Bellaria, dal nuovo lungomare al piano strategico per pensare la città del 2040

Giovedì, 15 Aprile 2021

“Non appena si potrà tornare ad incontrarsi in presenza – annuncia il sindaco di Bellaria Igea Marina, Filippo Giorgetti – partiremo con il Piano strategico per il nostro Comune. Al tavolo di riflessione ed elaborazione coinvolgeremo tutti, maggioranza e opposizione, associazioni, categorie economiche. L’obiettivo è creare un pensiero di lunga durata, l’individuazione di indirizzi per la città fino al 2040. Vogliamo costruire un percorso di partecipazione che faccia crescere il senso di appartenenza ad una comunità. Per noi questo è decisivo. Essendo cresciuti tanto in poco tempo, abbiamo bisogno di trovare un’identità condivisa fra nuovi e vecchi residenti, fra le generazioni. La costruzione della coesione sociale è una delle linee guida del mio mandato. Il percorso dovrà portare ad un disegno di ampio respiro per la città dei prossimi due decenni. Vogliamo pensare oltre il termine di un mandato, altrimenti l’orizzonte è limitato da ciò che si riesce a realizzare in due e tre anni. E sappiamo che con i tempi della burocrazia in un periodo così breve si riesce a realizzare poco”.

Intanto a Bellaria Igea Marina si sono aperti numerosi cantieri. Uno riguarda il nuovo lungomare della zona del Comune. Nuovo in tutti i sensi, perché prima non c’era nulla, finivano gli alberghi o le case e cominciava la spiaggia. Dove l’avete ricavato il water front?

“E’ stata demolita la prima linea delle cabine, verso mare. Con questa importante opera pubblica abbiamo ottenuto tre risultati. Il primo è che doteremo la città di una infrastruttura moderna che la renderà più attraente e godibile. Il secondo effetto è che l’intervento pubblico ha messo in modo anche gli investimenti privati, perché gli operatori balneari daranno un volto nuovo ai loro stabilimenti. Il terzo effetto è che in questo modo abbiamo risolto la questione storica delle concessioni balneari”.

E in che modo?

“Nelle concessioni sul demanio comunale c’erano molti manufatti insistenti da tanti anni per i quali era complesso ricostruire l'iter autorizzatorio, e ciò rendeva problematico il proseguimento dell’attività. Ora questi operatori demoliranno le cabine e le ricostruiranno secondo i criteri del piano dell’arenile. Non solo loro, anche i concessionari del demanio statale. Quindi l’opera pubblica ha fatto sì che tutti gli stabilimenti demoliscano l’esistente e si adeguino al nuovo piano dell’arenile, ottenendo così tutte le conformità paesaggistiche architettoniche, urbanistiche e edilizie, tali da essere perfettamente in regola”.

Ci sono lavori anche in piazza don Minzoni. Perché è stato necessario questo intervento di rigenerazione?

“E’ la piazza della chiesa, che però al momento non si interfaccia con l’Isola dei Platani. La pavimentazione era tutta rialzata. Di fatto è una piazza che non è mai stata utilizzata come tale, al massimo è stato utilizzato il sagrato. Con i lavori in corso diventerà davvero un’agorà, quindi un punto in cui la polis, cioè la città fatta di relazioni, di persone, di attività, si può riconoscere e incontrare. Ci saranno nuove aiuole con arbusti autoctoni. Sarà valorizzata la chiesa come fondale scenico che rende interessante la passeggiata”.

Che effetti ha avuto sull’economia di un piccolo centro come Bellaria la crisi da Covid 19?

“La crisi si sente in modo enorme. Il timore è soprattutto per quando non ci saranno più le proroghe degli sfratti e del pagamento dei mutui. Le aziende hanno un problema di liquidità. Il settore del commercio, già sofferente di suo per la vicinanza dell’Iper e per lo sviluppo dell’e-commerce, è sicuramente quello più colpito. Per il turismo, incrociamo le dita. Quella dell’anno scorso è stata una stagione sospesa, dove agosto ha salvato i vuoti precedenti. Ormai da due anni siamo senza il lavoro fieristico, congressuale, extra-stagionale, del periodo pasquale. Siamo inoltre preoccupati per le famiglie, dove molti sono in cassa integrazione. Con risorse nostre abbiamo abbassato la quota di tassazione di famiglie e imprese. Abbiamo agito molto sulla Tari perché è la tariffa comunale che impatta di più sulle persone e sulle imprese, prevedendo a bilancio 570 mila euro. Quest’anno abbiamo fatto un bando di rimborso della Tari versata per 350 mila euro.

Avete appena emesso un bando per contributi alle famiglie numerose. Vi interessa una politica a sostegno della famiglia?

“In quasi tutte le nostre tasse e tariffe c’è una decurtazione speciale per le famiglie numerose. La difesa della famiglia e di chi ha figli per noi è importante, ci crediamo molto. I bambini e i giovani sono il capitale sociale di un Comune. Molti dei nostri investimenti (scuole, giardini, ecc.) vanno in questa direzione. Siamo una comunità molto giovane, siamo cresciuti di ottomila unità in un decennio, quindi abbiamo bisogno di creare un forte senso di comunità”.

L’ultima sua iniziativa è stata la lettera a Bonaccini dei 17 sindaci romagnoli di centrodestra, fra i quali però non figurava il sindaco di Riccione Renata Tosi. Sta assumendo una leadership fra i sindaci di centrodestra della Romagna?

“No, non cerco alcuna leadership. È normale che con alcuni Comuni della Valmarecchia la collaborazione sia molto stretta. Ma è molto stretta anche con i vicini Comuni del cesenate. Siamo sindaci che fanno riferimento alla stessa area politica, quindi è normale che ci scambiamo idee. Questa volta Riccione non ha firmato, ma altre volte sì. Proprio ieri sono andato da Renata per farle firmare il protocollo sulla criminalità. Succede che alcuni Comuni vicini, visto che siamo un centro più grande, ci riconoscano come riferimento naturale per un coordinamento comune”.

Come vanno i suoi rapporti con la Regione e la Provincia, enti di segno politico diverso?

“I rapporti sono abbastanza buoni. Il Covid ci ha in qualche modo costretto a giocare in squadra, superando le questioni divisive. I rapporti sono sempre stati improntati a correttezza istituzionale. Del resto le istituzioni devono mantenere sempre un dialogo corretto nell’interesse delle rispettive comunità. Nel fare l’interesse della mia comunità non posso pensare di scontrarmi con tutto il resto del mondo. Il momento ci obbliga al confronto, poi è chiaro che le visioni e le soluzioni politiche sono diverse”.