Rimini, il gran ballo delle liste civiche. Ora c'è anche "Vincere per Rimini"
Rimini, il gran ballo delle liste civiche. Ora c'è anche "Vincere per Rimini"
Benvenuti al gran ballo delle liste civiche di Rimini. Le prossime elezioni amministrative nel Comune di Rimini forse passeranno alla storia per il gran numero di liste formati al di fuori dei canali dei partiti. Ieri è stata la volta di “Vincere per Rimini”. Il copione recitato è lo stesso di chi li ha preceduti (Dreamini- Parte Civile e Progetto Rimini): siamo un’associazione culturale, nasciamo per discutere i problemi, se ci saranno le forze e le condizioni faremo anche una lista civica. C’è però da dire che gli ultimi arrivati si sono scelti un nome dal sapore evidentemente elettorale.
In prima fila a presentare l’associazione un gruppo di giovani, mentre colui che è considerato l’ispiratore e il candidato sindaco in pectore, l’ex comandante della Guardia di Finanza Emilio Cecchi, sedeva fra il pubblico.
I giovani sono Filippo Lisi, il presidente; il suo vice Filippo Zilli (ex Ncd, figlio d’arte, il padre Oronzo fu per anni consigliere di AN), Monica Sandri, dell’Unione Ciechi di Rimini, Matteo Cecchetti, Luca Balacchi, Franco Sgubbi e Maria Teresa Conti.
È un gruppo che ama definirsi per la non appartenenza ad alcun partito e ciascuno di loro ha firmato davanti al notaio un atto notorio per dichiarare di avere la fedina penale pulita.
“Siamo il nuovo per eccellenza” afferma Zilli. Aggiunge: “Siamo un gruppo di giovani che ha cercato il confronto con persone di esperienza, come il generale Cecchi. Facciamo della legalità, della serietà la nostra bandiera. Cecchi è una persona che ha dimostrato di non aver paura dei poteri forti”.
Ora che sono nati cercheranno di trovare nuovi associati e si sono messi al lavoro su alcuni temi di vita politica e amministrativa come turismo, sicurezza, pari opportunità e servizi sociali.
“Noi lavoreremo per una collaborazione fra tutte le liste civiche ma deve essere chiaro - avverte Zilli – che non entreremo mai in alleanze in cui ci sono anche i partiti”. E questa è una novità rispetto agli altri raggruppamenti civici che invece hanno fatto capire di non essere contrari al fatto che i partiti si uniscano al loro carro.
Intanto, Natale Arcuri, ispiratore della lista Noi Riccionesi e consulente di Progetto Rimini, ha pubblicato una nota in cui prevede che alle elezioni del maggio 2016 “un ruolo determinate lo interpreteranno le civiche, ancora in balia dell’autoreferenziale protagonismo dei suoi promotori, che non rispondono ad alcuna logica di partito, ma che si pongono come corpo trainante o forza dirompente di questa logora logica politica che a Rimini segna ormai il punto più basso della sua parabola del controllo del potere cittadino ed a nulla valgono gli slogan che qualcuno è riuscito a inventarsi per dare visibilità a quello che ancora manca”.
Pertanto, “mentre già affiora l’affanno di una corsa allo scranno che appare già una riedizione antica della vecchia logica dell’appartenenza, Progetto Rimini lavora perché le prossime elezioni amministrative possano invece essere viste, dai riminesi, come un nuovo inizio per cui è necessario elaborare linee e contenuti nuovi di una politica cittadina. Basata su un’etica pubblica che non deve essere un’ipocrita ostentazione di virtù, ma piuttosto avere le sue fondamenta sul protagonismo autentico della società civile che non può che nascere da una piena consapevolezza morale e da una piena assunzione di responsabilità delle sue espressioni più accese verso i temi più cari e vicini ai cittadini, che avranno modo di riconoscerla e valorizzarla”.
Trc, l'ex sindaco Imola: "Così è un obbrobrio". La replica: lavori fermi perchè Am è senza soldi
Trc, l'ex sindaco Imola: "Così è un obbrobrio". La replica: lavori fermi perchè Am è senza soldi
“In viale Aosta è stato fatto un obbrobrio stile muro di Berlino!”. A parlare così della realizzazione del Trc a Riccione non è il sindaco Renata Tosi, che ha fatto della lotta al cosiddetto Trasporto Rapido Costiero una delle sue bandiere, ma l’ex sindaco Daniele Imola, quello che nel 2008 ha firmato l’accordo di programma che ha dato il via alla discussa opera.
Il Corriere Romagna di oggi pubblica oggi un’intervista all’ex primo cittadino. Il senso del suo intervento è questo: l’opera è partita, va realizzata al più presto, non è sopportabile per Riccione un cantiere che duri 4/5 anni, però vanno fatte delle migliorie alla realizzazione del progetto. Per esempio non più muri di cemento ma barriere in legno o vetro, con ampio spazio al verde. “Ci sono ancora ampi margini di miglioramento, ma bisogna intervenire subito sul progetto”. L’ex sindaco si rivolge quindi al successore perché abbandoni la battaglia pregiudiziale e gli atteggiamenti ostruzionistici: “E’ infatti prendendo decisioni che vanno contro la tua volontà che dimostri di essere il sindaco di tutti oppure no. Rifletta, non avrà contraccolpi sul suo elettorato e anche il Pd non si tirerà indietro a collaborare per fare il Trc più bello possibile”.
L’intervento dell’ex sindaco non è passato inosservato a Natale Arcuri, ispiratore del ribaltone politico che ha determinato la vittoria di Renata Tosi, il quale replica sulla sua pagina Facebook. Il tono è ironico: “Dunque ha ragione Daniele Imola, quando con tono accorato ci dice che è assai preoccupato perché il TRC, via via che va avanti la sua realizzazione, appare quello che già era, quando egli stesso, da sindaco di Riccione, lo ha promosso, voluto ed imposto: un obbrobrio. Ha anche qualche ragione in più quando con tono ancora più accorato chiede di intervenire, immediatamente, con nuove soluzioni , nuove proposte, eventuali modifiche, perché si eviti che quell’”obbrobrio” si trasformi in “un muro di Berlino”, che rovinerà per sempre l’immagine della sua città, così votata al turismo”. Arcuri interviene anche sull’invito alla Tosi perché deponga le armi: “Quello che invece Daniele Imola vuol far finta di credere o in cuor suo vorrebbe farci credere, è che se i cantieri del TRC, in città, latitano nel pieno abbandono, se i lavori procedono così lentamente da farsi tamponare da una lumaca in corsa, è perché Renata Tosi pone ancora ostruzionistici rinvii alla cantierizzazione delle vie interessate all’opera o persevera con la sua azione di contrasto legale. Per cogliere il senso della sua riconquistata realtà Daniele Imola dovrebbe sapere, anche se immagino che lo sappia già, che il “suo” TRC, quell'obbrobrio con il muro di Berlino, non procede spedito così come accoratamente si augura, non perché Renata Tosi non smette di battersi per “salvare” Riccione da questo immane disastro ma solo perché AM ha qualche problemino “finanziario”, diciamo così. Ha badato più a mettere a tacere e rendere ormai innocua la Tosi che a controllare i conti. Al punto che è alla spasmodica ed urgente ricerca di ben 7 milioni di euro di nuovi finanziamenti, per coprire un fabbisogno di oltre 18 milioni. Senza i quali non si canta più messa”.
Arcuri infine getta l’ultimo asso: “Non solo. Daniele Imola non se lo ricorderà di certo. Ma dopo 20 anni è tutto possibile. Il progetto di attraversamento del centro di Riccione, quello che prevedeva il ponte sul RioMelo, con gabbia in acciaio inox, stile pentole by Mastrota, non è più tecnicamente realizzabile così come lo aveva anche lui sognato e approvato. E' sbagliato, non va, non funziona, non si può fare. Detto questo, Daniele Imola, fulminato sulla via di Damasco, forse farebbe bene, al di là di tutto, a farsi promotore, accanto a Renata Tosi, certamente sindaco di tutti, di un’azione di forte sensibilità “politica” per evitare davvero che AM realizzi, tra 4 o 5 anni, chissà, quell’obbrobrio. Come dice lui, perché lo sa bene, c’è ancora possibilità di intervenire per cambiare il progetto. E rinunciare a quel muro di Berlino. Dia anche lui una mano. Senza polemiche”.
21 05 2015 | Rimini | Turismo, primo trimestre 2015 tutto di segno negativo
Turismo, primo trimestre 2015 tutto di segno negativo
Il colpo d’occhio è di quelli che inducono allo sconforto. Il primo trimestre 2015 di arrivi e presenze turistiche in provincia di Rimini è tutto di segno negativo. Gli arrivi sono diminuiti del 3 per cento, le presenze (pernottamenti) del 10,4. Già avevamo segnalato l’andamento negativo dei primi due mesi dell’anno, la tendenza è stata ampiamente confermato da marzo: -5,4 per cento di arrivi e – 12,6 per cento di pernottamenti.
C’è una sensibile variazione fra turisti italiani e turisti esteri. Il mercato interno ha visto crescere gli arrivi del 5,2 per cento e diminuire le presenze dell’1 per cento. Mentre per gli stranieri gli arrivi sono scesi del 31,6 e le presenze del 31,3 per cento.
Guardando alle provenienze, si nota che sono in calo quelle dall’Emilia Romagna (-6,3 per cento di pernottamenti) mentre sono in crescita quelle da Lombardia (+9,6) e da Veneto (+7,4). Fra gli stranieri, perfettamente prevedibile è la debacle dei russi: il 68,1 per cento in meno dei pernottamenti. (in termini assoluti sono mancati 51.149 pernottamenti).
I dati provinciali nascondono però performance diverse dei vari Comuni. Bellaria Igea Marina chiude il trimestre con un incremento di arrivi del 15,2 per cento e di pernottamenti del 24.4 per cento. Anche il movimento degli stranieri ha il segno positivo.
Trimestre disastroso invece per Cattolica: -29,3 per cento di arrivi e -32,7 per cento di pernottamenti. Misano Adriatico vede crescere gli arrivi dell’8,2 e i pernottamenti diminuire del 24,3 per cento. Riccione ha una perfomance migliore rispetto alla media provinciale: gli arrivi sono diminuiti solo dello 0,8 per cento e i pernottamenti del 4,6.
La maglia nera provinciale tocca ancora una volta al capoluogo: Rimini vede invece un calo di arrivi del 5,1 e una diminuzione di pernottamenti del 12,9. A determinare la perfomance negativa è esclusivamente il mercato estero. In termini assoluti a Rimini, nel primo trimestre 2015, sono mancate rispetto al 2014 quasi 50 mila presenze (49.955). Rispetto al 2013 i pernottamenti in meno nel trimestre sono invece stati 132.974. Un calo che non può non aver inciso pesantemente sul fatturato delle aziende alberghiere.
Giornalaio 21 aprile
Gnassi bocciato | Multe a chi non pulisce i fossi| Riccione, polemiche sui Nobraino
Gnassi bocciato. Secondo il sondaggio promosso dal quotidiano Il Sole-24 Ore il sindaco di Rimini Andrea Gnassi è al 93° posto nella classifica dei sindaci italiani. Solo il 46,5 per cento dei riminesi dichiara che oggi voterebbe per lui, contro il 53, 5 per cento preso alle elezioni del 2011(IlCarlino).
"Contano i cantieri". Il sindaco reagisce ostentando tranquillità: "Contano i cantieri, non le altalene delle classifiche". E ricorda la storia del sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, primo in classifica e poi bocciato alle elezioni. (Corriere)
Duello Pivato-Zamagni. Il Carlino ha sentito l'opinione di due intellettuali di peso, l'ex rettore dell'Università di Urbino Stefano Pivato e il professor Stefano Zamagni. Pivato: è un calo fisiologico, alle elezioni vincerà Gnassi. Ha visione e capacità decisionale. Zamagni: perde colpi perché decide tutto da solo, non è più tempo di uomini soli al comando. (Il Carlino)
Le opposizioni gongolano. La Voce raccoglie invece i commenti dei consiglieri di opposizione. Pazzaglia parla di asse Rimini-Bologna, i cui sindaci sono entrambi nel fondo classifica. Mauro spiega che i cittadini sono stanchi di essere suggestionati dal nostro sindaco. Gabellini di Cuore di Rimini: non ha ascoltato la gente ma solo i suoi centurioni. (LaVoce)
Stadio, a volte ritornano. Del progetto sullo stadio concepito durante l'era Ravaioli non si farà nulla, ma i progettisti che avevano lavorato reclamano le loro parcelle, circa 850 mila euro. Chi pagherà? Probabilmente le poche imprese del Consorzio a suo tempo costitutito che sono ancora in piedi (le altre sono fallite o sono in concordato) (Corriere)
I grillini contro il co-marketing. Il consigliere Raffaella Sensoli del Movimento 5 Stelle chiede chiarezza alla Regione sulle presunte operazioni di co-marketing che l'Apt starebbe per fare con AiRiminum, la società dell'aeroporto. "Non vanno ripetuti gli errori del passato". (LaVoce)
Fossi puliti, altrimenti multe. Ordinanza del Comune di Rimini che infligge multe a chi non provvede a pulire i fossi nelle zone agricole. Il consigliere Renzi di FdI replica: ma le alluvioni dei mesi scorsi erano dovute a negligenze pubbliche (LaVoce)
Riccione, il Comune sfratta le associazioni. Il Comune di Riccione vuole mettere ordine agli immobili pubblici concessi alle associazioni culturali. Entro 30 giorni dovranno lasciare. L'uso dei locali sarà rimesso a bando con nuovi criteri: non saranno concessi a chi svolge attività comemrciali, tipo corsi a pagamento (IlCarlino)
Nobraino esclusi dal 1 Maggio. La band di Riccione esclusa dal concerto di Roma del 1 maggio per un commento di cattivo gusto pubblicato in rete dopo la tragedia dei migranti nel Mediterraneo (Corriere)
Il Lungomare di Cuore di Rimini. Presentazione al Barge del progetto dell'urbanista Guido Di Pancrazio per la sistemazione del lungomare. Spiaggia con soli ombrelloni e cabine e bar sotto una piattaforma fra gli alberghi e l'arenile (La Voce)
PA, ancora Lappi. Il 9 maggio vanno al voto i soci di Promozione Alberghiera, la storica coop di albergatori. Riconfermeranno Marina Lappi alla presidenza.
Riviera, i pacchetti turistici per l'Expo sono ancora fantasmi
Riviera, i pacchetti turistici per l'Expo sono ancora fantasmi
La prima volta che il progetto è stato presentato al pubblico è stato al WTM di Londra nel novembre scorso. Poi è stato il fiore all’occhiello della partecipazione di Apt alla Bit di Milano e alla fiera del turismo di Berlino. Sul web si trovano pagine e pagine in cui viene descritto in lungo e in largo: sono le news di tutte le presentazioni susseguitesi nel tempo. Non c’è stata dichiarazione del sindaco di Rimini Andrea Gnassi che negli ultimi mesi non vi abbia fatto riferimento. La penultima presentazione è stata in una conferenza stampa a Milano nel marzo scorso. L’ultima sarà venerdì prossimo, il 24 aprile, a Rimini con una iniziativa che vede la partecipazione del ministro per l’ambiente Galletti, del presidente della Regione Stefano Bonaccini, degli assessori Andrea Corsini ed Emma Petitti, del sindaco Gnassi e di un bel parterre di imprenditori.
Si tratta del progetto “Via Emilia – experience the italian lifestyle” attraverso il quale si spera di intercettare il grande pubblico dei visitatori dell’Expo 2015 a Milano. Alla conferenza stampa citata sono stati ancora una volta ricordati gli 80 pacchetti turistici che dovrebbero invogliare i visitatori provenienti da tutto il mondo a percorrere avanti e indietro la via Emilia per scoprire le eccellenze della Food Valley (cibo ed enogastronomia), della Wellness Valley (turismo del benessere) e della Motor Valley (l’Emilia Romagna come terra di motori e di piloti).
A meno di dieci giorni dall’apertura di Expo e a sei mesi dalla prima iniziativa promozionale a Londra, se una qualsiasi persona cerca i pacchetti turistici proposti dall’ Emilia Romagna non li trova. Noi ci abbiamo provato con una lunga seria di combinazione di keyword (con l’aggiunta di Rimini, Emilia Romagna, Romagna, Riviera, ecc.), ma il risultato è sempre stato lo stesso: al massimo vengono fuori le pagine dei siti di informazione che hanno pubblicato la notizia in occasione di questo o di quell’annuncio da parte di politici e amministratori. Se si digita un “offerte hotel rimini expo” vengono fuori le offerte che questo o quell’hotel volenteroso ha deciso di promuovere, ma niente a che vedere con gli strombazzati pacchetti.
Dalle pagine di informazione abbiamo poi scoperto l’esistenza di un sito www.visitviaemilia.it che è appunto il sito ufficiale della “Via Emilia – experience the italian lifestyle” . Per un attimo ci siamo rincuorati perché abbiamo visto tanti richiami alla Food Valley e alla Motor Valley: Abbiamo provato a cliccare questi link e siamo stati trasportati sulle pagine del progetto Blog-Ville. Di pacchetti turistici legati all’Expo, spiegati e prenotabili, neanche l’ombra.
Abbiamo allora deciso di andare a visitare la galassia dei siti turistici della Regione: emiliaromagnaturismo,it, visitemiliaromagna.com, adriacoast.com, e via discorrendo. Anche qui nessun riferimento ai pacchetti per l’Expo, neanche un minimo accenno, neanche un logo, addirittura neppure un link al sito ufficiale. Fra l’altro non si capisce in che modo i malcapitati navigatori del web ci possano arrivare: non emerge nei risultati di ricerca, non è linkato dagli altri siti istituzionali della Regione.
Mistero fitto che abbiamo cercato di chiarire telefonando all’ufficio stampa di Apt. La risposta immediata e sicura dell’addetto stampa è stata: “Bisogna andare sul sito www.visitviaemilia:it. Facciamo presente che in quel sito purtroppo non abbiamo trovato niente. A quel punto il computer dell’Apt si blocca e l’addetto stampa chiede tempo per verificare. A verifica effettuata veniamo a sapere che in effetti i pacchetti non sono ancora presenti sul web, ma che lo saranno al massimo entro 36 ore.
Non sappiamo se essere soddisfatti (anche perché dopo le nostre segnalazioni, l’Apt è veloce a correre ai ripari, vedi il link dell’aeroporto dove si diceva che era ancora chiuso) o se rimanere perplessi. Sono almeno sei mesi che questi pacchetti turistici vengono pubblicizzati in ogni sede e ancora non sono pubblicati sulla miriade di siti turistici che fanno capo alla Regione. È vero che Expo comincia il 1 maggio e dura fino al 31 ottobre ma è anche immaginabile che tanti che hanno deciso di venirci dall’estero abbiano già programmato il viaggio e delle delizie che promette loro l’Emilia Romagna non abbiano certo avuto alcuna notizia.
Sempre che arrivino, i famosi 20 milioni di visitatori. Le prime notizie sulle prenotazioni alberghiere a Milano non lasciano ben sperare. Ma siamo solo all’inizio, vedremo alla fine: anche il successo dei pacchetti turistici fantasma promossi da Apt.
Aeroporto di Rimini, il fascino ambiguo del co-marketing
Aeroporto di Rimini, il fascino ambiguo del co-marketing
Prima si è parlato di una partecipazione di Apt dell’Emilia Romagna (società della Regione e di Unioncamere) ad azioni di co-marketing, insieme ad Airiminum, nei confronti dei tour operator russi. Azioni finalizzate a riportare a Rimini i voli dirottati ad Ancona a causa della chiusura dell’aeroporto e a consolidare la presenza su quel mercato che fino ad ora è stato fondamentale per lo scalo riminese. L’azione di co-marketing non è stata smentita dall’assessore regionale al turismo Andrea Corsini, il quale però non è voluto entrare nel merito dell’entità del contributo concesso ad Airiminum e delle modalità di impiego del finanziamento (pubblicità? Contributi alle compagnie?).
Questo è stato vero fino all’altro ieri, quando un consigliere regionale della Lega Nord, il forlivese Massimo Pompignoli, ha presentato un’interrogazione con cui afferma che “APT Servizi, società partecipata dalla Regione, avrebbe dirottato, o starebbe per farlo, nelle casse di AiRiminum un contributo pari a circa 800 mila euro senza che ne siano noti motivi e finalità”. Il consigliere della Lega Nord vuole sapere “se corrisponda al vero l’esistenza del finanziamento e, in caso affermativo, attraverso quale canale di gestione lo stanziamento confluisca dalle casse pubbliche della Regione a quelle della società di gestione, a che titolo venga erogato e per quale fine”. Pompignoli domanda “se siano previsti ulteriori contributi economici, o di altra natura, a sostegno dell’avvio gestionale della società AiRiminum, con quali modalità e per quanto tempo”.
Interpellato da qualche giornale, questa volta l’assessore al turismo Andrea Corsini ha dichiarato che quelle del consigliere della Lega Nord sono solo fantasie. A sua volta la presidente di Airiminum Laura Fincato ha invece replicato con una frase sibillina: «Sarà la Regione a chiarire. Airiminum è una società privata e fa i suoi accordi commerciali».
La rilevanza del tema è evidente per chiunque abbia seguito le ultime e penultime vicende dell’aeroporto. Lo scalo di Miramare ha riaperto i battenti con una martellante polemica di Airiminum contro la Regione Marche accusata di spendere denaro pubblico per sostenere i voli dei vettori russi sull’aeroporto di Ancora (l’accusa parla di un contributo di 21 euro a passeggero).
Interpellata da Inter-Vista sui nuovi possibili rapporti fra enti pubblici e gestione privata dell’aeroporto, la presidente Fincato ha risposto che gli enti pubblici “non devono fare quello che fa la Regione Marche, né quello che facevano quando i soci erano pubblici. Devono invece fare tutto ciò che è utile per lo sviluppo sia dell'infrastruttura che del turismo nel territorio”. Si poteva pensare che quindi la stagione dei contributi finanziari pubblici all’aeroporto di Rimini fosse definitivamente tramontata e che d’ora in poi il sostegno a una così importante infrastruttura passasse attraverso altri canali (Fincato cita ad esempio la valorizzazione delle aree intorno allo scalo).
Immediatamente dopo queste dichiarazioni si è però aperta la polemica sul co-marketing che – va detto – è parola quanto mai ambigua quando si parla di aeroporti. È l’espressione con cui – a Rimini e in molti altri aeroporti italiani (non solo Ancona) - si sono fatti passare i contributi diretti alle compagnie (altrimenti vietati) o, nel caso nostro, si è inventata la formula dell’acquisto dei biglietti vuoto per pieno attraverso la società Riviera di Rimini Promotion (e sappiamo come è andata a finire). Al contrario, non ci sarebbe nulla da eccepire, dal punto di vista della legittimità, se l’Apt (o gli enti locali) partecipassero a campagne pubblicitarie (reali) in Russia o da altre parti. Diverso se dietro la parola co-marketing si ritorna invece a praticare strade che, se battute dai concorrenti (vedi Ancona) sono da deplorare, se invece promosse in casa nostra vanno bene. Non è che se i contributi pubblici diretti alle compagnie da 21 euro per passeggero scendono a 8 (come è stato detto per Rimini), allora la pratica diventa virtuosa.
Il 9 maggio il consiglio d’amministrazione di Airiminum presenterà ufficialmente alla città il proprio programma di sviluppo e sarebbe bene che in quella sede si facesse chiarezza su questo punto, soprattutto per troncare polemiche che in questa fase sono solo nocive.
Intanto suggeriamo alla Regione e all’Apt un modo semplice e a costo zero di promuovere l’aeroporto di Rimini. Potrebbero togliere dal sito turistico ufficiale emiliaromagnaturismo.it la dicitura “temporaneamente chiuso” dal link al sito dell’aeroporto di Rimini. Non è bello vedere che la Regione considera l’aeroporto ancora chiuso. Il sito web dell’aeroporto Federico Fellini (ma si chiama ancora così?) presenta ora una versione alquanto dimessa. È sparito ogni riferimento al logo ormai consolidato di Fellini, più che il sito dell’aeroporto sembra il sito di Airiminum, il campo arrivi e partenze è desolatamente vuoto, l’unica notizia è che in data 17 aprile c’è stato il decimo volo dalla riapertura. Sarà un work in progress, sarà la politica dei piccoli passi più volte enunciata, ma quel sito è davvero desolante, l’immagine che se ne ricava è quella di una aviosuperficie di provincia, non certo di un aeroporto internazionale.
L'endorsement di Zamagni per Progetto Rimini
L'endorsement di Zamagni per Progetto Rimini
E alla fine è arrivata la “benedizione” di Stefano Zamagni per Progetto Rimini. Non era preventivata, assicurano i responsabili. Anzi, il professore era rimasto perplesso quando gli avevano detto che Progetto Rimini al momento non superava i 200 iscritti. Però Zamagni si è speso per l’associazione quando, all’inizio del suo intervento, ha osservato che nella crisi generale dei partiti c’è un ruolo positivo, politico in senso lato, che associazioni del genere possono svolgere. E verso la conclusione del suo discorso ha invitato Progetto Rimini ad essere una di quelle “minoranze profetiche” che solo possono rompere il circolo vizioso di un’accidia sociale quale quella che ha colpito la città. Ha invitato a svolgere questo ruolo senza soffermarsi sulla critica del passato o sulla critica di ciò che fanno gli altri, ma pensando a fare proposte in positivo, indicando le mete future. È esattamente la prospettiva che Natale Arcuri, ispiratore e regista del ribaltone elettorale avvenuto un anno fa a Riccione, ha fin dall’inizio indicato alla giovane associazione riminese.
L’endorsement di Zamagni per Progetto Rimini è avvenuto sabato pomeriggio alla Sala Marvelli della Provincia nel corso del convegno sul futuro economico della città, il secondo promosso dall’associazione. A Maurizio Focchi, già presidente degli industriali, era stato chiesto di spiegare cosa si può fare per favorire l’internazionalizzazione riminese. L’imprenditore ha indicato quattro linee di intervento. La prima è quella della valorizzazione delle risorse umane, un discorso che coinvolge i giovani e la scuola. Focchi ha osservato come le imprese riminesi faticano a trovano una collaborazione virtuosa con il locale Istituto tecnico industriale, mentre le cose vanno meglio con gli istituti di Novafeltria e di Savignano sul Rubicone. La seconda linea di intervento implica che il territorio debba diventare capace di attrarre investimenti industriali. Perché Rimini non può diventare la sede di una grande multinazionale o il luogo dove crescono le start up? Terza linea di intervento è una maggiore coesione fra le imprese (certi mercati, come quello Usa, un’azienda fatica ad affrontarli da sola), fra industria e turismo e con la Repubblica di San Marino. Quarta linea: Rimini ha notevoli eccellenze in campo industriale (Focchi ne ha citate alcune) ma ciò che serve è una cultura imprenditoriale più diffusa.
Secondo Zamagni, intervenuto dopo Focchi, il problema di Rimini non è che non si sanno le cose e non si conosce ciò che bisognerebbe fare, il punto è che si è innescato un circolo vizioso dal quale è difficile uscire. Il circolo vizioso può essere descritto un conservatorismo economico, un equilibrio di basso profilo, per cui, dopo il miracolo economico del dopoguerra e il raggiunto benessere, ci si è adagiati sui risultati raggiunti, perdendo la spinta all’innovazione. Si è fatta innovazione di processo o di prodotto, ma è mancata completamente l’innovazione di rottura. La cultura della rendita ha addormentato tutti, la mancanza di competizione - non solo economica ma anche politica e sociale – ha determinato quel circolo vizioso da cui solo l’azione di rottura di una minoranza profetica può far uscire la città.
Rimini, la crisi continua a generare nuovi poveri. Il rapporto della Caritas
Rimini, la crisi continua a generare nuovi poveri. Il rapporto della Caritas
È finita la crisi? Si vedono segnali di ripresa? Anche l’annuale rapporto della Caritas di Rimini sulle povertà non ha voluto sfuggire alla domanda che è al centro del dibattito politico ed economico del momento. La risposta è che sono diminuite le persone che si rivolgono ai servizi Caritas o delle altre persone di volontariato, però sono aumentate le prestazioni. Quindi il morso della crisi si fa ancora sentire e forse è ancora più doloroso per chi lo subisce.
Nel 2014 si sono rivolte alla Caritas 7.071 persone, 400 in meno rispetto al 2013. Anche alla Capanne di Betlemme (la struttura di accoglienza dell’Associazione Papa Giovanni XXIII per chi non ha un letto) 90 persone in meno (il totale è 986) rispetto all’anno precedente. Anche i Centri di aiuto alla vita hanno visto meno richieste (158 contro 240) rispetto al 2013.
Tuttavia la Caritas ha erogato 13 mila pasti in più ed anche la Mensa dei frati ha sfornato circa 4 mila pasti in più. Ad accedere si servizi sono sempre di più gli italiani che peraltro sono in maggioranza residenti nella provincia: Caritas + 16%, Mensa dei Frati + 6%, Capanna di Betlemme + 4%. Tra gli italiani prevalgono gli uomini soli e adulti, ma sono in crescita anche famiglie con minori, i separati, gli anziani e i giovani disoccupati.
Il rapporto presenta un Focus sulle famiglie, sui senza dimora e sul tema del lavoro. La Caritas ha erogato 100 mila euro alle famiglie bisognose mentre ammontano a 444 mila euro i prestiti erogati dall’Associazione Famiglie Insieme a 595 nuclei, soprattutto per il pagamento degli affitti, ma sono in aumento anche le richieste per spese mediche (è stato annunciato che il Rapporto 2015 sarà tutto dedicato a questo tema) e per i rimpatri dei famigliari. Comunque il 60 per cento delle famiglie che ha chiesto un prestito è di nazionalità italiana. Gli sportelli dei Centri di aiuto alla vita hanno aiutato 435 mamme in stato di gravidanza o con bimbi molto piccoli.
Il problema dei senza dimora appare più grave di quel che si possa immaginare. Fra quelli che si sono rivolti alla Caritas sono in 2500 che hanno dichiarato di essere senza casa. I volontari della papa Giovanni hanno intercettato circa 200 persone che stabilmente vivono sulla strada. Dalle intervista effettuate ad un campione di senza dimora emerge che la perdita del lavoro è quasi sempre per tutti l’inizio dello stato di povertà.
E così arriviamo al problema dei problemi, l’assenza e la ricerca di un lavoro. Nel 2014 sono oltre 5 mila i disoccupati che si sono rivolti alle strutture della Caritas. Molte parrocchie sono intervenute creando piccole opportunità occupazionali. Ma l’iniziativa su cui il mondo cattolico riminese ha scommesso è il Fonde per il lavoro voluto dal vescovo Francesco Lambiasi. Questo Fondo, che nel 2014 ha raccolto 327 mila euro, concede alle imprese incentivi fino al 30% del costo dell’assunzione di un dipendente per la durata massima di 12 mesi. I lavoratori sono scelti da una lista gestita dal Fondo. Nell’anno scorso hanno presentato domanda 318 persone e 35 di queste sono riuscite a trovare un impiego. Le aziende che hanno assunto sono 7 cooperative sociali, 3 strutture alberghiere o di ristorazione, 9 aziende artigiane, 3 esercizi commerciali, 2 studi commerciali e 1 parrucchiere.
Il 73% di coloro che hanno fatto domanda al fondo rappresentano le nuove povertà, cioè non si erano mai rivolti prima ad una struttura Caritas; il 67% sono italiani fra i 46 e i 54 anni, in maggior parte coniugati con minori a carico.
Fincato: l'aeroporto sia inserito nel Piano Strategico
Fincato: l'aeroporto sia inserito nel Piano Strategico
Nei giorni scorsi, dopo la riapertura dell’aeroporto, il sindaco Andrea Gnassi ha fatto alcune dichiarazioni di questo tenore: “Ora che l’aeroporto sta ripartendo ed è sotto attacco, dobbiamo alzare una barriera per proteggerlo e sostenerlo”. Oppure: “L’aeroporto deve fronteggiare la forte concorrenza di altri scali, specialmente Ancona. Dobbiamo essere vigili e attenti a possibili speculazioni, ci sono attenzioni non meglio precisate sulla benzina e sul settore cargo da parte di russi, americani e bulgari”. A leggere queste dichiarazioni, qualcuno non informato delle vicende riminesi potrebbe essere indotto a pensare che gli enti locali, a partire dal Comune, abbiano qualche ruolo nella gestione dell’aeroporto, visto che il sindaco ne parla come fosse sotto la sua responsabilità. Invece, la novità di questa sofferta riapertura, dopo cinque mesi di chiusura, è che a guidare il Fellini non c’è più una società a capitale pubblico, con gli enti locali azionisti di maggioranza, ma una società completamente privata. È un fatto nuovo che forse non è stato ancora valutato pienamente nelle sue conseguenze. Certamente apre una fase nuova nei rapporti fra la società di gestione, titolare di una concessione trentennale, e le istituzioni locali e la politica, che fino al crac di Aeradria avevano un ruolo strategico e gestionale fondamentale.
Quindi la domanda è: ora che l'aeroporto di Rimini è a gestione privata, gli enti locali, a partire dal Comune, come possono contribuire allo sviluppo dello scalo? O devono astenersi da qualsiasi attività per non incorrere negli errori del recente passato?
“Evidentemente – risponde la presidente di AiRiminum, Laura Fincato - non devono fare quello che fa la Regione Marche, né quello che facevano quando i soci erano pubblici. Devono invece fare tutto ciò che è utile per lo sviluppo sia dell'infrastruttura che del turismo nel territorio”. La Regione Marche, principale azionista di Aerdorica, società di gestione dell’aeroporto di Ancona (con 37 milioni di debiti), è accusata da AiRiminum di concorrenza sleale per i contributi di 21 euro a passeggero promessi ai vettori russi e per aver diffuso notizie giudicate false e dannose per la società di gestione di Rimini.
Abbiamo prima ricordato il protagonismo del sindaco Gnassi. Se gli enti locali sono così attivi, non c'è ancora il rischio di una ingerenza della politica? O ci può essere una partecipazione positiva della politica?
“La politica – ritiene la presidente Fincato - deve dare indirizzi che siano di utilità al territorio. Le cose sono ben diverse rispetto al passato, visto che ora la gestione dell'Aeroporto è in mano a privati. Quel che serve è un colloquio continuo tra le associazioni, gli enti presenti sul territorio, e la società che gestisce l'infrastruttura: un colloquio che abbia come obiettivo lo sviluppo”.
Nella conferenza stampa che ha “festeggiato” la riapertura dell’aeroporto il sindaco Gnassi ha fatto un esplicito riferimento alle aree intorno allo scalo. Possono giocare un ruolo nello sviluppo del Fellini, specialmente per il non aviation?
La presidente Fincato ne è convinta: “Sì, assolutamente. L'aerostazione va integrata nel Piano strategico, collegata all'area più vasta che la circonda: sono risorse importanti per il territorio e per tutta la riviera”.
E il territorio - imprese-associazioni - come possono collaborare? Devono entrare nella società o ci può essere qualche forma di collaborazione anche dall'esterno?
“Per gli investitori che voglio entrare nella società, - conferma il presidente di AiRiminum - le porte sono aperte: alle condizioni note da tempo. AiRiminum si trasformerà da s.r.l. in società per azioni, come ci ha chiesto Enac. Inoltre, 'dall'esterno' servono relazioni che portino a individuare quelle che sono le convenienze per tutto il territorio”.
Dal territorio è arrivata ripetutamente la richiesta di un piano industriale che chiarisca quali sono i programmi e gli investimenti che AiRiminum ha intenzione di effettuare. Quando sarà pronto?
“Il piano industriale sarà presentato nelle prossime settimane: i pilastri sono già stati annunciati. Come ho detto più volte, primum vivere: la gestione AIRiminum dell'Aeroporto ha cominciato a vivere con la riapertura. Il 2015 sarà un anno difficile: per noi è iniziato appunto l'1 aprile, visto che l'aerostazione chiusa ha necessariamente perso traffico. Bisogna riconquistare la fiducia degli operatori, oltretutto in un momento di crisi: abbiamo il dovere di ricostruire basi solide da cui ripensare uno sviluppo abbondante dal 2016”.
Sorpresa: i contribuenti di Riccione più poveri di quelli di Rimini
Sorpresa: i contribuenti di Riccione più poveri di quelli di Rimini
Nel Comune di Rimini il ristretto club dei ricconi, cioè coloro che hanno dichiarato al fisco più di 120 mila euro, ammonta a 685 persone. Sono davvero un esclusivo gruppo di fortunati visto che il reddito medio pro-capite del Comune equivale a 18.697 euro e che esiste, all’opposto, un altro club, formato da quelli a reddito zero o addirittura in perdita, che raggiunge le 789 unità.
Sono i dati pubblicati ieri dal Ministero delle Finanze e relativi ai redditi del 2013, denunciati nel 2014. A Rimini il numero dei contribuenti è pari a 112.327, ma solo 108.113 hanno dichiarato un reddito imponibile. È interessante notare che la stragrande maggioranza, 94.655, è formato da lavoratori dipendenti e da pensionati, i quali sono rispettivamente 57.055 e 37.600.
È questo un fattore di cui tenere conto prima che si scatenino le solite polemiche sulla Riviera come terra di evasione. L’evasione indubbiamente ci sarà, come e più che nel resto d’Italia, ma è anche vero che la massa dei contribuenti anche nella nostra città è formata in modo prevalente da dipendenti e pensionati che non hanno la possibilità di evadere neppure un euro.
I lavoratori autonomi sono 2.898, gli imprenditori con contabilità ordinaria 442, gli imprenditori con contabilità semplificata 4.576, coloro che godono di un reddito da partecipazione sono 9.468 (ed è probabile che in questa categoria ci siano quei piccoli imprenditori, albergatori, artigiani, che esercitano la loro attività attraverso una società).
Tutti costoro hanno dichiarato insieme qualcosa come 2 miliardi e 21 milioni di euro, che è il volume della ricchezza prodotta in un anno nella nostra città.
La retribuzione media di un dipendente è 18.039 euro, le pensioni valgono in media 16.030 euro ciascuna; un lavoratore autonomo dichiara in media 37.881 euro; gli imprenditori con contabilità semplificata incassano molto meno, 16.739 euro; quelli con contabilità ordinaria raggiungono i 23.794 euro; chi ha un reddito di partecipazione guadagna in media 14.495 euro.
Il Ministero della Finanze ha diffuso anche il numero dei contribuenti per scaglioni di reddito. Apprendiamo così che hanno dichiarato da 0 a 10 mila euro 35.340 contribuenti, da 10 a 15 mila altri 16.440., da 16 a 26 mila euro 33.142, da 26 mila a 75 mila 19.860, da 55 a 75 mila solo 2.084, da 75 a 120 mila ci sono 1.506 contribuenti, ed infine il già citato gruppo di 685 che supera i 120 mila euro. Si deduce quindi che la metà dei contribuenti riminesi è sotto i 15 mila euro di reddito annuo.
A Riccione i contribuenti sono 27.359, dei quali 13.163 dipendenti, 9357 pensionati (anche in questo caso la stragrande maggioranza è formata da queste due categorie), 630 autonomi e 3365 con un reddito da partecipazione. La sorpresa è scoprire che Riccione è più povera di Rimini, il reddito medio è infatti di 17.607 euro. Da 0 a 10 mila euro dichiarano in 9.043, da 10 a 15 mila in 4.594, da 15 a 16 mila in 7.839, da 26 a 55 mila in 4326, da 55 a 75 mila in 496, da 75 a 120 mila in 372, ed infine il ristretto club dei ricconi, sopra i 120 mila euro, che a Riccione è ridotto a 165 unità.