Il Tribunale del Riesame di Rimini ha depositato oggi il dispositivo di conferma del sequestro dei beni a carico di otto indagati (Il sindaco Andrea Gnassi e il suo predecessore Ravaioli, gli ex presidenti della provincia Vitali e Fabbri, l’ex presidente della Camera di Commercio Maggioli, il presidente di Riminifiera Cagnoni, l’ex presidente di Aeradria Masini e i dirigenti di Aeradria Vannucci e Giorgetti) per il crac Aeradria. Il sequestro dei beni era stato disposto nel marzo 2015 in relazione al reato di truffa per il conseguimento di erogazione di fondi pubblici.

La Cassazione, alla quale avevano presentato ricorso gli indagati, aveva annullato il sequestro (non era ben chiaro chi fosse il soggetto truffato) ma disposto il rinvio al Tribunale del Riesame che oggi ha invece confermato il provvedimento.

Per gli indagati non è certo una buona notizia alla vigilia della udienza di domani 20 aprile  in cui si deve decidere il rinvio a giudizio.

L’avvocato Nicola Mazzacuva, legale del sindaco Gnassi, riserva in ogni caso di un nuovo ricorso in Cassazione, una volta esaminata la motivazione (non ancora depositata) della nuova ordinanza del Tribunale.

Giovedì, 14 Aprile 2016 18:19

Il futuro del web a Be-Wizard

Dedicata tutta alla digital automation la mattinata d’apertura di BE-Wizard! che da domani a sabato pomeriggio porterà a Rimini i migliori in tema di web marketing. Sono oltre 1200 i partecipanti iscritti quest’anno alla due giorni, in arrivo in gran parte dal Nord Italia, con un picco da Veneto e Lombardia. Tanti anche gli insulari da Sicilia e Sardegna e qualche iscritto anche dall’Austria. L’apertura di questa ottava edizione è affidata a Paolo Zanzottera, uno dei massimi esperti di digitale in Italia, tanto da essere riconosciuto tra i Digital Evangelist, che poi nel corso della mattinata indossserà i panni di moderatore dell’intera sessione plenaria “Per tutti gli speakers il fil rouge sarà il marketing automation, a partire da Mathew Sweezey, direttore marketing di Salesforce, una vera potenza. Il mix tra il potere degli strumenti digitali e le potenziali risorse intellettuali delle persone che li utilizzano è il futuro”. Dati, casi di successo e tendenze saranno al centro dei singoli attesi interventi.

Il primo a salire sul palco sarà Peter Fisk con un intervento sul potere delle persone nell’era digitale “Il marketing riguarda principalmente le persone” anticipa il Professore della IE Business School “Perché riguarda le loro passioni e le loro personalità, e passa attraverso empatia ed engagement. Sebbene la tecnologia possa essere incredibilmente potente, è il potere di immaginazione ed emozioni che davvero contribuisce al consolidamento del brand ed assicura un marketing di successo”. Automazione sì, ma con un approccio autentico sarà anche la teoria di Sweezey, atteso a seguire. Chiude la mattinata Gary Angel mettendo ancora una volta al centro le persone “Non si tratta di limitarsi ad incrementare il tasso di automazione. Fattori come analisi, sperimentazione e mappatura del percorso e della voce del cliente sono tutte componenti fondamentali di un’efficace strategia di digital marketing”.La prima giornata proseguirà con le sessioni specialistiche, ben sei in contemporanea quest’anno: dal turismo al food, passando per e commerce, Revenue Management e accoglienza 2.0. Per webmaster e professionisti digitali, invece, la sessione advanced.

“Don Giuseppe Maioli, come si vedeva Gesù nella tua umanità”. Questo frase postata su Facebook da Paolo Facciotto oggi è stata largamente condivisa da chi aveva conosciuto don Giuseppe Maioli. Il sacerdote è morto questa mattina all’età di 69 anni in segue ad una grave malattia. Fino al febbraio scorso era stato parroco alla Riconciliazione di Rimini, poi il vescovo monsignor Francesco Lambiasi lo aveva sollevato dall’incarico proprio a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. In precedenza era stato parroco a Sant’Ermete.

Don Giuseppe apparteneva al movimento di Comunione e Liberazione, e molte persone hanno avuto modo di conoscerlo ed amarlo nelle vacanze montane, dove guidava con sapiente maestria i canti di montagna. Ha scritto su Facebook Massimo De Paoli: “Sei stato una delle persone che più di molti altri, con poche parole ma vere, sorrisi sinceri e sguardi intensi, mi ha trasmesso la passione per le montagne, per le stelle e per la vita. Come se fosse ieri ricordo di come (io bambino) tu guardavi le montagne indicandocele e spiegandocene il nome e altro che non ricordo. A distanza di 35 anni non ricordo le cime, ma ricordo il tuo sguardo verso quelle cime, ed è quello che mi stregò e mi fece innamorare”.

La sensibilità musicale di don Giuseppe si espresse anche in gioventù componendo il canto “Se il Signore non costruisce la città”, un ever green della canzone religiosa.

Il confratello don Roberto Battaglia, assistente della Fraternità di Comunione e Liberazione, così lo ricorda: “Commossi e grati per come la sua paternità e la sua testimonianza che hanno segnato così profondamente la vita della Fraternità di CL e di tutti coloro che sono stati affidati al suo ministero sacerdotale, desideriamo seguirlo nella sua immedesimazione con Cristo, espressa nella invocazione con la quale ci ha invitato ad unirsi alla sua preghiera: “Eccomi Gesù, sono tuo”.

Nella chiesa parrocchiale di Gesù Nostra Riconciliazione è stata allestita la camera ardente. Questa sera alle 21 ci sarà la veglia funebre nella chiesa parrocchiale di S. Ermete (Santarcangelo).

Domani sera, 15 aprile, alle ore 21, veglia funebre nella chiesa Riconciliazione.

I funerali saranno celebrati sabato mattina, 16 aprile, alle ore 9.30 nella chiesa di Gesù Nostra Riconciliazione.

Aeroporto, adesso si comincia a fare sul serio. Il presidente di Airiminum 2014, Laura Fincato, e Leonardo Corbucci, amministratore delegato e socio di riferimento, hanno presentato al mattino alla stampa e nel pomeriggio alle autorità cittadine e ai principali stakeholder dell’aeroporto, il piano di rilancio dell’aeroporto. Adesso che le turbolenze e gli inciampi sono terminati (“Se Enac avesse perso al Consiglio di Stato, adesso l’aeroporto sarebbe chiuso”, ha detto Corbucci), si può guardare al futuro e mettere mano al Masterplan e al contratto di programma, procedura che si spera di concludere entro diciotto mesi. Ma non è che si partirà a fine 2017, molto lavoro è già stato avviato, altro sarà adesso messo in cantiere, in modo da arrivare alla summer season 2017 con le carte in regola, cioè con un aeroporto che comincia a funzionare. Già nel 2016 si conta di avere un 25 per cento di passeggeri in più. Cosa significhi “funzionare” Corbucci lo ha detto e ridetto molte volte: economicità della gestione e sviluppo del traffico. I due pilastri si tengono insieme e si alimentano reciprocamente, a vantaggio del territorio, parola che è entrata stabilmente nel vocabolario di Airiminum. A questo scopo Corbucci ha parlato di consolidamento del mercato di riferimento, di un maggior radicamento dei rapporti con il territorio attraverso un’azione di networking e dell’avvio di relazioni strategiche con primarie compagnie di linea per lo sviluppo di rotte regolari e consolidate.

Deve pertanto cambiare il modello di business su cui finora si è retto il “Fellini”: prevalenza dell’incoming turistico, solo o quasi voli charter, 72 per cento del traffico proveniente dalla Russia, funzionamento solo nei tre mesi estivi, anzi per essere più precisi in quindici/sedici giorni, di solito al sabato dalle 17 alle 21. Deve soprattutto cambiare quel meccanismo che vedeva la filiera dell’aeroporto (società di gestione, tour operator, compagnia, “incomisti” - chi porta i passeggeri dallo scalo all’hotel -, albergatori) che non guadagnava in modo uguale: la società pubblica di gestione ci rimetteva e solo gli altri attori godevano dei vantaggi. La musica deve cambiare, siamo in una situazione di mercato in cui il monopolista (la società di gestione) chiederà che ci siano “regole condivise”. In parole povere, la ricchezza prodotta dall’aeroporto deve essere ripartita in modo più equo, non c’è più la “mano pubblica” che spende i soldi di tutti e non si preoccupa del rientro. È probabile che tale linea, peraltro applicata in altri scali, possa provocare qualche resistenza e difesa dello status quo, ma Corbucci si è mostrato molto determinato ad arrivare a tale cambiamento.

In ogni caso l’aeroporto gestito da Airiminum non si limiterà a fare incoming turistico, ma si dedicherà a sviluppare l’outgoing e soprattutto l’incoming fieristico e congressuale. Corbucci è stato esplicito: c’è una fiera che funziona, che produce due milioni di visitatori all’anno ed è gestita “dal miglior manager esistente su piazza”, quindi bisogna far arrivare questi visitatori in aereo. Se ciò non accadesse, Corbucci la considererà una pesante sconfitta, ma lui si dice sicuro che almeno il 5 per cento di quei due milioni è raggiungibile e ciò potrà avere degli effetti immediati sul traffico passeggeri.

Anche i rapporti con la Russia saranno incrementati, sia per favorire l’incoming sia per avviare una linea outgoing verso la Federazione. Obiettivi che devono tenere conto di un quadro complicato, nel quale un elemento importante è che per i russi l’Italia in questo momento è cara. Tuttavia ci sono le condizioni per intercettare una parte di quel traffico che non si indirizzerà più verso quei paesi a rischio terrorismo. Fermo restando che Airiminum cercherà sempre più di allargare i propri orizzonti, sia in Europa che nei paesi dell’estremo oriente.

La sottolineatura emersa è inoltre un più stretto ed organico rapporto con il territorio e con le sue esigenze di promozione turistica. Airiminum non fa il mestiere dell’assessore regionale al turismo, ma si considera uno strumento a disposizione del territorio. A questo proposito, è stata annunciata una importante novità. Sarà costituito uno strumento, con fondi esclusivamente privati (operatori economici interessati allo sviluppo dell’indotto che l’aeroporto produce) che si affiancherà ad Airiminum e alle politiche promozionali degli enti pubblici per portare passeggeri e turisti a Rimini. Corbucci non è entrato nei dettagli, ma si tratta di una novità del panorama italiano. “Siamo l’unico aeroporto internazionale gestito interamente da privati. Siamo gli unici che potranno trattare con le compagnie low cost senza incorrere nei divieti e nelle sanzioni dell’Unione europea”.

Non sono mancate, senza far nomi, le frecciate a chi ancora oggi promette compensi per far arrivare i turisti su un altro scalo, salvo poi trasportarli con le navette negli alberghi di Rimini.

Si è parlato anche dei rapporti con Bologna. Corbucci ha detto che prima poi “saremo obbligati a collaborare. Fare il contrario andrebbe contro i nostri stessi interessi”. Ha inoltre aggiunto che questa collaborazione “è sollecitata dalle istituzioni regionali e da quelle aeroportuali”. La prospettiva è quella di un network commerciale che sviluppi le opportune sinergie.

Ed infine il punto sulle nuove rotte in fase di implementazione che collegheranno Rimini con Olbia, San Pietroburgo, Krasnodar, Ekaterinburg e Samara in Russia, Berlino, Düsseldorf, Norimberga, Karlsruhe e Stoccarda in Germania, Amsterdam in Olanda, Minsk in Bielorussia, Praga in Repubblica Ceca, Bruxelles in Belgio, Helsinki in Finlandia, Lussemburgo, Zurigo in Svizzera e, per i Paesi Baltici, Riga in Lettonia e Tallinn in Estonia.

I nuovi collegamenti andranno ad aggiungersi, tutti entro il 31 dicembre 2016, a quelli già attivi verso Catania, Mosca (Domodedovo e Sheremetyevo) e Tirana.

Per il periodo di settembre e ottobre 2016 ci saranno inoltre voli charter outgoing con destinazione Palma di Maiorca, Rodi, Ibiza, Kos ed Heraklion.

Quando vengono pubblicati dati e informazioni sulle dichiarazioni dei redditi dei riminesi, in certa classe politica e amministrativa scatta immediatamente una sorta di riflesso condizionato, un riflesso che porta a dichiararsi scandalizzati per l’alto tasso di evasione che i propri concittadini impunemente realizzano (un campione di questo atteggiamento è l’ex presidente della Provincia, Stefano Vitali).

Sia chiaro: a Rimini, come nel resto d’Italia, l’evasione c’è, non se ne discute nemmeno per un secondo. Ciò che invece si può discutere è la sola reazione moralistica e indignata, da bar o da social – decidete voi. Soprattutto chi ha un ruolo pubblico dovrebbe, oltre all’indignazione, comunicare un’analisi più articolata di ciò che accade all’interno dell’economia cittadina (ne ha gli strumenti e l’obbligo) e magari offrire anche qualche ipotesi di soluzione concreta.

Questa classe politica, poi, sembra completamente priva di memoria storica e dimentica (oppure ne è cosciente ma finge il contrario) come lo sviluppo turistico di Rimini si sia basato sull’implicito e silenzioso patto di non belligeranza fiscale (e non solo) fra il potere amministrativo locale e gli operatori economici.

Sorprende inoltre che in questi estemporanei dibattiti nessuno abbia mai cercato di affrontare un tema che balza immediatamente agli occhi. Se albergatori, bagnini, commercianti, artigiani, liberi professionisti, sono in larga parte mascalzoni che dichiarano solo una minima parte del reddito che producono, perché allora il Comune garantisce facilitazioni (l’esonero dall’addizionale Irpef) a chi dichiara meno di 15 mila euro? Certamente in quella platea ci sono dipendenti e pensionati a basso reddito, ma se è vero che tutti evadono non c’è il rischio concreto di premiare anche chi nasconde parte dei propri redditi al fisco?

Tornando alle reazioni moralistiche, l’assessore Gian Luca Brasini, dopo la pubblicazione di alcune tabelle da parte de Il Sole 24 Ore, ha dichiarato che quei dati “non possono non far balzare sulla sedia, soprattutto se si va a recuperare dai cassetti altri tipi di graduatorie, che invece vedono il nostro territorio al vertice per numero di auto di lusso e via dicendo”. Questo – ci sia consentito – è populismo un tanto al chilo. E se è vero che dal 2010 al 2014 i redditi medi invece che crescere sono diminuiti, bisognerebbe almeno mettere in relazione le tabelle del Sole con i rapporti periodici della Camera di Commercio o il Rapporto annuale sull’economia. Da questi si evince, ad esempio, che solo quest’anno si è registrato qualche timido segnale positivo, dopo anni nei quali Rimini è stata il fanalino di coda della Regione; e che se il tasso di disoccupazione è sceso al 9,5%, resta comunque il più alto in regione dopo Ferrara. La disoccupazione giovanile è arrivata al 23,5%, valore triplicato rispetto al 2008. L’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni diminuisce dell’11,7% rispetto al 2014, però aumenta la CIG Straordinaria del 30,6%, unica provincia in Regione. Le imprese attive sono 34.339 contro le 34.503 del 31 dicembre 2014, con un decremento dello 0,5%. Le cessazioni di impresa sono di più delle nuove iscrizioni. In cinque anni il turismo riminese ha perso 800 mila presenze, l’analisi sui bilanci degli hotel gestiti da società di capitale informa che se le banche chiedessero un minimo rientro salterebbero tutte.

Tutto questo semplicemente per dire che se la crisi ha colpito anche Rimini, non è sorprendente constatare che anche i redditi dichiarati siano diminuiti.

Nel 2014 il reddito medio dei riminesi è stato di 18.620 euro a fronte di una media nazionale di 20.070. A Rimini l’84 per cento dei contribuenti è costituito da lavoratori dipendenti e pensionati. A livello nazionale, la percentuale è inferiore (82). La media di reddito di un dipendente è 17.988 (18.039 nel 2013) e di un pensionato 16.354 (16.030 nel 2013). Si può osservare, visto che si tratta di importi lordi, che sono redditi molto bassi, ma fra questi, come ben noto, nessuno evade. Passiamo ai lavoratori autonomi. A Rimini il loro reddito medio è di 36.531 euro, leggermente superiore alla media nazionale (35.660) e inferiore al 2013 (37.881). Rappresentano il 2,5 per cento dei contribuenti riminesi. Gli imprenditori in contabilità ordinaria (sono lo 0,36) dichiarano 28.801(23.794 nel 2013), gli imprenditori in contabilità semplificata (sono il 4 per cento) hanno un reddito medio di 16.939 (16.739 nel 2013). Da ricordare che secondo il Ministero «per imprenditori nelle dichiarazioni Irpef si intendono i titolari di ditte individuali, escludendo chi esercita attività economica in forma societaria». In queste ultime due categorie rientrano insomma le famose “partite IVA”.

Meno consistente è la media dei redditi da partecipazione (14.717, quasi uguale al 2013) che sono l’8,3 per cento del totale. Da rilevare che ci sono anche 736 contribuenti che hanno dichiarato un reddito inferiore allo zero, cioè ci hanno rimesso.

Abbiamo visto che l’84 per cento dei contribuenti, sommando dipendenti e pensionati, dichiara un reddito medio di 17 mila euro e che la media generale riminese è di 18.620 euro. Senza dubbio ci si aspetta che il contributo di autonomi, imprenditori e partecipazioni faccia crescere la media con valori più alti. Così non è, però ciò non rende facile e automatico individuare dove si annidi l’evasione. Abbiamo forse un notevole numero di evasori totali? Ancora prospera il lavoro nero? Siamo in presenza di un esteso uso truffaldino delle norme di elusione? Sappiamo che il fisco oggi ha gli strumenti, attraverso l’incrocio delle varie banche dati, di scovare sia l’uno che l’altro fenomeno. Quindi c’è da augurarsi che nel breve e medio periodo il sommerso venga finalmente alla luce e si possa verificare a quanto ammonti effettivamente l’evasione. Lo stesso Comune di Rimini partecipa ad un progetto virtuoso di recupero dell’evasione che ha portato somme non simboliche nelle proprie casse. Ciò che non serve sono invece le frettolose analisi moralistiche, utili solo per la campagna elettorale. Analisi nelle quali la coperta dell’evasione fiscale sembra quasi dover coprire (anche) i numeri poco confortanti dell’economia riminese e il poco che si fa per aiutarne la ripresa e favorire le imprese.

Mercoledì, 13 Aprile 2016 15:01

5 anni in Comune. La pressione fiscale

Nei cinque anni di mandato del sindaco Andrea Gnassi la pressione fiscale del Comune è diminuita, è rimasta sostanzialmente inalterata o è clamorosamente aumentata? È questo un tema al quale i cittadini contribuenti sono sempre particolarmente sensibili e quindi vale la pena approfondirlo.

Stando ai dati dell’Osservatorio regionale sulla finanza locale, la pressione tributaria nel 2011 era di 546,28 euro pro capite. Il 2011 è il primo anno del mandato di Gnassi, eletto nel mese di giugno quando il bilancio preventivo era già stato approvato. Lo si può quindi considerare l’anno zero. Nel 2012 c’è stato un aumento di circa il 10 per cento, e quindi la pressione è diventata di 599,22. Nel 2013 si registra un aumento ben più consistente, il gettito pro capite sale a 772,49. Nel 2014 si verifica un ulteriore balzo: ogni cittadino riminese avrebbe pagato al Comune 841,58 euro di tasse, con un aumento rispetto al 2011 del 65 per cento. Secondo questi dati, la giunta Gnassi, al di là delle ripetute dichiarazioni circa il contenimento di imposte e tariffe e gli sbandierati obiettivi di equità fiscale, avrebbe messo pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini.

Abbiamo chiesto all’assessore al bilancio Gian Luca Brasini, tramite l’ufficio stampa del Comune, una conferma o una smentita di questi dati e, nell’occasione, una puntualizzazione sulle linee di politica fiscale seguite in questi anni. Nonostante i ripetuti solleciti, dopo più di una settimana dalla richiesta non è arrivata alcuna risposta. Se mai arriverà, ne daremo certamente conto, intanto dobbiamo basarci sui dati che autonomamente abbiamo ricavato consultando i documenti reperibili sul sito del Comune.

Da questi, emerge una situazione solo parzialmente diversa. Per il 2011 viene indicata una pressione tributaria pari a 332,62 euro, quindi di gran lunga inferiore a quella dell’Osservatorio regionale. Nel 2012 c’è invece un consistente aumento (si passa a 453,43) anche se inferiore a quello indicato dall’Osservatorio. Il 2012 è l’anno in cui viene riscossa la nuova Imu: Rimini decide di applicare l’aliquota dello 0,6 per la prima casa e dell’1,06 sugli altri immobili, per un gettito complessivo di 54,83 milioni di euro. Il Comune decide di applicare l’addizionale Irpef con un’aliquota dello 0,3 per mille (bassa) e di esentare i redditi al di sotto dei 15 mila euro.

E così arriviamo al 2013, che è un anno cruciale perché a dicembre avviene il ritorno dei servizio di raccolta rifiuti in capo al Comune dopo un decennio di affidamento ad Hera. Nel bilancio comunale si aggiunge una consistente voce in entrata (la tariffa pagata dai cittadini) più o meno equivalente alla corrispondente voce in uscita per l’organizzazione e la produzione del servizio. Nello stesso anno l’Imu sulla prima casa va allo Stato e ritorna al Comune sotto forma di trasferimento. Complessivamente le entrate tributarie passano da 88 a 113 milioni. Per ogni singolo cittadino riminese ciò si traduce in una pressione fiscale di 608,32 euro. Il rendiconto comunale specifica che al netto della Tares, è invece di 350,87.

Molto importante è l’anno 2014 perché, in questa girandola di cifre, i dati leggibili sul sito del Comune e quelli dell’Osservatorio tendono a coincidere. Il 2014, va ricordato, è il primo anno di applicazione della Tasi per la prima casa e la tassa per i rifiuti ora si chiara Tari. Bene, la pressione fiscale sale intorno a 840 euro (844 secondo il Comune, 841,58 secondo l’Osservatorio). È evidente che nella cifra è compresa la Tari, peraltro è giusto ricordare che anche quando non era di competenza comunale, i riminesi pagavano il servizio ad Hera e ciò incideva comunque sulle loro tasche.

Quindi dai 332,62 euro del 2011 (senza i rifiuti che si pagavano ad Hera) si è passati agli 844 euro del 2014. Confrontando due anni omogenei, 2013 e 2014, entrambi con i rifiuti in capo al Comune, si vede che i riminesi nel giro di dodici messi hanno dovuto sborsare 230 euro in più.

Non è ancora disponibile il rendiconto del 2015, però il bilancio preventivo aveva indicato il passaggio da 113 a 128 milioni di entrate tributarie. Quindi è immaginabile che la pressione sul singolo contribuente sia aumentata. A metà 2015 era stato peraltro annunciato un aumento della Tari di circa l’8 per cento per coprire una quota del buco di 8,5 milioni nella riscossione del biennio 2013-2014. Per il 2016, anno delle elezioni, l’assessore Gian Luca Brasini annuncia che non ci sarà alcun nuovo aumento: “Il recupero del tributo evaso rappresenta lo strumento principale per garantire l’equità fiscale e soprattutto per continuare nel difficile lavoro di contenimento delle tariffe”. Certamente, ma l’aumento a carico dei contribuenti onesti c’era già stato nel 2015.

L’osservazione sulla pressione tributaria ha come punto di paragone anche l’andamento della spesa. Il Comune si è impegnato in una efficace azione di spending rewiew, in modo da non ricorrere sempre più alla leva tributaria? I rendiconti della giunta mettono in evidenza questo dato ma esso non è enorme rispetto alla capacità di spesa del Comune. Nel 2012 le spese correnti sono calate di 1,3 milioni, nel 2013 e nel 2014 al netto delle spese per la Tari, c’è un ulteriore diminuzione. Complessivamente un risparmio di circa 5 milioni dal 2012 al 2014.

Anche sul contenimento dei costi del personale, che pure è un obiettivo dell’amministrazione uscente, i risultati non sono molto brillanti. Nel 2012 (primo anno di gestione completa) i dipendenti sono 1.139 e i dirigenti 19, nel 2014, invece, 1.165 dipendenti e 23 dirigenti.

E gli investimenti? Nel primo anno (2012) dell’amministrazione Gnassi sono stati particolarmente ridotti (17 milioni), mentre sono saliti nel 2013 (38 milioni) e nel 2014 (43,5 milioni). Una inversione di tendenza dovuta soprattutto ai contributi regionali arrivati per il piano di salvaguardia della balneazione e ai contributi statali del piano città. Le risorse comunali usate, si legge nei rendiconti, derivano principalmente dagli avanzi di

amministrazione. Quindi anche negli anni passati, come nel 2015 (6 milioni) ci sono stati avanzi. Ma non era meglio diminuire la pressione fiscale invece di produrre avanzi?

 

Pressione fiscale del Comune di Rimini secondo l'Osservatorio regionale

2011

546,28

2012 599,22
2013 772,49
2014 841,88

 

Pressione fiscale secondo i dati del Comune di Rimini

2011 332,62
2012 453,43
2013 608,32
20114 844
Martedì, 12 Aprile 2016 17:16

La lista del Pd, tra veleni e rinnovamento

La versione di Roberto Biagini sulla sua esclusione dalla lista del Pd non indulge ad alcuna forzatura polemica: un semplice racconto dei fatti, pulito e rigoroso, che lascia inespresse le vere ragioni per cui un candidato sostenuto dai segretari di circolo, cittadino e provinciale se ne debba stare a casa. D’altra parte tutti in questa vicenda recitano la propria parte in commedia, compreso il sindaco Andrea Gnassi che alla direzione del Pd afferma di non volere nessun assessore in lista perché ha intenzione di riconfermarli tutti.

Uno spicchio di verità è – secondo la Biagini version – quella che gli ha detto il segretario comunale Alberto Vanni Lazzari al telefono: “Scusa, ma non ti possiamo candidare altrimenti Gnassi non firma l’apparentamento con la lista del Pd”.

Biagini ricorda che già nei mesi scorsi aveva detto di ritenere conclusa la sua esperienza di assessore. Senonchè prima il segretario del circolo di Viserba Paolo Morolli, poi il segretaario comunale Alberto Vanni Lazzari e quello provinciale Juri Magrini gli hanno chiesto la disponibilità di essere in lista per meglio rappresentare la realtà territoriale di Viserba. Fino al colpo di scena di ieri mattina. “La motivazione è quella dettami dal segretario comunale, a meno che non ve ne siano altre che esulano dalla sfera politica e che Vanni Lazzari non mi abbia voluto riferire”.

A dire il vero, i rumors usciti sulla stampa hanno parlato, oltre che della cronica antipatia fra i due (Gnassi, Biagini), della vicenda dell’esposto sull’appalto Acqua Arena. Ad esplicita domanda, Biagini risponde: “E’ una vicenda riservata perché c’è un’indagine in corso. Chi ricopre un ruolo ha dei doveri e sono doveri nei confronti dell’autorità giudiziaria e non nei confronti del sindaco”. Risposta diplomatica che lascia supporre che un peso la vicenda l’ha avuto.

Biagini adesso torna alla professione di avvocato ma non lascia la politica “perché è qualcosa che appartiene al mio Dna”. La conferenza stampa per spiegare la sua versione l’ha voluta tenere nella sua Viserba, dove ha cominciato l’esperienza amministrativa come consigliere di quartiere. Presenti i suoi fan, anche di diverse sponde politiche, per manifestargli solidarietà.

Nel giro di qualche ora ecco invece la versione ufficiale del Pd, con una conferenza stampa del segretario Vanni Lazzari e del sindaco Andrea Gnassi.

La direzione del Pd che ha approvato la lista è stata descritta come il trionfo di un partito concorde e unanime (in realtà ci sono stati due astenuti dei quali non sono stati detti i nomi). Il segretario Vanni Lazzari ha pigiato a più non posso sul tasto del rinnovamento: ragione per cui non sono stati candidati i consiglieri con due mandati (Allegrini, Pironi, Gallo, Astolfi). Invece largo ai giovani e largo alle donne (addirittura 17 su 32 candidati). Fra i candidati anche il segretario provinciale Juri Magrini per il quale già si pronostica il ruolo di capogruppo.

Sulla vicenda Biagini il sindaco Gnassi ha invece sostenuto che due mesi fa gli aveva proposto di non stare in lista ma di mettere al servizio del progetto la sua esperienza amministrativa. Stesso discorso vale per gli esclusi, tutti portatori di interessi del territorio che possono mettersi al servizio della causa.

Gnassi si è soffermato sulle liste civiche a suo sostegno affermando che non saranno più di 3. “Ci saranno molte sorprese, sono espressione di una Rimini che fa per Rimini”. Gli imprenditori e agli esponenti della società che sosterranno Gnassi non sono stati coinvolti con la promessi di posti nei Cda ma con un accordo sul programma.

Per il resto Gnassi ha riproposto la sua narrazione sugli ultimi cinque anni di vita politica e amministrativa. Con un affondo sul tema della privatizzazione della Fiera: “Nessun approccio ideologico ma solo pragmatico. O si vende perché costretti o si vende quando c’è più convenienza per la comunità e il valore delle azioni è più alto”.

 

I nomi della lista Pd

ROBERTO MANCINI imprenditore,Consigliere Comunale uscente; GIORGIA BELLUCCI , dipendente azienda privata; MAURIZIO TONTI, dipendente pubblico; ROBERTO CELLI, pensionato; DANIELA POTENZA,responsabile amministrativo azienda privata; BARBARA VINCI, commerciante; MATTEO PETRUCCI, commesso; BARBARA DI NATALE, dipendente pubblica; FABIO GRASSI, geometra; SARA DONATI, dipendente pubblica, Consigliere Comunale uscente;  GIOVANNI CASADEI, architetto; ENRICO PICCARI, consulente commerciale,Consigliere Comunale uscente; GIOVANNA ZOFFOLI, casalinga,Consigliere Comunale uscente; CARLO MAZZOCCHI, operatore sociale, Consigliere Comunale uscente; ERIKA NANNI, studentessa di Legge; GIULIA CORAZZI, studentessa universitaria; MATTIA MOROLLI, libero professionista,Consigliere Comunale uscente; SIMONE BERTOZZI, giornalista, Consigliere Comunale uscente; JURI MAGRINI, Segretario Provinciale PD; LUCILLA FRISONI, dipendente azienda privata; MAZZOTTI GIUSEPPE, bancario; CLAUDIA CORBELLI, impiegata,Consigliere Comunale uscente; VINCENZO SCIUSCO, Seg.Prov. G. Dem; MILA FUMINI, progettista culturale;
ROBERTO RINALDI, imprenditore della ristorazione; FRANCESCA PANOZZO, dott.ssa in Storia Contemporanea; ANNA MARIA BARILARI, operatrice turistica; EVELINA SKENDERI, medico;  ELENA ZAMAGNI, formazione professionale; GIOVANNI MARRA, avvocato; FABIANA ACQUISTI, Imprenditrice e deejay; MILENA FALCIONI, imprenditrice vitivinicola.

Domenica, 10 Aprile 2016 10:45

Sandra Sabattini, una santa come fidanzata

“Prima di morire spero di poter avviare la causa di beatificazione di Sandra Sabattini”, disse un giorno all’inizio degli anni Novanta don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Il sacerdote è stato esaudito nel suo desiderio, la causa di beatificazione è stata aperta nel 2006, quando era ancora in vita.

Perché il sacerdote riminese volesse vedere Sandra sugli altari (intanto da ieri c’è la rotonda vicino alla chiesa della Resurrezione che porta il suo nome) lo si capisce dalle riflessioni che fece nell’omelia della Messa a sette giorni dalla morte della ragazza: “Molte volte dico che il Cristianesimo non è un insieme di idee, di verità, di ragionamenti: il Cristianesimo è una Persona. La vita cristiana non è un insieme di norme morali ma è un rapporto con questa Persona, che è Cristo Gesù. Cristo che è vivo: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?” (Lc 24,5). Gesù è risorto e non muore più, per quaranta giorni e con molte prove apparve ad essi vivo, vivo! Tutta l'esistenza cristiana è un rapporto con Lui vivo, col Signore”.

Evidentemente per don Benzi la giovane Sandra era stata una testimonianza di cristianesimo vissuto a questo modo, con questa consapevolezza.

Con Sandra Sabattini siamo davvero di fronte alla santità della porta accanto. La sua biografia è scarna non solo perché è morta a 23 anni ma perché in quella breve esistenza non ha compiuto nulla di straordinario, secondo l’accezione comune e mondana di questo aggettivo. Ha invece vissuto l’ordinario secondo il grande ideale della fede.

Sandra nasce a Riccione il 19 agosto 1961 in una famiglia (i genitori Giuseppe e Agnese, il fratello Raffaele) che fin da piccola la educa al cristianesimo e che abita nella canonica dello zio sacerdote, don Giuseppe Bonini, per molti anni parroco di San Girolamo a Marina Centro di Rimini.

Dall’età di dieci anni comincia a scrivere un diario dove annota riflessioni e pensieri spirituali di insolita profondità. Fra i dodici e i tredici anni incontra don Benzi e la “Papa Giovanni” e rimane affascinata dall’incontro simpatico con Cristo che  il sacerdote propone ai pre-adolescenti; due anni dopo  già partecipa ad una vacanza sulle Dolomiti con disabili gravi, dalla quale ritorna confidando ai genitori: “Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai”.

Sandra si iscrive al liceo scientifico e continua a frequentare la comunità, dedicando il proprio tempo libero ai più poveri e svantaggiati, secondo il carisma della Papa Giovanni. La scelta dell’università, facoltà di medicina, è in linea con la vocazione che sente germogliare: vuole essere medico, e andare missionaria in Africa. Un progetto che coltiva insieme a Guido, un ragazzo più grande di lei, prima amico e poi fidanzato.

Sandra, una fidanzata santa? Don Oreste Benzi ne era profondamente convinto, ed è una delle ragioni per cui desiderava vederla sugli altari. Dopo mamme, spose e vergini sante, ecco una ragazza che ha vissuto l’eroicità delle virtù cristiane nel suo stato di fidanzata. Una bella sfida per i nostri tempi. “Oggi c’è un’inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi”, scrive un giorno nel suo diario.

Negli scritti di Sandra è possibile trovare riflessioni che indicano con quale consapevolezza vivesse i suoi giorni: “Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla a questo mondo che sia tuo, Sandra, renditene conto; è tutto un dono sul quale il Donatore può intervenire quando e come vuole; abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora”.

L’ora arriva: a fine aprile del 1984 a Igea Marina c’è una tre giorni della Comunità. Sandra vi partecipa e il 29 aprile, appena scesa dalla sua automobile, in attesa di attraversare la strada, viene investita da una vettura proveniente in senso contrario. Sandra viene colpita mortalmen­te alla testa; trasportata all'Ospedale Bellaria di Bologna, muore senza riprendere conoscenza il 2 maggio 1984 all’età di 23 anni.

Nell’omelia del funerale don Oreste afferma: “Il Signore aveva condotto Sandra per mano attraverso quegli incontri misteriosi che noi non comprendiamo, di cui non ci accorgiamo; aveva condotto Sandra tenendola per mano a conformare la sua vita a Cristo Gesù che è venuto in mezzo a noi e non ha voluto tenere per sé dei privilegi, ma ha voluto essere in tutto e per tutto uguale a noi, perché ci amava”.

Don Benzi è il primo a muoversi per mantenere viva la memoria della testimonianza di Sandra. È lui che pubblica il suo diario, è lui che spinge per l’apertura del processo di beatificazione. Si è già chiusa la fase diocesana, a Roma è già stata segnalata anche una guarigione inspiegabile attribuita alla sua intercessione.

Nel 2009, a 25 anni dalla sua morte, si pensa di traslare i suoi resti in chiesa, ma quando nel cimitero di Sant’Andrea in Casale viene tolta la terra che copre la bara, di Sandra non c’è più nulla, neppure un osso. Il suo corpo evidentemente si è completamente mineralizzato. I suoi resti dovevano essere trasportati nel sarcofago realizzato nella chiesa di San Girolamo. Il sarcofago è rimasto, è tenuto aperto, si vede solo qualche pezzo del legno della bara. Ed è stata messa una ciotola con la terra della sua tomba, con sopra una croce pure ricavata dai resti della cassa. Il vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, ha commentato: “il chicco di grano che ha il volto e il nome di Sandra è caduto talmente in terra da sciogliersi completamente, da farsi terra”. Quel sarcofago vuoto, che immediatamente ricorda quello di Gesù, è stato giustamente definito un monumento alla Resurrezione.

(Rimini) Sono in fase di compoletamento i lavori di riqualificazione e ampliamento del parcheggio Tiberio. Con la fine dell’intervento da oggi . informa una note del Comune di Rimini - saranno  436 in totale i posti auto per la sosta su tutta area Tiberio (parcheggio Tiberio 1, parcheggio Tiberio 2, viale Tiberio), mentre erano 260 posti quelli regolamentati prima dell’inizio lavori nell’ottobre scorso.

A seguito della riorganizzazione realizzata, infatti, il parcheggio Tiberio 1 oggi può contare sulla disponibilità di 283 posti auto e 27 stalli per ciclomotori e motocicli. Stalli per la sosta, al servizio del Borgo e del centro storico, a cui si aggiungono ulteriori 60 posti a rotazione bianchi lungo la via Tiberio, con un incremento di 4 unità rispetto a quelli regolamentati prima dei lavori e nonostante la realizzazione della nuova pista ciclabile bidirezionale lungo il viale.

Il nuovo parcheggio Tiberio 2 in procinto di essere aperto al pubblico – secondo e ultimo stralcio dell’intervento sui parcheggi - è stato ricavato da un’area incolta sul retro del condominio esistente e potrà offrire grazie all’intervento realizzato la possibilità di sosta a 93 auto. La sosta sarà mista, in parte a pagamento nelle ore diurne, in parte libera o a rotazione.


Venerdì, 08 Aprile 2016 15:25

Ecco Futura, la lista dei Gnassi-boys

Sono i Gnassi-boys, si sono organizzati in una lista che si chiama Futura e che ha scelto come motto una frase di Federico Fellini “Tutto si immagina”.

Sono giovani, anche se non proprio giovanissimi, si definiscono “lavoratori nei tempi della precarietà”, sottolineano di non essere i soliti noti, hanno la valigia in mano pronti a dover partire per poter lavorare, pensano che per Rimini sia arrivata l’ultima occasione, non chiedono favori o corsie preferenziali o assistenzialismo.

Ritengono che negli anni di Gnassi “la città è stata protagonista di una rivoluzione che è ancora in corso. Un cambiamento radicale di scelte e di prospettiva , con l’obiettivo di intercettare finalmente le dinamiche della grandi città europee, che non deve essere fermato nei prossimi cinque anni”.

Alla conferenza stampa di presentazione oggi era presente anche il sindaco Andrea Gnassi, che ha chiosato punto per punto l’identikit dei suoi giovani sostenitori. “Sono io che mi affianco a loro”, ha detto. La città che cambia offre anche nuove opportunità di lavoro per la generazione con la valigia in mano, con promesse quasi da Berlusocni dei bei tempi andati: “La nuova piazza Malatesta? Mille nuovi posti di lavoro”.

Nel manifesto programmatico i giovani di Futura non mancano di sottolineare il Piano Strategico e il Parco del Mare. Gnassiani puri e duri. Della compagnia fa parte anche Nadia Toni che nel 2011 era candidata sindaco per i Federalisti Europei. “Questi cinque anni mi hanno convinto che il miglior candidato era quello che ha vinto”.

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