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Partecipate, piano approvato: in vendita il 25% delle farmacie

Venerdì, 29 Settembre 2017

(Rimini) Approvate ieri dal consiglio comunale di Rimini le nuove direttive in fatto di società partecipate. Venti i voti favorevoli e 9 quelli contrari. Se è vero che non verranno in alcun modo toccate Agenzia Mobilità, Start Romagna, UniRimini, si lasceranno andare Rimini reservation e una parte delle farmacie.

“Il piano approvato rientra in una strategia a medio e lungo termine - spiegano dal comune - avviata già dal precedente mandato e che ha come obiettivo quello di ottimizzare i costi e di efficentare la gestione d egli organismi partecipati detenuti dal Comune e da Rimini Holding”.
Il piano prevede tra le varie azioni “la dismissione da parte della holding dell'intera quota azionaria di Amfa (le farmacie comunali, ndr) attualmente detenuta(25%). L’incasso stimabile in almeno 2.355.000 euro, sarà utilizzato per l'anticipata estinzione parziale del mutuo acceso con Monte dei Paschi di Siena. Il Comune di Rimini manterrà comunque il"diritto di prelazione" sulle future farmacie comunali che apriranno sul territorio”.

Non rientrerà più tra le partecipate del Comune anche Rimini Reservation, “con cui a fine 2018 scade il contratto di servizio e che per obblighi di legge dovrà essere dismessa. La società, svolgendo attività sia di interesse generale (informazione turistica), sia più commerciale ("reservation"), non soddisfa integralmente il "vincolo di scopo" ed è quindi soggetta all'obbligo di revisione straordinaria. La messa in liquidazione dovrà essere deliberata dai soci entro fine settembre2018, ma avrà decorrenza dal 1 gennaio 2019”. Interessate dal piano di revisione anche Amir, per la quale è prevista una scissione parziale a beneficio di Romagna Acque entro giugno 2019; e Rimini Terme, con una temporanea pubblicizzazione (previa approvazione del Consiglio Comunale) in previsione della successiva cessione integrale della stessa partecipazione.

Il consiglio comunale ha approvato anche la delibera riguardante l'atto di indirizzo per la "gestione del mercato ittico all’ingrosso”, con 22 voti favorevoli e 7 astensioni.

“Mantenere il servizio pubblico di mercato ittico all'ingrosso e procedere ad un bando per la gestione fino alla realizzazione del progetto di recupero e riqualificazione urbanistica dell'intera area portuale: sono questi i principali aspetti contenuti nell'atto di indirizzo politico per la gestione del mercato ittico”.
Attraverso questo atto di indirizzo “si da mandato alla Giunta comunale e al dirigente del settore attività economiche di attivarsi per individuare un soggetto al quale dare in concessione il servizio di mercato ittico, attualmente gestito dalla Cooperativa lavoratori del mare e in scadenza il prossimo 30 settembre”. L'atto di indirizzo poggia sulla “volontà dell'Amministrazione di mantenere pubblico il servizio di mercato ittico all'ingrosso, in modo tale da continuare a garantire agli operatori del settore la commercializzazione dei prodotti ittici a prezzi controllati, così come una regolamentazione delle contrattazioni fra pescatori ed acquirenti attraverso il contenimento dei costi di distribuzione del prodotto, attraverso strutture adeguate che favoriscano l'approvvigionamento del pescato”. L'affidamento della gestione avverrà attraverso un procedimento ad evidenza pubblica e durerà il tempo necessario alla realizzazione del progetto di riqualificazione del sistema portuale riminese, che interessa pesca, cantieristica, servizi o comunque per un periodo di tre anni, eventualmente rinnovabile, affinché venga assicurata una continuità di esercizio.

Alcuni dati. “Il prodotto ittico che rientra nella prima vendita si suddivide in pescato sbarcato dai pescherecci direttamente nel porto di Rimini (72%) e pescato sbarcato da pescherecci provenienti da altre marine (6,5%); il prodotto di seconda vendita (seconda commercializzazione e importazione) rappresenta il restante 21,5%. I pescherecci che si alternano ogni giorno alla vendita sono circa una trentina su un totale di circa ottanta unità, mentre i grossisti che operano nel Mercato con la seconda vendita sono una decina. Il prodotto commercializzato è in media di circa 2.000 tonnellate annue, per un valore di vendite di circa 11 milioni di euro”.


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