Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

Rimini, Parco del Mare: una sfida agli operatori, una scommessa ambiziosa

Lunedì, 18 Maggio 2015

4b 210

 Parco del Mare: una sfida agli operatori, una scommessa ambiziosa

 

L’immagine alla quale tutti sono abituati è quella di un cospicuo intervento pubblico che funge da volano, riqualificando un’area, e gli operatori privati che si accodano rinnovando le loro strutture. No, il Parco del Mare partorito dal Piano Strategico e presentato oggi al Palacongressi ai professionisti tecnici, non segue questa logica. È piuttosto una sfida lanciata agli operatori che hanno i loro interessi economici sul lungomare (bagnini, albergatori, chioschisti) o che lì intendono aprire una nuova attività perché mettano mano alla fantasia e al portafogli e presentino idee e progetti. Dove c’è un gruppo di operatori disposti a partire, il Comune farà la sua parte e si realizzerà uno stralcio del Parco del Mare. È come se il Comune facesse una sorta di piano regolatore del lungomare, stabilendo un quadro di regole entro le quali potersi inserire e realizzare i progetti. O, come ha osservato Maurizio Ermeti, il Comune offre dei diritti a chi è interessato ad acquisirli e all’investimento realizzato dai privati corrisponderà un investimento pubblico.

 

Il Parco del Mare è quindi un insieme di idee e suggestioni in cerca d’autore. Il punto di partenza è la volontà di fare qualcosa di diverso da un semplice restyling, per quanto esteticamente attraente, del lungomare; fare qualcosa di unico, che distingua Rimini da ogni altra città di mare. E l’idea, per dirla all’inglese, è il sea wellness, una vasta area di 300 ettari da Torre Pedrera a Miramare dove fare esperienza del benessere in riva al mare. Rimini non ha il fascino di New York, non ha i grattacieli sorprendenti di Dubai, ma avrà questo spazio dedicato al benessere che potrà attirare i turisti internazionali del terzo millennio. Così almeno assicurano i cantori del Parco del Mare, ovvero il sindaco Andrea Gnassi e il coordinatore del Piano strategico Maurizio Ermeti. In questo spazio ridisegnato dal concorso pubblico-privato, il mare sarà sempre visibile lungo una passeggiata di 15 chilometri. E lo spazio che va dalla linea degli alberghi fino alla linea della spiaggia sarà riempito di palestre all’aria aperta, centri benessere con acqua salata, ristoranti tipici e biologici, esercizi commerciali, giardini e verde.

 

I progetti che i privati potranno presentare dovranno essere in armonia con la vision del Parco del Mare e rispettare alcune regole (per esempio niente tetti con impianti tecnologici a vista). Si tratta comunque di una vision aperta anche a nuove suggestioni, se i privati vorranno presentarle. Tuttavia non è un foglio bianco, ma ci sono linee guida e tipologie di costruzioni da rispettare.

Il Parco del Mare non partirà tutto in una volta, sono previsti nove stralci. In ogni caso si partirà laddove gli operatori saranno pronti e concordi: potrebbe essere Torre Pedrera piuttosto che Marina Centro. Avranno una corsia prioritaria i progetti che coinvolgono l’arenile. Ai bagnini viene prospettata una convenienza aggira-Bolkestein: se spostano le cabine più verso il lungomare, queste non ricadranno nella mannaia delle norme europee e potranno godere di una concessione comunale di più lungo periodo. Inoltre potranno diversificare l’attività attraverso un cambio di destinazione d’uso delle volumetrie relative alle cabine. La scommessa finale è quella di una spiaggia che viva almeno dieci mesi l’anno. Saranno recuperati, nella forma dei parcheggi interrati, tutti i posti auto esistenti sui viali delle Regine e viali limitrofi. I parcheggi potranno essere realizzati sia dal Comune che dai privati.

 

Se la mattinata è stata dedicata alle suggestioni e alla vision, nel pomeriggio sono scesi in campo i tecnici dell’amministrazione comunale per spiegare cosa prevederà il bando pubblico che dovrebbe uscire fra un mese e mezzo. Attraverso il bando saranno raccolte le manifestazioni di interesse, ovvero le proposte su arenile, lungomare, aree in fregio ed aree private. L’amministrazione comunale entra in gioco offrendo le aree in fregio e quelle del lungomare in diritto di superficie. Gli operatori non avranno l’obbligo di costituirsi in associazione ma dovranno nominare un interlocutore unico che tratti con l’amministrazione.

 

Le destinazioni d’uso ammesse sono quelle connesse alla qualità dei servizi turistici: pubblici esercizi, commercio, centri benessere, palestre, parcheggi interrati, servizi accessori per gli alberghi. È escluso l’incremento di nuovi posti letto.

I criteri di valutazione dei progetti sono: la qualità della proposta, la sostenibilità tecnica ed economica, anche nei suoi riflessi occupazionali. Saranno valutati con preferenza (nel senso di precedenza), come si è già detto, il disegno contestuale della spiaggia e del lungomare, la progettazione unitaria, le proposte che assumono la divisione in comparti del piano dell’arenile, la dimensione dell’intervento.

 

Nel progetto è coinvolta anche la Regione, alla quale si guarda anche per i finanziamenti previsti dai fondi europei.

Se c’è una cosa chiara in quanto detto oggi al Palacongressi, è che il Parco del Mare vedrà la luce se gli operatori economici vi vedranno l’opportunità e la convenienza di investire. È una scommessa che non arriva certo nel momento più felice, anche se oggi sono stati promessi i finanziamenti della Regione. Il Comune oggi ha fatto una sorta di grande operazione di marketing, cercando di vendere l’idea ai tecnici professionisti, che sono in diretto contatto con gli operatori. L’acquisteranno?

parcomare


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram