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Elezioni, come si vota e quando (tardi) sapremo i risultati

Venerdì, 02 Marzo 2018

Forse sapete già tutto, forse qualcuno ha invece bisogno di un piccolo ripasso, ecco dunque le istruzioni utili per il voto di domenica prossima.

La prima cosa da sapere è che si vota in un giorno solo, quindi al seggio bisogna andare domenica entro le 23. Dopo, rien ne va plus.

Al seggio vi daranno due schede, una per la Camera dei Deputati, l’altra per il Senato della Repubblica. Hanno una novità: il tagliando antifrode. Dopo che avrete votato, dovete riconsegnare la scheda al presidente del seggio, il quale stacca il tagliando e controlla che il codice alfanumerico sia uguale a quello del registro. Non ci sarà più l’emozione di infilare la scheda nell’urna.

Come si vota? Ci sono tre possibilità: si fa la croce sul candidato uninominale, oppure si fa la croce sul candidato uninominale e sul simbolo di uno dei partiti ad esso collegati, oppure si fa la croce su uno dei partiti. Tutti questi tre modi di esprimere il proprio voto sono validi.

Si deve però sapere che se si fa la croce sul simbolo di un partito, il proprio voto è comunque esteso automaticamente al candidato uninominale. Se si fa la croce solo sul candidato uninominale, il proprio voto è trasferito proporzionalmente anche a ciascuno dei partiti collegati.

Non è ammesso il voto di preferenza.

Non è ammesso il voto disgiunto, cioè non è possibile votare un candidato uninominale e il partito di un’altra coalizione.

Lo scrutinio dei voti comincerà immediatamente dopo la chiusura dei seggi, partendo dal Senato. Vi consigliamo di restare alzati fino al momento degli exit poll e poi andare a dormire. Verosimilmente i primi dati reali significativi arriveranno solo con le luci dell’alba.

 

Il Rosatellum, la legge elettorale con cui si vota, ha indetto il Ministero dell’Interno a predisporre un nuovo sistema di raccolta dei voti. Nei seggi avranno tre tabelle da compilare.

Nella tabella A sono riportati i voti attribuiti ai candidati uninominali (segno apposto solo sul loro nome oppure segno apposto solo sul simbolo della/di una lista collegata oppure due segni apposti su entrambi).

Nella tabella B sono riportati invece i voti corrispondenti ai segni apposti solo sui nomi dei candidati uninominali.

Nella tabella C sono infine riportati i voti corrispondenti ai segni apposti sui simboli delle liste.

È importante sapere che solo quando il Viminale avrà ricevuto i risultati di tutte le sezioni elettorali di un collegio uninominale potrà effettuare il riparto di tali voti tra le liste coalizzate, in proporzione ai voti ottenuti nel collegio stesso. E solo in questo momento, ai fini della comunicazione, trasferirà – sia per le liste singole che per quelle collegate – i voti B di quel collegio uninominale nei dati C relativi ai voti delle liste.

Insomma, per avere i dati definitivi bisogna avere la pazienza di aspettare. Gli esperti inoltre fanno notare che i voti espressi apponendo un segno solo sui nomi dei candidati uninominali potrebbero essere percentualmente diversi a seconda che si tratti di candidati meno noti e pertanto meno soggetti a ricevere solo suffragi personali, ovvero di candidati più noti. Se questa ipotesi si rivelasse fondata, tra i dati C delle liste che saranno comunicati inizialmente (dati che per tutte le liste non comprenderanno ancora i voti espressi per i soli candidati uninominali) e i dati C comunicati nella parte finale dello scrutinio potrebbe pertanto esserci un divario (a prescindere da altri fattori relativi alla parzialità dello scrutinio), con una relativa sovrastima per le liste i cui candidati uninominali sono meno noti e una relativa sottostima per le liste i cui candidati uninominali sono più conosciuti e oggetto di maggiori suffragi personali.

Si tratta poi di vedere se gli istituti demoscopici che faranno gli exit poll si saranno adeguatamente attrezzati alle particolarità della legge elettorale. Motivo in più per andare a dormire presto la sera e magari alzarsi all’alba per sapere come è andata.


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