Graduatoria Gal, il ricorso di Coriano respinto dal Tar
Il Tar dell'Emilia Romagna ha respinto il ricorso del Comune di Coriano contro le graduatorie del Gal Valli Marecchia e Conca per la misura "strutture per servizi pubblici", dove il progetto di Coriano era arrivato al tredicesimo posto. In giudizio si era costituito lo stesso Gal ed anche i Comuni di Pennabili, Poggio Torriana, Montescudo-Montecolombo, Morciano e Montegridolfo.
Secondo i giudizi amministrativi l'struttoria e la relativa graduatoria era stata correttamente eseguita; inoltre non hanno ravvisato lacun danno irreparabile per il Comune di Coriano. Il quale dovrà anche pagare 1500 euro di spese processuali.
Mauro Fallani nuovo primario al pronto soccorso di Riccione
Il dottor Mauro Fallani è stato nominato direttore dell’Unità operativa di Pronto soccorso – Medicina d’Urgenza del Presidio Ospedaliero di Riccione - Cattolica. Sostituisce la dottoressa Marina Gambetti, andata in pensione alcuni mesi fa, durante i quali il dottor Fallani ha preso il suo posto in qualità di facente funzioni.
Il dottor Mauro Fallani vive a Fano, è sposato (2 figli) ed ha 60 anni. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1983 all’università di Bologna con 110 e lode, ha conseguito, presso lo stesso Ateneo e sempre col massimo dei voti, le specializzazioni in Medicina interna nel 1988 e in Reumatologia nel 1992. Sottufficiale medico durante il servizio militare, ha sviluppato la sua carriera presso le strutture di Lugo, Bologna (Policlinico “Sant’Orsola – Malpighi” e Azienda Ospedaliera), e nel 2005 è stato nominato primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Fano, ruolo che ha lasciato nel 2010 per trasferirsi all’Ospedale di Riccione, presso il quale ha diretto la struttura semplice di Medicina d’Urgenza.
Numerosi i riconoscimenti sul fronte della formazione medica soprattutto su temi legati al soccorso e all’urgenza.
Nel corso dell’anno 2017 presso il Pronto soccorso di Riccione si sono verificati 34.160 accessi; presso il Punto di Primo intervento di Cattolica gli accessi sono stati 20.880. I ricoveri in Medicina d’Urgenza sono stati 1.108 per 3.186 giornate di degenza. Le principali patologie qui trattate sono state di natura cronico degenerativa e traumatologica. Più complessivamente nel Presidio ospedaliero di Riccione vengono trattati circa 12mila casi l’anno per circa 56mila giornate di degenza.
Caso Acquarema-Tecnopolo: "Funelli non è rinviato a giudizio"
L'avvocato Moreno Maresi scrive che Sergio Funelli, capo di gabinetto del Comune di Rimini, "non risulta attinto da alcune richiesta di rinvio a giudizio in merito all'inchiesta svolta dalla Procura della Repubblica di Rimini".
L'avvocato si riferisce alle dichiarazioni, rese in seconda commissione consigliare, dall'ex assessore Roberto Biagini, autore di un esposto alla Procura della Repubblica sulle vicende Acquarena e Tecnopolo.
"Si deve però registarre - continua l'avvocato - come lo stesso (cioè Funelli, ndr) risulti comunque al centro di notizie e, soprattutto di commenti, che spesso, in modo distorto, hanno la pretesa di coinvolgerlo nella vicenda giudiziaria".
"Per questo motivo - conclude - ci si riserva di svolgere nelle prossime ore un'attenta disamina di quanto diffuso e comunicato, al fine di verificare se sia relizzata un'attività tesa a screditare il nuon nome e la reputazione dle signor Funelli, avviando di conseguenza tutte le iniziative previste dall'ordinamento".
Misano, una poltrona per cinque (con l'incognita Cecchetto)
Il Comune di Misano Adriatico, insieme a Rimini piccolo feudo del centrosinistra sulla costa, è uno specchio del terremoto politico di questo ultimo anno e, con la presenza di ben cinque candidati a sindaco, è una delle realtà in cui è impossibile fare previsioni.
Cinque anni fa, con la seconda elezione del Pd Stefano Giannini, eravamo in una ormai lontanissima era geologica. Giannini era stato rieletto con il 50,67 per cento: a Misano si vota con il maggioritario a turno unico, chi arriva primo vince, ma l’esponente Pd era comunque riuscito a varcare la soglia del 50 per cento. Dietro di sé aveva un Movimento 5 Stelle in gran forma che con il 28,67 per cento era riuscito ad eleggere ben quattro consiglieri. Il centrodestra era appena sopra la soglia di sopravvivenza: 11,7 per cento e un solo consigliere.
La fotografia di un mondo spazzato via il 4 marzo 2018. I pentastellati nel voto alla Camera sono arrivati primi con il 35,39 per cento, il centrodestra unito era al secondo posto con il 34,01 per cento, il centrosinistra terzo con il 24,28. Se si guardano i singoli partiti troviamo la Lega al 19, Forza Italia al 10 e il Pd al 22 per cento.
Ma anche questa fotografia è destinata ad essere spazzata via il prossimo 26 maggio. Per due ragioni: il voto amministrativo segue logiche diverse, la presenza di ben cinque candidati, liste concorrenti nel centrodestra, la candidatura di un civico anomalo come Claudio Cecchetto. Misano è uno dei Comuni dove il quadro degli aspiranti alla poltrona di primo cittadino è già ben definito.
Il centrosinistra fa scendere in campo Fabrizio Piccioni, 48 anni, vice sindaco dal 2009, già assessore provinciale e assessore a Misano dal 1999 al 2004. È uno storico esponente della sinistra, anche se non iscritto al Pd. Piccioni si presenta come l’usato sicuro, come l’amministratore che da anni conosce il territorio e si occupa dei problemi dei cittadini. Tuttavia promette rinnovamento nelle idee e nelle persone, con allargamento della coalizione a esponenti della società civile. Si tratta di vedere se il richiamo all’usato sicuro avrà presa su un elettorato abituato da decenni a dare maggioranze bulgare al centrosinistra, o se prevarrà l’idea del centrodestra che, come dimostrano Riccione e Bellaria, si può vivere senza Pd.
Il centrodestra si affida a una donna, Veronica Pontis, 43 anni, una lunga esperienza nel settore del turismo e in Confesercenti, operatrice del web marketing. Sulla sua candidatura di indipendente ha posto subito il proprio cappello la Lega: “Veronica Pontis, alla pari del suo progetto, ci entusiasma. La sua discesa in campo in vista delle prossime amministrative rappresenta un’opportunità storica per questo Comune”. Nelle sue prime dichiarazioni, Pontis ha posto l’accento più sul proprio progetto che sulle critiche alle passate amministrazioni. Si definisce “Assidua frequentatrice della mia città” e osserva che “la mia campagna elettorale dura da vent’anni, da quando ho cominciato a incontrare le persone e ascoltarle”.
Sul suo nome si sono espressi anche Fratelli d’Italia e Forza Italia, con l’eccezione di Luigi Padula, storico coordinatore degli azzurri (“Ma non ha più la tessera”, avverte il commissario provinciale Giulio Mignani), che ha dichiarato di sostenere Michele Laganà e la sua lista civa Misano Futura.
Ultima in ordine di tempo a scendere in campo è la candidata del Movimento 5 Stelle, Daniela Ruggeri, 62 anni, vigile urbano a Coriano, che venerdì sera farà la sua prima uscita pubblica insieme ai senatori marco Croatti e Gianmarco Corbetta.
Chi invece è da mesi in campagna elettorale è Claudio Cecchetto che, approfittando della sua notorietà, ha fatto il giro dei salotti televisivi e radiofonici per annunciare la sua candidatura a sindaco di Misano. A dargli una mano per la campagna elettorale è il vecchio sodale Luciano Tirincanti, ex Forza Italia, l’ex vice sindaco di Riccione che nel 2016 ha defenestrato Renata Tosi. Una strana coppia che ha sollevato più di un interrogativo sul progetto che potrebbe esserci dietro a questa candidatura. Ma per ora gli interrogativi sono rimasti senza risposta.
Trasferimento questura, Gnassi: noi parliamo con i fatti
Il sindaco Andrea Gnassi sventola due atti del Comune: il primo è del 2 febbraio ed è la consegna di Palazzo Palloni al Centro per l’impiego, il secondo è del 15 febbraio ed è la restituzione dell’immobile di piazzale Bornaccini alla società Diegaro. Lo fa nello stesso giorno in cui è arrivato dal Ministero dell’Interno il contratto di affitto (nove anni più altri nove) che sancisce il trasferimento “provvisorio” della questura in piazzale Bornaccini.
Il sindaco annuncia anche che entro il mese approderà in consiglio comunale il permesso in deroga a cambiare la destinazione d’uso degli immobili.
“Voglio smentire la bugia secondo cui il Comune boicotterebbe il trasferimento della questura in piazzale Bornaccini. A parlare sono gli atti e noi siamo gli unici ad averli compiuti, investendo anche 700 mila euro per la ristrutturazione di Palazzo Palloni. E’ il resto che non c’è”. Polemicamente agita le mani vuote che prima esibivano i due atti del Comune.
Gnassi pone molte domande. “Ci dite perché è stata ritirata la proposta dell’Inail per l’acquisto della nuova questura per sette milioni? Di chi è la responsabilità? Ce lo fate capire mostrando le carte? . E ancora: “Abbiamo letto che ci sarebbe una proposta di acquisto che il Nival avrebbe avanzato al Cipe. Ce la fate vedere? Ci dite a che punto è l’istruttoria? Ci spiegate perché l’offerta sarebbe di 30 milioni quando prima ne bastavano 7?”.
Il sindaco avverte che l’amministrazione continua a vigilare: “E’ immaginabile che la Corte dei Conti abbia qualcosa da dire”. Per l’amministrazione comunale di Rimini la cittadella della sicurezza in via Bassi è un progetto che non può essere disatteso, altrimenti restano senza risposta le esigenze di questura, Guardia di Finanza e Polizia stradale.
La conclusione è in crescendo: “I patti vanno rispettati, e noi lo abbiamo fatto. Siamo leali ma non fessi, per cui continueremo a vigilare”.
Acquarena e Tecnopolo, Biagini infiamma la commissione
Ci sono solo responsabilità penali che è compito della magistratura accertare o le vicende di Tecnopolo e Acquarena mettono in risalto anche precise responsabilità politiche? È l’interrogativo che ha accompagnato i lavori della seconda commissione consigliare controllo e garanzia, presieduta dal leghista Cristiano Mauri, chiamata a dibattere delle due opere, una conclusa, l’altra nemmeno cominciata, sulle quali ci sono due inchieste della Procura.
L’invitato speciale in commissione era l’ex assessore Roberto Biagini che nell’estate del 2015 (quando era ancora membro della prima giunta Gnassi) ha presentato l’esposto che ha dato il via alle indagini. La presenza di Biagini, soprattutto ciò che ha detto, subito rilanciato dai consiglieri di opposizione, ha provocato molto nervosismo nell’assessore Gian Luca Brasini e nei consiglieri di maggioranza.
Per la prima volta, in un contesto istituzionale, sono stati raccontati alcuni fatti che erano circolati e rimbalzati sui giornali (anche noi ne avevamo parlato un anno fa), senza però i nomi espliciti dei protagonisti. In commissione Biagini ha indicato nomi e cognomi, fornendo tutti i particolari.
La storia comincia quando il presidente del Car (Consorzio artigiani romagnoli) Marco Bellocchi (già assessore) contatta Biagini per segnalargli dei problemi con Mirco Ragazzi, un consulente ereditato dalla precedente gestione. Problemi che si riferiscono anche ai comportamenti tenuti da Ragazzi con alcuni funzionari e dirigenti comunali.
Biagini decide di vederci chiaro e comincia a fare domande ai dipendenti. Scopre così che Ragazzi va e viene dagli uffici comunali perché presentato a funzionari e dirigenti da Sergio Funelli, capo di gabinetto del sindaco, come persona che poteva dare una mano nel disbrigo di alcune opere in corso (Tecnopolo, Acquarena, Scuola 1 Maggio, Teatro Galli). Lui stesso si presentava come referente delle imprese coinvolte negli appalti. Altri aggiungono che è stato loro detto che è un uomo di fiducia del partito a Modena. Biagini riferisce che funzionari e dirigenti mostravano imbarazzo e paura, qualcuno addirittura si è messo a piangere. I dipendenti mal sopportavano la sua presenza ma la accettavano perché era stato introdotto dal capo di gabinetto. Era semplicemente un facilitatore di rapporti fra pubblica amministrazione e imprese, o andava oltre questo legittimo ruolo?
I fatti raccolti sono comunque sufficienti perché Biagini scriva il suo esposto alla Procura e venga successivamente sentito per due volte dalla Guardia di Finanza in interrogatori di almeno tre ore.
Biagini, sollecitato dalle domande dei consiglieri di opposizione, ha poi precisato di averne parlato con il sindaco solo quando è uscita sui giornali la notizia dell’esposto. Ha aggiunto di essere stato contattato dall’allora segretario del Pd, Juri Magrini, anche lui preoccupato perché aveva conosciuto Ragazzi e le sue interferenze durante la campagna elettorale per le regionali del 2014. Biagini lo rassicurò che in quanto assessore aveva compiuto il suo dovere segnalando alla Procura i fatti anomali di cui era venuto a conoscenza.
Nel corso del dibattito i consiglieri di opposizione (Pecci, Mauro, Spina, Renzi) sono intervenuti per sottolineare la gravità della presenza di un personaggio che girava per gli uffici mettendo paura e imbarazzo fra funzionari e dirigenti. Hanno quindi chiesto che in una prossima seduta della commissione vengano ascoltati Marco Bellocchi e Sergio Funelli. Il caso quindi è tutt’altro che chiuso.
In commissione, dall’assessore e dal segretario comunale Luca Uguccioni, sono state fornite informazioni sui procedimenti in corso. Per il 28 maggio prossimo è fissata l’udienza preliminare che dovrà decidere il rinvio a giudizio sul caso Tecnopolo. Fra i diciotto indagati, oltre a Mirco Ragazzi, anche tre dipendenti comunali e i tecnici di alcune aziende private. Le accuse sono di falso materiale, falso ideologico, truffa e truffa aggravata. Sarebbe stato dichiarato il falso nel verbale sull’ultimazione dei lavori.
È invece ancora aperta l’indagine sul caso Acquarena dove l’accusa è di falso ideologico e turbativa d’asta. Sarebbe stata cambiata la data nel documento di asseveramento del piano economico-finanziario presentato per la gara d’appalto. Anche in questo caso fra gli indagati risulterebbe Mirco Ragazzi. Non risulta invece indagato, tantomeno rinviato a giudizio, Sergio Funelli.
L’assessore Brasini ha voluto precisare che le due vicende non sono collegabili, perché per Acquarena l’amministrazione comunale è parte lesa. In realtà un punto di unione c’è, è la presenza di Mirco Ragazzi.
Su Acquarena i consiglieri si aspettavano da Brasini una esplicita conferma delle voci che danno per deciso uno spostamento dall’area di fronte al Palacongressi in altro sito. Brasini ha risposto che l’unica cosa certa è che la nuova piscina comunale si farà. Del resto, dopo il fallimento della società Axia, la risoluzione del contratto, il ricorso presentato dalla società, è l'unica via praticabile per non rimandare l’apertura del cantiere alle calende greche. La società rivendica il diritto di superficie che gli era stato concesso, è stato risolto il contratto, non questo diritto derivante da atto pubblico.
Fiaccolata dei musulmani dopo l'atto terroristico in Nuova Zelanda
(Rimini) La comunità musulmana di Rimini ricorda le vittime della strage terroristica in Nuova Zelanda con una fiaccolata. Ad organizzarla è il centro islamico El Tawhid.
"La comunità musulmana - si legge in un volantino - assieme alla cittadinanza vuole unirsi per condannare l'atto terroristico e rinnovare l'impegno per una convivenza pacifica nel mondo".
L'appuntamento è per le 17 di sabato 16 marzo di fronte alla moschea di Corso Giovanni XXIII, 100.
Concessioni balneari: Misano in fuga, gli altri ancora molto prudenti
Nell’uovo di Pasqua i bagnini di Misano troveranno il rinnovo della concessione per quindici anni, cioè fino al 2035. Sono i primi bagnini della Riviera a godere del beneficio perché il sindaco Stefano Giannini ha rotto gli indugi, senza aspettare che i Comuni, con il coordinamento della Regione, prendessero un orientamento uniforme. Il ragionamento di Giannini è elementare: c’è una legge dello Stato, io la devo applicare e la applico.
In effetti, la proroga delle concessioni esistenti è legge dello Stato, voluta dal governo gialloverde. Quindi ogni altra considerazione dovrebbe essere spazzata via all’istante. Eppure non è così.
Basta leggere la circolare diramata dalla Regione Emilia Romagna che ha un incipit non proprio consueto. È una circolare applicativa eppure mette subito le mani avanti: “Senza entrare nel merito degli aspetti di coerenza della norma in esame con l’ordinamento comunitario, né di problematiche interpretative in merito a specifiche casistiche individuate dalla norma, di competenza statale…”. Insomma, prima di spiegare ai Comuni come devono comportarsi, ricorda loro che quella legge potrebbe prima o poi finire sotto la censura dell’Unione. E infatti i Comuni della costa, fra cui Rimini, nonostante la circolare applicativa della Regione, ancora non hanno deciso come muoversi. Probabilmente si stanno facendo opportune verifiche in tutti gli uffici competenti, a partire dall’Agenzia del Demanio e dall’Agenzia delle Entrate.
La situazione di oggi è speculare rispetto a quella del 2015, quando fu approvata la proroga attualmente in vigore, quella fino al 2020. Allora c’erano i bagnini che premevano per potersi presentare agli uffici comunali, far vedere che avevano pagato l’imposta di registro fino al 2020 e ottenere così l’agognato timbro sulla propria concessione. Il Comune, allora, frenò gli entusiasmi, facendo notare che erano pendenti ricorsi alla Corte di Giustizia europea. Solo a partire dal 2 gennaio 2016, il Comune cominciò ad apporre il timbro, visto che la Corte ancora non si era pronunciata e quindi rischiava di passare dalla parte del torto. Sei mesi dopo la Corte si pronunciò e sappiamo come è andata: venne confermata l’applicazione della Bolkestein alle imprese balneari e quindi la necessità di mettere le concessioni ad evidenza pubblica.
Adesso non c’è nessun procedimento pendente, anche se per riconoscimento dello stesso ministro del turismo Gian Marco Centinaio prima o poi arriverà sicuramente una procedura d’infrazione per l’Italia.
Prospettiva che porta alcuni sindaci italiani a non voler dare alcun seguito alla proroga di quindici anni. È il caso di Settimo Nizzi, sindaco di Olbia ed esponente di Forza Italia, partito che ha spinto al massimo per la proroga. Anche il suo ragionamento è elementare, pur opposto a quello di Giannini: in caso di procedura di infrazione, a pagare il conto non sarà solo lo Stato, ma anche i Comuni e, nei Comuni, i funzionari che hanno dato il via libera alla proroga. Questo sindaco ha idee molto chiare, che nessun politico romagnolo si azzarderebbe oggi di condividere. Mondo Balneare riporta una intervista in cui alla domanda sugli investimenti a rischio per i bagnini, risponde: «I balneari hanno già guadagnato abbastanza dalla possibilità che hanno avuto finora e bisogna che siano soddisfatti di ciò che è stato loro permesso. Ora bisogna garantire la libertà di partecipare a una gara e di poterla vincere; non si può privatizzare una cosa di tutti».
Annusata l’aria che tira, uno dei sindacati balneari, il Sib, ha parlato di “grave e ingiustificato ritardo dei Comuni nell'applicazione della nuova scadenza” e ha avvertito i soci che “la messa in sicurezza del settore non è un risultato raggiunto, ma un obiettivo ancora da conseguire”.
Cosa succederà in Riviera? Se si pensa che a novembre si voterà per le regionali (e a Misano il 26 maggio si voterà per le comunali), appare improbabile che i comuni governati dalla sinistra non applichino la legge nazionale. Quando è stata discussa e approvata la proroga, ci siamo chiesti polemicamente: ma di quanti voti dispongono i bagnini? Appunto.
Irpef più cara: la foglia di fico della maggioranza, le alternative dell'opposizione
E alla fine è stata trovata la foglia di fico per coprire la “manovra iniqua” (definizione del consigliere Pd Juri Magrini) con l’aumento dell’addizionale Irpef. I gruppi di maggioranza presenteranno un emendamento che rialza la soglia di esenzione da 10 a 15 mila euro per rendere “la manovra ancora più attenta alle esigenze delle fasce sociali più deboli”. Il saldo però deve rimanere invariato, ragione per cui saranno ulteriormente aumentate le aliquote di chi paga. I gruppi di maggioranza lo chiamano pudicamente “una riconfigurazione tecnica dell’allineamento dell’addizionale”, ma il senso è quello prima indicato. L’aumento a 15 mila euro della soglia di esenzione è stato caldeggiato anche da alcuni consiglieri di opposizione, come Gennaro Mauro. Tuttavia nessuno ha provato a fare i conti con una verità sottolineata anche dall’assessore Gian Luca Brasini: se è vero che esiste a Rimini un forte gap fra Pil e dichiarazioni dei redditi, con le soglie di esenzione non si rischia di favorire anche chi evade? Il tema resta sospeso in aria, ma risulta centrale per una politica di reale equità fiscale.
Comunque, la prima e quinta commissione hanno dato il via libera (sì della maggioranza, non dell’opposizione) al rincaro delle addizionali Irpef dopo quattro ore di intenso dibattito.
Riassumiamo seguendo alcuni temi. Il primo è ovviamente quello del bando periferie, il principale argomento speso dall’amministrazione. Con la nuova convenzione regna la più totale incertezza perché i progetti di 96 Comuni, fra cui Rimini, saranno finanziati solo con le economie risultanti dagli altri 24. Inoltre è stato tolto l’anticipo pari al 20 per cento (3,7 milioni, ora finanziati con l’Irpef). L’amministrazione ritiene che il progetto di Rimini Nord sia una priorità ed ha pertanto costruito questa manovra basata sull’inasprimento fiscale. Tesi sostenuta, oltre che da Brasini, dai consiglieri di maggioranza Bertozzi, Corazzi, Muratori. Tesi respinta al mittente di consiglieri di opposizione, secondo i quali, poi vedremo come, si poteva agire con leve diverse. È rimasta senza risposta certa una domanda: se dallo Stato arriveranno poi i finanziamenti ora incerti, l’amministrazione è pronta a fare marcia indietro? Neanche per sogno, secondo Corazzi; si può discutere, secondo Magrini: Brasini sul punto ha taciuto. C’è poi una incongruenza che dovrà essere chiarita. Nella relazione alla variazione di bilancio, il dirigente Dellavalle scrive che dopo i 3,7 milioni messi al bilancio dal Comune, ci saranno i 14,3 di finanziamento statale. Ma non dovevano essere 18 i milioni messi dallo Stato? E come si procederà se dallo Stato non arriveranno nemmeno i 14,3 milioni? Si farà un mutuo, ha detto il consigliere Muratori di Patto Civico. Ma lo ha detto solo lui.
Secondo punto: il bilancio presenta o non presenta criticità sulla parte corrente? Mario Erbetta (Rinascita Civica) ritiene di sì e lo ha ripetuto con forza in commissione. E la prova, a suo giudizio, sta nei numerosi inasprimenti fiscali compiuti nel giro di un anno: Tari, imposta di soggiorno, passi carrai ed ora addizionale Irpef. Il Comune è inoltre inefficiente sul fronte della lotta all’evasione fiscale: dei 3,5 milioni mancanti alla Tari nel 2013, finora ne sono stati recuperati solo 500 mila.
Terza questione: c’erano strade alternative? Con un intervento ben documentato, Carlo Rufo Spina (Forza Italia) ha sostenuto che con una oculata spending rewiew si potrebbero recuperare nove milioni di euro. Fra le proposte, quella di acquistare all’asta la “nuova ex questura” di via Roma e trasferirvi tutti gli uffici comunali, risparmiando sugli affitti. Se non si vuole agire sulla spesa, si può incrementare l’imposta di soggiorno. A Rimini i turisti sono 53,3 per ogni abitante, e da ogni turista si ricava in media un euro di imposta di soggiorno. Altre città hanno un’incidenza minore del turismo e ricavano molto di più, almeno il triplo. Una proposta alternativa è arrivata anche da Gioenzo Renzi (Fratelli d’Italia), secondo il quale il Comune potrebbe vendere le azioni Hera non vincolate ricavandone circa 4,6 milioni. Brasini lo ha contestato dicendo che il ricavo sarebbe di 2,5 milioni, Renzi ha osservato che l’assessore non è aggiornato.
Il dibattito è stato molto vivace, con inevitabili concessioni alla demagogia e qualche scivolone, come quelli di Pecci (Lega) secondo il quale i dirigenti comunali sono tutti fannulloni. Nicola Marcello di Forza Italia si è immediatamente dissociato.
Fra molti interventi che hanno seguito un copione già scritto, fuori dal coro quello di Juri Magrini (Pd). Ha sostenuto che le difficoltà agli enti locali derivano dalle scelte dei recenti governi di centrosinistra “che ci sono costate la sconfitta del 4 marzo 2018”. Ed ha messo il dito nella piaga: “Non siamo in grado di sostenere la spesa per i contenitori culturali, fra cui il Teatro Galli. Questo è il grande tema da affrontare”. Pur giudicando la manovra iniqua, alla fine ha votato sì come tutta la maggioranza. È auspicabile che non cada nel vuoto la sua osservazione sul tema dei contenitori culturali.
Irpef, lo scontro rinviato a venerdì. Sindacati ancora all'attacco
Lo scontro sulla stangata fiscale di marzo è rimandato a venerdì. Questa mattina in commissione sull’aumento dell’addizionale Irpef c’è stato il tempo solo di ascoltare l’assessore Gian Luca Brasini e le rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Tutte hanno definito la manovra di Palazzo Garampi iniqua e ingiusta. Isabella Pavolucci, della Cgil, ha denunciato la mancanza di ascolto dei sindacati da parte dell’amministrazione, per far sentire la propria voce i sindacati hanno dovuto chiedere un’audizione. L’inasprimenti dell’Irpef colpisce soprattutto dipendenti e pensionati che da soli garantiscono a Rimini il 74 per cento del gettito. Paola Tadei, della Cisl, ha sostenuto che gli investimenti vanno finanziati in altro modo, magari agendo sull’imposta di soggiorno. Particolarmente duro l’intervento di Giuseppina Morolli, della Uil, sia sulla mancanza di relazioni sindacali (“ci hanno chiamato ieri per un incontro alle21,30!) sia sul merito della manovra fiscale. “Noi l’avevamo detto già a suo tempo che il bilancio presentava punti critici. Ora scopriamo che la gestione del Teatro Galli la facciamo pagare a dipendenti e pensionati che non potranno mai comprare un biglietto per vedere gli spettacoli”. Il riferimento era ai 160 mila euro dell’addizionale Irpef che andranno a finanziare la stagione lirica.
Il dibattito è stato rinviato a venerdì perché questa mattina sono state esaminate e licenziate (favorevole la maggioranza, astenuta l’opposizione) le altre delibere che compongono la manovra. Si è parlato di Tari perché un provvedimento riguarda le riduzioni della tariffa sui rifiuti per le attività produttive, commerciali o di servizi che oltre ad effettuare correttamente la raccolta differenziata, si sono impegnate a predisporre schermature dell’area in cui sono collocati i contenitori dei rifiuti.
Maria Erbetta (Rinascita Civica) ha chiesto a che punto è il bando per l’affidamento del servizio visto che Hera è in proroga dal 2011. Ha anche proposto di fare come a Riccione per chi non paga: ritiro della licenza. Brasini ha risposto che si tratta di un provvedimento “debole” dal punto di vista giuridico e che a Rimini non potrebbe essere applicato. Sul bando, ha replicato che in Atersir sono i comuni di centrodestra ad opporsi. Gennaro Mauro ha ricordato la forte evasione fra i piccoli alberghi e le riduzioni di tariffa, dal 35 al 45 per cento) che il Comune pratica ai grandi operatori come centri commerciali, Ikea, Ieg. L’assessore ha spiegato che gli sconti sono dovuti alle economie che si realizzano andando a raccogliere molto rifiuto in un unico posto.
La seconda misura presa in esame è la modifica al regolamento per l’applicazione del Canone per l'occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (Cosap): in sintesi chi intende fare domanda di occupazione di suolo pubblico dovrà allegare una dichiarazione sostitutiva che attesti di essere in regola con il pagamento della TARI. La verifica del mancato o parziale pagamento della tassa rifiuti da parte degli uffici comporterà il diniego, la sospensione, la revoca della concessione.
Terzo punto riguarda invece la modifica del Regolamento Comunale per la Gestione delle Entrate Tributarie e l’esclusione dalla partecipazione alle procedure d’appalto indette dall’Amministrazione comunale per gli operatori economici che hanno commesso violazioni gravi rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse il cui accertamento compete al Comune. Nessun operatore economico potrà ottenere l’affidamento di lavori, servizi e forniture, senza la preventiva verifica di questo requisito. Si introducono inoltre incentivi per il personale impiegato nel recupero dell’evasione fiscale, il cui fondo non potrà superare il 5% del maggior gettito accertato e riscosso di Imu e Tari.