Balneari, ancora niente decreti attuativi
Intervista a Cristian Manoni: "Cdo è un’amicizia operativa. Con Knower vogliamo creare valore per tutti"
Cristian Manoni, neo presidente della Compagnia delle Opere di Rimini, ci racconta la sua esperienza personale, l’evoluzione di Cdo e il nuovo progetto Knower, nato per valorizzare le eccellenze imprenditoriali del territorio.
Manoni, partiamo dal principio. Come nasce la Compagnia delle Opere?
"La Cdo nasce nel 1986 da un’intuizione molto concreta. Un sacerdote di Milano (don Luigi Giussani, ndr), parlando con alcuni imprenditori a lui vicini, li ha incalzati su un tema fondamentale: aiutarsi nel lavoro. In particolare, c’era un’azienda siciliana che produceva un vino eccezionale, ma non riusciva a venderlo. Questo sacerdote disse chiaramente: 'Se non ci aiutiamo tra noi, i nostri discorsi restano vuoti'. Da lì è nata l’idea di una compagnia che mettesse al centro la collaborazione tra imprenditori, professionisti e lavoratori.
La Compagnia delle Opere è quindi, prima di tutto, un’amicizia operativa: persone che si uniscono per affrontare insieme le sfide del lavoro, perché da soli è molto più difficile. Oggi continuiamo a portare avanti questo spirito attraverso esperienze concrete e momenti di condivisione tra aziende e professionisti."
E il suo percorso personale? Come è arrivato a diventare presidente di Cdo Rimini?
"La mia esperienza con Cdo nasce come lavoratore, poi come imprenditore. Ho iniziato nel 2003 a costruire la mia azienda e ho scoperto in Cdo un elemento chiave: il senso del lavoro. In quegli anni si raccontava spesso la storia di un viandante che, nel Medioevo, incontrava alcuni uomini intenti a spaccare pietre. Alla domanda su cosa stessero facendo, i primi rispondevano: 'Sto rompendo delle pietre'. L’ultimo, invece, diceva: 'Sto costruendo una cattedrale'.
Questa immagine mi ha segnato profondamente. Ho capito che il lavoro ha valore solo se ha un senso e se questo senso è condiviso. È quello che ho cercato di realizzare nella mia azienda, che oggi conta 45 persone. Tutte le decisioni le prendiamo insieme, perché crediamo in una cultura aziendale basata sulla relazione e sulla partecipazione. E questo è proprio il dna di Cdo.
Oggi, essere alla guida di un’associazione che mi ha dato tanto è per me un onore. È un modo per restituire ciò che ho ricevuto, mettendo tempo ed energie al servizio di questa realtà."
Oggi si parla molto di “purpose”, il senso del lavoro. Come affronta Cdo questo tema?
"Negli ultimi anni il tema dello scopo nel lavoro è diventato centrale, e non solo nelle imprese. Dopo il Covid, molte persone si sentono smarrite: non è più un problema di trovare lavoro, ma di trovare un senso nel lavoro. Ci sono professionisti, anche con ruoli importanti, che lasciano il proprio posto senza un’alternativa chiara, perché non si riconoscono più nel loro ambiente.
I dati parlano chiaro: tra il 2003 e il 2024, i casi di problemi psicologici legati al lavoro sono aumentati in modo significativo, con un incremento del 18%. È un segnale che non possiamo ignorare.
Per questo, in Cdo abbiamo sviluppato il Manifesto del Buon Lavoro, un documento che propone una riflessione seria sulla situazione attuale e offre spunti concreti per costruire ambienti di lavoro più sani e motivanti. Stiamo coinvolgendo imprenditori, professionisti, sanitari e anche il mondo ecclesiale, perché la Dottrina Sociale della Chiesa ha molto da dire su questi temi. Il Vescovo (Nicolò Anselmi vescovo di Rimini,ndr) stesso partecipa a un dialogo aperto su lavoro e abitazione, due temi chiave per il futuro delle nostre comunità."
Veniamo ora al nuovo progetto Knower. Di cosa si tratta?
"L’idea di base è questa: ci sono aziende nel nostro territorio che hanno fatto percorsi straordinari, spesso poco conosciuti. Noi vogliamo scoprire queste esperienze, studiarle e renderle patrimonio comune.
Il nome Knower richiama proprio il desiderio di conoscenza. Partiamo dai “giganti”, da chi ha innovato e ottenuto risultati importanti, per trarne modelli applicabili anche alle piccole imprese e ai professionisti. L’obiettivo è creare valore diffuso, affinché il tessuto imprenditoriale riminese cresca nel suo insieme.
Il progetto si basa su un metodo preciso: non ci limitiamo a raccontare storie di successo, ma cerchiamo di astrarre principi e regole che possano essere utilizzati da tutti. Che tu sia un grande imprenditore o un giovane professionista agli inizi, vogliamo offrirti strumenti concreti per crescere.
Il nostro territorio ha un grande potenziale. Knower vuole valorizzarlo, facendo emergere esperienze di qualità e trasformandole in occasioni di crescita per tutti."
In conclusione, qual è il messaggio che vorrebbe lasciare agli imprenditori e ai professionisti che vi seguono?
"Il lavoro non è solo fatica o guadagno: è costruzione, senso, relazione. In Cdo crediamo che nessuno debba affrontare le sfide da solo. Il nostro compito è creare legami di valore e aiutare le persone a trovare un significato in ciò che fanno.
Con Knower vogliamo portare avanti questa missione, facendo emergere il meglio del nostro territorio e mettendolo a disposizione di tutti. Perché il successo di un’azienda, di un professionista o di un lavoratore non è mai un fatto individuale: è sempre il risultato di una rete di relazioni di qualità."
‘Knower, imprese che diffondono cultura’ è il nuovo format di academy itinerante nelle aziende, organizzato dalla Compagnia delle Opere di Rimini e da Bologna Business School, grazie alla collaborazione fattiva della docente di management Paola Giuri. Apre le porte al pubblico di alcune delle eccellenze imprenditoriali romagnole. Si parte il 2 aprile con la visita in Scm Group spa; a seguire, in Teddy spa in maggio e a La Romana dal 1947 srl nel mese di giugno.
Per ogni appuntamento è prevista una visita aziendale, seguita da un dialogo tra un manager dell’impresa ospitante e un Associate Dean di Bologna Business School, punto di riferimento per la formazione manageriale in Italia. "Si tratta di un’occasione unica per scoprire l'esperienza, le innovazioni e le sfide affrontate da alcune delle realtà più dinamiche del territorio romagnolo", sottolineano gli organizzatori.
Filomena Armentano
Ieg approva il bilancio 2024: 40,7 milioni di utile
Il consiglio di amministrazione di Italian exhibition group, gestore della Fiera di Rimini, ha approvato bilancio civilistico e bilancio consolidato al 31 dicembre 2024. Ne risulta la società fieristica italiana più profittevole del 2024 con 40,7 milioni di utile ante imposte (+97,8%). In forte crescita anche il fatturato: 250 milioni di euro (+ 37,6 milioni sul 2023). Deliberata dal consiglio di amministrazione la distribuzione di dividendi ai soci per 6,2 milioni di euro: si tratta di 2 milioni in più di quanto previsto dal piano industriale.
“La solidità del nostro modello di business è confermata dai risultati eccezionali del 2024 nel quale siamo stati anche in grado di crescere organicamente soprattutto sui prodotti fieristici core del nostro portafoglio, come KEY, Vicenzaoro, Sigep, RiminiWellness, Ecomondo e TTG. Il piano di investimenti a supporto della crescita prevista nel Piano Strategico 2023-2028 sta proseguendo nel rispetto delle scadenze prefissate sul quartiere fieristico di Vicenza. Nel frattempo, ad ottobre è stata completata l’installazione di due padiglioni temporanei che arricchiranno il quartiere fieristico di Rimini fino alla prossima, ulteriore espansione”, commenta l’amministratore delegato del Gruppo Corrado Arturo Peraboni (nella foto).
Nel 2024 sono stati effettuati investimenti per 34,1 milioni di euro e sono state acquisite, sviluppate o realizzate ex novo, tra Rimini, Vicenza e resto del mondo 10 nuove manifestazioni (come ad esempio Venditalia sul quartiere fieristico riminese, Vicenza Classic Car su quello vicentino, Riyadh Muscle Show negli Emirati Arabi). Il 15% del fatturato di IEG è prodotto sui mercati internazionali. Oggi il CDA ha nominato per cooptazione, Meris Montemaggi quale nuovo membro del consiglio d’amministrazione.
Forum quartieri al via: oltre 200 iscritti
Ex nuova questura, avanza il progetto
Via Euterpe, aperto il sottopasso
"Più navette per l'aeroporto"
Non è semplice per i viaggiatori raggiungere l'aeroporto di Miramare, nemmeno e soprattutto per i riminesi. Il sindaco Jamil Sadegholvaad interviene per chiedere un confronto con Start Romagna e le agenzie private per risolvere il problema.
"Il programma di sviluppo delle rotte aeroportuali da parte di AiRiminum, che già nel 2025 vedrà lo 'sbarco' al Fellini di numerosi nuovi voli da e per l'estero, deve rappresentare un impegno strategico per il territorio. In tutte le sue componenti. Un impegno per le istituzioni pubbliche che, dentro al perimetro amministrativo e con gli strumenti di competenza, devono sostenere lo scalo. Un impegno per gli operatori economici e turistici che devono 'sfruttare' al massimo, attraverso la quantità e la qualità dei servizi offerti, questa opportunità. Un impegno per gli enti di promozione perché, con le loro iniziative mirate, devono 'convincere' chi sta nel Regno Unito o in Svizzera o in Germania o in Francia a salire sugli aerei destinazione Rimini. Perché, come è stato sottolineato più volte, le nuove rotte di compagnie aeree di prestigio che partiranno tra un paio di mesi per essere confermate anche negli anni futuri hanno bisogno come l'aria di avere successo. Di pubblico e di critica, come si dice", spiega.
Sadegholvaad: "Una politica per il turimso"
"Difficile dare torto all'affermazione che la fortuna del turismo nel Paese- una fortuna che tra diretto e indotto vale il 18 per cento del PIL italiano, 250 miliardi di euro e oltre due milioni di occupati- sia frutto di tutto, tranne che di una vera politica industriale nazionale". Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad interviene per cheidere politiche per il turismo.
"E questa una considerazione ormai storica, che non appartiene alla cronaca o alla polemica politica del momento. Senza andare indietro alle calende greche, due episodi di questi giorni ne esemplificano alla perfezione i contorni. Sulle spiagge e sugli alberghi, come nel più classico dei giochi dell'oca, siamo tornati alla casella 1. Spiagge: la frattura istituzionale tra Governo e Giustizia getta ancora una secchiata di caos e incertezza su un settore che invece avrebbe bisogno di tranquillità e certezze per innovare, investire, programmare il futuro. Questa però è una storia che viene avanti da almeno 20 anni. Alberghi: è di ieri l'ennesima proroga del Governo per l'adeguamento anticendio di alberghi e strutture ricettive. E' dal 1994 che si susseguono, puntuali come un treno svizzero, queste dilazioni temporali".
Spiagge e ricettività, "i due cardini di ogni industria turistica, costrette da decenni a misurarsi con misure tampone, con continui stop and go, con la confusione che mina qualunque tentativo di programmare riqualificazione. Invece che iniettare certezze, solidità, sostegno al sistema, attraverso regole certe e, magari per gli alberghi, semplificazioni procedurali, misure amministrative e finanziarie straordinarie da parte dello Stato per permettere il necessario adeguamento normativo e una modernizzazione degli spazi".
Per Sadegholvaad, abbiamo la fortuna di vivere in uno dei Paesi non solo più belli ma ricchi di ogni tipo di bellezza al mondo. Non possiamo accontentarci: se sinora i risultati sono arrivati non possiamo pensare che questo accada in eterno 'per grazia ricevuta'. Du vut chi vaga? Il successo di altre destinazioni concorrenti, che sul turismo hanno una tradizione inferiore all'Italia, deve essere analizzato nelle motivazioni perchè, almeno da fuori, l'impressione è quella che in quei Paesi la differenza sia fatta da una vera politica industriale".