Tullio De Mauro ‘clementino' onorario, sarà conferita domani la cittadinanza
(Santarcangelo) Domani alle 21 nella sala consiliare del Comune di Santarcangelo, verrà conferita la cittadinanza onoraria al linguista Tullio De Mauro. Il 24 febbraio scorso, infatti, il consiglio comunale ha approvato il riconoscimento con queste motivazioni: Tullio De Mauro rappresenta uno dei più importanti linguisti italiani. Ha diretto il Dipartimento di Scienze del Linguaggio nella Facoltà di Filosofia e successivamente il Dipartimento di Studi Filologici Linguistici e Letterari nella Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università La Sapienza di Roma. Nel 1973 è stato tra i protagonisti del “Seminario popolare su Tonino Guerra e la poesia dialettale romagnola” organizzato a Santarcangelo dalla biblioteca comunale. La sua partecipazione e il suo intervento hanno segnato la presa di coscienza, per il nostro territorio e per il mondo accademico italiano, del fenomeno culturale rappresentato dal “Circolo del giudizio” e dal gruppo di poeti dialettali che ne facevano parte.
Spiegano dal Comune di Santarcangelo che nel 1973 De Mauro fu infatti tra i protagonisti del “Seminario popolare su Tonino Guerra e la poesia dialettale romagnola” organizzato nella Rocca Malatestiana di Santarcangelo dalla biblioteca comunale. La sua partecipazione e il suo intervento segnarono la presa di coscienza, per il nostro territorio e per il mondo accademico italiano, del fenomeno culturale rappresentato dal “Circolo del giudizio” e dal gruppo di poeti dialettali che ne facevano parte.
Gli atti del seminario che si svolse il 16 e 17 giugno 1973 furono raccolti nel volume “Lingua, dialetto e poesia” (Edizioni del Girasole, Ravenna, 1975) con prefazione dello stesso De Mauro, che a proposito delle due giornate scriveva: “Animate da Rina Macrelli, aperte dal saluto di Romeo Donati, le tre sedute videro alternarsi nella sala affollata della Rocca filologi e linguisti come Augusto Campana, Alfredo Stussi, Alberto Mioni, Friedrich Schürr, psichiatri come Ugo Amati, insegnanti come Giulio Foschi, Rosanna Ricci, Giovanni Antoni, Lina Faso, Walter Berti, Carlo Bizzocchi, romagnolisti e critici come Nino Pedretti, Walter Della Monica, Claudio Marabini, Gianni Quondamatteo. E i poeti Guerra, Butitta, Albino Pierro. E l’etnologo Sebesta, e il giornalista Raffaello Baldini”.
La cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria verrà introdotta dal Sindaco di Santarcangelo, nonché assessore alla cultura, Alice Parma e proseguirà con una presentazione di Ennio Grassi, sociologo della letteratura e critico letterario, che precede l’intervento del linguista dal tema: “Realtà e forza delle radici dialettali nella cultura italiana: ieri, oggi, domani. Ripensando al seminario di Santarcangelo nel 1973”. La serata è inserita nelle giornate per Tonino Guerra organizzate ogni anno dai Comuni di Santarcangelo e Pennabilli e dall’Associazione Tonino Guerra in occasione delle ricorrenze della nascita e della morte del grande poeta (16/3/1920-21/3/2012).
La giornata rientra nell’ambito della collaborazione fra i Comuni di Rimini e Santarcangelo di Romagna, entrambi impegnati negli ultimi anni nella valorizzazione del dialetto e dei grandi poeti e scrittori di queste terre che hanno ridato proprio al dialetto la dignità di lingua letteraria. Sulla scia del progetto Lingue di Confine, presentato dal Comune di Rimini e ideato e curato da Fabio Bruschi, e del Cantiere poetico per Santarcangelo dedicato a Raffaello Baldini presentato dal Comune di Santarcangelo con la collaborazione dell’Associazione culturale l'arboreto e dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri, nascono queste due iniziative in compagnia di Tullio De Mauro.
A Rimini, giovedì 17 marzo alle ore 17 presso la Sala del Giudizio del Museo della Città, Tullio De Mauro sarà infatti protagonista dell’incontro pubblico “Il dialetto appartiene al futuro”, insieme a Fabio Bruschi, Ennio Grassi, sociologo della letteratura e critico letterario, Davide Pioggia, linguista e autore di numerosi studi sui dialetti romagnoli, e all’Assessore alla Cultura del Comune di Rimini Massimo Pulini. Lo straordinario intreccio tra lingua e dialetti che si manifesta in Italia, unico grande paese europeo a vantare una simile commistione, è la bussola del format “Lingue di confine”. La lingua e i dialetti nel contemporaneo” ideato da Fabio Bruschi per il Comune di Rimini.
Rimini, l’industria ritrova l’ottimismo
Case vacanza fantasma, due denunce
(Riccione) Gli uomini della squadra mobile della Questura di Rimini, hanno posto fine a un giro di truffe legato all'affitto di appartamenti e case per le vacanze fantasma a Riccione, denunciando due persone nate in provincia di Milano.
Ricevute le prime segnalazioni, sono partite indagini e presto sono stati individuati i siti internet e i conti correnti utilizzati dai truffatori, nonché i responsabili stessi del raggiro.
Il modus operandi. Su un noto sito internet i due uomini pubblicavano un annuncio relativo ad appartamenti da affittare per il periodo estivo a Riccione. Una volta agganciati, ai turisti veniva chiesto di versare l’acconto di 400 o 500 euro mediante bonifico bancario, cui corrispondeva conti correnti risultati nella disponibilità dei denunciati. Quando i turisti arrivavano a Riccione per trascorrere le loro ferie dell’appartamento non trovavano alcuna traccia.
Fiera, fatturato cresce del 10%
(Rimini) Il consiglio d’amministrazione di Rimini Fiera spa oggi ha approvato il bilancio 2015. Il fatturato consolidato del Gruppo Rimini Fiera al 31 dicembre 2015 è pari a 74,9 milioni di euro, in crescita del 10,1% rispetto ai 68 milioni di euro al 31 dicembre 2014. Il Margine operativo lordo al 31 dicembre 2015 è pari a 12 milioni di euro, mantenendosi sui livelli dello scorso anno nonostante l’annualità “dispari” senza Tecnargilla e Ibe. L’utile netto al 31 dicembre 2015 è pari a 3,7 milioni di euro, registrando un incremento dell’8,8% rispetto ai 3,4 milioni di euro dell’esercizio 2014. Al 31 dicembre 2015 la posizione finanziaria Netta è positiva per 4,8 milioni di euro in miglioramento rispetto al debito di 4,7 milioni registrato al 31 dicembre 2014.
Per ciò che concerne la capogruppo Rimini Fiera spa, il fatturato al 31 dicembre 2015 è pari a 58,4 milioni di euro, in crescita del 3,5% rispetto ai 56,4 milioni di euro al 31 dicembre 2014. Il Margine operativo lordo è pari a 11,4 milioni di euro, in linea con gli 11,5 milioni di euro dell’esercizio precedente. L’utile netto è pari a 3,9 milioni di euro, registrando un incremento del 25,8% rispetto ai 3,1 milioni di euro dell’esercizio 2014.
“Questo risultato economico - dice il presidente della spa riminese, Lorenzo Cagnoni - sostanzia la bontà delle nostre strategie e dei nostri percorsi. Sono numeri che parlano di crescita, sviluppo, coerenza tra visione prospettica e risultati”.
Nel 2015 Rimini Fiera ha visto in calendario 41 manifestazioni e totalizzato 8.525 espositori. Sempre nel 2015 i congressi e gli eventi ospitati sono saliti a 141. L’attività di Rimini Fiera ha generato sul territorio oltre 2 milioni di presenze.
Il cda ha deliberato una proposta di dividendo ordinario pari a 9,46 centesimi per azione (6,5 centesimi furono il dividendo ordinario dell'anno precedente) da sottoporre alla prossima assemblea dei soci, che sarà preceduta da un’assemblea straordinaria per l’approvazione del nuovo Statuto di Rimini Fiera.
Il cda ha anche deliberato un incremento della partecipazione di Rimini Fiera in Uni.Rimini “con l’obiettivo di un rafforzamento tangibile del legame con il territorio e, in particolare, con l’Università e il mondo della formazione”.
Carim, bilancio 2015. In arrivo aumento di capitale per 40 milioni
(Rimini) Il bilancio Carim del 2015 (secondo l’ipotesi che sarà sottoposta al voto degli azionisti ad aprile) si chiude con una perdita di esercizio di 37,9 milioni, anche se il margine operativo dell’attività (cioè il mestiere di banca) è positivo per 21,5 milioni. Una contraddizione che si spiega con il fatto che sul bilancio pesa la zavorra, in larga parte ereditata dal passato, formata da cessione di filiali in Abruzzo e Molise, incentivazione all’esodo dei dipendenti, la recente cessione di crediti deteriorati per 35 milioni, la maggiore copertura dei crediti anomali, il contributo di 4,6 milioni dato al salvataggio delle quattro banche in crisi.
Tuttavia per il presidente Sido Bonfatti e per il direttore Giampaolo Scardone, che oggi hanno tenuto una conferenza stampa per presentare i dati principali, questo è un bilancio di svolta, che testimonia che sono stati fatti i “compiti a casa” e che pertanto permette di guardare con maggiore serenità al futuro.
Alcuni dati sulla performance di Carim nel 2015. Gli impieghi, tenendo conto della cessione degli sportelli e de i crediti anomali si assestano su un –0,5 %, di poco inferiore alla media di sistema (0,3). Sono stati erogati in totale 350 milioni, 244 dei quali destinati a 4.000 nuovi clienti, soprattutto mutui per la casa e investimenti delle piccole e medie imprese. La raccolta è calata del 3,2%, una diminuzione più forte di quella del sistema. Anche in questo caso ha influito la cessione delle filiali di Abruzzo e Molise. Ma ha avuto la sua parte, specialmente nel secondo semestre, lo stato di smarrimento dei risparmiatori a seguito della crisi delle quattro banche. Ci sarà un calo anche in questo primo semestre 2016 perché oggi Carim ha proceduto a rimborsare ai clienti 50 milioni di prestito subordinato.
Per Carim il problema pesante resta quello delle sofferenze, passate negli ultimi anni da 258 a 589 milioni, e dei crediti anomali, saliti da 680 a 921 milioni. Sofferenze e crediti anomali sono calati di 135 milioni per via delle radiazioni, ovvero sonlo cancellati dall’attivo del bilancio per la parte ritenuta irrecuperabile. Il dato positivo è che nel 2015 il flusso delle nuove sofferenze si è dimezzato rispetto al 2014. Ed in calo è pure l’incidenza complessiva di sofferenze e crediti anomali. Carim provvede a coprirle (è arrivata al 63 per cento e per questo scopo ha impiegato 230 milioni sottratti al reddito della banca.
Il valore di un’azione Carim scende poco sotto i 5 euro, determinando una perdita per i risparmiatori.
Bonfatti e Scardone, nel presentare il bilancio, hanno parlato anche dell’esigenza di ricapitalizzazione. Attuale il coefficiente patrimoniale di Carim è dell’8,5 ma per via delle ultime norme in materia deve salire a 9,30. Ciò significa che servono venti/venticinque milioni di capitale fresco. Ma per stare in zona sicurezza e per avere la possibilità di incrementare gli impieghi, sarà fatto un aumento di capitale di 40 milioni. La procedura sarà aperta dopo l’approvazione del bilancio e probabilmente andrà in porto a luglio 2016. L’aumento di capitale è riservato ai soci e, in caso loro rinuncino, ad alleati commerciali come assicurazioni e finanziarie. Altri aumenti di capitale, fino a 100 milioni, potrebbero essere fatti nel prossimo futuro per dotare la banca delle risorse necessari per l’espansione e lo sviluppo. Carim in quanto tale non si pone il problema di cessioni, fusioni o aggregazione con altri istituti, azioni che sono nella responsabilità e prerogativa dei soci.
E a proposito del socio principale, la Fondazione, Bonfatti ha affermato di non capire il senso logico del desiderio degli industriali di volere un imprenditore alla guida. “A meno che si parta dal presupposto sbagliato che dalla Fondazione si possa condizionare l’attività della banca. Non esistono più porte girevoli, se ci sono state, appartengono al passato. La gestione della banca è autonoma”. Resta il fatto che la Fondazione, azionista di maggioranza, ha la possibilità di determinare il consiglio di amministrazione. E non è un potere da poco.
Arlotti: Onore e verità per Marco Pantani
(Rimini) “Onore a Marco Pantani, e ora la verità”. E’ ciò che chiede il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti, che questa mattina ha scritto a Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle mafie, e al sottosegretario con delega allo Sport Luca Lotti, per chiedere che il caso Pantani sia indagato a fondo dalla Commissione antimafia e che sia definitivamente ridato l'onore al più grande scalatore di tutti i tempi.
“Nel 2014, in occasione del decimo anniversario dalla tragica fine di Marco Pantani, avevo commemorato alla Camera il campione romagnolo, fuoriclasse generoso e indiscusso – commenta Arlotti - che resterà per sempre nei nostri cuori. Avevo inoltre interrogato il Governo e chiesto a Rosy Bindi di attivarsi per ascoltare i Pm che avevano raccolto dichiarazioni da cui traspariva che a Madonna di Campiglio il campione fu ingiustamente fermato a causa di un cambio di provette legato ad interessi nel campo delle scommesse della camorra”.
“Oggi – prosegue il deputato - quell'episodio è stato dichiarato credibile dai magistrati. Nonostante il fascicolo sembri essere destinato ad archiviazione per la prescrizione del reato contestato, la vicenda è tutt’altro che risolta: dagli elementi raccolti verrebbe confermato che la Camorra intervenne per sostituire le provette per un giro di scommesse che fruttò alla criminalità organizzata parecchi miliardi di vecchie lire. Esisterebbe anche una intercettazione ambientale concernente le parole di un boss della camorra che confermerebbero la tesi di Vallanzasca”.
Marco Pantani ha sempre sostenuto di essere stato vittima di un complotto alle sue spalle e la stessa sua tragica scomparsa assumerebbe, in relazione a quanto sta emergendo, contorni ancor più inquietanti, evidenzia Arlotti, che chiede a Bindi di valutare, in considerazione della conferma degli intrecci criminali e degli elementi a disposizione, nel pieno rispetto dell’autonomia dei magistrati, che la Commissione antimafia possa occuparsi del caso e fare luce su una vicenda che fa emergere scenari inquietanti.
Analogamente, il deputato chiede al sottosegretario allo Sport di attivarsi nei confronti del Coni e dell’Uci per ristabilire la verità storica anche dal punto di vista sportivo, riassegnando o co-assegnando il titolo del Giro d’Italia a Marco Pantani in occasione della prossima edizione che prenderà il via a maggio.
“Credo che, anche se postumo, sarebbe onesto venisse attribuita al campione la vittoria, ancorché simbolica, del Giro d'Italia del 1999 che stava dominando con oltre 5 minuti di distacco nel giorno in cui sarebbe dovuto partire per l'ultima tappa ed alzare, in segno di trionfo, le braccia al cielo. Marco Pantani rimane uno degli sportivi più amati nel nostro Paese. Tante ombre hanno sempre avvolto quel maledettissimo 5 giugno 1999 e se le difficoltà giudiziarie rischiano di non individuare i colpevoli, appare altrettanto chiaro invece che Pantani fu una vittima di un gioco più grande di lui. E’ tempo – conclude Arlotti - di riabilitare la sua figura agli occhi dell’opinione pubblica”.
Economia, Unindustria: Forti aspettative nella riqualificazione del lungomare
(Rimini) Con questi segnali di ottimismo “la provincia di Rimini si affaccia quindi alla primavera”, un “periodo” che “coincide con importanti appuntamenti strettamente legati alla possibilità di ripresa del territorio: il rinnovo del consiglio direttivo e della presidenza della Fondazione Cassa di risparmio di Rimini; le elezioni amministrative a Rimini”. Così Unindustria Rimini commenta i dati congiunturali diffusi oggi.
“La grande massa di liquidità immessa dalla Bce in questi mesi, non arriva alla maggioranza delle imprese. Infatti, dai dati di Banca d’Italia, riferiti alla provincia di Rimini, emergono ancora segnali di riduzione degli impieghi: a novembre 2015 gli impieghi riferiti alle imprese private sono diminuiti del 7,09%. A questo problema ha cercato di dare un soluzione il Presidente della Bce Draghi con un ulteriore abbassamento dei tassi e soprattutto con incentivi alle banche qualora finanzino le imprese e le famiglie”.
In questo quadro rientra l'analisi della situazione di Banca Carim. “In riferimento alla richiesta di un nuovo aumento di capitale, ci tengono a sottolineare che alla precedente ricapitalizzazione del 2012, hanno partecipato con circa 6 milioni di euro. Importo molto cospicuo considerando anche il periodo in cui è avvenuto, in piena crisi finanziaria. Il tutto ora come allora senza dimostrare interesse diretto a posti in cda per imprenditori”.
Ora, “per facilitare il nuovo aumento di capitale che a breve lancerà banca Carim, occorre supportalo con provvedimenti che rendano negoziabili le azioni della banca stessa. La notizia della vendita di crediti non “performing” per 35 milioni è senza dubbio un ulteriore passo avanti a vantaggio della riuscita dell’aumento di capitale”.
La ricapitalizzazione, ricordano gli industriali, “coincide con le elezioni per il rinnovo di consiglio direttivo e presidenza della fondazione Carim, il socio di maggioranza di Banca Carim". Si tratta di “un'occasione importante per pensare ad un'operazione di rinnovamento della Fondazione che indubbiamente potrà avere influenze positive su Banca Carim. Per esempio facendo entrare tra i soci della fondazione risorse fresche che rappresentino i vari settori sociali ed economici della provincia. Ribadiamo inoltre con forza che il prossimo Presidente della Fondazione dovrà essere un imprenditore visti i nodi cruciali che si dovranno affrontare e risolvere”.
Passando alle prossime elezioni amministrative, potranno essere “un'opportunità per dare impulso alla crescita dell'economia del territorio grazie ad un nuovo rapporto fra pubblica amministrazione ed imprese”. C’è però “la lentezza della macchina burocratica” che “non facilita lo sviluppo. Basti pensare alle aree industriali. In Emilia Romagna, dove sono state create le condizioni urbanistiche e normative che rendessero i territori interessati appetibili, si sono insediati importanti imprese di dimensioni internazionali. Nel nostro territorio c'è l'area di Rimini Nord, ma il processo avviato nel 2003 per l'insediamento di aziende interessate ad incrementare l'attività aziendale non si è potuto ancora concretizzare”.
Quindi, la futura amministrazione, nel solco di quella che sta giungendo al termine del suo mandato, dovrà continuare a mantenere alta la tensione verso il cambiamento. Specialmente in una città come Rimini che vive di due economie, con due formidabili motori per lo sviluppo: manifatturiero e turismo.
In questo senso la visione di un nuovo centro storico e del nuovo lungomare sono suggestioni che hanno ricadute economiche positive. Riponiamo forti aspettative nel bando per la ristrutturazione del primo stralcio del lungomare che si è chiuso a fine anno. Auspichiamo che l'amministrazione metta in condizione gli imprenditori che volessero investire a farlo con procedure burocratiche in modo che i tempi per passare all'attuazione dei progetti siano il più brevi possibili e soprattutto che sia possibile un ritorno dell’investimento".
Fra l'altro, “non si dimentichi che si tratta di progetti utili a rimettere in moto la filiera dell'edilizia, presupposto necessario per fare ripartire l'economia. La situazione del settore delle costruzioni resta drammatica. Dal 2008 al 2015 le aziende del settore (dati Cassa Mutua Edile di Rimini) sono calate di circa il 50%, il lavoratori del 55% circa, le ore lavorate di oltre il 64%. Occorre quindi tradurre subito i progetti in fatti concreti a partire dall'approvazione di Psc e Rue”.
Restando in tema, spiegano gli industriali “che ormai tutti gli economisti sono convinti che la stabilizzazione e la successiva crescita del processo di sviluppo possa avvenire solo se ripartirà l'edilizia e il suo indotto. Il nostro territorio di cui Rimini è il capoluogo, necessita di un'attenzione alta verso la dotazione di infrastrutture: aeroporto, rete viaria efficiente, alta velocità e collegamenti ferroviari più moderni, fiera, palacongressi”. Per Unindustria, “occorre, infine, proseguire sul filone della cultura non solo per le ricadute sociali, ma anche economiche in quanto Rimini e il suo territorio si stanno sempre più affermando come mete di turismo culturale”.
Economia, congiuntura: fatturato, produzione e occupazione crescono
(Rimini) Economia, gli industriali riminesi parlano di “positività” sia guardando il dato congiunturale del secondo trimestre del 2015 (fatturato + 5%; produzione + 6,90%; occupazione + 3,70%; ordini in crescita per il 54,80% del campione esaminato) sia le previsioni del primo semestre 2016(produzione in aumento per il 44,80% delle imprese campione; ordini in aumento e stazionari per il 45%; occupazione stazionaria per il 67,20%).
“Ma occorre considerare - precisano da Unindustria - che la raccolta dei dati è avvenuta in un contesto di maggiore ottimismo tra le imprese rispetto alla situazione attuale: l’economia mondiale è entrata nel 2016 con meno slancio di quello previsto e mostra ulteriori segni di indebolimento come confermato recentemente dalla Banca centrale europea che ha previsto per l'area euro un prodotto interno lordo, per il 2016, del +1,4% rispetto al + 1,7% precedente”.
Fatturato totale, rilevato a prezzi correnti, nel secondo semestre 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014, aumenta del +5% (fatturato interno +11,60%; fatturato estero + 4,70%).
Imprese con meno di 50 dipendenti: +6,20% del fatturato totale (+7,90% quello interno) del -6,40% del fatturato estero.
Con riferimento alla classe dimensionale delle imprese, quelle con meno di 50 dipendenti evidenziano il dato migliore: +6,20% del fatturato totale (+7,90% fatturato interno -6,40% fatturato estero. Le aziende con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249 segnano un aumento del +5,60% del fatturato totale (fatturato estero +15% e fatturato interno stazionario -0,10%.
Le imprese con numero di dipendenti maggiore o uguale a 250 denotano una crescita del fatturato totale del +4,40% (fatturato interno +19,80 e fatturato estero -2,30%).
Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 55,40% con una percentuale del 59% nelle grandi aziende, del 54,50% nelle aziende comprese fra 50 e 249 addetti e del 17,10% nelle aziende con meno di 50 dipendenti.
Produzione: segna un aumento del +6,90%. Le imprese che hanno visto un incremento nella produzione più marcato sono state le grandi (+10,40%), mentre le medie (+1,50%) e le piccole (+3,40%) hanno avuto un aumento più contenuto.
Occupazione: nel secondo semestre 2015 è cresciuta (+3,70%) soprattutto per le medie (+4%) e grandi imprese (+3,90%). Nelle piccole l’aumento è stato minore (+0,60%).
Ordini: il 45,80% delle imprese del campione ha segnato un aumento, mentre per il 15,20% sono in diminuzione. Gli ordini esteri segnano una percentuale di imprese che li ha avuti in aumento del 38,50% e una percentuale del 17,30% in diminuzione (viene confermato come in questa rilevazione il mercato estero, che nel lungo periodo di crisi trascorso era sempre stato l’ancora di salvezza delle imprese, ha rallentato l’intensità della crescita).
Giacenze: in aumento per il 26,70% del campione, stabilità per il 63,30% e diminuzione nel 10% dei casi (dato coerente con il maggior aumento della produzione rispetto al fatturato).
Costo delle materie prime: è aumentato per il 35,60% delle imprese, il 57,60% ha visto il dato stazionario e il 6,80% in diminuzione (nessuna grande impresa però ha visto il dato in diminuzione).
Difficoltà nel reperimento del personale il 3,20% delle aziende la considera molto elevata e il 6,30% elevata, mentre il 28,60% del campione non riscontra alcuna difficoltà, il 27% bassa e il 34,90% media difficoltà.
Analizzando i principali settori merceologici si può vedere che il metalmeccanico e l’agroalimentare sono quelli che hanno i dati complessivamente migliori, mentre il settore legno e quello chimico sono quelli che soffrono maggiormente.
Nel confronto con semestri precedenti, si confermano, rafforzandosi, i segnali positivi già intravisti nell’ultimo anno.
L’aumento della produzione e dell’occupazione prende consistenza, mentre il fatturato si mantiene sui livelli della precedente rilevazione.
La percentuale delle aziende che ha avuto ordini in aumento è la maggiore degli ultimi anni e quella delle imprese che ha visto ordini in diminuzione è la più bassa degli ultimi anni.
Peggiore rispetto all’ultima rilevazione invece, il dato riferito agli ordini esteri, con diminuzione della percentuale di chi li ha visti in aumento e incremento della percentuale di chi li ha avuti in diminuzione.
Grosso incremento delle giacenze rispetto agli ultimi anni: si sta producendo anche per ricostituire le scorte di magazzino.
Le previsioni, relative al primo semestre 2016, continuano ad essere positive nelle indicazioni del campione di imprese che ha risposto all’Indagine.
Produzione: viene prevista in aumento dal 44,80% delle imprese campione, il 43,10% prevede una situazione di stazionarietà e solo il 12,10% degli imprenditori prevede una diminuzione (nessuna grande impresa prevede una diminuzione).
Ordini: il 45% delle imprese campione prevede una crescita, il 45% stazionarietà e il 10% una diminuzione. Ordini esteri: 35,20% aumento, 55,60% stazionarietà e 9,20% diminuzione.
Anche in questo caso nessuna grande impresa prevede una diminuzione degli ordini.
Giacenze: il 78% del campione le prevede stazionarie, l’11,90% in aumento e il 10,10% in diminuzione.
Occupazione: stazionaria per il 67,20% del campione, in crescita per il 23% e in calo per il 9,80%.
Ricorso alla cassa integrazione: per il 66,10% del campione è da escludersi e il 6,50% lo considera poco probabile. Il 21% lo considera probabile ma limitato e il 6,50% probabile e consistente.
Le previsioni per il primo semestre 2016, come anticipato, sono le migliori degli ultimi anni con riferimento a tutti gli indicatori analizzati. Infatti, il dato relativo alle previsioni sulla produzione fa emergere il saldo di gran lunga più positivo degli ultimi anni (32,70%) fra chi la prevede in aumento e chi la prevede in diminuzione, di fatto raddoppiando il saldo di diciotto mesi fa (16,91%).
Stessa dinamica negli ordini totali: migliora il saldo positivo fra chi li prevede in aumento e chi se li aspetta in diminuzione.
Trend confermato anche negli ordini esteri, seppur con minore intensità.
Per l’occupazione, il saldo è leggermente inferiore rispetto alla precedente rilevazione ma rimane ampiamente positivo, confermando l’inversione di tendenza rispetto ai dati di qualche anno fa.
Attentato Emir, indagati quattro no Tav
(Verucchio) Quattro riminesi sono indagati perché sospettati di essere gli artefici degli atti di stampo terroristico compiuti nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 2014 ai danni della Emir spa di Villa Verucchio, di proprietà della Cbr e con una partecipazione azionaria della Cmc di Ravenna, una delle imprese contro cui il movimento No Tav ha dichiarato guerra per impedire la realizzazione della Torino-Lione.
Hanno tra i 22 e i 24 anni, i loro cellulari sono stati agganciati dalla cella a Villa Verucchio proprio la notte dell’attentato: dieci “bombe” piazzate tra i mezzi nella cava di inerti e la firma di attivisti ‘no tav’ attraverso la rivendicazione scritta su un gabbiotto con un pennarello: “Cmc ecoterrorista. Solidarietà a Niccolò, Claudio, Chiara, Mattia e alla lotta No Tav”. I nomi sono quelli di attivisti arrestati nel novembre 2013 a Torino per l’aggressione subita da alcuni giornalisti del Corriere della sera e l’irruzione negli uffici della Geostudio, una delle società che partecipava alla realizzazione della Tav.
I quattro indagati sono stati già interrogati e si sono giustificati sostenendo di essere in un locale di Villa per festeggiare un compleanno.
L’attacco incendiario che ha provocato circa 300mila euro di danni è andato a segno solo in parte. Distrutti un Ducato e un Daily, poi l’arrivo dei vigili del fuoco di Novafeltria ha impedito che il fuoco arrivasse agli automezzi con cassone in uso nella cava. Gli inneschi difettosi, pur accesi, non hanno fatto esplodere le altre bombe, salvando due escavatori e tre due caterpillar.
Pantani, procura Forlì: Minacce camorra a medico per alterare ematocrito
(Forlì) “Un clan camorristico minacciò un medico per costringerlo ad alterare il test e far risultare Pantani fuori norma”. Parole scritte nero su bianco dalla procura della repubblica di Forlì, dal procuratore Sergio Sottani che il 16 ottobre 2014 ha riaperto l’inchiesta sull’esclusione di Marco Pantani da Campiglio. L’ipotesi di reato è “associazione per delinquere finalizzata a frode e truffa sportiva”. L’indagine era stata già svolta nel 1999 a Trento dal pubblico ministero Bruno Giardina e archiviata.
La svolta per arrivare alla verità su quanto accadde la mattina del 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio è arrivata, spiega la Gazzetta dello sport, da un’intercettazione, “una ‘cimice’ nell’abitazione di un camorrista”, posizionata dopo le rivelazioni del bandito Renato Vallanzasca, a quei tempi in carcere con un camorrista del giro che ha ‘battuto’ il Pirata. Le indagini forlivesi è l’esclusione di Pantani, in mglia rosa, dal Giro d’Italia per ematocrito alto, 51,9% contro il 50% consentito allora dalle norme Uci (federciclismo mondiale). Da qui il declino sportivo e umano del campione, morto a Rimini il 14 febbraio del 2004.
Pantani non sarebbe dovuto, quel giorno, arrivare in cima alla tappa. Così aveva deciso il clan, gestore di un giro di “scommesse contro Pantani, scommesse miliardarie (in lire) che la camorra non poteva perdere”, spiega la Gazzetta. Da qui il piano di alterare il controllo del sangue ricostruito da Sottani attraverso decine di interrogatori.
La ‘prova regina’ è l’intercettazione (pubblicata da Sport Mediaset) di un affiliato che per cinque volte ripete la parola “sì”, alla domanda se il test fosse stato alterato. I magistrati hanno anche ricostruito la catena di comando fino ai mandanti dell’operazione. Tuttavia, a distanza di 17 anni la procura di Forlì può soltanto archiviare perché i reati sono prescritti.