(Rimini) “La misura è colma”. Resta alta la tensione tra i sindacati della Polizia penitenziaria e lo Stato, sulla questione delle carceri strapiene e dei corpi di guardia sotto organico. Ieri a Roma tutte le sigle sindacali hanno manifestato durante le celebrazioni del bicentenario del Corpo alla presenza del presidente della Repubblica.
Alla manifestazione si sono unite anche le segreterie regionali dell’Emilia Romagna di Sappe, Osapp, Uilpa, Sinappe, Fns Cisl, Uspp, Cnpp e Fp Cgil, che hanno così disertato tutte le manifestazioni provinciali.
“Non c’è proprio nulla da festeggiare”, dichiarano i sindacati. “Ogni giorno nelle carceri italiane contiamo gravissimi eventi critici che vedono spesso soccombere i poliziotti penitenziari, sempre più soli e senza adeguati strumenti di difesa. Non solo aggressioni e colluttazioni: dall’inizio dell’anno sono stati oltre 40 i suicidi in cella e numerosi sono anche gli atti di autolesionismo ed i tentati suicidi, che se non fosse proprio per il tempestivo intervento degli eroi con la divisa della Polizia Penitenziaria vedrebbero “schizzare” alle stelle queste drammatiche statistiche. Basta! Siamo stufi di una politica assente, sorda ai nostri costanti richiami ed appelli, e di una Amministrazione Penitenziaria silente ed incapace di gestire e risolvere le continue criticità”.
I sindacati rivendicano “nuove assunzioni di agenti, adeguate a fronteggiare le oltre 8mila unità necessarie al Corpo, nuove dotazioni di risorse finanziare e tecnologiche, una rimodulazione del riordino delle carriere (che non ci soddisfa affatto), adeguati stanziamenti per il rinnovo del contratto scaduto ormai da dieci anni ed il ristabilirsi di corrette relazioni sindacali, che al DAP ed in tantissime sedi periferiche sono ritornate indietro di trent’anni”.
In Emilia Romagna oltre al sovraffollamento ed alla grave carenza di personale di polizia penitenziaria le organizzazioni sindacali lamentano problemi di vestiario, il mancato rispetto delle norme in materia di igiene, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, la carenza di mezzi di trasporto per le traduzioni obsoleti, fatiscenti e pericolosi.
“I modelli organizzativi non sono uniformi e molti istituti (come Rimini, ndr) non hanno un dirigente e/o un Comandante stabile. Le relazioni sindacali presso il Prap sono inesistenti per la mancanza di un Provveditore titolare e le risposte che il personale e i sindacati si aspettano dagli organi preposti sono tardive e poco efficaci”.
In definitiva, “non c’è nulla da festeggiare” per i sindacati, che hanno inviato una nota in cui invitano i livelli territoriali a declinare ogni invito a partecipare alle varie feste del corpo “facendo notare che i dirigenti degli istituti, sono, per buona parte, gli stessi che: non stipulano accordi sindacali o non li rispettano; lasciano i posti di servizio nello sporco o privi degli standard ex D.lgs 81/08; non applicano criteri equi sulla distribuzione del servizio e delle ferie; decidono unilateralmente anche nelle materie oggetto di confronto sindacale; non pagano gli straordinari e le missioni nei termini previsti; non rispondono alle istanze del personale ecc.ecc”.