Terzo Pierani, l'ultimo sindaco Pci di Riccione, vota Conti
Terzo Pierani, l’ultimo sindaco del Pci (poi il partito ha cominciato a chiamarsi in vari modi diversi) vota Carlo Conti. Anzi, tiene a presentarsi come una sorta di garante, ci mette la faccia per convincere i riccionesi che l’ex assessore della giunta Tosi è la persona giusta al momento giusto.
“Sono e resto un uomo di sinistra. Ho creduto in Renzi ma adesso non lo sopporto più. Guardo con interesse al tentativo di Pisapia di creare un’aggregazione fra diverse forze”. Pierani, 77 anni, è stato sindaco dal 1975 al 1991 (“Spodestato poi da un colpo di stato”, sottolinea), ha fatto due anni da senatore dal 1992 al 1994, poi è stato presidente di Aeradria per sei anni (“Senza farla fallire”, aggiunge).
Ma questo è il passato. Il presente lo vede come uno dei più autorevoli supporter del candidato di Patto Civico. “A Riccione - spiega - appoggio Conti perché ritengo che alle elezioni amministrative i protagonisti debbano essere i cittadini. Va tolta la cappa politica dei partiti che è sempre più asfissiante. Ci può essere un bravo sindaco di qualsiasi colore politico. Gli amministratori non devono rispondere alle segreterie provinciali o regionali dei partiti, ma ai cittadini. È quello che a modo mio ho cercato di fare quando sono stato sindaco. Credo ci possa essere un amore trasversale alla città che riunisce al di là delle etichette politiche. Conti inoltre è un ragazzo saggio, preparato, capace di indicare una soluzione ai problemi della città. È una risorsa umana importante ed io voglio aiutarlo nell’impresa”.
Pierani è un fiume in piena nel tessere l’elogio di Carlo Conti. “Oltretutto – aggiunge – ha un programma molto valido che invito a leggere prima di decidere il proprio voto. È un programma che guarda avanti, che dice cose interessanti su turismo, giovani, impresa, economia, ambiente. Mi sento di appoggiarlo e raccomandarlo nell’interesse della città”.
Se poi a Pierani si chiede quali siano i problemi attuali di Riccione, anche in questo caso diventa un fiume in piena. “Veniamo da anni in cui sono stati commessi numerosi e gravi errori che ancora non riesco a digerire. Quando esco di casa e percorro la zona parallela alla ferrovia mi incazzo ancora di più. È stata realizzata un’opera incomprensibile, fuori da ogni logica. Restano dei danni irreparabili, un diaframma insuperabile da fra due parti della città”.
È evidente che Pierani ce l’ha con il Trc. “Certo, quell’opera ha aperto problemi ai quali ancora non sono state date risposte. I danni per la viabilità sono purtroppo irrimediabili. Gnassi a Rimini con il Fila diritto ha allungato via Roma, ma quando il Fila diritto arriva a Riccione tutto rimane come prima. Non si è nemmeno cambiata la segnaletica per prendere atto della nuova situazione. Avevamo una strada parallela alla ferrovia che poteva diventare un’ampia arteria di scorrimento a quattro corsie. Invece adesso in certi tratti è difficile anche il senso unico. Per l’attraversamento della città ci restano solo viale D’Annunzio e la Statale 16. Sarà possibile? Riccione è allo sbando”.
La requisitoria di Pierani contro il Trc non è finita. “Hanno detto che a regie trasporterà cinque milioni di passeggeri. Impossibile. I costi di gestione in passivo comprometteranno seriamente il bilancio comunale. È poi, almeno a Riccione nel periodo estivo, il servizio del filobus sarà ineliminabile. E allora?”. Scusi, allora aveva ragione Renata Tosi a fare la battaglia contro il Trc? “Aveva ragione, è stata eletta sull’onda di questa battaglia; ma poi ha avuto torto nel non aver mantenuto le promesse e non aver tirato le conseguenze necessarie. Una volta preso anno che il Trc non era stato fermato, lei doveva dimettersi e poi ripresentarsi agli elettori con un programma di governo. Invece ha seguito la logica del tanto peggio tanto meglio. E inoltre ha avuto il torto di non aver saputo governare la sua giunta. Se una parte di giunta e maggioranza va da un’altra parte, le colpe e le responsabilità non sono solo degli altri”.
Torniamo ai problemi di Riccione. “Siamo in ritardo enorme sulla politica turistica. Che tipo di turismo vogliamo per Riccione? Quello della Notte Rosa dove c’è tutto e il suo contrario? O volgiamo aprire una nuova fase di sviluppo? Vogliamo coinvolgere i cittadini? Io mi farò promotore di una consulta permanente dei cittadini che dialoghi costantemente con la giunta e il consiglio comunale. Penso che con Carlo Conti questa sia una novità possibile”. E perché non con Sabrina Vescovi? “Perché il nuovo è Conti. Lei sono ormai vent’anni che è in giro, gli incarichi li ha passati tutti. C’è invece bisogno di un personaggio nuovo e questo è Carlo Conti”.
Miracolo a Riccione: tutti, anche i 5 Stelle, per le scuole paritarie
Miracolo a Riccione in una bella serata di inizio giugno. Tutti i candidati sindaco, radunati sul piazzale del palazzo del Turismo dalla Compagnia delle Opere, si sono espressi per qualche forma di sostegno alle scuole paritarie e alle famiglie che le scelgono per l’educazione dei figli. Vista la scarsa buona stampa di cui gode il tema in Italia, è un miracolo di quelli che fanno scalpore.
Tutti tranne il candidato del Movimento 5 Stelle, penserà il lettore informato del fatto che una decina di giorni fa il blog di Grillo, approvando il programma di governo sulla scuola, ha stabilito il dirottamento dei fondi dalle paritarie alle scuole statali. Errato, anche Andrea Delbianco, l’uomo di Grillo a Riccione, ha detto sì. E se gli si fa notare la evidente contraddizione con la linea statalista del Movimento, risponde serafico che lui è per la salvaguardia della biodiversità, che se una esperienza del territorio è valida va sostenuta.
Ad ascoltare quanto hanno pubblicamente dichiarato gli aspiranti sindaci, i dirigenti della Karis Foundation, da cui era arrivata la domanda, possono d’ora in poi dormire sonni tranquilli: comunque vada sarà un successo. Renata Tosi (vabbè questo era scontato) ha detto sì, Sabrina Vescovi si è presentata come una grande sostenitrice della libertà di educazione, Carlo Conti ha detto che lui le paritarie le ha frequentate e quindi…, Morena Ripa…Ecco, quando parlava la Ripa, il settore dei fans della Vescovi, silenzioso quando la loro beniamina parlava meglio di una militante cattolica, hanno rumoreggiato con frasi del tipo: “Ma lì ci vanno i figli di quelli che possono pagare!”. Insomma, per un verso o per un altro, la realtà è sempre più complessa delle rappresentazioni teatrali a beneficio degli elettori. Comunque i cinque candidati hanno firmato una cambiale (registrata da Icaro Tv che la manderà in onda giovedì sera) che gli interessati potranno sempre esibire quando arriverà il momento delle decisioni e, per dirla con il Vangelo, “saranno svelati i segreti di molti cuori”.
Per il resto, che altro dire di questo ultimo confronto che è riuscito a riempire una piazza attenta e silenziosa, salvo qualche rara perfomance dei fans irriducibili?
Proviamo a valutare i singoli protagonisti.
Morena Ripa. La candidata di Fare con Tosi (il sindaco di Verona) per una volta, finalmente, non ha detto che bisogna fare come nella città veneta e come a Copenaghen.ha comunque ribadito che ci vogliono due assessorati al turismo, una programmazione strategica e molte altre frasi prive di contenuto reale. Dopo un mese di campagna elettorale, ci si poteva aspettare un minimo di studio. L’unico momento di verità è stato quando ha raccontato della sua visita ad un’esperienza di co-working a Milano.
Andrea Delbianco. Il candidato del Movimento 5 Stelle ha cercato ancora una volta di accreditarsi come persona concreta, capace di dare risposte (a volte un po’ generiche) ai vari problemi. Tutta la sua campagna elettorale, compresa la serata di ieri, tradisce la volontà di puntare sulla propria persona piuttosto che sulla capacità di attrazione del simbolo. Si tratta di vedere quanto questa scelta sarà vincente. L’unica battuta polemica l’ha pronunciata quando, rispondendo sull’associazionismo, ha detto che l’esistenza del Movimento 5 Stelle è sussidiaria al fallimento dei vecchi partiti.
Carlo Conti. Al primo confronto era apparso vivace, preparato, brillante. Un mese dopo l’impressione è che la spinta propulsiva si sia esaurita e che ormai sia tardi per una robusta cura ricostituente. Frasi di buon senso su tutto, proposte tutto sommato accettabili, ma niente di graffiante e accattivante.
Sabrina Vescovi. La signora del Pd insiste ne mostrarsi come candidata all’interno di un sistema politico amministrativo con precisi riferimenti: la Regione, Destinazione Romagna per il turismo, tutto il mondo governato dal Pd. Rispetto ai confronti precedenti, ha tirato fuori le unghie contro la Tosi in un paio di occasioni. La prima quando ha constatato con ironia che tutti ora vogliono utilizzare i proventi dell’imposta di soggiorno per il turismo; la seconda quando l’ha attaccata sul taglio dei contributi alle associazioni di volontariato. La posizione sulle scuole paritarie è stata smaccatamente favorevole, da apparire una forma di captatio benevolentiae. Per il resto ha confermato il profilo di amministratrice preparata e competente.
Renata Tosi. L’ex sindaco ha continuato a interpretare il ruolo di chi ha un compito da portare a termine. Sulle varie questioni, dal turismo all’urbanistica, dal volontariato ai giovani, ha sempre risposto sottolineando innanzitutto ciò che è stato già fatto dalla sua giunta e poi ciò che resta da fare. Alcuni suoi interventi sono stati gli unici a sollecitare i rumors di dissenso dei fans della Vescovi. Ma lei non ha mai raccolto e non ha nemmeno risposto agli attacchi della rivale. Il suo atteggiamento: io sono l’amministrazione e continuerò ad esserlo anche dopo l’11 giugno.
Pasini: Io, elettore della Tosi, stavolta scelgo Vescovi
Da elettore e sostenitore di Renata Tosi ad elettore di Sabrina Vescovi il prossimo 11 giugno 2017. È il singolare itinerario di Giancarlo Pasini, avvocato, persona che nel passato ha avuto un ruolo nella politica locale. È stato assessore della giunta Masini dal 1994 al 1999 (“Quando Riccione giocava in serie A”), ed è stato anche presidente di Aeradria e dell’Ept. “E’ vero – spiega – nel 2014 ho fatto tutto ciò che potevo per sostenere Renata Tosi in campagna elettorale. D’altra parte, il Pd aveva rinnegato la giunta precedente, visto che aveva voluto il cambio del sindaco”. Pasini afferma che non gli è piaciuto per niente il modo in cui è stata scritta la parola fine alla giunta Tosi. “Non si va dal notaio, si dicono le cose apertamente ai cittadini e si aspetta che siano loro a giudicare”. Detto questo, Pasini non si aggiunge però a coloro che ritengono che Renata Tosi debba portare a termine il lavoro bruscamente interrotto. “Bisogna tirare un po’ di somme. Oggi la città vive una conflittualità che non si era mai vista prima. Tutti i sindaci, quando sono eletti, dichiarano solennemente di voler essere sindaco di tutti, anche di chi non li ha votati. A Riccione con la Tosi non è stato così. Si sono innescati conflitti con le associazioni di categoria, con quelle di volontariato, con il sindacato. Una giunta deve consentire a tutti gli spazi di agibilità politica, anche a chi non è d’accordo. Non deve distinguersi per chiusura. Non sono ammissibili le liste di proscrizione”.
Quindi, tirando le somme? “Quindi oggi scelgo Sabrina Vescovi perché la conosco bene. C’è bisogno che a guidare la giunta ci sia una persona di grande esperienza. Sabrina ha queste caratteristiche: è stata assessore, presidente del consiglio comunale, adesso è nella Camera di Commercio. È una persona che conosce le leggi e i bilanci”.
Pasini ritiene anche che le liste civiche abbiamo mostrato evidenti limiti, specialmente nel collegamento con l’esterno. “Riccione non può essere isolata da tutto. Occorre integrazione: Riccione ha bisogno di Rimini e Rimini ha bisogno di Riccione. Insieme si deve fare programmazione insieme. E poi non ho mai capito quali fossero i riferimenti politici della giunta Tosi: il sindaco si è qualificato per la lotta al Trc, il vice era un ex socialista di Forza Italia, il segretario di Noi Riccionesi si definisce un renziano di ferro. Non ho mai capito quale fosse il collante. Io sono un socialista craxiano e Craxi era un uomo di sinistra, nonostante il Pci dicesse il contrario. Ancor oggi credo che ci sia bisogno di un riformismo socialista che coniughi i meriti e i bisogni”.
Torniamo per un attimo alla Tosi. “Renata si vanta della sua franchezza. Certamente è un valore. Ma quando non c’è attenzione per le ragioni degli altri, il rischio è che diventi arroganza”. Ma quali sono stati i limiti di questa esperienza amministrativa: “ I limiti lidevono stabilire gli elettori. Oggi siamo costretti a prendere posizione, a compiere le valutazioni che avremmo dovuto fare fra due anni. E vedo che la città non è affatto pacificata. Adesso si propone il ritorno, ma rischia di essere un ritorno peggiore. La maggioranza doveva essere capace di conservarsi grazie ad una buona politica che non c’è stata. E non bastano le firme sugli atti di fedeltà a evitare che si ripetano in futuro certe situazioni”.
Pasini è fra coloro che ritengono necessario che Riccione esca dall’isolamento. Si vuole una città ancora succube di Rimini? “Ho sentito anch’io questa preoccupazione, ma mi sembra fuori luogo. Dobbiamo prendere atto che siamo la stessa squadra, che giochiamo la stessa partita, come si è visto in questo primo week end di giugno da Cervia a Cattolica. Rimini e Riccione vendono lo stesso prodotto e sono due città complementari. Rimini ha bellezze storiche e artistiche che a noi mancano, Riccione ha un tessuto commerciale che Rimini se lo sogna. Un sindaco deve essere capace di integrare. La pista dell’aeroporto comincia a Riccione e finisce a Rimini. L’ultimo capodanno in Tv festeggiato insieme lo realizzammo a Riccione ma l’accordo fu firmato a Rimini. Certo, bisogna avere anche la forza di battere i pugni sul tavolo per costringere a tenere conto della nostra realtà. Ma non serve l’autarchia. Se Gnassi dice che Rimini ha bisogno di Riccione, diamogli fiducia. Oltretutto anche il guru di una lista concorrente dice che Gnassi è una persona seria”.
Diocesi di Rimini. Lambiasi: le polemiche sono finite
Valutare i risultati di un’assemblea ecclesiale è sempre molto difficile. Si possono leggere attraverso lenti “politiche” o applicando schemi che funzionavamo perfettamente un po’ di anni fa. Si può fare, ma non si è certi di cogliere ciò che è realmente accaduto. Meglio allora affidarsi a quanto si è ascoltato nel momento di dialogo finale e soprattutto alle conclusioni del vescovo monsignor Francesco Lambiasi.
Per due giorni, nell’ultimo week end, 400 delegati della diocesi (sacerdoti, religiosi e laici) hanno cercato di delineare i tratti della “Chiesa che sogniamo” per poi “fare strada assieme”. Dopo aver visto e ascoltato, monsignor Lambiasi ha osservato che nella diocesi di Rimini “è stata superata la logica del confronto fra associazioni e movimenti, fra istituzione e carisma, fra progressisti e conservatori”. Chi conosce la storia della chiesa riminese dal post Concilio in poi sa bene che queste dialettiche hanno assunto spesso toni accesi e le varie categorie (progressisti e conservatori, per esempio) sono anche diventate schemi rigidi che di fatto hanno impedito ogni possibilità di ascolto e di dialogo. Non è certo la prima volta che la Chiesa riminese si è riunita in assemblea. Da quella storica e infuocata su La Chiesa e i problemi dell’uomo del 1976 a quella appena conclusa ci sono state molte occasioni di confronto e di scontro. Ma poi è accaduto qualcosa di nuovo? Si è fatto un cammino insieme? Il vescovo ha sottolineato che ora finalmente “le polemiche aspre sono cadute”. E certamente questo è un primo passo importante, anche se forse la ritrovata pace ecclesiale va riempita di contenuti. Anzi, di un metodo diverso, con l’avvertenza, come ha detto il vescovo, che “il diavolo è sempre all’opera” per vanificare e contrastare ciò che di buono emerge.
Le caratteristiche di questo metodo sono emerse chiaramente nelle sintesi finali che i cinque coordinatori dei temi generali (impegno politico e sociale, famiglia, educazione e cultura, poveri e integrazione, giovani) hanno presentato all’assemblea. Tutti hanno sottolineato la positività dell’esperienza vissuta nei due giorni: l’ascolto reciproco, la conoscenza dell’esperienza altrui, l’incontro con l’altro come arricchimento personale. Più apertura e meno pregiudizi, si potrebbe sintetizzare. È ciò che nell’attuale linguaggio ecclesiale viene chiamato sinodalità, con l’implicito e non detto giudizio che nel passato, nonostante le ripetute assemblee, non fosse realmente seguita. E tutti hanno chiesto che questo metodo dell’ascolto e del dialogo possa continuare. Va ricordato che prima dell’assemblea finale tutti hanno lavorato in piccoli gruppi di dieci, dodici persone al massimo, coordinate da un “facilitatore” che poi aveva il compito di riportare quanto emerso nel dialogo. Non è escluso che nelle sintesi dei facilitatori e poi nelle relazioni finali qualcosa o molto della freschezza di questo parlarsi insieme sia andato perduto o sia stato sbiadito.
Nell’assemblea finale qualche accento di novità comunque lo si è colto. Molto vivace, per esempio, la sintesi sui giovani proposta dal nuovo, e giovane, presidente dell’Azione Cattolica, Manuel Mussoni. Nella relazione sulla famiglia, è stato identificato un tratto comune nell’esigenza che si passi dal primato delle attività (le cose da fare, i programmi, le iniziative) al primato delle relazioni fra le persone. E questo primato dell’incontro e delle relazioni è stato trasversale a tutti i gruppi. Nella sintesi finale sul tema della povertà, fra gli altri punti, è stato detto che è attraverso l’incontro con il povero che avviene la conversione, che ognuno di noi è povero di fronte a Dio, che il compito dei cristiani non è risolvere tutti i problemi degli uomini ma provocare al riconoscimento della presenza di Dio. Da un altro punto di vista, nuova anche la relazione sulla politica, che un tempo avrebbe infiammato l’assemblea e che invece è stata ascoltata in tranquillo silenzio, anche quando faceva affermazioni (per esempio sul pluralismo delle scelte) che sono tutt’altro che assodate e pacifiche.
Un’altra esigenza emersa è quella di fare rete fra le diverse esperienze presenti in diocesi nei vari campi di attività. Questa domanda implica il riconoscimento che l’opera di un altro in qualche modo mi appartiene, che è una ricchezza da accogliere. E qui si presenta la sfida del futuro: valorizzare questa esigenza di fare rete senza ridurla ad un coinvolgimento ad iniziative comuni decise dall’alto.
Il vescovo ha invitato infine a prendere atto che ormai quella di Rimini è una Chiesa povera nei numeri, nelle persone e nelle strutture. Inutile affannarsi a pensare ad un lavoro che andava bene quando gli operatori erano 100 e adesso sono solo 10. Ed ha chiesto di porsi la “domanda urticante”: cosa pensa di noi cristiani chi ci osserva dall’esterno? Riprendendo papa Francesco, ha parlato dell’evangelizzazione che non avviene con il proselitismo ma per contagio. I cristiani come anfore piene di una Presenza che tracima.
Elezioni Riccione, la parola ai candidati: Renata Tosi
Concludiamo il tour di domande ai candidati sindaco di Riccione con Renata Tosi, per la coalizione di centrodestra.
In questa campagna elettorale si è discusso spesso di singoli problemi particolari, ma raramente c’è stato un confronto sulla vision di città che hanno in mente i candidati.Non le sembra che in campo turistico Riccione stia campando con le ultime rendite di posizione delle glorie passate e che negli ultimi anni non abbia fatto molto per conquistare una nuova leadership? Non le pare che ciò che rimane del posizionamento di Riccione rischi di essere definitivamente eroso se non si propone una nuova immagine di città, se non si tenta un colpo d’ala? Quali sono le sue idee in proposito?
La necessità di reinventare l’immagine di Riccione, specie in alcuni suoi settori, è un dato assodato. Ecco perché abbiamo gettato le basi per rivedere il divertimento e la fruizione della spiaggia in alcune zone della città, come il Marano, ed oggi possiamo tranquillamente constatare che si vedono i primi risultati importanti con l’apertura di nuovi locali e format d’intrattenimento. Un’area per anni vissuta come terra di nessuno e senza rispetto delle regole. Oggi il privato ha trovato terreno fertile per fare impresa a Riccione. Stesa cosa per la zona sud, dove la possibilità da noi avviata con i chiringuito, ha stimolato gli imprenditori a nuovi progetti, attrattivi e rinnovati. D’altra parte, dopo eventi importanti che hanno riportato alla ribalta Riccione sui media nazionali, ritengo che occorra ancora battere su questo tasto con programmi Tv dedicati alla città, prestando grande attenzione alla qualità urbana e ai sistemi di accesso. Dall’aeroporto alla stazione ferroviaria, oggetto quest’ultima di una profonda riqualificazione i cui risultati saranno già visibili a fine giugno.
Tutti concordano sulla necessità di riavvicinare la cosa pubblica ai cittadini. Che pensa di fare per riconquistare la fiducia dei cittadini, per rendere l’amministrazione vicina ai loro bisogni, perché sia utile alla vita dei singoli, delle famiglie, delle imprese?
Il Comune come casa dei cittadini dove le porte siano sempre aperte. Questo è un concetto che mi sta molto a cuore. Abbiamo introdotto l’apertura al sabato di alcuni sportelli per facilitare ai riccionesi il disbrigo veloce di pratiche e richieste così come abbiamo semplificato accessi e orari allo Sportello Unico dell’Edilizia , al quale si rivolgono, senza sobbarcarsi lunghe file, liberi professionisti e singoli cittadini. Saremo a fianco delle imprese con l’Agenzia delle Idee per snellire ogni procedura, al servizio di progetti concreti per la città. Proseguiremo nella vicinanza alle famiglie con grande attenzione alla scuola, ai giovani e alla casa.
La spiaggia resta una preziosa risorsa per l’economia cittadina. Dopo gli interventi sui lungomari, non crede sia arrivato il momento di un rinnovamento radicale anche in questo aspetto dell’offerta turistica?
Abbiamo uno studio avanzato sul nuovo Piano Spiaggia con chiare linee di indirizzo: ampia libertà d’inventiva e di progettazione delle nuove zone sia in forma singola che associata; attenzione all’impiego di materiali ecologici e utilizzo di tecniche di bioedilizia; incentivi all’uso della spiaggia d’inverno per forme innovative di divertimento e per realizzare ambientazione naturalistiche attraverso bio-piscine a basso impatto ambientale. Una grande opportunità di rilancio, con nuovi servizi, per la nostra spiaggia.
Come pensa si possa e si debba sviluppare un rapporto fra ente pubblico e soggetti privati? I Comuni dispongono di sempre minori risorse e, anche se lo volessero, non possono rispondere a tutti i bisogni. Quale collaborazione immagina con la società civile, le associazioni, le imprese, le agenzie educative?
E’ vero la collaborazione è importante, ecco perché abbiamo spinto per convertire un ex locale confiscato alla malavita organizzata (ex La Perla) a luogo di aggregazione e socializzazione giovanile o progettato la presenza di artisti-artigiani locali all’arboreto Cicchetti. Due esempi, passato e futuro, che indicano l’indispensabile connubio che il pubblico deve avere con il privato, in termini di risposte a bisogni e risorse comuni. Un altro tipo di collaborazione con la società civile lo avremo con l’introduzione di una nuova figura in città: gli “ Amici di Quartiere”, piccoli gruppi di cittadini che diventeranno punto di riferimento nei quartieri e che si rapporteranno con il Sindaco, in sinergia con i centri di Buon Vicinato, già attivi in varie zone della città. Questi saranno uno strumento in più per fare fronte alle micro-necessità degli abitanti con un impatto che farà la differenza nel vivere bene all’interno della Comunità.
Riccione vanta da anni eventi e istituzioni culturali di prestigio (premio Tondelli, Dig Awards, ecc,). Che ruolo può avere il Comune nella promozione della cultura a Riccione? Che peso e ruolo assegna alla cultura: solo veicolo promozionale o crescita umana della città? Con quali risorse? Con quali collaborazioni?
La promozione della cultura passa per traiettorie diverse. Nuovi spazi: come il museo del Territorio che sorgerà alla zona della vecchia Fornace, per la cui costruzione abbiamo già ottenuto un milione di euro dalla Comunità Europea attraverso la Regione o la nuova funzione per il Castello degli Agolanti, con spazi per attività culturali e ludiche per i più piccoli. Ricerca di contributi economici. Per le iniziative culturali, dai premi giornalistici e teatrali ad eventi legati alla tradizione, sarà fondamentale continuare ad intercettare finanziamenti per offrire alla città e ai suoi turisti continuità di eventi e nuovi progetti. La cultura che entra a pieno titolo anche nell’offerta turistica spaziando dalle mostre d’arte, alle rassegne di musica e canto fino al fascinoso mondo del cinema con l’importante rassegna “Cinè”. La cultura per la città.
Parliamo del Trc. Nel corso del prossimo mandato amministrativo diventerà operativo, visto anche l’ultimo finanziamento arrivato dal governo. Pensa che realisticamente ci sia la possibilità di migliorare l’impatto estetico sulla città? E in che modo? Cosa pensa di fare la sua amministrazione per verificare e controllare l’economicità della gestione? Cosa pensa di fare per evitare un possibile grosso disavanzo a carico del bilancio comunale e quindi dei cittadini?
Tra le cosidette opere di mitigazione del Trc, rientralo sfondamento del sottopasso di viale Ceccarini. Considerata la funzione cruciale di separazione monte-mare in una collocazione così pregiata per il collegamento del principale viale commerciale e turistico della città sarà fondamentale che l’accesso e l’architettura siano i più gradevoli possibili e di facile accesso per cittadini e turisti. A questo intervento metteremo mano evitando l’abbattimento dei pochi pini rimasti, dopo l’eliminazione di tanti altri esemplari nei viali dei Mille, delle Magnolie e Portovenere, seguendo nei particolari il design del sottopasso con una specifica attenzione ai materiali così come ai colori da utilizzare. Perché ogni nostra opera, piccola o grande che sia, dovrà avere un’impronta: il rispetto per l’ambiente e la cura del verde. Verranno verificati attentamente i costi di gestione di un’opera inutile e devastante per la città ed ogni ripercussione di disavanzo sulle casse comunali a scapito dei riccionesi.
Le povertà vecchie nuove non sono certo estranee a Riccione. Non la spaventa l’impotenza di non riuscire a rispondere a tutti i bisogni che inevitabilmente verranno a bussare alla sua porta? E invece, realisticamente, cosa può fare oggi il Comune (quali mezzi, quali risorse) per garantire risposte ai crescenti bisogni e assicurare un decente livello di welfare?
Il sociale e la famiglia sono tra le nostre priorità, consapevoli della necessità di fare il possibile con ogni strumento a disposizione, per sopperire forme di disagio delle fasce più deboli. Saremo presenti con interventi di mutuo-sostegno, dagli ambiti familiari a quelli delle piccole comunità, come le “social street”, dal volontariato a forme no-profit. Dal sostegno alla scuola con la diminuzione delle rette degli asili nido, che abbiamo già perseguito, alle politiche per la casa con agevolazioni alle giovani coppie che decidano di rimanere a vivere a Riccione fino a politiche di contrasto alla marginalità e alle nuove povertà con una fitta rete di servizi per disabili, anziani e non autosufficienti. Una delle priorità sarà quella di riqualificare l’offerta dei Consultori familiari con riferimento particolare all’ascolto dei problemi di disagio dell’età adolescenziale in rapporto alle istituzioni scolastiche. Riteniamo inoltre che sia giunto il momento di affrontare con ulteriore determinazione i problemi delle donne che vivono in situazioni di precarietà o fragilità sociale: donne segnate da violenza familiare o che reggono nuclei monoparentali perché separate, sole o capo famiglia. Proseguiremo, in tema di alloggi pubblici, con il monitoraggio a cadenza annuale del bando comunale di assegnazione per dare una prima risposta a coloro che presentino requisiti di anzianità di residenza.
Le liste a sostegno di Renata Tosi
Elezioni Riccione: Lista Noi Riccionesi Elenco completo
Elezioni Riccione: Lista Civica Renata Tosi
Elezioni Riccione: Lista Forza Italia Elenco Completo
Elezioni Riccione: Lista Popolo della famiglia Elenco completo
Elezioni Riccione, la parola ai candidati: Sabrina Vescovi
Continuano le nostre interviste ai candidati sindaco di Riccione. Oggi è il turno di Sabrina Vescovi, della coalizione di centrosinistra.
In questa campagna elettorale si è discusso spesso di singoli problemi particolari, ma raramente c’è stato un confronto sulla vision di città che hanno in mente i candidati. Non le sembra che in campo turistico Riccione stia campando con le ultime rendite di posizione delle glorie passate e che negli ultimi anni non abbia fatto molto per conquistare una nuova leadership? Non le pare che ciò che rimane del posizionamento di Riccione rischi di essere definitivamente eroso se non si propone una nuova immagine di città, se non si tenta un colpo d’ala? Quali sono le sue idee in proposito?
"Il rilancio della città a partire dalla sua economia turistica è un tema che attraversa tutto il nostro programma. Per fortuna Riccione ha ancora una sua brand reputation di un certo livello. Ma è questo il momento in cui giocarcela, subito, senza perdere altro tempo. Dobbiamo cominciare a ripensarci come Perla Verde sì ma d’Europa. Una città che accoglie i suoi ospiti con un’infinità di occasioni, tutto l’anno. Questo è anche un momento di profonde trasformazioni, tra la Destinazione Romagna e l’entrata in vigore della nuova legge regionale sull’urbanistica, io credo quindi anche di grandi occasioni da saper cogliere. Per questo ripartiremo dal riallacciare tutti i rapporti istituzionali sfilacciati dall’amministrazione Tosi, con la Provincia, la Regione, il Governo. Vogliamo uscire dall’isolamento in cui ci ritroviamo. Tornando a contare ai tavoli istituzionali potremo anche agganciare i nuovi importanti progetti della città alle diverse possibilità di finanziamento. Penso ad esempio allo strategico restyling del Porto, necessario per ridisegnare la cartolina della città. Interventi strutturali importanti che andranno affiancati da un lavoro più immateriale, ma altrettanto importante. Costituiremo anche un tavolo Riccione Eventi, con una vera e propria direzione artistica che torni a caratterizzare Riccione per l’originalità delle proposte".
Tutti concordano sulla necessità di riavvicinare la cosa pubblica ai cittadini. Che pensa di fare per riconquistare la fiducia dei cittadini, per rendere l’amministrazione vicina ai loro bisogni, perché sia utile alla vita dei singoli, delle famiglie, delle imprese?
"Più di tante belle dichiarazioni d’intenti c’è una cosa che vogliamo fare, introdurre nell’amministrazione comunale il bilancio partecipativo, uno strumento che risponde proprio all’obiettivo del coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte politiche. Andremo quindi ad assegnare una quota di bilancio del Comune da gestire in questo modo, lasciando che siano i cittadini ad individuare le priorità d’investimento in una serie diversi ambiti, dall’ambiente alla manutenzione. Ma la nuova amministrazione dovrà recuperare grande capacità di ascolto, quella che in questi anni è progressivamente venuta a mancare".
La spiaggia resta una preziosa risorsa per l’economia cittadina. Dopo gli interventi sui lungomari, non crede sia arrivato il momento di un rinnovamento radicale anche in questo aspetto dell’offerta turistica?
"Nel caso specifico della spiaggia il rinnovamento in questo momento passa soprattutto attraverso l’attesa nuova legge delega sulle concessioni demaniali. Credo potrà essere questo un punto decisivo di ripartenza, per restituire certezze a chi sulla spiaggia ha investito e vorrebbe continuare a farlo. Intanto possiamo però tornare a lavorare sulla spiaggia con un obiettivo unico e condiviso, il rilancio di un modello che ha fatto la storia e l’economia della nostra città. Ci piace molto poi l’idea di cominciare a spingere davvero sul mare d’inverno, la possibilità di vivere la spiaggia tutto l’anno. Ma per farlo dovremo andare a ricostruire il confronto con gli enti sovraordinati, la Soprintendenza prima di tutto. E in questo chiederemo alla Regione di spalleggiarci. Riccione ha un grande potenziale per gli sport d’acqua e di spiaggia, spazi per le attività ma anche per gli eventi internazionali. Una vocazione su cui lavorare in particolare in zona Marano e nell’area sud".
Come pensa si possa e si debba sviluppare un rapporto fra ente pubblico e soggetti privati? I Comuni dispongono di sempre minori risorse e, anche se lo volessero, non possono rispondere a tutti i bisogni. Quale collaborazione immagina con la società civile, le associazioni, le imprese, le agenzie educative?
"Il rapporto pubblico – privato dovrà essere sempre più forte, sistematico e costruttivo, proprio perché i Comuni da soli non riuscirebbero mai a rispondere a tutti i bisogni. Oggi purtroppo Riccione è una città rotta. Non è solo una percezione. Ne ho trovato conferma nei tanti incontri di questa campagna elettorale, con i cittadini, i comitati d’area, le associazioni di categoria… C’è un gran bisogno di riallacciare rapporti. Non c’è confronto in cui non emerga la necessità di creare tavoli o gruppi di lavoro, coordinamenti, di avere un contatto più diretto con l’amministrazione. Succede sia che si parli di sport o di quartieri. Direi che è piuttosto significativo... Ed è da qui che vogliamo ripartire, da questa corale richiesta di ascolto reciproco. Vorrei diventasse un nuovo metodo di lavoro, prima si ascolta poi si decide. Ma serve capacità di saper condividere e anche di fare sintesi al momento giusto. Certo serve uno sforzo in più, ma credo ne valga la pena. Solo così un’amministrazione può capire meglio le esigenze del territorio ed essere davvero utile ai suoi cittadini, alle famiglie e alle imprese".
Riccione vanta da anni eventi e istituzioni culturali di prestigio (premio Tondelli, Dig Awards, ecc,). Che ruolo può avere il Comune nella promozione della cultura a Riccione? Che peso e ruolo assegna alla cultura: solo veicolo promozionale o crescita umana della città? Con quali risorse? Con quali collaborazioni?
"Un ruolo decisivo, propulsivo. Cito simbolicamente la proposta progettuale che abbiamo presentato martedì sera al Palazzo del Turismo per una sua possibile trasformazione in Palazzo della Cultura. Una proposta liberamente ispirata a quel che succede in alcune capitali europee, tutta da condividere, ma direi significativa per far capire qual è il ruolo che vorremmo poter riassegnare alla cultura e alle diverse espressioni culturali del nostro territorio. Riccione è una città naturalmente creativa e solidale. E su questa effervescenza andrà costruito il nuovo progetto di città, tenendo conto che la cultura è al tempo stesso occasione di crescita per chi Riccione la vive ma anche un fattore decisivo per chi la frequenta da turista. Ce lo confermano i numeri, su cui ci siamo soffermati proprio nell’incontro di martedì sera, il 37,5% della spesa turistica deriva dalla cultura. Una città come Riccione deve tenerne conto. Sulla cultura come valore fondante della comunità è nata anche l’idea di una festa, questa sera in piazzale Ceccarini, una serata con musica, spettacolo, teatro e danza dedicata alla città. Un primo momento insieme ad alcuni dei nostri talenti. L‘abbiamo chiamata ‘AllegraMente Riccione’, perché questa è la città che vogliamo. Accogliente e sorridente, come nella sua migliore tradizione. Impegnata sì ma anche spensierata, come ci piacerebbe nel futuro".
Parliamo del Trc. Nel corso del prossimo mandato amministrativo diventerà operativo, visto anche l’ultimo finanziamento arrivato dal governo. Pensa che realisticamente ci sia la possibilità di migliorare l’impatto estetico sulla città? E in che modo? Cosa pensa di fare la sua amministrazione per verificare e controllare l’economicità della gestione? Cosa pensa di fare per evitare un possibile grosso disavanzo a carico del bilancio comunale e quindi dei cittadini?
"Dovremo necessariamente avere la forza di riqualificarlo e renderlo funzionale. Con responsabilità. Non c’è alternativa. Purtroppo chi, come l’ex sindaco Tosi, ha costruito tutta la precedente campagna elettorale sul ‘fermerò il Trc’, pur sapendo che non ci sarebbe riuscita, ha anche rifiutato qualsiasi variante migliorativa le sia stata proposta. Tra l’altro lasciando un conto in sospeso al Comune di 2 milioni di euro. Credo siano grosse responsabilità anche queste. Noi ci assumeremo le nostre, mettendoci subito al lavoro per cercare di integrarlo al meglio in un nuovo modello di mobilità pubblica, facendone l’asse portante, con collegamenti con Fiera e aeroporto. Su questo coinvolgeremo anche la Regione. Dovremo farlo prima della sua messa in funzione, subito. Poi credo anche che ci siano tutte le condizioni per migliorarne l’impatto estetico. Ci stiamo già ragionando, penso in particolare ad alcuni interventi di arte in movimento. Siamo ancora nelle condizioni di poter trasformare il Trc da criticità ad opportunità, mettendoci la testa. Quanto alla gestione chiederemo subito un confronto a Patrimonio Mobilità Rimini. Riccione poi dovrà quanto prima rimettere mano anche ad un nuovo piano del traffico, tenendo conto degli innesti della nuova Statale 16 e di una zona centrale che dovrà essere sempre più concentrata sulla mobilità lenta".
Le povertà vecchie e nuove non sono certo estranee a Riccione. Non la spaventa l’impotenza di non riuscire a rispondere a tutti i bisogni che inevitabilmente verranno a bussare alla sua porta? E invece, realisticamente, cosa può fare oggi il Comune (quali mezzi, quali risorse) per garantire risposte ai crescenti bisogni e assicurare un decente livello di welfare?
"Certo che mi spaventa. Non potrebbe essere diversamente. Un sindaco oggi si trova a dover affrontare una crescente richiesta di aiuto. Noi però per fortuna siamo una realtà che può contare su un’importante rete di associazioni e un grande, fondamentale, impegno del volontariato. Gli interventi sul welfare sono sempre molto delicati e complessi. Intanto vorremmo partire dalla riattivazione dei due centri estivi chiusi dall’ex amministrazione Tosi. Ma c’è anche il tema, sempre più emergente, degli anziani non autosufficienti di cui la prossima amministrazione dovrà farsi carico, cercando di trovare una risposta efficace per le famiglie. Sul fronte della povertà la Regione sta per regolamentare la distribuzione di fondi importanti, contributi finalizzati al reinserimento lavorativo. Approfondiremo quanto e come spetterà poi ai Comuni gestire. Sempre poi per citare un’altra scelta simbolica, vorremmo poter riaprire le porte dell’ex sede della Cgil come Casa della Solidarietà. Si tratta di una struttura che oggi rischia di diventare un altro buco nero, crediamo molto più utile rimetterla a disposizione della città piuttosto che tenerla chiusa in attesa di venderla ad un prezzo fuori mercato".
Le liste che sostengono Sabrina Vescovi
Elezioni Riccione: Lista Immagina Riccione Elenco conmpleto
Elezioni Morciano: Giannei fa la scout nella sfida a Ciotti
L’11 giugno i cittadini di Morciano, senza far torto al candidato del Movimento 5 Stelle, saranno invitati a scegliere fra due proposte di usato sicuro: da una parte l’ex sindaco Giorgio Ciotti, che guida la lista Morciano Viva, dall’altra Evi Giannei, ex assessore della prima giunta Battazza, candidata sindaco di Morciano Futura, aggregazione di centrosinistra.
“In realtà – spiega – per me è una sfida nuova. Ho sempre vissuto a Morciano, prima, durante e dopo quell’impegno amministrativo. Sono molto attaccata al mio paese e pertanto ho deciso di mettermi in gioco”.
Evi Giannei, 57 anni, madre di famiglia, un passato di dipendente alle Ceramica del Conca, ama mettere in evidenza il suo impegno nel volontariato, in parrocchia per il catechismo e con gli scout frequentati dalle figlie. E dice che da sindaco si muoverà secondo i tre motti dello scoutismo: dare il meglio di sé, stare sempre pronti, servire la comunità. Spera che i cittadini di Morciano apprezzino questo biglietto da visita.
Nel suo programma non poteva mancare io riferimento al completamento dei lavori previsti per l’ex area Ghigi. “L’intervento va completato nel più breve tempo possibile. Troppo tempo è già stato perso. Nuovi posti di lavoro, strade aperte, nuovi posti auto pubblici, un auditorium e nuovi spazi da destinare alla biblioteca, sono le opportunità che la conclusione di questo intervento dovrà portare alla comunità”. Quindi Giannei non condivide i dubbi sull’opportunità di realizzare questo auditorium. A chi replica che ci sono già i padiglioni fieristici, risponde: “Certo, quelli servono per gli spettacoli durate la fiera di San Gregorio. L’auditorium in centro serve alle scuole e alla crescita culturale del paese”.
L’altro tema spinoso della campagna elettorale è l’ipotesi di fusione con altri Comuni, e precisamente San Clemente, Gemmano e Montefiore Conca. Dovesse decidere solo lei non avrebbe dubbi, la fusione è una cosa buona soprattutto perché porta contributi economici che altrimenti non ci sarebbero. Ritiene però che la decisione non spetti solo al consiglio comunale, maggioranza e minoranza, e quindi si affida ad un referendum. “Al quale – precisa – si dovrà arrivare preparati, dopo aver ascoltato chi è esperto della materia e chi ha già vissuto questa esperienza”.
Giannei afferma di voler tutelare e valorizzare due realtà di notevole importanza per l’indotto economico del territorio: il commercio (Morciano polo di attrazione commerciale per l’intera vallata) e la Casa di Cura Montanari. Al centro del suo programma anche la vicinanza al sistema scolastico, dagli asili nido alle scuole medie superiori. Ricorda che molti edifici scolastici cominciano ad essere piccoli e hanno bisogno di essere ampliati e rimodernati. Assicura che la scuola media resterà a Morciano e non sarà trasferita a San Clemente.
Fra gli impegni dei suoi primi cento giorni da sindaco ha messo la nomina di un responsabile al decoro urbano; un piano di manutenzione delle strade con tempi certi; un piano di qualificazione del centro storico.
Elezioni Morciano Lista Morciano Futura Candidato Sindaco Evi Giannei Tutti i nomi
Elezioni Riccione, la parola ai candidati: Andrea Delbianco
Sette domande ai candidati sindaco di Riccione. Oggi risponde Andrea Delbianco, del Movimento 5 Stelle
In questa campagna elettorale si è discusso spesso di singoli problemi particolari, ma raramente c’è stato un confronto sulla vision di città che hanno in mente i candidati. Non le sembra che in campo turistico Riccione stia campando con le ultime rendite di posizione delle glorie passate e che negli ultimi anni non abbia fatto molto per conquistare una nuova leadership? Non le pare che ciò che rimane del posizionamento di Riccione rischi di essere definitivamente eroso se non si propone una nuova immagine di città, se non si tenta un colpo d’ala? Quali sono le sue idee in proposito?
“Riccione ha rappresentato, e ancora continua a rappresentare per certi versi, una storia fatta di uomini, di idee e di innovazioni. Il suo impetuoso sviluppo fu possibile grazie all’intuizione di cittadini lungimiranti capaci di vedere molto più avanti di quello che era normale pensare. Negli ultimi 10/15 anni, però, abbiamo lentamente perso terreno nei confronti di altre realtà turistiche italiane. Questo è successo perché la politica nell’ultimo decennio non ha saputo stimolare ed assistere i cittadini, e le imprese, nei naturali processi di cambiamento che il mondo viveva intorno a noi. Ora credo sia arrivato il momento di reagire e di riprenderci quel posto nella leadership del mercato turistico europeo. La città a gran voce è pronta a proporsi come luogo dove ricostruire un’offerta turistica che guarda molto al di là della balneazione. Quest’ultima sicuramente è il nostro fiore all’occhiello e dovrà essere preservata ed incoraggiata per mantenere gli elevati standard di offerta già presenti. Ci sono altresì settori a più alto valore aggiunto, come lo sport e il wellness, che sono in un sentiero avviato e che svilupperemo ulteriormente. Ma non solo. Dovremo stimolare anche una maggiore sinergia con delle infrastrutture fondamentali come quelle del turismo termale e congressuale. Anche se il vero punto di svolta sarà il completamento della nostra offerta promovendo tutto ciò che è turismo legato a settori come arte, musica, spettacolo e moda. Questi ultimi sono, a nostro avviso, l’anello mancante che potrà consentire il raggiungimento per noi di un obiettivo fondamentale. In questa sede vorrei richiamare un messaggio forte: la Riccione a 4 stagioni. Noi crediamo che un forte impulso alla creazione di eventi legati al mondo della cultura possa davvero completare l’offerta turistica della nostra città. La nostra strategia sarà quella di mettere attorno ad un tavolo tutti gli operatori del settore. Sviluppando un’innovativa e incisiva strategia di comunicazione attraverso il mondo dei social”.
Tutti concordano sulla necessità di riavvicinare la cosa pubblica ai cittadini. Che pensa di fare per riconquistare la fiducia dei cittadini, per rendere l’amministrazione vicina ai loro bisogni, perché sia utile alla vita dei singoli, delle famiglie, delle imprese?
Il Movimento 5 Stelle si caratterizza da sempre per l’apertura e condivisione dei processi amministrativi con i cittadini. Sarà nostra premura rendere visibile il lavoro che farà l’amministrazione. Le cito due delle nostre idee al riguardo: la prima è che introdurremo un referendum vincolante senza quorum per le decisioni di grande rilevanza della città. Questo per fare in modo che non ci siano più scelte calate dall’alto senza sentire il parere dei cittadini come è stato per il TRC. La seconda è il “Question time del cittadino” dove daremo modo alle persone, previa prenotazione, di poter intervenire in consiglio comunale per poter fare domande o richieste all’amministrazione comunale.
La spiaggia resta una preziosa risorsa per l’economia cittadina. Dopo gli interventi sui lungomari, non crede sia arrivato il momento di un rinnovamento radicale anche in questo aspetto dell’offerta turistica?
“Come detto pocanzi la balneazione per noi rappresenta un fiore all’occhiello. Dovremo assistere, preservare ed incentivare gli standard qualitativi che in certi stabilimenti sono stati raggiunti. Sollecitare le sinergie fra operatori affinché trovino stimolante riqualificare ed aumentare il livello dei servizi complessivi in modo che tutte le strutture si possano rivolgere al mercato con un’offerta di alta qualità”.
Come pensa si possa e si debba sviluppare un rapporto fra ente pubblico e soggetti privati? I Comuni dispongono di sempre minori risorse e, anche se lo volessero, non possono rispondere a tutti i bisogni. Quale collaborazione immagina con la società civile, le associazioni, le imprese, le agenzie educative?
“L’amministrazione dovrà fungere da filo conduttore nelle relazioni tra le imprese, i cittadini e le libere associazioni. Ricordiamo a tal proposito che è nostra intenzione stimolare il libero associazionismo promuovendolo e sostenendolo. Sarà nostra cura mantenere tavoli di confronto aperti per supportare le migliori idee provenienti dalla società civile. Per noi il dialogo costante è la premessa per poter governare”.
Riccione vanta da anni eventi e istituzioni culturali di prestigio (premio Tondelli, Dig Awards, ecc,). Che ruolo può avere il Comune nella promozione della cultura a Riccione? Che peso e ruolo assegna alla cultura: solo veicolo promozionale o crescita umana della città? Con quali risorse? Con quali collaborazioni?
“Come dicevo in precedenza a noi pare che la città sia pronta ad accogliere e a proporre un significativo calendario di eventi e manifestazioni in ambito culturale. A Riccione c’è voglia di cultura. Non solo perché secondo il rapporto dell’ISTAT per ogni euro investito in cultura c’è un ritorno economico di 1,8 euro, ma anche perché rappresenta un aspetto fondamentale di valorizzazione del nostro territorio. Intenderemo tessere relazioni costruttive e propositive con le realtà già presenti nella nostra città con le quali andremo ad intercettare i più grandi network del settore. Sto parlando di radio, giornali, televisioni, mostre d’arte, festival letterari e musicali. Per quanto concerne le risorse veicoleremo fondi derivanti dalla tassa di soggiorno e cercheremo di costruire dei proficui partenariati pubblico/privato che consentiranno più facilmente la realizzazione di eventi importanti”.
Parliamo del Trc. Nel corso del prossimo mandato amministrativo diventerà operativo, visto anche l’ultimo finanziamento arrivato dal governo. Pensa che realisticamente ci sia la possibilità di migliorare l’impatto estetico sulla città? E in che modo? Cosa pensa di fare la sua amministrazione per verificare e controllare l’economicità della gestione? Cosa pensa di fare per evitare un possibile grosso disavanzo a carico del bilancio comunale e quindi dei cittadini?
“La ferita del TRC sarà uno degli oggetti immediati dell’amministrazione a 5 stelle. Lanceremo un concorso di idee rivolto al mondo delle arti figurative , e non solo, per cambiare volto ad un’opera pubblica controversa e mai condivisa a dovere con i cittadini che l’avrebbero dovuta vivere. Come ho già avuto modo di ribadire in altre interviste rispetteremo i patti scritti relativi all’opera in questione. Basta penali e perdite di tempo. La città ha già pagato abbastanza in termini economici e di vivibilità. E’ arrivato il momento di provare ad utilizzare al meglio questa infrastruttura. Logicamente sarà nostra premura controllare in maniera approfondita, con step periodici, l’andamento economico della gestione. Se ci dovessimo trovare nella situazione in cui l’insostenibilità economica fosse troppo elevata, dovremmo rendere partecipi i cittadini anche delle eventuali scelte da prendere al riguardo. Saranno i cittadini a scegliere quale linea tenere relativamente all’equilibrio di bilancio complessivo”.
Le povertà vecchie nuove non sono certo estranee a Riccione. Non la spaventa l’impotenza di non riuscire a rispondere a tutti i bisogni che inevitabilmente verranno a bussare alla sua porta? E invece, realisticamente, cosa può fare oggi il Comune (quali mezzi, quali risorse) per garantire risposte ai crescenti bisogni e assicurare un decente livello di welfare?
“Riccione, come il resto dell’Italia, ha vissuto, e sta vivendo, un lungo periodo di declino e stagnazione economica. L’impatto più visibile si è manifestato nel calo dell’occupazione con tutti i risvolti che tale fenomeno comporta. Chi amministrerà questa città avrà una grande sfida davanti che si chiama lavoro, assistenza e coesione sociale. Nessun progetto di rilancio economico può trascurare chi è rimasto indietro. Fin da subito verificheremo con le associazioni laiche e cattoliche, che sul territorio si occupano dei più bisognosi, per costruire con loro una rete di protezione economica efficace e tempestiva negli interventi. Come ribadito già nei primi giorni dopo l’insediamento ci occuperemo di attivare l’iter per la costituzione di un emporio solidale che sarà un luogo dove i più bisognosi potranno gratuitamente fruire di generi alimentari e beni di prima necessità. Il sociale per noi è un punto fondamentale. La lotta alla povertà, l’assistenza ai disabili, il sostegno a chi ha più bisogno saranno per noi una priorità”.
Elezioni Riccione, la parola ai candidati: Carlo Conti
Verso il voto dell'11giugno a Riccione. Abbiamo rivolto sette domande ai candidati sindaco. Oggi risponde Carlo Conti, di Patto Civico.
In questa campagna elettorale si è discusso spesso di singoli problemi particolari, ma raramente c’è stato un confronto sulla vision di città che hanno in mente i candidati.
Non le sembra che in campo turistico Riccione stia campando con le ultime rendite di posizione delle glorie passate e che negli ultimi anni non abbia fatto molto per conquistare una nuova leadership? Non le pare che ciò che rimane del posizionamento di Riccione rischi di essere definitivamente eroso se non si propone una nuova immagine di città, se non si tenta un colpo d’ala? Quali sono le sue idee in proposito?
"La questione fondamentale è ritornare a innovare il turismo a 360 gradi. Giorno-Notte, Estate-Inverno, Mare-Entroterra. La ricostruzione si deve basare sulla riconcettualizzazione del turismo su misura degli ospiti in chiave On Demand e sulla nascita di imprese turistiche e alberghiere. Dobbiamo cominciare a condividere con gli operatori le strategie e il posizionamento che ci vogliamo prefissare in modo da promuovere Riccione in modo organico e sistemico.
Tutto quello che accade in città, dagli eventi alla comunicazione, deve andare nella direzione che abbiamo concordato in modo da promuovere, comunicare e far percepire Riccione sul posizionamento che desideriamo.
Se la stagione turistica rimane (come ora) di 2/3 mesi - con la tendenza a ridursi di anno in anno - le imprese non potranno reggere, avranno sempre meno marginalità e quindi saranno impossibilitate a investire e innovare.
Riccione può e deve diventare il luogo della riprogettazione e dell’innovazione turistica, il luogo dove ciò che accade nel mondo succede prima. Un nuovo laboratorio delle tendenze ad ampio spettro: mare, spiaggia, benessere, cultura, divertimento, cucina, storia, sport, entroterra".
Tutti concordano sulla necessità di riavvicinare la cosa pubblica ai cittadini. Che pensa di fare per riconquistare la fiducia dei cittadini, per rendere l’amministrazione vicina ai loro bisogni, perché sia utile alla vita dei singoli, delle famiglie, delle imprese?
"L’amministrazione pubblica deve essere tutta pro-impresa e pro-famiglia. Occorre ribaltare il rapporto fra pubblico e privato. Oggi è solo il cittadino che deve dar conto al pubblico dei suoi comportamenti, con noi anche la pubblica amministrazione dovrà dare risposte motivate in tempi certi. Istituiremo la figura dell'Assessore all'impresa.
Le imprese, i professionisti, i talenti che si esprimono nel lavoro pubblico e privato sono la risorsa principale di Riccione.
Riccione è diventata grande quando non ha frenato queste energie. Chi progetta e investe non è uno speculatore, ma un benefattore. Rende più ricca la città. E offre opportunità a tutti.
L'amministrazione comunale da almeno 15 anni frena tutto. Esercita il potere del non si può fare. Noi vogliamo passare dal non si può fare al si può fare. Chi vorrà investire avrà un Tutor che lo accompagnerà dentro i percorsi amministrativi con un tempo stabilito per dare ogni risposta".
La spiaggia resta una preziosa risorsa per l’economia cittadina. Dopo gli interventi sui lungomari, non crede sia arrivato il momento di un rinnovamento radicale anche in questo aspetto dell’offerta turistica?
"La spiaggia è la risorsa principale che abbiamo, ma è utilizzata al di sotto delle sue possibilità . La spiaggia deve poter vivere sia d’estate che d’inverno, sia di giorno che di notte: il mare d’invero non deve essere solo una frase sentita ormai più volte, ma un modo di usufruire di una nostra ricchezza in più modi e periodi di quanto non si faccia ora.
Riprendendo la sua connotazione originaria di luogo del benessere, della cura della persona e del suo tempo e incrementando la sua vivibilità con lo sport, gli eventi, le manifestazioni o con l'utilizzo di strutture originali.
Non basta fare un bel lungomare se non si dà agli imprenditori la possibilità di realizzare proposte capaci di vivere in ogni stagione, utilizzando materiali innovativi, ecocompatibili ed ecologici.
Un luogo in cui convivono riposo e divertimento, sport e cultura, arte ed enogastronomia, tradizione e innovazione".
Come pensa si possa e si debba sviluppare un rapporto fra ente pubblico e soggetti privati? I Comuni dispongono di sempre minori risorse e, anche se lo volessero, non possono rispondere a tutti i bisogni. Quale collaborazione immagina con la società civile, le associazioni, le imprese, le agenzie educative?
"Come ho detto sopra, le imprese e le famiglie devono tornare a essere centrali, punto nevralgico dello sviluppo della città. Non è più possibile immaginare di costruire crescita e sviluppo con risorse pubbliche che sono sempre più ridotte. Occorre far sì che le risorse vere siano le imprese, le professioni, la creatività e i talenti che si esprimono nel pubblico e nel privato, come pure le famiglie, le associazioni, le agenzie educative. Sia nel campo economico che in quello del volontariato e in quello educativo il principio di riferimento deve essere quello della Sussidiarietà.
La pubblica amministrazione deve rimuovere tutti gli ostacoli burocratici, culturali e ideologici che impediscono la piena espressione del mondo dell’impresa, della cultura e della scuola.
Ribadisco che bisogna passare dal non si può fare al si può fare e l’amministrazione ha l’obbligo di dare alle imprese che progettano e alle famiglie che esprimono bisogni, risposte certe e motivate, in tempi definiti".
Riccione vanta da anni eventi e istituzioni culturali di prestigio (premio Tondelli, Dig Awards, ecc,). Che ruolo può avere il Comune nella promozione della cultura a Riccione? Che peso e ruolo assegna alla cultura: solo veicolo promozionale o crescita umana della città? Con quali risorse? Con quali collaborazioni?
"Anche su questi temi il comune non può esser l’unico protagonista dell’offerta culturale. Bisogna immaginare Riccione come una città-teatro dove i luoghi pubblici e privati – spiaggia, locali, impianti sportivi, palazzo dei congressi, palazzo del turismo – diventino palcoscenici per l’arte, la cultura, la musica. Il Palazzo dei Congressi deve diventare il Palazzo degli Eventi. Riccione, inoltre, deve tornare a essere il terreno di nascita delle tendenze, luogo di espressione della musica di ogni tipo: classica, moderna, tecnologica…".
Parliamo del Trc. Nel corso del prossimo mandato amministrativo diventerà operativo, visto anche l’ultimo finanziamento arrivato dal governo. Pensa che realisticamente ci sia la possibilità di migliorare l’impatto estetico sulla città? E in che modo? Cosa pensa di fare la sua amministrazione per verificare e controllare l’economicità della gestione? Cosa pensa di fare per evitare un possibile grosso disavanzo a carico del bilancio comunale e quindi dei cittadini?
"Il TRC ha un padre che l'ha voluto e ancora non si rende conto del danno fatto (il PD) e una madre (il sindaco Tosi) che rifiutando ogni dialogo ha fatto di tutto per renderlo più brutto a eterna memoria dell'errore commesso. In tutto questo ci ha rimesso Riccione. Il sindaco Tosi ha promesso di fermarlo e non l’ha fatto. Sabrina Vescovi era assessore della Giunta che l’ha approvato. Da loro, non verrà mai alcun cambiamento.
La nostra proposta è costruita sulla ragionevolezza e sulla consapevolezza che quell'opera è lì, presente in tutta la sua bruttezza. Occorre abbattere fortemente l’impatto ambientale ed estetico e, per quanto possibile, integrarlo nel tessuto urbano. Utilizzando tecnologie moderne si deve cogliere un'opportunità anche da una situazione così devastante, attraverso prodotti che rendano quello che è oggi un orrendo muro, una parte sostenibile della città.
Occorre inoltre ripensare tutta la viabilità che senza interventi strutturali sarebbe compromessa per sempre".
Le povertà vecchie e nuove non sono certo estranee a Riccione. Non la spaventa l’impotenza di non riuscire a rispondere a tutti i bisogni che inevitabilmente verranno a bussare alla sua porta? E invece, realisticamente, cosa può fare oggi il Comune (quali mezzi, quali risorse) per garantire risposte ai crescenti bisogni e assicurare un decente livello di welfare?
"Il protrarsi della crisi economica e le disaggregazioni sociali e familiari impongono anche per la nostra collettività una particolare attenzione per le fasce socialmente più deboli. Abbiamo oggi più che mai la necessità di creare una rete tra la pubblica amministrazione e le associazioni di volontariato e sociale che operano nel nostro territorio, consentendo e dando così la possibilità a loro di essere finanziate e valorizzate al meglio e all'amministrazione di integrare i suoi servizi con quelli resi dall'associazionismo.
Un altro ambito di azione è quello dell’edilizia convenzionata e sociale da inserire nei programmi di sviluppo urbanistico per favorire sia il rientro a Riccione delle giovani coppie costrette a emigrare fuori Comune (per i costi delle abitazioni in città), sia per garantire un alloggio a indigenti, anziani, ragazze madri e padri separati.
Estremamente importante è il supporto per la costituzione di un emporio solidale, ovvero un negozio di generi alimentari nel quale i prodotti vengono barattati da parte delle persone che ne hanno bisogno, con la disponibilità a svolgere lavori o attività socialmente utili.
Riccione è priva di una casa di accoglienza per far fronte a situazioni emergenziali dei riccionesi in difficoltà temporanea o strutturale. Il supporto alle associazioni di volontariato che intendono garantire questo servizio va garantito e facilitato.
Il rapporto con i centri di buon vicinato e con le associazioni culturali e sociali, in questi ultimi anni interrotto o addirittura boicottato dalla Tosi, va ripristinato e sorretto mediante il supporto a questi presidi di legalità, di solidarietà e di tutela sociale.
Riformeremo le fasce Isee anche per le tariffe delle scuole materne comunali per una maggior equità in modo da determinare tariffe proporzionate al proprio reddito. Tale correttivo (il cosiddetto “quoziente familiare”) considererà maggiormente i carichi familiari (figli e/o anziani a carico)".
Le liste a sostegno di Carlo Conti
Ed ora Cagnoni si vuole espandere nei congressi
Italian Exibition Group si vuole allargare nel settore congressuale. Lo ha annunciato il presidente Lorenzo Cagnoni in occasione della presentazione dl primo report dell’Osservatorio sul turismo congressuale nelle province di Rimini e di Forlì-Cesena, realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio e l’università. Come nel settore fieristico, la società sorta dalla fusione di Rimini e Vicenza, gestisce manifestazioni organizzate in altri territorio, allo stesso modo Cagnoni pensa di investire le competenze acquisite nel congressuale in altre città italiane. Quali siano non l’ha detto, in omaggio alla riservatezza dovuta a trattative in corso.
Il presidente di IEG ha dipinto un quadro critico del sistema fieristico-congressuale italiano, dal quale si distingue una realtà come quella sorta dalla fusione di Rimini e Vicenza che, dopo sette mesi, ha confermato tutte le sue potenzialità. E questo vale anche per il congressuale. Secondo Cagnoni, le difficoltà degli ultimi anni sono dipese, oltre che dalla crisi, da una fase di star up che per forza di cose è stata più lunga del previsto. Ed ha definito “vecchi malinconici” quanti si attardano a criticare ancora la scelta di costruire il nuovo Palacongressi e le dimensioni con cui è stato progettato. I risultati ottenuti sono positivi e autorizzano, secondo il presidente di IEG, le ambizioni di espansione in altri territorio italiani.
Secondo i dati dell’Osservatorio nel 2016 in provincia di Rimini sono arrivati 1 milione e 100 mila convegnisti che hanno generato 549 mila pernottamenti. Gli eventi sono cresciuti del 6,7% e i congressisti del 5,4%. Una inversione di tendenza positiva che arriva dopo un quadriennio che aveva visto perdere a Rimini il 22% di presenze congressuali (il 29 per cento in Emilia Romagna). A questi risultati l’astronave di via della Fiera ha contributo con 149 manifestazioni (85 nazionali, 51 locali, 6 regionali e 7 internazionali) che hanno portato 280 mila partecipanti, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente. Certamente le ambizioni si sono ridimensionate: nel 2016, secondo lo studio che aveva giustificato la costruzione del nuovo Palacongressi, sarebbero dovuti arrivati 540 mila congressi, quasi il doppio di quelli effettivamente conquistati. Fra i risultati positivi segnalati, la crescita dei convegni medico scientifici che in genere hanno una durata media di tre giornate: nel 2016 hanno portato a Rimini 20 mila persone per complessive 50 mila presenze, rispetto a quattro anni fa la loro quota è passata dall’8 all’11 per cento
L’attività congressuale genera nel territorio circa 200 milioni di fatturato, il 37% del quale dovuto al noleggio delle sale, il resto da allestimenti, catering e pernottamenti. Insieme al fatturato indotto della Fiera si arriva a 800/900 milioni di euro, pari al 10 per cento del Pil provinciale. Secondo Cagnoni attività fieristica e attività congressuale devono essere sempre più integrate fra loro.
La Riviera di Rimini risente comunque di un trend complessivo del mercato italiano: secondo la presidente di Federcongressi Alessandra Albarelli negli ultimi due anni c’è stata una crescita del 15 per cento. Ed anche i congressi internazionali (ancora pochi in Riviera) sono aumentati come ricaduta provocata dall’instabilità (politica, terrorismo) di altre destinazioni del Mediterraneo.
Seconda la ricerca sono buone le prospettive per il 2017: è atteso un aumento del 4 per cento sia per il numero degli eventi che per quello dei partecipanti.