FORLANI, SUSSIDIARIETA' E' VALORIZZARE LA CREATIVITÀ PERSONALE

Venerdì, 24 Febbraio 2012

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FORLANI, SUSSIDIARIETA' E' VALORIZZARE LA CREATIVITA' DELLA PERSONA


In margine all'incontro che ha visto Maurizio Lupi ed Enrico Letta raccontare della loro esperienza politica e di fondatori dell'Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, abbiamo rivolto alcune domande a Emanuele Forlani, coordinatore della segreteria dell'Intergruppo stesso.


Quali sono le riserve culturali o ideologiche che impediscono alla sussidiarietà di essere condivisa da tutta la classe politica?
Sono abituato a soffermarmi più sugli spazi di disponibilità e sulle strade di costruzione che ci sono, anche e soprattutto a dispetto di quanto spesso i media lasciano trasparire. Gli ostacoli alla sussidiarietà si formano quando non si parte dall'esperienza, ma da una idea. Prima di rivolgermi alle istituzioni, quando ho un problema o quando affronto un desiderio o un progetto di vita, cerco di rimboccarmi le maniche e lavorare. Altrimenti non si potrebbe spiegare la nascita delle università come degli ospedali o le migliaia di opere sociali. La sussidiarietà interviene, come strumento (e non come scopo), proprio a questo livello. Ha a che fare con la capacità delle istituzioni di valorizzare questi tentativi, riconoscendone il valore pubblico.


Qual è stato l'effettivo influsso dell'Intergruppo (o della sussidiarietà) sulla vita politica italiana?
Il primo e principale influsso dell'Intergruppo è stato quello di coltivare un ambito di riflessione e di elaborazione di proposte concrete senza fermarsi alle inevitabili differenze culturali e di partito. In questa ultima legislatura è fiorita anche la capacità di intervento e di iniziativa in ambito legislativo. Penso ad interventi come il 5x1000 (è ancora in corso la battaglia per la stabilizzazione dell'istituto), numerose proposte riguardanti il lavoro e la formazione professionale, lo statuto delle imprese (approvato dal parlamento all'unanimità) e tante altre proposte oggi in discussione alla Camera come al Senato.


Al massimo, almeno a livello locale, la sussidiarietà è considerata una sorta di esternalizzazione dei servizi. Come rendere efficace l'esperienza dell'Intergruppo sul livello amministrativo.
Anzitutto, come dicevo prima, favorendo una riflessione sull'esperienza più che un concorso di idee. È vero, il limite della sussidiarietà è proprio quello di essere interpretata come mera esternalizzazione. L'Intergruppo può favorire strumenti di sussidiarietà come la introduzione del fattore famiglia nella individuazione dei parametri di reddito (ISEE) così come incentivi per quelle amministrazioni che sanno valorizzare (e non spremere) chi svolge una funzione pubblica anche se ha una natura privata.


La sussidiarietà è un metodo che si può insegnare, qualcosa che ha più a che fare con un modo di pensare o una tecnica?
La sussidiarietà sicuramente ha a che fare con un modo di pensare, è frutto di una concezione che vede la persona come capace di costruire, di scegliere, di crescere. Non come (non è così raro) una espressività da reprimere, da controllare e da pilotare. Si può insegnare la sussidiarietà, attraverso la valorizzazione di esempi e nel contempo evidenziando i vantaggi (anche di natura economica) che la sussidiarietà porta anche alla "cosa pubblica". Un unico esempio: la libertà di educazione. Per ogni studente della scuola statale si spendono oltre 6.000 euro all'anno. Uno studente iscritto alla scuola privata costa allo stato meno della metà. Perché dunque non affrontare il tema anche riconoscendo il valore economico di una sussidiarietà applicata?


Cosa "promette" la sussidiarietà: può "salvare il mondo" o almeno aiutarci a uscire dalla crisi?
Lo ripeto. La sussidiarietà, come metodo e non come scopo, è l'unica strada che consente di imboccare l'uscita dalla crisi. Come? Attraverso l'individuazione di strumenti che possano valorizzare la creatività della persona. Sostegno all'innovazione, difesa della libertà di educazione, di costruzione di servizi alla persona, snellimento della burocrazia, impostazione di un rapporto con il fisco che tenga conto della famiglia e ne riconosca la centralità non solo culturale ma anche come volano per lo sviluppo economico.