non conosciuti come tali dall’organizzazione del Servizio sanitario regionale. Se avremo, nei nostri studi, i supporti necessari e dosi disponibili di vaccino, in virtù del rapporto di fiducia con i nostri assistiti, saremo in grado di dare un decisivo contributo alla non scontata, ma indispensabile ricerca di un consenso diffuso verso la vaccinazione. Quello per cui non siamo disponibili è di esser relegati, da un’organizzazione che volesse escluderci, a compilar scartoffie".
Epidemia, andamento settimanale: indicatori in crescita
(Rimini) Nella settimana dal 1 al 7 febbraioin Romagna si sono verificate 2.502 positività su un totale di 34.022 tamponi, con un’incidenza dunque del 7,4 per cento e, quindi, con un aumento di 0,7% rispetto alla settimana precedente. Su questo specifico indicatore si registra, rispetto alla settimana precedente, in tutti i territori, un aumento di valori compresi tra 0,2% e 0,9%, con il minimo registrato a Forlì e il massimo a Rimini; un leggero aumento emerge anche relativamente all’incidenza di nuovi casi di positività sulla popolazione residente per tutti i territori ad esclusione di Forlì, che mostra un trend discendente; Rimini e Ravenna mantengono le percentuali di nuovi diagnosticati asintomatici più alte: rispettivamente 51 e 46 per cento contro la media romagnola del 41 per cento. La performance dei tempi di refertazione dei tamponi entro le 48 ore sale al 99 per cento, la più alta da ottobre. Per quanto riguarda l'indicatore relativo alle persone ricoverate, su tutta la Romagna, a lunedì 8 febbraio, si registra la quota di 422 ricoveri; pur rimanendo l'azienda all’interno del livello rosso del Piano ospedaliero Covid, si registra un ulteriore calo di 76 ricoverati rispetto alla settimana scorsa; anche i riempimenti nelle terapie intensive sono in calo, sia in termini assoluti che percentuali. I dati settimanali, commenta Mattia Altini, direttore sanitario di Ausl Romagna “seppur registrando un leggero aumento di positività in alcuni territori della nostra Ausl, confermano un andamento positivo, se incrociati con il dato dei ricoveri, in ulteriore calo e a quello dell’occupazione delle terapie intensive. Anche la performance dei tempi di refertazione , entro le 48 ore, sale ulteriormente, attestandosi al 99%, dato più alto da ottobre. Ora, con la definizione dei prossimi step del piano vaccinale da parte nazionale e regionale, sempre augurandoci che le forniture arrivino nei tempi previsti, potremo proseguire celermente nella campagna vaccinale, per continuare ad assicurare la copertura vaccinale alle fasce più a rischio della popolazione. La nostra organizzazione è pronta, come già lo è stata fin da subito. Dobbiamo però continuare a fare tutti la nostra parte, rispettando rigorosamente le linee guida sulla sicurezza, che non ci stancheremo di ripetere , sono incentrate sull’uso della mascherina, igiene e distanziamento”.
Aggiornamento coronavirus: 152 positivi, 5 decessi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 230.078 casi di positività, 930 in più rispetto a ieri, su un totale di 30.664 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, oltre che gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni. Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid. Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 270.586 dosi, di cui 2.326 oggi; sul totale, 122.871 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati,388 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 272 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 409 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,2 anni. Sui 388 asintomatici, 287 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 24 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 4 con gli screening sierologici, 11 tramite i test pre-ricovero. Per 62 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 169 nuovi casi; poi Rimini (152), Ravenna (106), Reggio Emilia (79), Parma (68), Ferrara (66), Modena (65), Imola (64). Seguono le province di Cesena (55), Forlì (54) e Piacenza (52). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 16.666 tamponi molecolari, per un totale di 3.121.407. A questi si aggiungono anche 291 test sierologici e 13.998 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.055 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 178.414. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 41.713 (-1.162 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 39.593 (-1.131), il 95% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 37 nuovi decessi:4 a Piacenza (una donna di 68 anni e tre uomini di 76, 87 e 91 anni); 1 in provincia di Parma (un uomo di 84 anni); 2 a Reggio Emilia (due donne di 66 e 85 anni); 6 nella provincia di Modena (due donne di 78 e 96 anni, e 4 uomini: uno di 80 anni, due di 83 e uno di 88 anni); 11 in provincia di Bologna (9 donne – una di 79, una di 80, una di 82, tre di 86, una di 89, una di 91 e una di 100 anni – e due uomini rispettivamente di 66 e 96 anni); 5 nel ferrarese (due donne – di 75 e 82 anni – e tre uomini di 74, 85 e 87 anni); 2 in provincia di Ravenna (due donne: di 73 e 87 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un 90enne); 5 nel riminese (due donne di 90 e 98 anni, e tre uomini di 64, 84 e 89 anni). In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.951.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 183 (+1 rispetto a ieri), 1.937 quelli negli altri reparti Covid (-32). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 11 a Piacenza (-3), 10 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 19 a Reggio Emilia (invariato), 38 a Modena (+1), 44 a Bologna (+3), 14 a Imola (+1), 22 a Ferrara (invariato), 4 a Ravenna (invariato), 3 a Forlì (+1), 3 a Cesena (invariato) e 15 a Rimini (-2).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.989 a Piacenza (+52 rispetto a ieri, di cui 26 sintomatici), 15.969 a Parma (+68, di cui 45 sintomatici), 30.236 a Reggio Emilia (+79, di cui 37 sintomatici), 40.319 a Modena (+65 , di cui 48 sintomatici), 45.608 a Bologna (+169, di cui 93 sintomatici), 7.564 casi a Imola (+64, di cui 33 sintomatici), 13.478 a Ferrara (+66, di cui 16 sintomatici), 17.286 a Ravenna (+106, di cui 65 sintomatici), 8.762 a Forlì (+54, di cui 37 sintomatici), 10.129 a Cesena (+55, di cui 36 sintomatici) e 21.738 a Rimini (+152, di cui 106 sintomatici).
Notte rosa ad agosto, gli albergatori di Riccione dicono no
(Rimini) "No alla Notte Rosa ad agosto". Lo hanno sostenuto in un incontro questa mattina a Palazzo del Turismo con l'assessore al Turismo, Stefano Caldari, l'assessore al Bilancio, Luigi Santi e il presidente del consiglio comunale Gabriele Galassi, gli albergatori di Riccione, membri del Cda di Federalberghi: presenti il presidente Bruno Bianchini, Stefano Bertozzi, Andrea Bargellini, Daniele Tommasini, Rita Leardini, Claudio Montanari, Antonio Manduchi e Andrea Ciavatta. Sulla necessità di pensare e valutare un'altra data, diversa da quella della prima settimana di agosto per la Notte Rosa, ha trovato concorde l'intero Cda di Federalberghi, oltre che l'amministrazione di Riccione. "La Notte Rosa va fatta a giugno per ovvi motivi organizzativi ma anche nel rispetto dell'idea stessa con cui questa kermesse fu inaugurata ormai troppi anni fa", ha sostenuto l'assessore Caldari. L'incontro con gli albergatori comunque si è concentrato essenzialmente sull'investimento pubblico della tassa di soggiorno. Tassa pagata dai turisti che vengono a Riccione e che gli albergatori girano al Comune. "La tassa di soggiorno viene investita - hanno spiegato Caldari e Santi - in opere pubbliche ed eventi (un milione e mezzo preventivato nel 2021). In particolare per il nuovo lungomare, per il dragaggio del porto e per la manutenzione delle strade e del verde nella zona turistica". "Per l'amministrazione - hanno spiegato gli assessori - la tassa di soggiorno pagata dai turisti che scelgono la nostra città deve essere investita per opere pubbliche che rendano Riccione sempre più accogliente". Infine l'assessore Caldari ha rimarcato la grande esperienza di Riccione in Treno, assolutamente da ripetere anche allargandolo e comprendendo un progetto magari Riccione in Volo col coinvolgimento dell'aeroporto per una proposta turistico internazionale sul quale poter coltivare una comunicazione e promozione condivisa tra amministrazione e Federalberghi.
Zaki, Santi scrive ai sindaci per chiedere cittadinanza
(Rimini) Il presidente della Provincia Riziero Santi ha scritto ai sindaci del territorio per proporre di riconoscere la cittadinanza onoraria dei Comuni a Patrick Zaki, detenuto ingiustamente da oltre un anno nelle carceri egiziane. “Sono stato contattato dall’associazione Sarà. Rimini al futuro – dichiara il presidente Santi - che mi ha chiesto di sostenere questa iniziativa con i nostri Comuni, seguendo l’esempio del Comune di Bologna, il cui Consiglio comunale ha approvato all'unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria di Bologna. Non si tratta di ingerenze negli affari interni di un altro Stato, ma di garantire un processo equo e il rispetto della libertà individuale, perché la condizione di detenzione preventiva di Patrick, che soffre d’asma e con la pandemia entrata nelle carceri egiziane, è incompatibile con il rispetto dei diritti umani. Il conferimento della cittadinanza onoraria da parte dei Comuni della provincia di Rimini sarebbe un segnale di civiltà e di vicinanza concreta a Patrick e alla sua famiglia, oltre che un modo per tenere alta l’attenzione su questa terribile vicenda. Penso sia giusto e doveroso far sentire la nostra voce, in attesa dell’auspicabile concessione della cittadinanza italiana. Ringrazio l’associazione Sarà. Rimini al futuro per essersi fatta promotrice della proposta e confido che i nostri sindaci sapranno fare propria questa iniziativa.”
Giorno del ricordo: medaglia commemorativa per Enea Curzio Lami
(Rimini) La pulizia etnica contro gli italiani della Venezia-Giulia, dell’Istria e della Dalmazia, perpetrata dalle milizie comuniste titine e il conseguente esodo delle ex provincie italiane (Pola, Fiume e Zara) annesse dalla Jugoslavia, sono ormai conosciute come la tragedia delle foibe, ricordata da una legge dello Stato del 2004 che ha istituito “Il Giorno del Ricordo” - fissato al 10 di febbraio quando ricorre l’anniversario del trattato di pace firmato con la Jugoslavia nel 1947 -, per rinnovare la memoria e omaggiare le vittime dei massacri avventi tra il 1943 e il 1948 nelle terre del cosiddetto ‘confine orientale’.
“Alla pena dell’esodo, della perdita delle proprietà e dei luoghi natii”, ha evidenziato il Prefetto nel suo intervento introduttivo, “si aggiunse per gli esuli giuliani e dalmati anche quella del misconoscimento e della mancata giustizia. Chi ha fatto in tempo a incontrare e conoscere diversi esuli giuliani e dalmati, non può non ricordare il loro particolare disagio. Oltre a essere colpiti dal dramma dell’esodo erano pure esasperati dalla mancata tutela delle loro legittime richieste e dal silenzio ufficiale sulla loro drammatica sorte. Basti pensare che si dovette attendere fino al 1991 perché un Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, si recasse in pellegrinaggio all’area monumentale costruita sopra la foiba di Basovizza, l’unica rimasta in territorio italiano”.
Nella circostanza hanno portato il saluto anche l’Assessore Jamil Sadegholvaad per il Comune di Rimini e la dott.ssa Monica Paliaga, in rappresentanza della associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, dell’Unione degli istriani – libera provincia dell’Istria in esilio e del Comitato 10 febbraio (n.d.r. le tre associazioni rappresentative).
Nel corso della sobria ed emotivamente intensa cerimonia, il Prefetto, affiancato dall’Assessore, ha consegnato ai familiari superstiti del bersagliere Enea Curzio Lami, i diplomi e le medaglie commemorative conferite dal Presidente della Repubblica, ai sensi della legge 30 marzo 2004, n. 92, alla memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale.Hanno ritirato, ciascuno di essi il relativo diploma e la medaglia singolarmente attribuiti, il fratello Tito Lami e i nipoti Francesca Lami, Lorenzo Lami e Alessandro Lami. Presente alla cerimonia anche il Vicepresidente dell’Associazione nazionale Bersaglieri di Rimini Ivo Marcaccini, attesa l’appartenenza a tale Corpo del militare ricordato (fotoservizio Migliorini).
Giorno del ricordo, corona di alloro sulla biblioteca di pietra
(Rimini) Con una cerimonia sobria, nel rispetto delle restrizioni anti-COVID19, si è svolta questa mattina, alla “Biblioteca di pietra”, Molo di Rimini - la solenne commemorazione per il ricordo delle vittime del confine orientale. La “Biblioteca di pietra”, dedicata alle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle drammatiche vicende del confine orientale è un monumento che parla e può crescere. Quest’anno infatti ha visto aggiungere ai 30 autori già presenti sulle pietre delle scogliere, una nuova targa di ottone che riporta una nuova opera. È quella realizzata da Simone Cristicchi intitolata “Magazzino 18. Storia d’italiani esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia” , che lo scorso anno era presente alla commemorazione sul molo di Rimini e ha presentato nel Teatro Galli il suo spettacolo.
Presenti alla commemorazione il Sindaco Andrea Gnassi, il Prefetto di Rimini Giuseppe Forlenza e i rappresentanti delle tre associazioni presenti a Rimini che rappresentano gli esuli - “Unione degli Istriani”; “Ass.ne Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia” e “Comitato 10 Febbraio”. L’evento è stato organizzato, in stretta sinergia con l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea di Rimini.
“Rinnoviamo con grande consapevolezza e lucidità questo momento - dichiara il Sindaco Andrea Gnassi - il ricordo delle vittime del confine orientale. Con le associazioni delle vittime degli esuli e con l’Istituto storico della resistenza abbiamo voluto fare qualcosa di profondo. La Biblioteca di Pietra è davvero una cosa unica. Questo mare che bagna terre lacerate dal sangue e dalle atrocità come quelle delle foibe, possono tentare di ricostruire una relazione per il futuro, anche attraverso la forza del sapere della conoscenza della cultura. La forza dei libri ci dà degli strumenti per tessere anche questo tipo di relazioni, di pace e non di odio.”
Turismo, Gnassi: "2020 anno orribile"
(Rimini) “Il ciclone pandemia- introduce il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi- ha mandato in sofferenza la sanità e le economie di tutto il mondo ma, dentro a questo dramma, c’è un settore industriale che ha pagato più degli altri per la sua natura: il turismo. I dati internazionali e nazionali confermano il 2020 anno orribile per l’accoglienza di ogni Paese. La provincia di Rimini è dentro a questo trend. Ma a differenza di tanti altri competitor ne uscirà prima e meglio”.
Nel 2020, la provincia di Rimini ha fatto registrare una contrazione di arrivi e pernottamenti turistici rispettivamente del 45,9 e del 44,4 per cento. In termini assoluti il territorio riminese nell’anno della prima e seconda ondata del Covid, dei lockdown e della paralisi di qualunque flusso da e per l’Italia ha perduto 7.206.908 presenze e 1.1738.042 arrivi rispetto al 2019. Il Comune di Rimini, leader per flussi internazionali con percentuali oltre il 30 per cento contro una media provinciale inferiore di oltre 8 punti, e ormai da novembre a giugno forte di un settore fieristico e convegnistico che ha segnato record nazionali mai visti, è risultato particolarmente penalizzato dall’irruzione del virus con conseguente stop ai viaggi, soprattutto internazionali.
Si tratta di una fotografia in linea con il trend nazionale (meno 54-56% rispetto all’anno precedente, con circa 240milioni di presenze in meno per l’Italia) e al trend europeo (-50,9% nei primi nove mesi del 2019). I dati nazionali e le elaborazioni di Governo e Istat, evidenziano ad ogni livello che le città a forte vocazione turistica, (città d’arte, vocazione internazionale business etc) come Rimini, Firenze, Venezia, Roma, Milano sono in assoluto le più colpite.
Il 2020 per il turismo riminese, così come per quello dell’intero Paese, segna uno spartiacque, si è interrotta una crescita che durava da almeno 20 anni, se si eccettua il rallentamento a seguito della crisi globale del 2008-2009. In particolare, dopo un quinquennio consecutivo in forte in crescita per il nostro territorio comunale, con un dato mai rilevato prima sulla componente estera per la città di Rimini (che aveva superato la soglia psicologica del 30 per cento sul totale), il turismo segna per la prima volta una battuta d’arresto mai registrata prima, a causa della situazione pandemica.
Il 2019, infatti, aveva fatto registrare un ulteriore record dei flussi turistici negli esercizi ricettivi riminesi con un +2,5% di arrivi e +1,1% di presenze, unico comune della Riviera di Rimini a segnare un tasso positivo per quanto riguarda i pernottamenti del 2019.
L’espansione dei flussi turistici sembrava confermata dalle prime evidenze dei dati di gennaio dell’anno 2020 (+2,3 gli arrivi totali nel comune di Rimini e +6,1% le presenze totali a Rimini rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Ma già dal mese di febbraio si rendono visibili i primi effetti della pandemia e delle conseguenti misure di contenimento sul nostro territorio, fino ad arrivare al mese di marzo che segna -94,7% di arrivi e -71,3% di presenze. Nei mesi del lockdown (in particolare da marzo a maggio) la domanda quasi si azzera. In particolare, il calo delle presenze è pari a -90,7% ad aprile, e -89,1% a maggio. Pressoché assente la clientela straniera (92,9% ad aprile e -95,4% a maggio). Nel mese di giugno 2020, in seguito alla possibilità di ripresa degli spostamenti interregionali, i flussi turistici iniziano lievemente a risalire, tuttavia, le presenze totali rappresentano appena il 19% di quelle registrate nello stesso mese del 2019: la perdita di presenze rimane alta soprattutto per la componente straniera (-92,3% di presenze estere a giugno) rispetto a quella domestica (-76%%).
Il trimestre estivo (luglio, agosto e settembre 2020) vede un recupero parziale, in particolare nel mese di agosto che registra un -10,2% di arrivi e un -19% di presenze, con un chiaro movimento positivo per quanto riguarda la componente domestica (+1,3% di arrivi italiani a Rimini nel mese di agosto), mentre risulta ancora penalizzata la componente estera che, nel mese di agosto 2020, registra un -43,5% di arrivi. Nel trimestre luglio-settembre, infatti, le presenze totali sono pari a circa l’88% di quelle registrate l’anno precedente, con una perdita di 384.806 presenze.
A settembre la variazione negativa delle presenze totali torna ad ampliarsi, arrivando a -34,8%. Il comparto alberghiero in particolare registra una maggiore sofferenza rispetto a quello extraricettivo: le presenze alberghiere registrate nel 2020 sono meno della metà (il -48,5%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extralberghiero il -25,9%.
Dei turisti stranieri, il 20% (155.229 presenze) è rappresentata dai tedeschi (storicamente, insieme ai russi, i principali clienti esteri delle strutture ricettive riminesi), seguono i clienti provenienti da Svizzera e Liechtenstein (con una quota rilevante del 16,5%), Romania (7,0%) e Russia (47.593 presenze, pari al 6% sul totale estero).
“I dati statistici di fine anno consegnano un 2020 disastroso per il settore del turismo a livello nazionale e internazionale, il più colpito dalla pandemia", ribdisce Gnassi. "Nel 2020 tutte le strutture ricettive del Paese hanno subito un profondo shock. Con aerei a terra, hotel chiusi e restrizioni di viaggio applicate praticamente in tutti i paesi del mondo, si è interrotta una crescita che durava da almeno 20 anni. Gli alberghi nelle città d’arte e d’affari, come dicono i rilevamenti nazionali, si sono fermati a marzo dello scorso anno e per lo stop a musei e mostre, meeting, fiere e congressi non sono più riusciti a ripartire, azzerando in questo modo il business travel. Rimini in particolare, la destinazione più forte sul fronte delle presenze turistiche straniere, l’unica città della Riviera di Rimini a sfondare il 30% di presenze straniere, grazie anche al forte traino del mercato russo e del mercato tedesco, e la destinazione più forte per il turismo business grazie alla Fiera e al Palacongressi, ha registrato anche, inevitabilmente, il calo più sensibile. Va rilevato però che appena gli effetti della pandemia hanno iniziato a registrare una ripresa, gli italiani in particolare hanno subito premiato la vacanza sicura a Rimini, la terra del sorriso, registrando una progressiva crescita che nel mese di agosto 2020 ha visto un segno più, +1,3%, sul fronte degli arrivi italiani. Un segnale inaspettato all’inizio di una stagione gravemente intaccata dall’emergenza sanitaria. E’ stato colto e premiato il messaggio che abbiamo voluto inviare agli italiani con la massiccia campagna di comunicazione in tv, così come hanno rassicurato le misure sul fronte della sicurezza e delle iniziative ‘open space’ messe a punto insieme agli operatori turistici e balneari, che hanno consentito un recupero importante e che hanno fatto parlare di Rimini in tutto il mondo come emblema delle vacanze sicure in Italia. Ovviamente non basta. E questo significa, per Rimini, come non possa e non debba non continuare la rivoluzione in atto sul cambiamento e sulla rigenerazione urbana. E’ il radicale cambiamento della qualità e del prodotto turistico che porrà, entro il 2023, la città nella condizione di essere la più moderna e avanzata dell’intera area mediterranea. I grandi investimenti privati di soggetti nazionali e internazionali che sono arrivati negli uffici comunali con progetti da Rivabella a Bellaria a Miramare, su tutto il lungomare, sono il segno di una città che con il suo cambiamento conterà sull’attrazione di turisti nei prossimi anni. La rivoluzione della rigenerazione in chiave ambientale della città, svolta su hardware (le infrastrutture) e software (esperienze), è un punto fermo, una luce di futuro, un’ancora di salvezza con i progetti che andranno a completarsi entro l’anno, Parco del Mare e Museo Fellini sopra tutti. Così come siamo al lavoro, insieme ad Apt Emilia Romagna e Visit Romagna, per rilanciare le nostre destinazioni con nuove campagne tv e web a livello nazionale ed estero per il rilancio del turismo in vista della prossima stagione, sperando negli effetti della campagna di vaccinazione in corso. Oggi, allorché ci saremo lasciati alle spalle l’emergenza sanitaria, una città come Rimini, trasformata e pronta a essere ancora più competitiva sul piano internazionale, avrà le carte in regola per aprire una nuova fase, una nuova prospettiva. Certo che dovremo concentrarci sul turismo di prossimità e nazionale nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Ma chi rinuncia alla dimensione competitiva internazionale, con una rivoluzione di prodotto urbana e ambientale, decide di fatto di ritirarsi dal mercato".
Infrastrutture, grandi opere, cantieri sono le tre voci che anche il presidente del consiglio incaricato Draghi ha messo al primo posto per il rilancio del turismo nella sua agenda di governo. "Speriamo che alle parole seguano i fatti. E i fatti sono quelli di un grande comparto industriale, quello del turismo appunto, in difficoltà estrema che ora, e non domani, deve essere aiutato e sostenuto, così come avviene per altri comparti produttivi tradizionali, con interventi strutturali e finanziari straordinari. Obiettivi su cui Rimini sta lavorando da lungo tempo e occorre che con la stessa tenacia con cui il nostro territorio ha sviluppato progetti come Metromare, la nuova Statale 16, la viabilità, cantieri culturali e nuovo lungomare, azioni a sostegno di Fiera e aeroporto (ancor più forti del via libera appena arrivato dall’Unione Europea al sostegno statale per l’aeroporto di Rimini), occorre che anche l’Italia faccia lo stesso per rilanciare il turismo che da tempo chiede una politica industriale a sostegno delle proprie attività. Ci dovranno essere interventi infrastrutturali, penso al corridoio adriatico, così come ristori veloci e veri per le attività in grave difficoltà e l’estensione di bonus edilizi alle strutture ricettive che vogliano riqualificare; penso alla rigenerazione con il bonus 110 su cui nelle prossime settimane il Comune di Rimini aprirà un ufficio speciale e ad azioni non per ‘mattonizzare’ di palazzine, ma riconvertire strutture fuori mercato da decenni; penso anche al bonus vacanze così come politiche generali che tornino a favorire i consumi in primis del mercato interno. Infine, e ovviamente, sarà decisiva e arma finale l’organizzazione della campagna vaccinale, in Italia e in Europa. Noi, Rimini, come ha detto il presidente Bonaccini, con le forze intere di comunità, dall’Ausl, ai dipendenti comunali, alle associazioni, alla Protezione civile, abbiamo già predisposto modelli organizzativi avanzati per vaccinare tutta la popolazione provinciale entro giugno. Se ovviamente saranno disponibili i vaccini".
Beky Bay e Bay Fest: “Pronti per la ripartenza, nonostante le incertezze”
Sarà il raggruppamento costituito da Hub Music Factory e da Lp Rock Events a gestire il Beky Bay per le prossime sette stagioni, dal 2021 al 2027. E’ l’esito del bando comunale pubblicato allo scopo. Una scelta, spiega l’amministrazione di Bellaria Igea Marina, “ispirata dall’obiettivo di consolidare Beky Bay quale location a chiara vocazione turistica, in ragione di forti elementi esclusivi di richiamo territoriale ed extra territoriale: uno dei pochissimi contenitori on the beach rimasti in riviera nel suo genere, ospitato in una zona di pregio dalle grandi potenzialità”.
Al nuovo gestore, scelto tra quattro proposte “di alto profilo”, toccherà posizionare anche un nuovo palco idoneo allo svolgimento di grandi manifestazioni. Del resto, alle grandi manifestazioni i vincitori del bando ci sono abituati.
“Lavoriamo su Bellaria dal 2015, con la prima edizione del Bay Fest”, spiega Tiziana Seregni, amministratore di Hub Music Factory. “Sin da allora è partita la collaborazione con i ragazzi di LP. E’ insieme a loro che abbiamo fatto crescere il Bay Fest fino all’edizione del 2019 creando un vero e proprio festival di tre giorni. E’ stata un po’ una consacrazione, con tutti gli eventi in soldout”.
Per suonare al Bay Fest, sulla spiaggia di Bellaria sono arrivati Bad Religion, Pennywise, Offspring e tantissime rock band di fama internazionale. Come internazionale è il pubblico, composto da giovani provenienti da tutto il mondo. Il prossimo Bay Fest sarà una sfida per la ripartenza di uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, anche se ad oggi l’incertezza è tanta.
“Sì. Sicuramente, per noi è una grande sfida per la ripartenza, anche se ovviamente non è tutto nelle nostre mani. Chiediamo una ripartenza vera per tutto il settore, chiediamo strumenti. Noi ce la stiamo mettendo tutta”, assicura Tiziana. “Un luogo così importante sul mare può dare tanto e attrarre tante persone da ovunque. Mi auguro che si possa ricominciare al più presto, a partire da una efficace campagna vaccinale, e che possiamo riprendere da dove questa pandedemia ci ha stoppati. Noi siamo fermi dallo scorso febbraio: un anno preciso”.
Cosa accadrà, quindi, al Beky Bay quest’estate? “Il Bay Fest prevede tantissimi artisti internazionali e purtroppo questa sarà una cosa molto difficile per l’estate del 2021. Si spera di poter ospitare degli ottimi nomi di artisti italiani. Poi chi lo sa, magari la campagna vaccinale funziona e allora sarà un altro paio di maniche”.
Il desiderio è tornare al più presto a fare i concerti come prima, ma bisognerà capire cosa diranno i prossimi dpcm. “Siamo col fiato sospeso”, conclude Tiziana.
Export, la Regione finanzia sei progetti riminesi
(Rimini) Un incentivo a diversificare i mercati per rafforzare la propensione all’export del sistema produttivo regionale, mettendo a disposizione delle piccole e medie imprese da sole o in forma aggregata finanziamenti a fondo perduto per la promozione e la partecipazione ad eventi fieristici. Sono 204 le domande approvate e finanziate dalla Regione con 2 milioni di euro per progetti in grado di favorire l’accesso a nuovi mercati e a nuovi canali di vendita, soprattutto digitali, e per rafforzare la parte di commercio estero all’interno dell’azienda.
Si tratta della prima call di due bandi regionali del programma Emilia-Romagna Go Digital, che complessivamente mettono a disposizione oltre 5 milioni di euroa sostegno di progetti dei consorzi e di singole imprese per promuovere l’export e per la partecipazione a eventi fieristici nel 2021.
“Sono progetti che consentiranno di avere ricadute economiche e occupazionali anche in Emilia-Romagna- spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla-. Ma soprattutto si tratta di un incentivo a recuperare terreno sui mercati internazionali, dopo lo stop dettato dalla pandemia. Proprio l’emergenza sanitaria, che blocca gli spostamenti e gli eventi in presenza, rende necessario per le imprese incrementare la propria presenza ed attività sui canali commerciali digitali”. Le misure dei due bandi sono state destinate a Pmi e Consorzi per l’internazionalizzazione con sede in Emilia-Romagna per progetti realizzati nel periodo tra il 1^ gennaio 2021 e il 31 dicembre 2021.
Le domande per provincia. In questa prima fase (che si è chiusa a dicembre scorso) sono 52 le domande ammesse nel bolognese per un contributo di oltre 500 mila euro, 9 quelle ammesse in provincia di Ferrara (quasi 88mila euro), 19 a Forlì-Cesena (190mila euro). Nel modenese sono 34 le domande finanziate con quasi 340mila euro, 24 a Parma (233mila), 6 nel piacentino (quasi 60mila euro), 25 a Ravenna (circa 246mila euro), 29 a Reggio Emilia (283mila) e 6 a Rimini (60mila euro).
Alla seconda fase si potranno presentare le domande a partire dalle ore 12 del 1^ giugno 2021 e fino alle ore 16 del 30 giugno 2021.
Cosa prevede il Bando per le Pmi. Il bando destinato a piccole e medie imprese per progetti di promozione dell’export e per la partecipazione a eventi fieristici 2021 assegna un contributo del 100% del costo del progetto, fino a un massimo di 10 mila euro.
Le tipologie delle spese che possono essere finanziate riguardano ‘business to business’ (b2b) ed eventi (partecipazione a eventi promozionali o b2b fisici o virtuali realizzati da organizzatori internazionali); la partecipazione a fiere all’estero o in Italia con qualifica “internazionale” di natura fisica o virtuale. In quest’ultimo caso per fiere in presenza saranno ammessi i costi per affitto spazi, allestimento (incluse le spese di progettazione degli stand), gestione spazi, trasporto merci in esposizione e assicurazione delle stesse, ingaggio di hostess/interpreti; mentre per le fiere virtuali saranno ammessi i seguenti costi: iscrizione alla fiera e ai relativi servizi, consulenze in campo digital, hosting, sviluppo piattaforme per la virtualizzazione, produzione di contenuti digitali, accordi onerosi con media partners, spese di spedizione dei campionari.
Cosa prevede il Bando Consorzi di imprese. Questo bando sostiene specifici progetti aggregati di promozione internazionale digitale realizzati dai Consorzi, attinenti alle attività promozionali e a quelle permanenti di cooperazione produttiva, commerciale e tecnologica all’estero. L’obiettivo di puntare l’attenzione sulla necessità, per i consorzi e per le imprese consorziate, di dotarsi di competenze e strategie per lo sfruttamento dei nuovi canali commerciali digitali a livello internazionale.
Il contributo che potrà essere erogato è pari al 50% del progetto, e le spese che potranno essere finanziate riguardano la valutazione per l’avvicinamento ai servizi digitali e virtuali e la definizione di un piano export digitale; il temporary export manager e/o digital export manager; il marketing digitale: le consulenza per l’avvio e sviluppo di business on line b2b e b2c; la realizzazione di siti web e materiali di promozione nonché b2b ed eventi virtuali o in presenza e fiere internazionali (sia all’estero che in Italia). La presentazione delle domande è aperta fino al 15 marzo 2021.