(Rimini) Diffamazione e divulgazione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico. Questa l'ipotesi di reato di un fascicolo aperto dal procuratore Paolo Giovagnoli relativamente alle "fake news" apparse in Rete nei giorni in cui la squadra mobile di Rimini stava indagando sul doppio stupro di Miramare e prima dell'arresto dei quattro ragazzi del "branco" per rapina e violenza sessuale. L'indagine, affidata alla polizia postale, parte dalla querela per diffamazione presentata da 2 dei 4 tunisini, completamente estranei ai fatti del 25 agosto a Rimini, ritratti in una foto segnaletica dopo un arresto per droga e spacciati per gli stupratori, quando ancora non era chiara neanche la provenienza dei componenti del branco poi arrestati. Due dei magrebini fatti passare come violentatori sarebbero anche stati minacciati di morte in carcere. Il fascicolo però potrebbe allargarsi ad altre bufale comparse in Rete sulla vicenda (Ansa).
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