07 02 2014 | Rimini | Calcio, i biancorossi a rischio emigrazione per gli allenamenti. De Meis: Delfini troppo cari
Rimini | Calcio, i biancorossi a rischio emigrazione per gli allenamenti. De Meis: Delfini troppo cari
Altro che dilettanti, la vicenda dello sfortunato (perché malscritto) bando per la gestione dei campi di calcio a Rimini, con l’affidamento di nove su dieci impianti alla società Delfini, rischia di abbattere i suoi tentacoli tossici anche sulla Ac Rimini 1912. Questa mattina al proposito c’è stato un incontro in comune tra il presidente biancorosso Fabrizio De Meis e l’assessore comunale allo Sport, Gian Luca Brasini.
“Il problema dei campi per l’allenamento è serio”, esordisce De Meis. “In una riunione con lo staff medico e staff tecnico della squadra, è emerso che il motivo principale dei numerosi infortuni occorsi ai giocatori potrebbe essere l’utilizzo dei campi di allenamento con fondo sintetico. Così, mi sono mosso alla ricerca di campi in erba per svolgere gli allenamenti in questa ultima parte di stagione. Mi sono rivolto alla società Delfini, che detiene la gestione della stragrande maggioranza delle strutture cittadine di Rimini, riscontrando però che ci sarebbero state applicate tariffe molto al di sopra di quelle comunali, non in linea con le esigenze di budget di una società che deve chiudere positivamente un bilancio in un momento difficilissimo”.
Insomma, un nuovo inciampo di una gestione che ha fatto e sta facendo parlare molto di sé anche a suon di cancelli lasciati chiusi e esposti in procura. “Questo per noi rappresenta un problema rilevante e dunque mi appello alle istituzioni cittadine e alle società private che vogliono il bene del Rimini, affinché si possa trovare una soluzione che salvaguardi la prima squadra della città, soprattutto in questo momento in cui si sta giocando la sopravvivenza tra i professionisti. Se entro la prossima settimana non si sarà risolto il problema, non ci resterà che andare ad allenarci fuori territorio abbandonando la città di Rimini, oppure mandare la prima squadra ad allenarsi nel parco comunale”.
07 02 2014 | Rimini | Patrimonio Fellini, il Comune prende le distanze dalla Provincia
Rimini | Patrimonio Fellini, il Comune prende le distanze dalla Provincia
"Una nuova 'Fondazione Fellini' a Rimini? Per quanto ne sappiamo gli eredi non sono favorevoli a questa soluzione, in ogni caso è un tema che oggi va aperto necessariamente anche ai privati. Il progetto va ricostruito, finora ci sono state solo bozze. La verità è che finchè non ci sarà qualcosa di 'stabile' legato a Fellini si continuerà a dire che Rimini ha dimenticato il suo Maestro. Noi continuiamo a lavorare: entro la fine del mandato contiamo di avere il Fulgor e il museo virtuale che avevamo iniziato a progettare con Paolo Rosa. E la mostra 'Fellini all'opera' è stata vista da almeno 25 mila persone, ben 10 mila durante le feste natalizie grazie alle aperture notturne". Così l'assessore alla Cultura del Comune di Rimini, Massimo Pulini, si esprime alla luce dell'ultimo appello su un nuovo ente dedicato alla memoria del Maestro riminese lanciato in questi giorni dal vice presidente della Provincia, Carlo Bulletti. Il quale, dopo aver lanciato l'allarme a suo tempo sul debito della vecchia 'Fondazione' salito fino a oltre il mezzo milione di euro nel 2010, ha invocato il coinvolgimento dei privati, non solo locali, nella conservazione dei materiali felliniani ricordando che nel maxi risarcimento chiesto dalla Corte dei conti a Standard&Poor's è stato citato anche il patrimonio cinematografico italiano, capolavori di Fellini in primis. Posto che l'ente pubblico non se ne può più occupare per evidenti limiti di budget (l'ente Provincia verrà superato, Aeradria è fallita, la Fondazione Carim ha avuto i suoi problemi di bilancio), Bulletti ha chiesto di riunire il tavolo su una nuova 'Fondazione Fellini' (in realtà era un'associazione) o qualcosa di analogo che faccia tesoro dei guai dell'esperienza precedente "principalmente dovuti a un'architettura societaria impropria".
Interpellata sull'argomento, Francesca Fabbri Fellini, nipote del regista, dice di avere letto con attenzione l'uscita del numero due della Provincia ma anche di non avere alcuna intenzione di commentarla. Dopo lo scontro con la nuova giunta di Pulini e del sindaco Andrea Gnassi sulla gestione del patrimonio della vecchia 'Fondazione', con la Fabbri che ammoniva in senso restrittivo sulle proprie royalties legate all'utilizzo del cognome Fellini ed era pronta a rilevare i beni felliniani in possesso del Comune, le cose sono migliorate ma quello dell'ente dedicato resta un nervo scoperto. L'assegnazione dei beni non è definita. La liquidazione non è ancora terminata: proprio un anno fa la Cassazione stabiliva che la sanzione di 144 mila euro chiesta dall'agenzia delle Entrate per il presunto uso improprio della qualifica onlus era impropria, e così si è potuta risanare l'ultima fetta di debiti rimasta. Al momento il Comune, l'unico socio coi conti in salute, custodisce gli oggetti di scena di Fellini, i costumi e l'uccello meccanico del "Casanova", mentre il "libro dei sogni" per un sesto è della nipote e per il resto legato alla liquidazione in corso.
Dalle parti di Palazzo Garampi, comunque, non c'è alcuna voglia di rinfocolare polemiche e si bada al sodo. "Entro l'estate contiamo di far uscire il bando del museo virtuale, metteremo a gara non tutta l'organizzazione ma la 'regia'. Sarà un luogo di narrazione più che di collezione, proprio come l'avevamo studiato con l'artista Rosa prima che ci lasciasse. Non sorgerà al Fulgor, tra le sedi abbiamo ragionato sul palazzo dell'Arengo e sulle 50 sale dell'ex ospedale confluite nel museo della Città. Abbiamo chiesto agli eredi di starci, in base ai diritti che detengono andrà loro una parte degli introiti", spiega l'assessore-artista Pulini. I lavori per il recupero del Fulgor, dove nel caso si stabilirà la nuova 'Fondazione', includono invece la nuova casa del cinema dedicata a Fellini, valgono 8 milioni di euro (5 sono serviti per l'allestimento del premio Oscar Dante Ferretti) anticipati dall'Asp Valloni e dovrebbero essere ultimati al massimo entro la primavera 2015. Intanto, la mostra gratuita al teatro Galli inaugurata lo scorso 31 ottobre per l'anniversario della morte del Maestro ha chiuso con successo il "Fellinianno", il lungo e variopinto calendario di eventi voluti dal Comune: "Abbiamo realizzato oltre 40 eventi in 15 mesi, andremo avanti così", conclude Pulini. (Agenzia Dire)
07 02 2014 | Rimini | Nevone 2012, Vitali: Dal governo nessun aiuto agli artigiani danneggiati
Rimini | Nevone 2012, Vitali: Dal governo nessun aiuto agli artigiani danneggiati
Nevone 2012, a distanza di due anni dallo straordinario evento meteo che ha messo in ginocchio mezza Italia, compreso il riminese, “restano aperte diverse questioni”, ricorda il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali. “La principale riguarda i risarcimenti per i danni subiti, in gran parte dal tessuto economico ubicato nell’entroterra. Se da una parte l’agricoltura ha potuto contare su un seppur limitato ristoro, attraverso stanziamenti ad hoc, che nella provincia di Rimini ha visto interessate 54 aziende agricole per complessivi 800 mila euro erogati, rimane un vulnus non ancora colmato la questione riguardante i danni subiti da soggetti privati, non facenti parte del comparto agricolo”.
Vitali si riferisce alle “piccole e medie imprese artigianali”, per le quali “sinora nessun canale specifico di finanziamento è stato purtroppo previsto dal Governo centrale ma, a quanto pare, qualcosa potrebbe muoversi già nelle prossime settimane grazie all’Agenzia regionale di Protezione Civile. Si sta infatti lavorando su un’iniziativa che metterebbe a disposizione del tessuto produttivo danneggiato dagli eventi di due anni fa una somma che, seppur non esaustiva dei danni, darebbe una boccata d’ossigeno alle imprese colpite”.
Le nevicate si concentrarono tra il 31 gennaio al 20 febbraio 2012, colpendo il territorio riminese- soprattutto sul versante collinare della Valconca e della Valmarecchia con 2 metri di neve (ai massimi storici dagli inverni del 1929, 1956 e 1985). Nelle province di Rimini e Forlì-Cesena, vennero evacuate 400 persone, crollarono una sessantina di capannoni di aziende agricole, 4 mila utenze elettriche distaccate, 24 strade provinciali chiuse al traffico, decine di migliaia di animali morti, almeno una buona metà di quei territori che per 18 giorni restò di fatta isolata, 27 milioni di euro di danni subiti dalle sole aziende agricole riminesi, più o meno altrettanti dalle imprese artigianali. E poi i 466 mezzi operativi attivati, i mille volontari di protezione civile, i 3800 gli interventi dei Vigili del fuoco, le 150 unità specializzate e i 44 mezzi operativi messi a disposizione dal Corpo Forestale dello Stato, particolarmente concentrati su Riminese e Cesenate.
“Il segno del ‘nevone’ del 2012 - conclude Vitali - rimane profondo anche in relazione alla fragilità del territorio. Impossibile non vedere nelle frane e negli smottamenti piccoli e grandi di oggi soprattutto nei paesi in collina, gli effetti a lungo termine di quelle giornate apparentemente lontane. Anche qui il discorso sarebbe lungo ma facilmente sintetizzabile: se l’Italia non metterà mano a un radicale piano di interventi per innalzare la sicurezza idrogeologica, gli eventi naturali calamitosi saranno sempre più devastanti e sempre più si spenderà rincorrendo l’emergenza piuttosto che la prevenzione”.
Il sistema fiere e congressi di Rimini secondo il bilancio preventivo di Rimini Holding
Il sistema fiere e congressi di Rimini secondo il bilancio preventivo di Rimini Holding
Spulciando il bilancio preventivo di Rimini Holding (la società che detiene le partecipazioni del Comune di Rimini) si scoprono dettagli interessanti sulla situazione del sistema fieristico-congressuale di Rimini.
Si prenda, ad esempio, la Società del Palazzo dei Congressi. Nelle scorse settimane si è molto parlato della richiesta di Convention Bureau di vedersi dimezzare l’affitto che paga per l’utilizzo della struttura: chiedeva di passare da 1 milione 160 euro l’anno a 580 mila. La richiesta era motivata dall’esigenza di far quadrare i conti, vista la crisi del turismo congressuale e le previsioni sballate sul Palacongressi. Bene, leggendo il bilancio di Rimini Holding si scopre che il problema è anche inverso: la Società del Palazzo, indebitata per 29 milioni, non riuscirebbe a sopravvivere nemmeno con il canone intero. Si legge infatti nella relazione (sottolineato e in grassetto, perché non sfugga a lettori distratti): «I dati di bilancio rappresentano un ammontare di ricavi (canone di affitto e royalties) che risulta al momento insufficiente a coprire il costo di ammortamento della struttura e quello degli interessi passivi sui prestiti contratti». Si capisce perché il presidente Lorenzo Cagnoni non è corso a rispondere positivamente alle richieste di Convention Bureau.
Passiamo ad un’altra società, la Rimini Congressi, detenuta in parti uguali da tre soci pubblici, Comune, Provincia, Camera di Commercio. Su questa società grava il mutuo di 46,6 milioni di euro contratto con Unicredit e garantito dalla maggioranza delle azioni di Rimini Fiera, oltre che dalle lettere di patronage di Comune e Provincia. L’amministratore di Rimini Holding, Umberto Lago, ricorda che «dal 2013 la copertura delle rate di ammortamento avrebbe dovuto essere assicurata dai dividendi e dalle riserve di Rimini Fiera Spa». «In realtà – aggiunge Lago – non potendo Rimini Congressi e, in misura minore i tre soci per le quote di rispettiva competenza diretta, contare su tali dividendi, si deve ricorrere ad un ulteriore reperimento di fondi dai soci pubblici». Questa è la fotografia, poi vedremo come Lago propone di porvi rimedio.
Di passaggio, non si può fare a meno di osservare che, intervistato dal Resto del Carlino, il presidente di Rimini Fiera ha fornito una versione assolutamente diversa: «Il debito attuale è di 85 milioni. Più del 50% contiamo di sostenerlo noi, come abbiamo già fatto con quello della Fiera, grazie agli utili che genereremo e che dovrebbero essere garantiti anche da sinergie e tagli di costi. Serve però la variante al piano regolatore che ci permetterà di vendere i terreni in via della Fiera e sulla via Emilia a un valore di circa venti milioni. Al resto dovranno pensarci i soci pubblici». Cagnoni in sostanza continua a parlare di dividendi di Rimini Fiera (che il Comune dice non esserci) e di dividere il mutuo tra i tre soci, uno dei quali è sul punto di scomparire.
In realtà uno dei tre soci – in questo caso il Comune di Rimini – nel bilancio di Rimini Holding afferma che, pagate le proprie quote nel 2014 e nel 2015, non sarà in grado di effettuare nuovi versamenti negli anni successivi (potrà invece – detto per inciso – costruire una piscina comunale, quando un privato si era offerto di farlo al posto suo).
Ecco perché si parla della necessità di rinegoziare un accordo fra tutte le parte interessate e si stabilisce che finchè non ci sarà questo accordo non sarà sborsato un centesimo. Di questo nuovo accordo dovrebbe far parte la privatizzazione che il presidente di Rimini Congressi è stato incaricato di studiare insieme ad Unicredit.
07 02 2014 | Rimini | Aeroporto, il Fellini vola tra indagini e sentenze
Rimini | Aeroporto, il Fellini vola tra indagini e sentenze
Mentre l’aeroporto continua a lavorare in esercizio provvisorio, 82 i voli nelle ultime due settimane (8.556 passeggeri in transito e 8.163 chili di merce), sempre più buia è la situazione della società di gestione Aeradria. Se, da un lato, il 28 febbraio prossimo è attesa la decisione del tar in merito al ricorso del cda rispetto al fallimento dichiarato dal tribunale di Rimini il 26 novembre, dall’altro vanno avanti le indagini della procura di Rimini, che si è presa altri sei mesi per arrivare al fondo del tunnel. Nel registro degli indagati è stato recentemente iscritto tutto il consiglio di amministrazione di Riviera di Rimini promotion, società collegata ad Aeradria e fallita in ottobre. Sul fuoco anche la questione del bando internazionale per la gestione del Fellini a cui sta lavorando Enac, e che dovrebbe arrivare anch’esso entro fine mese, o comunque subito dopo la sentenza del tar.
GIORNALAIO 07.02.2014
Le occasioni perse non ritornano, Mularoni (Del Conca) sulle olimpiadi di Sochi. Acquarena, il Comune dice di andar avanti con la variante. Caar, in crisi non è il mercato ortofrutticolo. Lotta all’abusivismo commerciale, già attiva la taskforce: quest’anno niente vigilantes
Le olimpiadi perdute. “Una delle poche realtà a credere nella città dei giochi olimpici di Sochi è stata il gruppo Ceramica Del Conca, il colosso delle piastrelle. L’industria guidata da Enzo Donald Mularoni ha realizzato due importanti interventi a Sochi, fornendo le piastrelle per il Rus Resort complex, uno dei più importanti complessi alberghieri eretti in via delle Olimpiadi, e rivestendo poi l’anno scorso anche una parte dell’esterno del Tempio del Cristo Salvatori. «Ci siamo dati da fare da soli — precisa subito Mularoni — per ottenere queste commesse. Non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta grazie al nostro ufficio commerciale a Mosca». Mularoni, la sua non è l’unica azienda del territorio ad avere rapporti con la Russia. Come si spiega questa totale assenza di imprese e istituzioni riminesi a Sochi? «Non punto il dito contro nessuno, dico soltanto che è un’occasione persa per il territorio di Rimini. Il turismo straniero qui ormai è formato in gran parte da russi, ci sono tante aziende che esportano in Russia prodotti e servizi. Le Olimpiadi di Sochi sono una vetrina straordinaria, è un peccato per la Riviera non esserci»”, ilRestodelCarlino (p.7).
“Ieri in commissione è stato approvato il bilancio 2014-2016 di Rimini Holding (7 sì e 3 no), la creatura che gestisce le partecipazioni del Comune. Il documento comprende utili per 2,4 milioni nel 2013, quindi 2,1 nel 2014 e 2,2 nel 2015 e 2,1 nel 2016. Il dibattito si è concentrato in particolare su Rimini congressi che sta chiedendo a Unicredit di rinegoziare il mutuo del Palas. Da qui l’apertura ai privati”, CorriereRomagna (p.7).
“All’ordine del giorno della seduta (proseguimento di quella di martedì) era il bilancio di Rimini Holding, ma il tema piscina è stato posto subito dal presidente di commissione Samuele Zerbini (Pd) che ha chiesto di stralciare la variante legata al sedime Acquarena dal piano finanziario dei terreni della Fiera. Ma Brasini gli ha dato l’altolà: “la variante - ha replicato l’assessore - approderà a settimane in commissione (la terza, ndr). Stiamo svilendo il tema con le polemiche sui privati. Oggi l’unico atto percorribile è quello della variante. Finora non ci sono stati progetti seri, né pubblici né privati. La Federazione italiana nuoto dice che serve un impianto ogni 30 mila abitanti, se non procediamo Rimini rischia seriamente di trovarsi senza una piscina sportiva pubblica per i bambini, le famiglie, le associazioni, la scuola, i disabili””, LaVocediRomagna (p.12).
Caar in crisi. Risponde Mirco Pari. “E’ falso parlare di “crollo del Caar” valutando quale elemento il differenziale delle perdite di esercizio tra il 2013 e il Budget 2014, essendo la perdita economica pesantemente influenzata da oltre 1 milione di euro di ammortamenti sulle strutture realizzate. Si potrebbe semmai parlare di crollo, se i proventi da locazione tra un esercizio e l’altro, subissero variazioni consistenti: la variazione negativa tra il Budget 2014 (2.152.355 euro) e il consuntivo 2013 (2.201.524 euro) è pari al – 2,2 % ; di questi ricavi il settore “ortofrutta” pesa circa il 58% e addirittura sono aumentati gli spazi affittati (ad oggi restano solo 3 box sfitti sul totale di 47 pari al 6,4 %). Infine le vendite 2013 degli operatori del settore ortofrutta hanno registrato solo un - 1% rispetto all’anno precedente. 2) I problemi invece derivano dagli affitti dal direzionale e soprattutto dagli spazi affittati alla logistica dove un importante operatore ha dato la disdetta e dall’inizio del 2014 gli spazi sono rimasti sfitti”, Corriere (p.6).
Lotta all’abusivismo commerciale in spiaggia. “E così, il 20 gennaio scorso, parti sociali e forze dell’ordine si sono sedute attorno a un tavolo per raccogliere i primi pareri. Al vertice organizzato in prefettura hanno partecipato i rappresentanti degli albergatori albergatori, dei commercianti, degli artigiani, dei bagnini. La prima domanda che il prefetto ha posto ai convenuti è stata una valutazione sull’esperimento andato in onda la scorsa estate, ormai al termine di una stagione culminata anche in episodi di violenza, con scaramucce quotidiane in spiaggia, anche fra gli stessi venditori abusivi, per la spartizione della spiaggia, ma soprattutto con i bagnini e gli addetti al salvataggio”, LaVoce (p.11).
Destinazione Italia, soldi a Rimini per l’Expo di Milano. “beneficiari non saranno solo i singoli comuni tra i 5mila e i 150mila abitanti, ma anche le Unioni o più comuni in collaborazione fra loro… Ogni comune o raggruppamento di comuni potrà presentare un progetto articolato in uno o più interventi fra loro coordinati, con una richiesta di finanziamento che potrà andare da 1 a 5 milioni. Potranno essere finanziati anche interventi di manutenzione straordinaria collegati ai medesimi obiettivi dei progetti, per un importo fra 100mila e 500mila euro”, Corriere (p.7).
Edilizia scolastica. “QUATTORDICI milioni di euro per congedarsi. «E’ l’eredità che lascia la Provincia. E credo che per molti anni a venire l’edilizia scolastica degli istituti superiori possa ritenersi più che adeguata». Meris Soldati, assessore provinciale, fa il punto presentando due progetti: il nuovo Valgimigli, a Viserba, e gli investimenti nel polo scolastico di Riccione. Due opere che vedranno un investimento di 13 milioni di euro complessivi. Partiamo dal Valgimigli dando una scadenza: le prime settimane del 2016. Già nel gennaio del 2016 l’assessore ritiene possibile avere una struttura nuova nata sulle ceneri del cantiere i cui lavori sono iniziati anni fa. Ad oggi ci sono le fondamenta e il solaio del piano interrato, nulla più… A Riccione giro di valzer al polo scolastico. In questo caso sono due le operazioni messe in piedi dalla Provincia per ridisegnare il polo. Per l’istituto Savioli è previsto un ampliamento del costo di 1,2 milioni di euro che permetterà di demolire i vecchi ‘container’ costruiti nel lontano 1996 dal Comune, adiacenti al corpo centrale dell’edificio. Su questa superficie sono previsti due piani fuori terra per 1.400metri quadrati”, ilCarlino (p.2).
Collaborazione con Costa per Italia in miniatura. “proprio in questi giorni si sta concretizzando un accordo di collaborazione "molto molto stretta" come conferma il patron di Italia in Miniatura Paolo Rambaldi, con il parco tematico di Viserba. I contorni sono stati messi a punto negli ultimi tempi, e proprio ieri i referenti della Costa e Rambaldi si sono di nuovo incontrati per definire le prossime mosse. "Gli incontri sono assidui - riferisce Rambaldi, che però per ora smentisce le voci sulla vendita - stiamo mettendo a punto una serie di cose per affrontare la prossima stagione che è ormai alle porte. La Costa Edutainment ha appena acquistato due parchi e ha fretta di mettere le cose in riga per la gestione. Di altre cose ci sarà tempo di parlarne, ora affrontiamo le questioni più immediate". Le scadenze del resto sono dietro l'angolo: Italia in Miniatura avvia la stagione il prossimo 22 marzo. "Stiamo vagliando tutti i campi in cui può esserci una sinergia tra noi e loro" spiega ancora il patron di Italia in Miniatura… Un accordo di collaborazione in pratica, che sembra proprio rappresentare il primo passo di avvicinamento verso forme di collaborazioni ancora più spinte, oltre che alla cessione totale, che comunque Rambaldi non esclude. "Vedremo" dice. Di certo si ragiona già sull'ipotesi di spostamento di parte dell'Italia in Miniatura all'interno ad esempio di Oltremare. "Abbiamo fatto delle simulazioni" ammette Rambaldi. Che però smentisce, appunto, l'ipotesi di una vendita, nell'immediato, dell'attuale Parco”, NuovoQuotidiano (p.7).
Lo strano annuncio della messa in vendita delle fiere e dei congressi di Rimini
Lo strano annuncio della messa in vendita delle fiere e dei congressi di Rimini
Ma i tre soci pubblici (Comune, Provincia, Camera di Commercio) coinvolti nel settore fieristico-congressuale ci credono davvero nella privatizzazione di Rimini Fiera e/o delle altre società satellite?
La domanda non è peregrina. Basta osservare come è diventata di dominio pubblico la notizia che i tre soci di Rimini Congressi (che detiene il 52 per cento della Fiera) hanno dato mandato al presidente Maurizio Temeroli di contrattare con Unicredit un possibile percorso di privatizzazione. La notizia, come si dice a Rimini, è emersa di “scapuzzo”. Cioè – traduciamo in italiano – quasi per caso, conseguenza non voluta di un’azione che aveva altri scopi. La notizia è emersa perché in commissione a Palazzo Garampi si discuteva del bilancio preventivo di Rimini Holding, cioè della società comunale che gestisce le varie partecipazioni. E così, dovendo far approvare un documento che contiene la notizia, l’amministratore Lago e l’assessore Brasini non hanno potuto non parlarne. Così, come fosse un particolare, un dettaglio curioso.
Ricapitoliamo. Da diverse settimane addetti ai lavori e opinione pubblica discutono della voragine di debiti in cui rischiano di affondare Fiera e Palacongressi. Sul perché si sia arrivati a tale situazione drammatica le opinioni divergono, altri si affannano a sostenere che in realtà va tutto bene. Anche su come porre rimedio, il dibattito era stata avviato. E mentre in molti chiedevano ai soci pubblici di privatizzare, unica possibilità per evitare il tracollo finanziario; e mentre l’opinione pubblica aspettava di sapere se Comune, Provincia e Camera di Commercio fossero intenzionate a percorrere questa strada, cosa succedeva in realtà? Succedeva che il 19 dicembre 2013 i tre soci pubblici avessero già dato mandato a Temeroli di verificare con Unicredit un possibile percorso di privatizzazione. In controluce, si legge anche un’altra notizia: la situazione è davvero drammatica, checché ne dicano gli ottimisti in servizio permanente effettivo.
In teoria ci sarebbe da esultare per la scelta di vendere ai privati, ma non è così. Possibile che una decisione così rilevante per l’economica della Provincia venga presa senza darne un’informazione adeguata all’opinione pubblica? Dal quel 19 dicembre sono trascorsi quasi due mesi e la notizia è trapelata solo l’altro giorno in commissione: mettiamo pure in conto la necessità di informare prima Unicredit (ma che ci vuole mai?), ma subito dopo non era il caso di rendere edotta l’opinione pubblica che finalmente era stata presa una decisione storica?
A quanto pare, no. E allora chiediamo: signori perché avete deciso di privatizzare? Perché avete deciso di chiudere l’epoca di un pubblico invadente e onnipresente, ed aprire così una nuova stagione, paradigmatica per altri settori della pubblica amministrazione? O, semplicemente, perché avete i creditori alle calcagna e, al di là degli esorcismi e scongiuri di rito, c’è effettivamente il rischio che le banche si mangino in un solo boccone Fiera e Palacongressi? Insomma privatizzate perché credete davvero che la politica debba oggi compiere una svolta o solo perché avete la pistola puntata alla tempia?
A giudicare dai comportamenti, sembra purtroppo vera la seconda ipotesi. Una classe politica e una classe dirigente che credono alle privatizzazioni si muovono in modo diverso, non si limitano a giocare una carta per necessità. Sia chiaro, il problema non è che la notizia è stata comunicata male, anzi malissimo. Il problema è che dietro tale carenza, s’intravede molto più grave il vuoto di una politica di modernizzazione consapevolmente perseguita. I nostri amministratori, con il loro comportamento, sembrano dire: “le abbiamo provate tutte, anche questa non guasta, vediamo, fosse la volta buona… “.
Si può governare un territorio come quello di Rimini con questa mentalità?
06 02 2014 | Rimini | Rimini holding a bilancio: bene i dividendi, ma quante spine nel fianco
Rimini | Rimini holding a bilancio: bene i dividendi, ma quante spine nel fianco
Approvato, con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari della minoranza, oggi in commissione consiliare in comune a Rimini il bilancio di previsione fino a 2016 di Rimini Holding, ovvero la società al 100 per cento in mano all’amministrazione con il compito di gestire le partecipazioni societarie della capitale della riviera romagnola. E nel mentre la situazione è florida grazie ai dividendi messi da parte con gli utili di Romagna Acque ed Hera restano dei piccoli problemucci da risolvere.
Se infatti, da un lato, i dirigenti segnalano una capacità finanziaria di 970 mila euro a giugno 2014 e di altrettanti nel 2015, e se anche i dividendi per i 24 milioni di azioni Hera passeranno da 9 a 11 centesimi in un paio d'anni, dall’altro lato ci sono almeno due spine nel fianco. C’è Rimini Congressi che sta chiedendo a Unicredit di rinegoziare il mutuo del palacongressi, e c’è il Caar sotto di quasi 300 mila euro nel 2014, che però (rassicurano dal Comune) con l'ultima rata del 30 giugno avrà estinto il mutuo da 11,3 milioni e disporrà di oneri di urbanizzazione. Il bilancio arriverà in consiglio il 13 febbraio.
06 02 2014 | Rimini | Calcio, biancorossi vincono 5 a 0 con il San Giovanni
Rimini | Calcio, biancorossi vincono 5 a 0 con il San Giovanni
Calcio. Il Rimini vincente con un vantaggio di 5 reti a 0 sul campo del San Giovanni in Marignano. L’occasione che ha visto questo pomeriggio imporsi la squadra di Osio è stata un’amichevole con la locale formazione che milita nel campionato di Promozione. Le reti biancorosse sono state segnate nel primo tempo da Herrera, Bussi e Fall. Nella ripresa a segno Cesca e Nigro. L formazioni: RIMINI (1° tempo): Migani; Scarabelli, Aya, Martinelli, Tomi; Degeri, Spinosa, Del Sole; Fall, Bussi, Herrera. All. Osio. RIMINI (2° tempo): Scotti; A.Brighi, Rosini, Cancelloni, Tomi (30' Andrei); M. Brighi, Nigro, Del Sole (30' Ricter); Sartori, Cesca, Maio. All. Osio.
MARIGNANESE: Zanier; F.Matteucci, Agostini (Giammarchi), A.Santoni, Grassi, D.Santoni, Caminati, Gabellini, Duranti (M.Matteucci), Cuomo, Seyfulla. All. Angeloni.
06 02 2013 | Rimini | Housing sociale, 89 nuovi appartamenti a Viserbella. Galvani (Fds): Adesso portateci i bus
Rimini | Housing sociale, 89 nuovi appartamenti a Viserbella. Galvani (Fds): Adesso portateci i bus
Inaugurati dall’Acer questa mattina a Viserbella 89 nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, con un investimento di 9 milioni da parte dall’amministrazione comunale. Presenti il direttore generale Franco Carboni, il presidente Cesare Mangianti, il presidente della Provincia Stefano Vitali, il vicesindaco Gloria Lisi, il vescovo Francesco Lambiasi e il vice prefetto Clemente Di Nuzzo.
L’evento è lieto, ma la lista d’attesa a Rimini è ancora lunga, ha fatto notare Mangianti intervenendo. “Per questo diventa sempre più urgente, come ad ogni occasione ripeto, l’operazione di allineare il limite di reddito Ise-Isee, per la permanenza negli alloggi Acer, a quello di ingresso, per evitare che famiglie che non sono più in una situazione di oggettivo bisogno restino negli immobili. Questa operazione, già più volte caldeggiata da Acer stessa e dalla Conferenza degli Enti e dal Prefetto in Regione, consentirebbe di elevare il turnover di alloggi, ora fermo al 3 per cento”.
Si compiace dell’evento anche il consigliere comunale di Fds Savio Galvani che però nel prossimo consiglio del 13 febbraio interrogherà in merito alla possibilità di istituire una nuova fermata degli autobus in via Varenin perché “in relazione alla formazione della graduatoria scaturita dal bando, le nuove famiglie assegnatarie di quegli alloggi saranno formate in prevalenza da giovani coppie con figli, a volte anche numerosi, e, in generale, l'incremento delle famiglie residenti forniranno un discreto incremento del bacino di utenza per il trasporto pubblico locale”. L’idea di Galvani sarebbe quella di dirottare “su quella via una delle due linee di tpl, espressamente la numero 4 o la numero 8, che servono quel quadrante di città”.