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Rimini, conseguenze politiche del voto del 4 marzo

Venerdì, 02 Marzo 2018

Alla vigilia del voto, può essere utile fissare quali sono le questioni squisitamente politiche che gli elettori sono chiamati a risolvere e anche ipotizzarne le conseguenze sul piano locale.

  1. Il voto grillino

Sarà molto interessante vedere quale risultato otterrà Giulia Sarti, candidata alla Camera sia nell’uninominale che come capolista del listino proporzionale. La deputata uscente non ha fatto campagna elettorale perché si è autosospesa dopo il caso rimborsopoli. È sospesa pure la pratica davanti ai probiviri del Movimento: non si sa se sarà espulsa o perdonata. Non si sa se quindi la Sarti potrà continuare a rappresentare i 5 Stelle alla Camera o rappresenterà solo se stessa. Gli elettori voteranno ugualmente i 5 Stelle o tutta la vicenda farà perdere voti? Sarà in ogni caso interessante verificare a quanto ammonta il consenso grillino a Rimini dopo le liste naufragate alle comunali, l’addio di Affronte, le gaffes social della Franchini, ecc. ecc. Ecco un bel caso da analizzare all’alba del 5 marzo.

  1. Il voto a Riccione

Sarà interessante analizzare il voto della città di Riccione, a quasi un anno dalle nuove elezioni amministrative che hanno rimesso sul trono Renata Tosi dopo la congiura di palazzo del 24 febbraio 2017. La stessa Tosi è in gioco in queste elezioni con la candidatura di uno degli assessori più rappresentativi, Elena Raffaelli, con la quale ha mostrato di avere un forte sodalizio fin dai tempi della comune opposizione alla giunta Pironi. La domanda su Riccione è se ci sarà nelle urne anche una maggioranza politica di centrodestra, trainata dalla candidatura dell’assessora leghista. Nelle ultime consultazioni si è sempre registrata una diversa risposta degli elettori: ancora ancorati a sinistra nel voto politico, spostati a destra nel voto amministrativo. A Riccione sarà poi da studiare come si sono distribuiti i voti ottenuti alle amministrative dal Patto Civico promosso da Sergio Pizzolante. Il deputato questa volta è alleato del Pd: riuscirà a fare convogliare su di sé i voti dell’elettorato moderato? Tutto da vedere e scoprire all’alba del 5 marzo.

  1. Il caso Pizzolante

Il destino del deputato uscente ha una rilevanza politica ben oltre Riccione. È noto che la sua candidatura sia stata osteggiata da una parte del Pd che ha dichiarato che non lo voterà. La mossa di Liberi e Uguali di candidare l’ex sindaco Giuseppe Chicchi è stata pensata per dare una sponda più che accettabile all’elettorato antirenziano (e quindi antiPizzolante) che si riconosce nelle posizioni di Maurizio Melucci. Se il ‘fuoco amico’ (si fa per dire) riuscirà a ‘impallinare’ il candidato di centrosinistra, non c’è bisogno di avere la proverbiale sfera di cristallo per immaginare forti tensioni post elettorali nello stesso Pd e anche nella tenuta della giunta Gnassi dove i consiglieri di Patto Civico hanno un ruolo determinante nella maggioranza. Tensioni ancora più acute se la mancata elezione di Pizzolante dovesse corrispondere a un generale insuccesso del Pd su scala nazionale.

  1. Il caso centrodestra

A Rimini, alle comunali del 2016, il sorpasso della Lega su Forza Italia ha avuto dimensioni consistenti: il 12,37% contro il 7,55%. Si tratta di vedere se la decisione di candidare Antonio Barboni al Senato, uno dei leader storici degli azzurri a Rimini, aprirà a Forza Italia la possibilità di tornare a essere il primo partito della coalizione; così come sarà interessante vedere anche l’esito del voto alla Camera, dove il candidato all’uninominale è della Lega. È noto infatti che, all’interno del centrodestra, sia questa la competizione fondamentale: che la coalizione si piazzi al primo posto era previsto da tutti i sondaggi pubblicati prima del divieto, ma l’esito della battaglia fra berlusconiani e salviniani (con la conseguenza rilevante del candidato premier) è tutta da verificare nelle urne. E che Forza Italia torni a essere il primo partito della coalizione o meno sarà rilevante rispetto al tentativo di costruire un’alternativa al termine del mandato Gnassi.

 

 


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