Festa della donna: premiate sette imprenditrici
(Rimini) Si celebra oggi la festa internazionale della donna, in un anno che rende ancora più sentita questa ricorrenza, proprio perché i mesi di pandemia hanno messo in luce come siano state soprattutto le donne ad essere maggiormente penalizzate, sia dal punto di vista sociale, che dal punto di vista economico. Nella giornata dedicata alle donne, il Comune di Rimini ha voluto premiare, in collegamento video, le imprenditrici riminesi di successo che grazie alla loro sensibilità e al loro impegno in diversi ambiti professionali sono state capaci di offrire servizi diversi, di inventarsi e di innovare, di guardare al futuro con creatività.
Le donne premiate quest'anno sono le stesse imprenditrici indicate dalle associazioni di categoria (Cna, Confartigianato, Confcommercio, Associazione Albergatori, Confindustria, Confagricoltura e Confcooperative) nel 2020, ma che non avevano potuto ricevere l'attestato a causa della prima ondata di pandemia che aveva impedito, proprio un anno fa, di celebrare l'annuale cerimonia di riconoscimento. Paola Batani (amministratrice Gruppo "Batani Select Hotels"), Alessia Valducci, (Valpharma International Spa), Eleonora Marino (Konetica SRL nido d'infanzia), Anna Maria Assirelli (Società Agricola F.lli Ricci), Marta Quarantini (Cooperativa Sociale C.E.M.I. Centro di educazione musicale infantile – Metodo Suzuki), Serena Gorini (Immaginazione srl), Valentina Matteo (Mier Concept Place -crafter gallery, bistrot & coworking) sono le sette imprenditrici che operano nel campo del turismo, della medicina, dell'educazione, della musica, dell'agricoltura, dell'arte visiva, dell'artigianato, dei servizi innovativi che, intorno al tema 'La resilienza dei sogni, capacità e creatività delle donne imprenditrici', hanno ricevuto il riconoscimento dell'amministrazione.
"Sono tra quante credono - ha detto in video conferenza durante la cerimonia, Gloria Lisi, Assessore alle pari opportunità e Vicesindaco del Comune di Rimini –che ogni limite apra ad un'opportunità. Sono anche convinta che si debba essere sempre pronte a cogliere le opportunità. La pandemia, la crisi economica, la rivoluzione digitale, hanno cambiato e stanno cambiando radicalmente la società producendo senso di precarietà ma, contemporaneamente, dovrebbero anche lasciarci delle consapevolezze che devono poi sedimentare in una tensione all' immaginare il domani. Possiamo dire che nel mondo globalizzato bisogna essere pronti ad affrontare il cambiamento, e sappiamo che la rotta dovrà essere un'idea di futuro. Oggi, 8 marzo, vorrei sottolineare ancora una volta come le donne - capaci ad aggregare energie, adeguarsi ai cambiamenti, oltre a svolgere faticosamente quell'infinito lavoro di cura quotidiano - siano la sicurezza nell'incertezza ed il loro lavoro, capacità di resistenza e di visione. Per questo abbiamo voluto continuare a riconoscere lo spirito d'impresa delle donne in una giornata simbolica: riconoscere il talento e la tenacia. Grazie a tutte voi".
Tutte le donne e amministratrici della giunta del Comune di Rimini si uniscono con i loro auguri alle donne. "Nel giorno della festa delle donna – dice l'assessore Roberta Frisoni -il mio augurio è che, come dice Rodari, ci sia sempre il sereno nel cuore delle bambine e delle donne. Personalmente, il lavoro che ho svolto in questi anni in cui ho ricoperto la carica di Assessore al Comune di Rimini, sono riuscita a svolgerlo, come donna e mamma, grazie anche ad un grandissimo lavoro di squadra e supporto a livello familiare. Un compagno che mi sostiene e collabora, figli partecipi e consapevoli degli impegni dei genitori e nonni sempre disponibili. Sono consapevole che per molte, moltissime donne, conciliare lavoro e famiglia non è affatto facile, soprattutto quando mancano i sostegni familiari che nel nostro paese, purtroppo, sono ancora fondamentali in molti casi. L'argomento è di stretta, strettissima attualità. La pandemia lo ha solo esploso drammaticamente. Servono sostegni alle famiglie e serve una azione politica che supporti veramente l'inserimento lavorativo delle donne e la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro con misure, come congedi, straordinari, ristori, adesso, per far fronte all'emergenza e con azioni strutturali che diano prospettiva da mettere subito in atto. Lo smart working, ad esempio, per molte professioni può essere una modalità per conciliare vita e lavoro".
"Il mio pensiero - così l'assessore all'innovazione digitale e ai servizi civici, Eugenia Rossi di Schio - va alle troppe donne lavoratrici che in questo periodo di pandemia hanno perso il lavoro: nel 2020 tre volte più degli uomini. Non solo, il 2020 è stato segnato da un tasso più alto di violenze donne rispetto al 2019. Fatti difficili da digerire e che richiedono l'impegno di tutti, dai cittadini alle istituzioni, per poter cambiare le cose. Ma le donne sono forti: a loro il mio augurio di risollevarsi al più presto". "Ringrazio – commenta l'Assessore alla protezione civile Anna Montini - le tante volontarie donne che, insieme a tanti uomini, pur in mezzo alle difficoltà, stanno aiutando le famiglie in un momento difficile e che in questi ultimi mesi si sono unite numerose al gruppo di volontari di protezione civile comunale e ad altre associazioni, dedicando tempo, passione e dedizione alle persone a cui la pandemia ha comportato maggiori difficoltà".
8 marzo
Scatta il rosso, al via i controlli | “Fermento in spiaggia” | Reddito di libertà
Zona rossa, Gnassi: decisione sofferta ma inevitabile
(Rimini) L'istituzione della zona rossa "è stata una decisione estremamente sofferta, ma inevitabile". Lo spiega il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. "I numeri parlano più di qualsiasi altra opinione. Ausl e Regione ci hanno presentato attraverso dati inequivocabili e francamente preoccupanti, la necessità di adottare il provvedimento più restrittivo per cercare di controbattere, subito e senza aspettare le analisi già vecchie del Governo. Su questo bisogna essere chiari. L'indice RT utilizzato dal Governo per definire i colori delle zone è costruito a livello nazionale su dati risalenti a 10/12 giorni addietro e non su una scala subregionale, provinciale o di area vasta".
La "nostra organizzazione sanitaria ed il coordinamento tra regioni (che deve adottare le ordinanze) l'ASL, gli enti locali e le Prefetture permettono di avere dati attuali e di prospettiva, giorno per giorno. Su questi dati puntuali vanno prese decisioni in relazione alle evidenze e alle indicazioni dell'ASL. Il dato per la Provincia di Rimini e la Romagna è che c'è un virus che ha ripreso a correre con una velocità e una diffusività che non lasciano spazio a tentennamenti".
Vi è un "aumento di contagi superiore al 60% in una sola settimana. Tutta la Romagna ha l'incremento percentuale dei casi più alto in Regione insieme a Bologna e Modena. Con tali dati l'attività di tracciamento e isolamento dei nuovi casi non può reggere. Inoltre, aumentano i ricoveri, sia nei reparti ordinari, sia in terapia sub intensiva e intensiva. Tutto ciò rischia di incidere sempre più su prestazioni medico sanitarie e chirurgiche non Covid che potrebbero non essere garantite ai livelli previsti. Si registra, a fronte di una soglia critica individuata in 500 casi per 100mila abitanti su 14 giorni, una media della Romagna di 760 casi, 850 per la Provincia di Rimini, con un tasso di occupazione di posti letto nelle nostre strutture ospedaliere ancora sotto controllo, ma in netta crescita. Occorre quindi agire in maniera tempestiva, con la speranza che si tratti dell'ultima stretta da affrontare, nella consapevolezza che questi ennesimi sacrifici, insieme ad una necessaria e urgente accelerazione della campagna vaccinale, possano consentirci di guardare alla primavera ed all'estate con nuove e fiduciose prospettive".
Per Gnassi "è chiaro a tutti che tutto dipenderà dalla campagna vaccinale, che ha bisogno di un salto radicale, e da ristori e sostegni precisi e rapidi alle imprese, alle quali non si possono più sventolare le ragioni della burocrazia. I Comuni, che sono in presa diretta con le imprese, lavoratori e famiglie, hanno avanzato proposte che vengono dal mondo reale dei problemi e dei sacrifici. Abbiamo chiesto al Governo che siano rapidamente accettate."
"Nessuno prende queste decisioni a cuor leggero, soprattutto oggi, con sulle spalle il peso di un anno di restrizioni, di chiusure, di stop and go, che finiscono per logorare famiglie e attività economiche. E soprattutto, ferisce dover tenere ancora chiuse le porte di asili e scuole. Una verità dolorosa, come ci dicono i dati di oggi, è che le varianti del virus non stanno risparmiando le fasce di età più giovani, appare una decisione estrema, ma non aggirabile. Non esiste un fondo che possa risarcire i nostri bambini e i nostri ragazzi per tutta l'esperienza educativa, formativa e di vita che stanno perdendo. Occorre però essere chiari: la scuola è già da diverso tempo un'emergenza nazionale, non meno preoccupante di quella strettamente sanitaria, che coinvolge tutti, dalle istituzioni agli studenti. Oltre a rappresentare una enorme difficoltà per le famiglie nella gestione quotidiana, rinunciare alla didattica in presenza significa alimentare un impoverimento educativo, relazionale, oltre che culturale. Credo che il sistema Paese debba pensare ad un grande piano nazionale con al centro un investimento straordinario per il recupero della socialità ferita e del tessuto formativo che solo la scuola in presenza può fornire".
Nei prossimi giorni "ci confronteremo ancora con il mondo della scuola e delle famiglie per mettere a disposizione come Comune, appena sarà possibile e durante tutto l'anno, ulteriori azioni e progetti, valutando anche l'utilizzo di luoghi pubblici della città diffusa, che potranno aprire nuovi orizzonti e offrire inedite opportunità.Siamo stanchi, colpiti al cuore, ma non si può mollare. i prossimi mesi e l'anno in corso saranno quelli dell'uscita e della ripartenza".
Aggiornamento coronavirus: 246 positivi, 7 decessi, +2 in terapia intensiva, 205 guariti
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 276.601 casi di positività, 3.232 in più rispetto a ieri, su un totale di 36.607 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 8,8%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, poi gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per quelle dagli 80 agli 84 anni, iniziate il 1^ marzo. Poi il personale scolastico e le forze dell’ordine.
Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.
Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 467.897 dosi; oggi, sempre a quell’ora, 11.209, e le aziende proseguono per l’intera giornata. Sul totale, 151.823 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.369 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 649 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 860 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42 anni.
Sui 1.369 asintomatici, 657 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 72 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 75 con gli screening sierologici, 9 tramite i test pre-ricovero. Per 556 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 852 nuovi casi e Modena con 610; poi Reggio Emilia (334), Rimini (246), Cesena (243), Ravenna (219), Parma (203), Ferrara (201). Seguono il territorio di Imola (143), il circondario di Forlì (112) e la provincia di Piacenza (69).
Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 20.832 tamponi molecolari, per un totale di 3.521.668. A questi si aggiungono anche 641 test sierologici e 15.775 tamponi rapidi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.073 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 213.413.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 52.442 (+2.134 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 49.414 (+2.034), il 95 % del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 25 nuovi decessi: 9 in provincia di Bologna (7 donne di 70, 72, 80, 81,82, 89 e 93 anni e 2 uomini rispettivamente di 83 e 86 anni), 7 in provincia di Rimini (4 donne di 70,84, 86 e 93 anni e 3 uomini di cui uno di 72 anni, uno di 81 e uno di 92 anni), 3 in provincia di Parma ( 3 donne di 72,76 e 82 anni), 2 in provincia di Ferrara (due uomini rispettivamente di 73 e 74 anni), 2 in provincia di Reggio-Emilia (2 donne di 80 e 83 anni) e 2 in provincia di Ravenna (1 uomo di 71 anni e una donna di 83 anni). Nessun decesso viene registrato nelle province di Modena, Forlì-Cesena e Piacenza.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.746.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 275 (+9 rispetto a ieri), 2.753 quelli negli altri reparti Covid (+91).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 15 a Parma (-2), 24 a Reggio Emilia (+2), 53 a Modena (-2), 79 a Bologna (+2), 24 a Imola (+3), 26 a Ferrara (+1), 11 a Ravenna (+2), 6 a Forlì (invariato), 7 a Cesena (invariato) e 20 a Rimini (+2).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.385 a Piacenza (+69 rispetto a ieri, di cui 42 sintomatici), 18.849 a Parma (+203, di cui 118 sintomatici), 34.872 a Reggio Emilia (+334, di cui 183 sintomatici), 48.312 a Modena (+610, di cui 383 sintomatici), 57.501 a Bologna (+852, di cui 479 sintomatici), 9.865 casi a Imola (+143, di cui 74 sintomatici), 15.956 a Ferrara (+201, di cui 42 sintomatici), 21.122 a Ravenna (+219, di cui 113 sintomatici), 10.544 a Forlì (+112, di cui 85 sintomatici), 13.085 a Cesena (+243, di cui 190 sintomatici) e 26.110 a Rimini (+246, di cui 154 sintomatici).
Nel dettaglio su Rimini, si tratta di 129 pazienti di sesso maschile e 117 pazienti di sesso femminile; 92 asintomatici e 154 sintomatici. Sono stati tracciati: 154 per sintomi; 61 per contact tracing, la maggior parte familiari e già in isolamento al momento della diagnosi; 8 test volontari; 13 per categoria; 1 per ricovero; per 9 la pratica non è ancora stata conclusa. Si possono stimare in 205 le guarigioni. Oggi sono stati comunicati 7 decessi: tre pazienti di sesso maschile (di Rimini di 81 anni, di Novafeltria di 92 anni, di Morciano di Romagna di 72 anni) e quattro pazienti di sesso femminile (due di Riccione di 84 e 86 anni, di Misano Adriatico di 93 anni, di Pennabilli di 70 anni).
Romagna rossa, ecco l'ordinanza
(Rimini) Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato l’ordinanza che istituisce la zona rossa per i comuni della Ausl Romagna, e cioè tutti quelli delle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, territori già ora in arancione scuro fatta eccezione per il Forlivese, anch’esso in rosso da lunedì. Come preannunciato, infatti, l’ordinanza sarà in vigore da lunedì 8 marzo a domenica 21 marzo.
Il provvedimento viene adottato per fermare la diffusione dei contagi, che continua ad aumentare a causa delle nuove varianti, anche fra giovani e giovanissimi, e per proteggere la rete ospedaliera, dove sono in costante crescita i ricoveri sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive. Sulla base dei dati e delle indicazioni della Ausl Romagna e informati i sindaci.
Negli ultimi 14 giorni, nel territorio di competenza dell’azienda sanitaria si è avuta una incidenza di 832 casi di positività ogni 100mila abitanti. Quanto ai ricoveri, 486 nei reparti Covid mentre le terapie intensive risultano occupate al 38%, al di sopra della soglia limite del 30%.
“La decisione di andare alla zona rossa e di chiudere le scuole è stata condivisa con i sindaci della Romagna, suffragata dai dati di aggravamento epidemiologico su tutto il territorio romagnolo- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. E non può che essere così, visti i dati che caratterizzano la curva pandemica in Romagna, compreso Forlì. Basti pensare che nelle ultime due settimane Forlì ha avuto una incidenza di 677 casi per centomila residenti - quando la zona rossa è prevista da 500 casi per centomila in su- più alta rispetto ai distretti di Lugo e di Ravenna ed in crescita costante. Anche la situazione ospedaliera è preoccupante, con 87 ricoverati per Covid ordinari (più 11 rispetto a ieri) e 6 in terapia intensiva al Morgagni Pierantoni, quindi con percentuali di riempimento che rischiano di mettere in grave difficoltà il presidio. Infine, sulla scuola si è registrato un aumento dei casi del 90 per cento in Romagna. Prima ci si rende conto della gravità della situazione- conclude-, prima se ne esce, non c'è altra via”.
Le principali restrizioni che verranno introdotte con la zona rossa, in aggiunta a quelle previste in arancione scuro – a partire dagli spostamenti, vietati sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi a eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, di salute o situazioni di necessità (come fare la spesa o l’acquisto di beni e servizi essenziali) - riguardano la chiusura di nidi e materne, la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole dalle elementari e l’Università, lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie.
Romagna zona rossa, ha deciso la Regione
(Rimini) Da lunedì 8 marzo, tutti i comuni della Ausl Romagna entrano in zona rossa. Si tratta di quelli delle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, territori già ora in arancione scuro fatta eccezione per il forlivese, anch’esso in rosso da lunedì. Graziata dal governo invece la Regione Emilia Romagna nella sua interezza, che resta in arancione, salvo altre disposizioni locali.
Sulla base dei dati forniti dall’Azienda sanitaria, e informati i sindaci, la Regione adotterà nella giornata di domani una nuova ordinanza, in vigore dall’8 marzo e fino domenica 21 marzo, per fronteggiare la diffusione dei contagi, che continua ad aumentare a causa delle nuove varianti, anche fra giovani e giovanissimi, e proteggere la rete ospedaliera, dove sono in costante aumento i ricoveri sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive.
Le principali restrizioni che verranno introdotte con la zona rossa, in aggiunta a quelle previste in arancione scuro, riguardano la chiusura di nidi e materne, la didattica a distanza al 100% per tutte le scuole dalle elementari e l’Università, lo stop alle attività commerciali ad eccezione di quelle essenziali come farmacie, parafarmacie, negozi di vendita di alimentari, edicole e altre specifiche categorie.
“La situazione epidemiologica continua a vedere un’impennata nella diffusione del virus, con numeri che ogni giorno e in pochissimo tempo arrivano a livelli difficilmente riscontrabili in passato- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Servono decisioni rapide, per rispondere colpo su colpo alla pandemia che cambia a causa di nuove varianti. Per questo, anche di fronte alla conferma oggi dell’Emilia-Romagna in zona arancione da parte del Governo, sulla base però di dati risalenti alla scorsa settimana, davanti a quelli che continuiamo a registrare qui attualmente, e monitorati quotidianamente, dalla trasmissibilità del virus ai ricoveri, e sulla base delle indicazioni della Ausl Romagna, estendiamo la zona rossa già in vigore nelle province di Modena e Bologna ai comuni delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, con quelli del Reggiano già in arancione scuro. Decisioni difficili, che si susseguono, ma che dobbiamo prendere per circoscrivere e frenare il contagio, lavorando insieme al Governo al cambio di passo della campagna vaccinale”.
I dati forniti dalla Ausl Romagna e relativi al territorio di competenza, vedono negli ultimi 14 giorni una incidenza di 832 casi di positività ogni 100mila abitanti. Quanto ai ricoveri, 486 nei reparti Covid mentre le terapie intensive risultano occupate al 38%, al di sopra della soglia limite del 30%.
Aggiornamento coronavirus: 268 positivi, 3 decessi
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 273.376 casi di positività, 3.246 in più rispetto a ieri, su un totale di 42.699 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 7,6%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per quelle dagli 80 agli 84 anni, iniziate il 1^ marzo.
Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.
Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 446.251 dosi; sul totale, 148.764 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.278 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 660 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 991 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,5 anni.
Sui 1.278 asintomatici, 650 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 94 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 68 con gli screening sierologici, 18 tramite i test pre-ricovero. Per 448 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 753 nuovi casi e Modena con 701; poi Reggio Emilia (328), Ravenna (268), Rimini (268), Parma (234), Ferrara (192) e Cesena (168). Seguono il territorio di Forlì (143), il circondario di Imola (114) e la provincia di Piacenza (77).
Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 23.187 tamponi molecolari, per un totale di 3.500.836. A questi si aggiungono anche 916 test sierologici e 19.512 tamponi rapidi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 989 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 212.341.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 50.314 (+2.211 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 47.385 (+2.136), il 94,17% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 46 nuovi decessi: 25 in provincia di Bologna (9 donne, 4 delle quali nell’imolese, di 67, 74, 2 di 77 anni, 2 di 81, una di 83, 92 e 93 anni e 16 uomini, uno nell’imolese, di 71, 73, 74, 76, 80, 2 di 82, 84, 87, 88, e due di 92 anni), 5 in provincia di Parma (3 donne, due di 79 anni e una di 91, 2 uomini di 82 e 93 anni), 4 in provincia di Ferrara (4 uomini di 71, 79, 87 e 93 anni), 3 in provincia di Rimini (3 uomini di 52, 81 e 90 anni), 2 in provincia di Modena (2 donne di 78 e 80 anni), 2 in provincia di Forlì-Cesena (2 uomini di 85 e 90 anni), 2 in provincia di Reggio-Emilia (2 uomini di 74 anni e 87 anni), e 2 in provincia di Ravenna (due donne di 86 e 90 anni). Nessun decesso viene registrato in provincia di Piacenza. Un decesso riguarda una persona non residente in Emilia-Romagna.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.721.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 266 (+7 rispetto a ieri), 2.663 quelli negli altri reparti Covid (+68).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 17 a Parma (+2), 22 a Reggio Emilia (invariato), 55 a Modena (+4), 77 a Bologna (+5), 21 a Imola (-3), 25 a Ferrara (invariato), 9 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (invariato), 7 a Cesena (invariato) e 18 a Rimini (-2).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.316 a Piacenza (+77 rispetto a ieri, di cui 48 sintomatici), 18.647 a Parma (+234, di cui 129 sintomatici), 34.538 a Reggio Emilia (+328, di cui 203 sintomatici), 47.702 a Modena (+701, di cui 526 sintomatici), 56.655 a Bologna (+753, di cui 412 sintomatici), 9.722 casi a Imola (+114, di cui 62 sintomatici), 15.755 a Ferrara (+192, di cui 49 sintomatici), 20.903 a Ravenna (+268, di cui 167 sintomatici), 10.432 a Forlì (+143, di cui 101 sintomatici), 12.842 a Cesena (+168, di cui 115 sintomatici) e 25.864 a Rimini (+268, di cui 156 sintomatici).
Il covid aumenta la povertà, Lisi: politiche locali non bastano
(Rimini) Secondo l’Istat nel 2020 le persone in povertà assoluta sono aumentate di un milione, arrivando a 5,6 milioni, il 9,4% della popolazione, in pratica circa 2 milioni di famiglie in condizione di indigenza assoluta, un livello record rispetto agli ultimi quindici anni. "Anche a Rimini il Covid sta lasciando un segno", commmenta il vicesindaco Gloria Lisi. "Lo ha fatto con la prima ondata, quando il nostro territorio è stato tra i più colpiti; lo sta facendo ora, con un’economia e un mercato del lavoro in stallo che stanno facendo esplodere situazioni che finora avevano retto il contraccolpo".
A subire maggiormente il peso del protrarsi della pandemia "sono le famiglie monoreddito, molte delle quali con figli minori, oltre a tante persone sole che hanno una scarsa rete famigliare su cui fare affidamento. I servizi sociali del Comune, tanto all’inizio della pandemia quanto ora, agiscono attraverso una serie di iniziative per intercettare quelle situazioni che rischiano di sfociare nella povertà, per far sì che una difficoltà temporanea non diventi strutturale. Il primo aspetto riguarda la casa: affitto e bollette sono le spese imprescindibili da coprire e anche le più pesanti ed è anche uno dei motivi principali per cui i cittadini si rivolgono ai nostri sportelli. Il welfare comunale interviene con contributi per l’affitto, con il fondo per l’emergenza abitativa e per la morosità incolpevole, ma preoccupa la situazione degli sfratti, oggi congelati dal legislatore fino al 30 giugno, ma che dopo quel termine rischia di mettere ancora più in difficoltà decine di famiglie. Ci sono poi sostegni come la solidarietà alimentare (ad oggi consegniamo un centinaio di pacchi alimentari a settimana), gli sgravi sulle rette dei servizi, tutte azioni che consentono di dare un aiuto in una fase segnata dall’incertezza, dall’attesa mista alla rassegnazione".
Sono "interventi indispensabili, ma da soli non bastano. La pandemia infatti ha messo a nudo le debolezze originali della nostra società: un evento capace di generare crisi a livello globale colpisce in maniera più profonda le aree e gli stati che non sono riusciti, nel tempo, a rafforzare le politiche economiche e di welfare per garantire uguaglianza. L’atteggiamento dogmatico verso un certo tipo di modello economico - crescita infinita, austerità nelle politiche di bilancio, patto di stabilità europeo e un mercato del lavoro disintegrato nel sistema delle garanzie e dei diritti - ha fatto sì che le disuguaglianze crescessero sempre più. Ormai è un dato lampante, è un problema che dobbiamo porci pena la gestione sempre più difficile delle politiche di welfare e di solidarietà”.
Economia, nel 2020 cooperative in flessione
(Rimini) Le organizzazioni cooperative sono in flessione rispetto al 2019: soffrono maggiormente quelle operanti nei Servizi alla persona, nelle Costruzioni, nei servizi di Alloggio e ristorazione e nei Trasporti; sostanziale tenuta, invece, per quelle attive nei Servizi alle imprese e nel Manifatturiero. I dati attestano gli effetti della crisi che ha colpito anche questa importante tipologia di impresa.
Ll'Osservatorio Economico della Camera di commercio rende disponibili i principali dati sulla dinamica demografica delle imprese cooperative nel 2020. L'ambito di attività "trasversale" a tutta l'economia che caratterizza l'imprenditorialità cooperativa, ne vede la presenza in settori e comparti di primaria rilevanza – come l'agricoltura, la fabbricazione e conservazione di cibi, i servizi socio-assistenziali, i trasporti, i servizi di raccolta e trattamento dei rifiuti – che sono stati e risultano tuttora centrali nell'ambito dell'attuale crisi sanitaria. I dati elaborati permettono, dunque, l'analisi strutturale del sistema imprenditoriale territoriale e, al tempo stesso, possono offrire spunti di riflessione circa le future traiettorie e tendenze di settori e imprese.
In proposito, utile occasione di riflessione e interpretazione delle dinamiche territoriali e di approfondimento degli scenari generali e dei temi strategici per lo sviluppo, sarà la presentazione del Rapporto sull'Economia che si terrà lunedì 22 marzo, alle 15, in diretta web e social. Maggiori informazioni nella pagina dedicata all'evento sul sito istituzionale www.romagna.camcom.it.
Al 31 dicembre 2020, nel territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, risultano attive 783 organizzazioni cooperative che rappresentano l'1,1% del totale delle imprese (1,2% il dato regionale e 1,5% quello nazionale), in flessione dell'1,0% rispetto al 2019.
Nel corso del 2020 si sono iscritte 23 cooperative e ne sono cessate 30, con un saldo negativo di 7 unità.
Gli addetti totali alle cooperative provinciali hanno un'incidenza pari all'11,4% sul totale degli addetti alle imprese attive del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini (13,3% a livello regionale e 7,0% nazionale). La dimensione media (addetti alle cooperative) è pari a 40 addetti (Emilia-Romagna 48, Italia 17).
Per quanto riguarda i settori d'attività, nel territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini il 15,5% delle cooperative opera nel comparto della "Sanità e assistenza sociale" (con il 21,0% degli addetti), l'11,7% persegue attività "artistiche, sportive, d'intrattenimento e divertimento", il 9,6% sono cooperative agricole (con il 13,1% degli addetti), il 9,3% cooperative nel settore delle costruzioni (con il 10,0% degli addetti) l'8,9% persegue "Attività professionali, scientifiche e tecniche" l''8,6% opera nei servizi alle imprese e il 7,3% nei Trasporti.
In termini di numerosità assoluta, le cooperative attive si sono ridotte nel settore dei Servizi alla persona (-6 unità, comprendente servizi socio-sanitari, istruzione, sport e intrattenimento), nelle Costruzioni (-2), nei servizi di Alloggio e ristorazione (-2), nei Servizi finanziari (-2) e nei Trasporti (-1); crescono invece nel comparto dei Servizi alle imprese (+2), nel Manifatturiero (+2), nell'ICT (+1), nel Commercio (+1) e in Agricoltura (+1).
"Il quadro delineato, dalle sistematiche rilevazioni del nostro Osservatorio Economico, evidenzia soprattutto la necessità di misure capaci di sostenere le diverse tipologie di imprese che stanno soffrendo di più (femminili, giovanili, straniere, artigiane, cooperative, ecc.). Ciascuna di tali tipologie, infatti, se opportunamente sostenuta, contribuisce a rendere il nostro tessuto imprenditoriale sempre più resiliente e competitivo. E quindi più attrattivo e, parimenti, sempre più capace di creare non solo nuova ricchezza, ma anche di rafforzare i valori della coesione e dell'inclusione tipici del mondo della cooperazione – commenta Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –. Proprio il settore "cooperativo", nell'ultimo decennio, aveva già dimostrato di saper affrontare le difficoltà puntando sulle sue specificità (spirito mutualistico e solidale, finalità e valori oltre il solo profitto), ottenendo buone performance e realizzando modelli imprenditoriali innovativi (es. workers buy out e cooperative di "comunità"). Purtroppo, però, le caratteristiche specifiche dell'attuale crisi economica, creata dall'emergenza sanitaria, hanno prodotto effetti rispetto ai quali le strategie di difesa delle imprese cooperative sono state messe a dura prova in comparti importanti. Tali effetti, che si sono manifestati immediatamente e perdurano tuttora, sono diffusi, ma anche asimmetrici. Alcuni settori, come agroalimentare, elettronica, sanificazione e disinfezione, hanno visto profilarsi inaspettate opportunità di mercato, ma altri settori si sono trovati più esposti e più colpiti dalle caratteristiche dell'emergenza sanitaria. Gli effetti del blocco delle attività, le disposizioni per il contenimento epidemico stanno impattando duramente su moltissime realtà dell'economia sociale. Cito, ad esempio, i servizi assistenziali, sanitari, educativi e formativi, culturali, turistici, sportivi, dei trasporti, di intrattenimento e dei servizi ricreativi. Le preoccupazioni espresse da tanti operatori per il mantenimento di tanti posti di lavoro sono forti e motivate. Di fronte a shock esogeni, così prolungati, rilevanti e intensi, anche il continuare a investire sui tradizionali elementi di forza, potrebbe non essere più sufficiente".
Sistema imprenditoriale: focus sulla provincia di Rimini. Al 31 dicembre 2020, in provincia di Rimini risultano attive 276 imprese cooperative. Le cooperative attive rappresentano lo 0,8% del totale delle imprese (1,2% il dato regionale e 1,5% quello nazionale) e il loro numero è diminuito dello 0,7% rispetto all'anno precedente (-1,8% in regione e -0,8% in Italia). Nel corso del 2020 si sono iscritte 7 cooperative e ne sono cessate 16, con un saldo negativo di 9 unità.
Gli addetti totali alle cooperative sono il 6,1% del totale degli addetti (13,3% a livello regionale, 7,0% a livello nazionale). La dimensione media della cooperativa è pari a 28 addetti, inferiore al dato regionale (48) e superiore alla media nazionale (17).
Per quanto riguarda i settori d'attività, in provincia di Rimini il 15,2% delle cooperative attive opera nel comparto della "Sanità e assistenza sociale" (con il 18,6% degli addetti), il 13,0% nel "Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese" (21,8% degli addetti), il 12,3% opera nel settore del "Trasporto e magazzinaggio" (27,3% degli addetti), l'11,2% in "Attività artistiche, sportive, d'intrattenimento e divertimento" (9,2% degli addetti), l'8,7% nelle Costruzioni e l'8,0% nell'agricoltura e pesca.
In base ai dati dell'Albo Nazionale delle Società Cooperative tenuto presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), al 31/12/2020, in provincia di Rimini risultano iscritte 114 cooperative sociali (-2 unità rispetto al 2019), di queste 50 sono di tipo A, 28 di tipo B, 28 miste (A e B) e 8 non indicate.
Sebbene gli effetti diretti della pandemia da Covid-19 abbiano influenzato primariamente l'equilibrio economico e finanziario delle cooperative, con effetti anche sul livello occupazionale, è possibile identificare un incremento delle coop attive nel settore dell'ICT (+3 unità), nei Servizi alle imprese (+2), in Agricoltura (+1) e nei Trasporti (+1). Si riducono, invece, le organizzazioni cooperative nei Servizi alla persona (-2, comprendente servizi socio-sanitari, istruzione, servizi ricreativi), nel Commercio (-2 unità), nelle Costruzioni (-2), nel comparto del Turismo (-1) e nei Servizi finanziari (-1).
Rimini Wellness: summer edition in sicurezza dall'1 al 4 luglio
(Rimini) Padiglioni tra i 6 e i 13 mila metri quadrati, alti 20 metri, una moltitudine di spazi outdoor attrezzati e modulari, la garanzia dei protocolli di safebusiness, la finestra estiva e l'evolversi dei trend di vaccinazione. Parte da questo scenario la progettazione della Summer Edition di RiminiWellness che IEG - Italian Exhibition Group pianifica, dal vivo e in massima sicurezza, da giovedì 1 a domenica 4 luglio 2021 nel quartiere fieristico di Rimini con un'esplosione di benessere lungo tutta la riviera romagnola.
IEG mette quindi la prima e apre i lavori per un'edizione speciale dell'appuntamento più amato e atteso da centinaia di migliaia di praticanti e professionisti del fitness e dello sport che da oltre 15 anni segna gli standard e le tendenze dello stare in forma, promuovendo i valori sociali dell'intera filiera produttiva e agonistica legati a sani stili di vita.
Una manifestazione ormai iconica che attira insieme alle aziende leader del settore - 400 quelle dell'ultima edizione - anche i top player del largo consumo, dall'industry del food a quella del digitale. Oltre ai top media del Paese.
RiminiWellness Summer Edition sarà una kermesse ricca di eventi e garantirà momenti di business e formazione per gli operatori professionali nell'area Pro.Fit, e occasioni di puro e sano divertimento per la community di sportivi e appassionati nel mondo FUN. Tornano nel 2021 i focus verticali di RiabiliTec, Pilates Juction e Riministeel. E torna, attesissimo, FoodWell Expo.
RiminiWellness si rivolge a un settore che sul territorio nazionale impiega oltre 120mila addetti e conta 18 milioni di praticanti e appassionati (Fonte: ISTAT – CONI – Federazione Italiana Fitness).
Secondo la ricerca di IFO - International Fitness Observatory, l'impatto delle chiusure causate dalla pandemia ha colpito il comparto causando mancati incassi tra l'80 e il 90% di 1 miliardo di euro nella proiezione annuale. Proprio per questo il settore attende la grande kermesse riminese per ritrovare il suo pubblico, trade e consumer, lanciare e testare nuovi prodotti, fissare un punto certo di ripartenza.
E prima della Summer Edition in presenza, i riflettori si accendono sui Wellness Talks in programma tra il 30 marzo e il 27 aprile prossimi. Quattro webinar a cura di RiminiWellness in partnership con Assosport in cui i protagonisti del mondo fitness si confronteranno sui temi di attualità, tra evoluzioni digital e nuovi atteggiamenti del consumatore (il programma completo sarà su www.riminiwellness.com).
Attività in corso anche sul fronte internazionale: dopo l'acquisizione da parte di IEG degli eventi leader di settore nel Medio Oriente, si registra il successo del Dubai Muscle Classic dello scorso febbraio con 47.000 spettatori in diretta streaming su Youtube; mentre dal 28 al 30 ottobre - presso il Dubai World Trade Center - si terranno le prossime edizioni del Dubai Muscle Show e Dubai Active.