(Rimini) L’apertura della procedura di mobilità per 120 lavoratori avanzata ieri da Scm Fonderie, “apre una ferita nel nostro territorio e crea una situazione pesantissima per quei lavoratori che solo da poco si erano lasciati alle spalle anni di contratti di solidarietà”. Così i sindacati Fim, Fiom e Uilm territoriali in merito alla chiusura della fodneria di Rimini, con 110 lavoratori, e al taglio di dieci unità alla fodneria di Verucchio.
“A dispetto degli intenti comunicati verbalmente, l'atto formale col quale si denunciano gli esuberi pone tutta una serie di veti sulle possibili contromisure da intraprendere e limita a una incentivazione all'uscita il percorso. Per i sindacati questo è insufficiente. Se dovesse essere confermata la chiusura dell'attività fusoria nel sito di Rimini, dovranno essere ricercate soluzioni per trasferire parte delle attività al sito di Villa Verucchio e poste in essere strumenti che diano sostegno ai lavoratori”.
L’impegno, sottolineano i sindacati, “alla ricollocazione, alla formazione, ovvero a tutte quelle forme di salvaguardia dei posti di lavoro deve essere massimo. In questo sarà necessario il confronto con tutti i livelli istituzionali a partire da quelli locali ai quali sin da subito chiediamo un incontro”.
Da lunedì prossimo si aprirà un confronto con l'azienda che si preannuncia “lungo e complesso. Il nostro primo pensiero in questo momento è per i lavoratori di fonderie e per le loro famiglie. Saremo al loro fianco”.